parsifal
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venerdì 16 giugno 2017
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rabbia e voglia di vivere
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IL regista Bolognini, maestro del cinema italiano d'annata, trae spunto dal racconto di Pasolini, che collaborerà alla sceneggiatura. Inconfondibile la sua impronta, quando si affrontano le vicende del sottoproletariato romano, del quale fu un fiero sostenitore e dettagliato narratore. Impossibile non riconoscere determinate sfumature e gli accenti polemici che ne derivano. Due giovani amici, Scintillone ( J.C. Bryali) e Ruggeretto (Laurent Tersieff) , per tentare di guadagnare qualche soldo, cercano il modo di piazzare delle armi da guerra ( la vicenda si svolge nel 1959 ed i residuati bellici erano ancora molto richiesti), ma non hanno i contatti giusti. Interpellano un ricettatore di zona e a casa sua conoscono Gino " Er bella-Bella" che si fa carico di intermediare la vendita.
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IL regista Bolognini, maestro del cinema italiano d'annata, trae spunto dal racconto di Pasolini, che collaborerà alla sceneggiatura. Inconfondibile la sua impronta, quando si affrontano le vicende del sottoproletariato romano, del quale fu un fiero sostenitore e dettagliato narratore. Impossibile non riconoscere determinate sfumature e gli accenti polemici che ne derivano. Due giovani amici, Scintillone ( J.C. Bryali) e Ruggeretto (Laurent Tersieff) , per tentare di guadagnare qualche soldo, cercano il modo di piazzare delle armi da guerra ( la vicenda si svolge nel 1959 ed i residuati bellici erano ancora molto richiesti), ma non hanno i contatti giusti. Interpellano un ricettatore di zona e a casa sua conoscono Gino " Er bella-Bella" che si fa carico di intermediare la vendita. Ma il suo aiuto li porterà ad un ennesimo buco nell'acqua. Entreranno quindi in azione le due ragazze, Supplizia ( A. Lualdi) ed Anna( Elsa Martinelli), prostitute a tempo pieno,che sino a quel momento avevano pazientemente aspettato. Li conducono dal sordomuto e l'affare andrà a buon fine. Dopo i festeggiamenti , i ragazzi fuggono convinti di aver avuto la meglio, ma i soldi sono spariti. Tenteranno di recuperarli , ma senza risultato. Durante l'ennesima scorribanda notturna , incontrano dei giovani dei quartieri alti, capitanati da Achille , un giovane ed affascinante T, Miliam, per la prima volta sullo schermo. Iniziano altre scorribande notturne a base di whisky, pugni e battute caustiche. A casa di Achille, Ruggeretto ha un incontro fugace con una ragazza che si spaccia per la sorella e poi si rivela come donna di servizio. Gino tenta il colpaccio e ci riesce; ruba un portafoglio con una somma molto alta e vuole tenere tutto per sè. Ne nasce una rissa e Scintillone fugge con il maltolto. Va a chiamare una sua vecchia fiamma Rossana ( R: Schiaffino) e la porta a ballare alla Rupe Tarpea, night club di Via Veneto molto in voga in quegli anni. Scintillone viene cacciato e consegnatoa alla polizia. Entra in scena Ruggeretto che , appropriatosi del denaro, continua ciò che Scintillone aveva iniziato. Alcool, locali esclusivi, cena notturna alla Casina Valadier, con annessa prprosta di matrimonio, rifiutata cinicamente da Rossana, fin troppo consapevole della natura di entrambi. Tutto si conclude all'alba, nei sobborghi disordinati da cui provengono. Entrambi stanchi , soddisfatti e tristemente consapevoli che quell'altalena per loro non cambierà mai. Graffiante e malinconico, con una grande carica di polemica sociale.
