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alecapo
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venerdì 28 novembre 2025
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da non vedere
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Veramente da non vedere. Mi aspettavo di molto meglio, eppure sono rimasto davvero deluso. Dopo tutta queste scene inutili e terribili ho capito che ? stato solamente uno spreco di tempo. Ceh io boh. Deluso, anzi delusissimo.
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gabriella
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lunedì 10 novembre 2025
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il senso delle cose
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Tratto da un libro di Michele Murgia , il film di Isabel Coixer , pur essendo intimo e delicato,non riesce ad affrancarsi dalla lettararietà, rimanendo un pò in suoerficie, senza entrare pienamente nella profondità dei personaggi. Antonio e Marta sono una coppia che vivono insieme da sette, anni, LUi è uno chef in un locale che sta crescendo, lei è inbsegnante di educazione fisica in un liceo di Roma., una sera, durante, un litigio banale, lui decide di troncare la relazione. E mentre Marta si chiede che fine ha fatto tutto l'amore che c'era tra loro, si chiude in sè stessa e inizia ad avere problemi con il cibo, Antonio si chiede se ha fatto la cosa giusta perchè da subito avverte la mancanza di lei.
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Tratto da un libro di Michele Murgia , il film di Isabel Coixer , pur essendo intimo e delicato,non riesce ad affrancarsi dalla lettararietà, rimanendo un pò in suoerficie, senza entrare pienamente nella profondità dei personaggi. Antonio e Marta sono una coppia che vivono insieme da sette, anni, LUi è uno chef in un locale che sta crescendo, lei è inbsegnante di educazione fisica in un liceo di Roma., una sera, durante, un litigio banale, lui decide di troncare la relazione. E mentre Marta si chiede che fine ha fatto tutto l'amore che c'era tra loro, si chiude in sè stessa e inizia ad avere problemi con il cibo, Antonio si chiede se ha fatto la cosa giusta perchè da subito avverte la mancanza di lei. L'inappetenza di Marta in realtà nasconde un serio problema di salute, un tumore in stato avanzato, cos' lei prende consapevolezza del tempo che stringe, delle cose che nascono e poi finiscono, così come la loro storia, anche la vita, della necessità di riempire ogni momento di ciò che rimane, ad esempio assaporare un gelato gocciolante prima che si sciolga, imparare il coreano, mangiare cibi sani, farsi baciare da un suo collega, segretamente innamorato di lei. Nei flashback di un passato felice Marta comprende anche che la rottura della loro storia è stata la cosa giusta, che dopo sarebbe stato peggio, meglio guardarsi ancora una volta negli occhi, parlarsi, lasciarsi abbracciare, prima che il tempo avesse logorato le loro esistenze, indurito i loro cuori, lasciando solo rabbia e dolore. Devo dire però che Alba Rohorwacher e Elio Germano, in fondo ripropongono loro stessi, lui con la sua naturale capacità di immedesimazione, lei che sembra sempre fuori contesto, con la sua voce e il volto delicati sempre intensa e precisa ma manca quel guizzo che li renda vibranti, manca una regia che necessitava di più coraggio,di non affidarsi solo al racconto della Murgia, ma di brillare di luce propria.
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marcodirani
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domenica 9 novembre 2025
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una collana di perle disomogenee
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è un'opera che non si offre in blocco compatto, ma si impone come una collana di scene staccate, di intensità estremamente disomogenea. Il giudizio finale, tuttavia, pende nettamente verso il positivo, grazie al valore intrinseco di alcune sequenze e, soprattutto, alla straordinaria centralità della sua protagonista.
Il film si apre con una scena di rottura essenziale e potente—un dialogo post-evento tra Marta (Rohrwacher) e Antonio (Germano) di rara sobrietà, che stabilisce subito un tono di intensità psicologica pura.
Il Cuore in Frammenti e l'Attrice
Il vero trionfo del film è l'interpretazione di Alba Rohrwacher, affiancata da un altrettanto credibile Elio Germano.
