david, genova
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sabato 15 settembre 2012
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camerini, 5 stelle
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Mi è capitato di recente di frequentare le lezioni di un professore che insegna, alla facoltà di Lettere e Filosofia, Storia del Cinema e di includere nel programma generale la storia del cinema fascista.
Senza fare neppure una breve introduzione sui più importanti registi di quel periodo (Matarazzo e Alessandrini) Camerini (un altro) è in assoluto (almeno per me) il migliore di tutti i registi che hanno operato all'epoca dei "telefoni bianchi".
Questo "Signor Max" è il più grande (o quasi) film della trilogia dei migliori di Camerini, comprendente "Gli uomini...che mascalzoni!" e "Grandi magazzini".
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Mi è capitato di recente di frequentare le lezioni di un professore che insegna, alla facoltà di Lettere e Filosofia, Storia del Cinema e di includere nel programma generale la storia del cinema fascista.
Senza fare neppure una breve introduzione sui più importanti registi di quel periodo (Matarazzo e Alessandrini) Camerini (un altro) è in assoluto (almeno per me) il migliore di tutti i registi che hanno operato all'epoca dei "telefoni bianchi".
Questo "Signor Max" è il più grande (o quasi) film della trilogia dei migliori di Camerini, comprendente "Gli uomini...che mascalzoni!" e "Grandi magazzini".
Mi sono appassionato all'epopea del cinema fascista grazie allo stile di spiegazione di quell'insegnante che sembrava più un critico del cinema che un professore; ed entrare nel mondo di quelle pellicole era una favola per me.
E' un vero peccato che sia già passato quasi un anno da quelle lezioni: con quel professore entravo in un sogno!
Mi sono appassionato alla storia d'amore tra Giovanni e Lauretta, come mi è capitato con quella precedente tra Giovanni e Mariuccia in "Gli uomini...che mascalzoni!": la tenerezza di entrambi i momenti.
Grazie professore...
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nino p.
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domenica 15 febbraio 2009
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una commedia d'altri tempi
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"Il Sig. Max" è una commedia d'altri tempi: elegante, raffinata ed interpretata in maniera assolutamente genuina. Un Vittorio De Sica ci conquista grazie alla sua personalità gentile e signorile, mentre Assia Noris con la sua dolce e sensibile recitazione non puo' non commuoverci in più di un'occasione. "Il Sig. Max è soprattutto una satira sociale dove il mondo dei ricchi ci appare come evanescente, frivolo, insomma vuoto, mentre quello della gente comune viene valutato per i suoi valori di onestà e di bontà. Ogni volta che rivedo questo film provo tanta nostalgia per una forma d'arte che non esiste più. In particolare in questi ultimi 20-30 anni per la maggior parte dei casi, nel Cinema comico basta dire delle cattive parole o adornare di situazione sguaiate le vicende di una trama per avere, spesso, un successo facile e popolare.
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"Il Sig. Max" è una commedia d'altri tempi: elegante, raffinata ed interpretata in maniera assolutamente genuina. Un Vittorio De Sica ci conquista grazie alla sua personalità gentile e signorile, mentre Assia Noris con la sua dolce e sensibile recitazione non puo' non commuoverci in più di un'occasione. "Il Sig. Max è soprattutto una satira sociale dove il mondo dei ricchi ci appare come evanescente, frivolo, insomma vuoto, mentre quello della gente comune viene valutato per i suoi valori di onestà e di bontà. Ogni volta che rivedo questo film provo tanta nostalgia per una forma d'arte che non esiste più. In particolare in questi ultimi 20-30 anni per la maggior parte dei casi, nel Cinema comico basta dire delle cattive parole o adornare di situazione sguaiate le vicende di una trama per avere, spesso, un successo facile e popolare.
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il caimano
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domenica 10 febbraio 2008
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non sa giocare a bridge?????
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L'edicolante Giovanni (Vittorio De Sica) è un onesto e modesto lavoratore, vive con la famiglia di suo zio, burbero tranviere, e sogna la bella vita. Per un mese all'anno ci riesce, prendendosi una vacanza dalla quotidianità. Per caso, una volta partito incontra l'aristocratica e facoltosa Donna Paola (Rubi Dalma) ed inizia a corteggiarla, soprattutto perchè, complice un beauty col nome di Max Varaldo, si finge un aristocratico di ritorno da un viaggio in oriente. Da subito riscuote le simpatie del gruppo, e nonostante la sua incapacità nel gioco del bridge (inaccettabile che non sappia giocarlo....) si inserisce amichevolmente. Parallelamente però si incontra/scontra con la cameriera della famiglia, Lauretta (Assia Noris) la badante della sorella giovane e viziata di Paola.
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L'edicolante Giovanni (Vittorio De Sica) è un onesto e modesto lavoratore, vive con la famiglia di suo zio, burbero tranviere, e sogna la bella vita. Per un mese all'anno ci riesce, prendendosi una vacanza dalla quotidianità. Per caso, una volta partito incontra l'aristocratica e facoltosa Donna Paola (Rubi Dalma) ed inizia a corteggiarla, soprattutto perchè, complice un beauty col nome di Max Varaldo, si finge un aristocratico di ritorno da un viaggio in oriente. Da subito riscuote le simpatie del gruppo, e nonostante la sua incapacità nel gioco del bridge (inaccettabile che non sappia giocarlo....) si inserisce amichevolmente. Parallelamente però si incontra/scontra con la cameriera della famiglia, Lauretta (Assia Noris) la badante della sorella giovane e viziata di Paola.
Il film ha dalla sua la spontaneità e la freschezza di una storia paradigmatica nell'abito del cinema dei telefoni bianchi. Il ritmo è piuttosto sostenuto, e la recitazione di Vittorio De sica spigliata e gradevole. Un pò meno l'Assia Noris, che però con questo ruolo sarebbe diventata una vera star. Sempre piacevoli poi i caratteristi sullo sfondo, ad iniziare dal collaboratore/edicolante Virgilio Riento. La cosa però probabilmente più riuscita è la ricostruzione dell'ambiente aristocratico: vanesio e fatuo ("Non sa giocare a bridge?????" chiede terrorizzata Donna Paola a Max/Giovanni), in ossequio ad una visione "piccolo-borghesizzante", che vede l'onestà e l'umiltà vincere su tutto e tutti, anche sul fascino della bella vita aristocratica. Sono rimasto poi notevolmente colpito da Rubi Dalma, vera arsistocratica nella vita: brava, spigliata, regale. La versione con Alberto Sordi è diversamente godibile, quella del figlio Christian De Sica è oscena.
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