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gianmarco.diroma
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giovedì 13 gennaio 2011
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una notte da leoni/point break
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Non c'è alcun punto di rottura nella vita dei Ragazzi di vita di Mauro Bolognini: Scintillone, Ruggeretto e Bella-Bella si aggirano per le strade della capitale senza che nessuna onda debba essere cavalcata, senza che nessuna lotta con la natura debba essere intrapresa, senza che nessuna idea di mondo debba essere conquistata. L'unica cosa che riescono a cavalcare è la loro natura di sfortunati borgatari, costretti ad arrabattarsi giorno dopo giorno per un pezzo di pane, in una città dove ormai, a causa della fine della guerra, "è più facile rubare che vendere". La borgata non diventa un punto di partenza bensì un limbo dove crogiolarsi giorno e notte. Il denaro - spesso - rubato non diventa mai mezzo di riscatto sociale, ma solo la massima espressione - per l'uso dissipato che se ne fa - di un'indolenza esistenziale che si sfoga in un ribellismo vacuo e privo di una reale causa (Gioventù bruciata è di qualche anno prima).
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Non c'è alcun punto di rottura nella vita dei Ragazzi di vita di Mauro Bolognini: Scintillone, Ruggeretto e Bella-Bella si aggirano per le strade della capitale senza che nessuna onda debba essere cavalcata, senza che nessuna lotta con la natura debba essere intrapresa, senza che nessuna idea di mondo debba essere conquistata. L'unica cosa che riescono a cavalcare è la loro natura di sfortunati borgatari, costretti ad arrabattarsi giorno dopo giorno per un pezzo di pane, in una città dove ormai, a causa della fine della guerra, "è più facile rubare che vendere". La borgata non diventa un punto di partenza bensì un limbo dove crogiolarsi giorno e notte. Il denaro - spesso - rubato non diventa mai mezzo di riscatto sociale, ma solo la massima espressione - per l'uso dissipato che se ne fa - di un'indolenza esistenziale che si sfoga in un ribellismo vacuo e privo di una reale causa (Gioventù bruciata è di qualche anno prima). I Ragazzi di vita di Mauro Bolognini (riscritti per lo schermo dallo stesso Pier Paolo Pasolini) rubano, tradiscono, picchiano, scappano alla 'madama'. E fanno l'amore: solo nel fare l'amore sembra riescano a trasformare un po' della loro rabbia in un reale desiderio di essere e non di apparire. Ma sono solo attimi (come quando Scintillone si rivolge a Supplizia/Antonella Lualdi dicendole che lei non è fatta per battere i marciapiedi o quando Ruggeretto sembra essersi innamorato di Laura), oasi in quel deserto dei sentimenti e delle emozioni che sono le vite di questi ragazzi. Una notte brava per questi personaggi non potrà mai essere una notte da leoni (mi riferisco al film di Todd Phillips del 2009): perché anche fingersi sbronzi è solo un trucchetto per poi poter rubare un portafoglio in casa di altri senza dare nell'occhio (Bella-Bella a casa di Achille). La notte brava non potrà mai essere una notte da leoni perché non c'è nessun particolare avvenimento da festeggiare, nessun addio al celibato: non ci sono soldi da spendere o da 'investire' in una notte di sana follia, da tenere nascosta alle mogli e ai figli. Qui, nella notte brava di Bolognini, Ruggeretto non si fa scrupoli neppure a fregare a Scintillone la sua donna. Il tradimento è esibito e le stesse donne si offrono al migliore offerente per una notte coraggiosa all'insegna dell'incoscienza di classe.
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gianleo67
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martedì 20 novembre 2012
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ragazzi di vita... secondo bolognini
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Un giorno e una notte nela vita di Ruggeretto, Scintillone e Bella Bella, tre ragazzi della periferia romana che si trastullano tra la compagnia di giovani prostitute e piccoli reati, contendendosi e scialacquando i proventi dei loro crimini tra night alla moda e ristoranti di lusso, per ritornare all'alba da dove erano partiti e senza un soldo in tasca.