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è un'opera che non si offre in blocco compatto, ma si impone come una collana di scene staccate, di intensità estremamente disomogenea. Il giudizio finale, tuttavia, pende nettamente verso il positivo, grazie al valore intrinseco di alcune sequenze e, soprattutto, alla straordinaria centralità della sua protagonista.
Il film si apre con una scena di rottura essenziale e potente—un dialogo post-evento tra Marta (Rohrwacher) e Antonio (Germano) di rara sobrietà, che stabilisce subito un tono di intensità psicologica pura.
Il Cuore in Frammenti e l'Attrice
Il vero trionfo del film è l'interpretazione di Alba Rohrwacher, affiancata da un altrettanto credibile Elio Germano. I due attori sono il collante emotivo che rende sopportabile e, anzi, affascinante, un dramma altrimenti doloroso. Sono talmente convincenti, simpatici e magnetici, da rendere la vicenda piacevole anche nei momenti più drammatici.
Il film, però, è minacciato da cadute di tono. A momenti di sublime intensità (come il dialogo sincero con la cameriera, l'empatia silenziosa nel bagno delle studentesse, il funerale del piccione—punto più alto di poetica—o l'abbraccio disperato in riva al Tevere) si affiancano passaggi meno riusciti e, a tratti, inverosimili (vedi l'episodio del cantante coreano), che disperdono il focus narrativo in un sentimentale-filosofico a tratti didattico. Il messaggio del "goditi l'attimo" emerge con troppa enfasi.
ho letto non so dove che la protagonista dopo essere lasciata cade in depressione. non è assolutamente così. La protagonista, Marta, interpretata da una sublime Alba Rohrwacher, non cade in una generica 'depressione' (come si rischia di etichettare a vanvera il suo disagio), ma vive una profonda e credibile crisi somatica ed esistenziale. Il suo corpo reagisce alla separazione con una bloccante inappetenza, che è la manifestazione fisica di un dolore che la mente rifiuta di accettare. Questo dettaglio eleva la narrazione psicologica del film."
Conclusione: Nonostante l'andamento claudicante, il bello prevale nettamente sul brutto. Il film vive per le sue scene stupende e, soprattutto, per il personaggio di Marta, che, interpretato con tale grazia e credibilità, eleva l'intera opera a qualcosa di speciale. È un film fatto di momenti di verità indimenticabili, che meritano la visione.
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rosalinda laurelli gaudiano
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lunedì 27 ottobre 2025
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il cinema della resilenza
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Quando il Cinema prova a raccontare la resilenza…
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Quando il Cinema prova a raccontare la resilenza…
Marta e Antonio( Alba Rohrwacher ed Elio Germano nei rispettivi ruoli) sono ad un bivio, non riescono più a condividere serenamente la loro relazione, anzi è proprio Antonio a decidere di rompere il rapporto che dura da ben 7 anni. La fine di un rapporto è dolorosissima, è un terremoto a livello esistenziale, è come perdere le coordinate che orientano il quotidiano della vita. Per entrambi il senso di perdita è frustrante. Marta sta male, perde l’appetito e accusa sintomi debilitanti. Presto però scoprirà che il malessere è da imputare a qualcosa di molto più serio. Isabel Coixet qui regista, che ha scritto la sceneggiatura con Enrico Audenino, compie l’adattamento cinematografico di “Tre ciotole”, ultimo romanzo che Michela Murgia ha scritto prima della sua scomparsa. Isabel Coixet è solita affrontare attraverso lo strumento filmico temi che evocano la morte nelle sue diverse situazioni di vita. “Tre ciotole” racconta la dimensione soggettiva di Marta, dalla rottura della sua relazione con Antonio per poi arrivare ad una presa di coscienza della malattia bastarda, del suo sguardo “interrotto” verso un tempo incondizionato della vita , ad una consapevolezza urgente di viverla questa vita, sempre e comunque , ogni giorno, ogni momento, cercando anche situazioni importanti, gratificanti. Il film prova a mettere in scena tutte le fasi di questo momento catartico, arrivando alla fine quasi ad una dimensione consolatoria, di muta accettazione. Tutto ruota intorno al personaggio di Marta, tutti i personaggi del film rappresentano parte della sua vita. Il film elabora emozioni e sensazioni attraverso silenzi che sono verbo gridato, e sguardi altrettanto significativi. Eppure “Tre ciotole” non riesce a comunicare quelle sensazioni ed emozioni che si perdono in una forma filmica che non riesce a legare narrazione e struttura stessa del film, elementi che sfuggono nonostante s’inseriscano in una fotografia magistrale di Guido Michelotti. Sofferenza scenica di una certa goffaggine che vuole rappresentare intrecci di momenti di vita, di personaggi chiave, intrecci che restano aleatori ed insoluti. In conclusione, “Tre ciotole” ha la pretesa di mettere sullo schermo significati profondi ed il senso eterno della vita, anche oltre la morte, senza che tutto questo sia riuscito, per una scrittura stantia e a tratti confusa , che si perde in lungaggini sceniche senza cogliere il senso complessivo del messaggio.
