figliounico
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domenica 18 settembre 2022
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tanti morendo per nulla
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L’eterno dramma dell’uomo travolto dalla Storia calato negli anni ’30 fino all’immediato dopoguerra ed incarnato dal piccolo borghese, l’impiegato del ministero delle finanze Piscitello interpretato da Spadaro, suo malgrado e per necessità familiari tesserato fascista, messo in scena da Zampa-Brancati in stile neorealistico con punte di melodramma che tuttavia non intaccano l’impianto filmico perfettamente aderente alla realtà dell’epoca ed arricchito da immagini di repertorio della guerra e dei comizi del duce per rendere sarcasticamente con più forza la verità sconsolante e proverbiale dell’italico trasformismo.
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L’eterno dramma dell’uomo travolto dalla Storia calato negli anni ’30 fino all’immediato dopoguerra ed incarnato dal piccolo borghese, l’impiegato del ministero delle finanze Piscitello interpretato da Spadaro, suo malgrado e per necessità familiari tesserato fascista, messo in scena da Zampa-Brancati in stile neorealistico con punte di melodramma che tuttavia non intaccano l’impianto filmico perfettamente aderente alla realtà dell’epoca ed arricchito da immagini di repertorio della guerra e dei comizi del duce per rendere sarcasticamente con più forza la verità sconsolante e proverbiale dell’italico trasformismo. Il film fa a pezzi equanimemente la retorica del regime e degli antifascisti, dipinti come pavidi intellettuali impegnati in amene chiacchiere da salotto, con buona pace di chi ha creduto nel cambiamento gattopardesco di quegli anni difficili e tanti morendo per nulla.
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tomdoniphon
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domenica 3 maggio 2015
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il trasformismo all'italiana
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Nel 1935 un onesto impiegato municipale siciliano è costretto a iscriversi al Partito Fascista. Quando nel 1944 arrivano gli Alleati, il sindaco che, come podestà, gli aveva imposto di prendere la tessera fascista, lo epura.
Uno dei più efficaci ritratti – oltre che della meschina retorica fascista – del trasformismo che ha sempre caratterizzato la classe dirigente (oltre che buona parte della società) italiana. Il film all’apparenza è satirico, ma in realtà è cupo e senza speranza: caso raro di un film popolare ma non populista; semplice ma per nulla banale.
Un’opera da riscoprire per il cinema italiano: parla del 1930-40, ma (quanto al trasformismo) non sembra essere cambiato nulla.
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Nel 1935 un onesto impiegato municipale siciliano è costretto a iscriversi al Partito Fascista. Quando nel 1944 arrivano gli Alleati, il sindaco che, come podestà, gli aveva imposto di prendere la tessera fascista, lo epura.
Uno dei più efficaci ritratti – oltre che della meschina retorica fascista – del trasformismo che ha sempre caratterizzato la classe dirigente (oltre che buona parte della società) italiana. Il film all’apparenza è satirico, ma in realtà è cupo e senza speranza: caso raro di un film popolare ma non populista; semplice ma per nulla banale.
Un’opera da riscoprire per il cinema italiano: parla del 1930-40, ma (quanto al trasformismo) non sembra essere cambiato nulla.
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