Le dissolute peregrinazioni di tre ventenni squattrinati nell'itinerario topografico di una Roma notturna e periferica tra gli umori bizzarri di una Nouvelle Vogue all'italiana ed il registro dolce-amaro della commedia di ispirazione neorealista. Bolognini fiuta e ispeziona con buona propensione descrittiva i luoghi miserrimi di una Roma minore (la Via dell'Acquedotto Alessandrino presidiata dalle donne che fanno 'la vita', le abitazioni fatiscenti del Pigneto, i casermoni e le baracche di Torpignattara,le villette disperse tra distese sabbiose nei pressi di Fiumicino) tenedo il polso di una gioventù bruciata alla ricerca di un disperato 'cupio dissolvi', in preda ad una frenetica brama di vivere, senza uno scopo o una meta e dove perfino il denaro è solo un mezzo per soddisfare un'esigenza impellente,irrefrenabile: la tangibile mercificazione di una insoddisfazione sociale ed economica.
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Un giorno e una notte nela vita di Ruggeretto, Scintillone e Bella Bella, tre ragazzi della periferia romana che si trastullano tra la compagnia di giovani prostitute e piccoli reati, contendendosi e scialacquando i proventi dei loro crimini tra night alla moda e ristoranti di lusso, per ritornare all'alba da dove erano partiti e senza un soldo in tasca.
Le dissolute peregrinazioni di tre ventenni squattrinati nell'itinerario topografico di una Roma notturna e periferica tra gli umori bizzarri di una Nouvelle Vogue all'italiana ed il registro dolce-amaro della commedia di ispirazione neorealista. Bolognini fiuta e ispeziona con buona propensione descrittiva i luoghi miserrimi di una Roma minore (la Via dell'Acquedotto Alessandrino presidiata dalle donne che fanno 'la vita', le abitazioni fatiscenti del Pigneto, i casermoni e le baracche di Torpignattara,le villette disperse tra distese sabbiose nei pressi di Fiumicino) tenedo il polso di una gioventù bruciata alla ricerca di un disperato 'cupio dissolvi', in preda ad una frenetica brama di vivere, senza uno scopo o una meta e dove perfino il denaro è solo un mezzo per soddisfare un'esigenza impellente,irrefrenabile: la tangibile mercificazione di una insoddisfazione sociale ed economica. La scrittura di Pasolini costruisce una trama riconoscibile di relazioni e psicologie ( a lui tanto care e familiari) su cui si edifica una progressione di situazioni assai ricorrenti nel cinema italiano (pur con registri assai diversi tra loro si pensi ai 'Soliti ignoti' di Monicelli sempre del 1958, alla 'Dolce Vita' di Fellini - 1960, 'Io la conoscevo bene' di Pietrangeli - 1965) tutte scandite dal ritmo sincopato di eleganti e malinconiche sonorità jazz (qui del maestro Piccioni) e motivetti alla moda ('Arrivederci' di Bindi e 'Cerasella' entrambe del 1959) che ci restituiscono il senso di un'epoca di profonde (e incerte) trasformazioni, senza che però vi sia alcun accenno critico o riferimento al retaggio di tradizioni e valori: una 'tranche de vie' che offre uno spaccato sul qui e ora, escludendo a priori il giudizio o la censura etica o ideologica. Questo aspetto conferisce al film di Bolognini il suo carattere profondamente moderno e nel contempo sottolineandone in modo discreto gli aspetti prodromici di una deriva materialista della società pre-boom (il ruolo della donna come oggetto che si dona o si vende, il senso del denaro come squallida merce di scambio, le relazioni umane improntate al più bieco opportunismo). Compagine brillante di attori giovani e carini che, nella migliore tradizione dello scrittore Friulano, assolvono egregiamente alla loro funzione di rappresentazione di un mondo e di un ambiente che egli soleva frequentare nelle sue personali scorribande notturne. Finale, in un'alba romana triste e stanca, di irridente e sarcastico simbolismo antimaterialista.
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