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francesca
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lunedì 27 ottobre 2025
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non convince
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Molto lento, tutto ruota intorno alla protagonista femminile, a tratti noioso
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amaryllis
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lunedì 27 ottobre 2025
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calma piatta
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Non capisco: io non ho trovato niente di bello in questo film. Pur trattando due temi forti, una separazione e una malattia fatale, io non mi sono emozionata neanche per un minuto. La prima parte del film è un mattone, la seconda, in cui speravo si muovesse qualcosa, non dà niente, non porta per niente a trovare un'altra dimensione del vivere. Purtroppo il personaggio di Marta è in uno stato di calma piatta sempre. Non un guizzo di emozione di fronte a nulla. Mi dispiace non trovarmi d'accordo a ciò che hanno trovato nel film le altre persone.
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sabato 18 ottobre 2025
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commento su articolo di "tre ciotole"
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Mi pare un ottimo commento. Esaustivo, Ricco di annotazioni e completo.
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giovedì 16 ottobre 2025
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film spettacolare
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Stasera ho visto questo film a dir poco spettacolare, la capacit? del regista e degli attori a far vivere realmente una storia triste come tante, ma la grandiosit? che ci si cala nella storia come dei protagonisti, la si vive con loro, le due ore di proiezione se pur dolorose si accettano come percorso che ognuno di noi potremmo vivere, ma siamo ancora fortunati a non dover affrontare tutto ci?, un film spontaneo con tante emozioni dentro, una donna forte che reagisce al suo triste destino, non vuole commiserazione tanto da desiderare un ultimo bacio da un collega per sentirsi ancora amabile ma senza promettere nulla perch? alla fine della sua vita, un marito che si rende conto di averla perduta senza aver pi? modo di recuperare quella donna che non vuole commiserazione perch? malata??che
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Stasera ho visto questo film a dir poco spettacolare, la capacit? del regista e degli attori a far vivere realmente una storia triste come tante, ma la grandiosit? che ci si cala nella storia come dei protagonisti, la si vive con loro, le due ore di proiezione se pur dolorose si accettano come percorso che ognuno di noi potremmo vivere, ma siamo ancora fortunati a non dover affrontare tutto ci?, un film spontaneo con tante emozioni dentro, una donna forte che reagisce al suo triste destino, non vuole commiserazione tanto da desiderare un ultimo bacio da un collega per sentirsi ancora amabile ma senza promettere nulla perch? alla fine della sua vita, un marito che si rende conto di averla perduta senza aver pi? modo di recuperare quella donna che non vuole commiserazione perch? malata??che dire? Voto 100??
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goldy
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martedì 14 ottobre 2025
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la bellezza della vita nonostante tutto
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Agostini dichiara il suo amore con una grazia , con una semplicità , con una credibilità mai visti al cinema.Un momento che dà senso a una vita intera.
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lunedì 13 ottobre 2025
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da vedere, non necessariamente a cinema
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Alba magnifica. Praticamente regge il film fa sola. Bella la fotografia. Storia gi? usata in altri film.
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