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maramaldo
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domenica 14 settembre 2025
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so happy together
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Cantato all'inizio, ricantato alla fine. Che vorrà dire, solo ironia? Ho avuto l'impressione che Jay Roach rimugina e rimpiange da schietto reazionario come oggi è di moda. Non si spinge a proclamare Una caro ma mitizza l'attrazione fisica che, pur epidermica ed episodica, rimane faccenda cerebro-viscerale complessa e importante. Qualsiasi rapporto di coppia conosce crisi più o meno superabili, qui si affronta la crisi, o meglio il fallimento, della persona nell'incapacità di mantenere un sodalizio, una comunione nel sentire. Film attento e attuale, si capisce perchè non piaccia. Se preso giustamente alla leggera mette allegria.
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Cantato all'inizio, ricantato alla fine. Che vorrà dire, solo ironia? Ho avuto l'impressione che Jay Roach rimugina e rimpiange da schietto reazionario come oggi è di moda. Non si spinge a proclamare Una caro ma mitizza l'attrazione fisica che, pur epidermica ed episodica, rimane faccenda cerebro-viscerale complessa e importante. Qualsiasi rapporto di coppia conosce crisi più o meno superabili, qui si affronta la crisi, o meglio il fallimento, della persona nell'incapacità di mantenere un sodalizio, una comunione nel sentire. Film attento e attuale, si capisce perchè non piaccia. Se preso giustamente alla leggera mette allegria. Anche nei personaggi di contorno. Spasso è la lugubre Eleanor (Allison Janney), l'avvocatessa col cane. Amy, moglie del comune amico Barry che regolarmente denigra, è ambigua, fa temere turbe ormonali eppure Kate Mc Kinnon fece pure una Barbie.
Theo è un poveretto inadeguato a reggere un infortunio e gli inconvenienti che ne derivano. Prova a reagire, ripesca una funzione che non aveva mai esercitato prima - come del resto la consorte - e giacchè c'è s'improvvisa padre e madre. Impone le sue fisime igienico-salutiste a indifese creature le quali, cresciutelle, pensano bene di sottrarsi alla guida di quei genitori gratificandoli da lontano con un formale "vi vogliamo bene".
Il femminismo di Olivia Colman (Ivy) è gradevole e accattivante, intelligente anche se non spetta a me stabilirlo, convine e seduce. Qui abbandona il vittimismo di Cattiverie a domicilio ma non rinuncia a mostrare la superiorità di tempra e di talento quando una donna ce l'ha. Imprenditorialità aperta, avanzata, illuminata, accorda al personale in orario di sevizio la "pausa sesso".
Roach ve na fa accorgere, California è terra matta, sorprendente, non soltanto Silicon Valley con cervelli di variopinta provenienza. Può montare un impero spignattando anche un'inglese che è quanto di più alieno dalla gastronomia. Forse è Jay che "cucina", sa di Escoffier che probabilmente consulta come voi Ada Boni.
Temperamento artistico. Evade spesso dalla claustrofobia della pièce teatrale: corsette nei boschi, di là della vetrata si scorge un orizzonte acceso da un tramonto, fuori l'oceano s'infrange sulla scogliera. Vicinanza alla natura che comporta riguardo per la vita, almeno degli animali. Volenterosi si prodigano a rimettere a mollo il piccolo cetaceo che si era smarrito.
Estro pittorico, il vestiario non è un'eleganza escogitata da una pur provetta costumista, anzi certe mise ingoffiscono o cascano male al genietto dei fornelli. Ci sono invenzioni cromatiche inedite, disegni ingegnosi.
E' vero, il film non ha il nerbo del vecchio lavoro di Danny De Vito, ne ricordo ancora il finale, Shakespeare. Pare che contenesse più perfidie il romanzo di Warren Adler che trasse titolo e nomi da una storia vero dell'Old England, un divergenza tra casati, peraltro imparentati. Si sa, non solo coniugi e congiunti si guastano per conflitto di iinteressi ma da sempre, nei secoli, consanguinei documentati se in pace si guardano in cagnesco e si fanno dispetti, se in guerra indulgono volentieri a ferocia e infamia. Non perdete tempo ad approfondire, Wars of The Roses, York rosa bianca, Lancaste rosa rossa.
Chiaramente il film è una burla. Il dramma si disvela nel lancio di brandelli di un pasticcio che si spiaccicano sul muso di convitati attoniti. Ivy non avrebbe preso un elefante in un corridoio ma se vuole eliminare qualcuno con una Smith&Wesson deve allenarsi al tiro a segno.
Apprezzate questa ribollita, remake se preferite, perchè sapida condita da un umorismo magari involontario.
"Felici insieme", e perchè no? Nel bagliore di un istante.
e'
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maopar
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martedì 2 settembre 2025
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30 minuti per abbandonare la sala
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Se il film non mi piace mi astengo nel rilasciare commenti... ero molto incuriosito di vedere il film anche perché
un autorevole critico aveva rilasciato una recensione favorevole..che addirittura meritava qualche punto in più del "la guerra dei Roses" del 1989...Da subito mi è sembrato tutto "sbiadito" principalmente per l'età degli interpreti.. 51 anni della Colman .. non sono riuscito a vederla mammina dei due fanciulli...e per le sequenze da fotoromanzo da sala di attesa... che dire 30 minuti e... fuori a respirare .. e guardare la luna che si rifletteva su un mare luccicante.. dopo trenta giorni di vacanza mi ero concesso una serata ultimo spettacolo di un cinema in località di villeggiatura.
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Se il film non mi piace mi astengo nel rilasciare commenti... ero molto incuriosito di vedere il film anche perché
un autorevole critico aveva rilasciato una recensione favorevole..che addirittura meritava qualche punto in più del "la guerra dei Roses" del 1989...Da subito mi è sembrato tutto "sbiadito" principalmente per l'età degli interpreti.. 51 anni della Colman .. non sono riuscito a vederla mammina dei due fanciulli...e per le sequenze da fotoromanzo da sala di attesa... che dire 30 minuti e... fuori a respirare .. e guardare la luna che si rifletteva su un mare luccicante.. dopo trenta giorni di vacanza mi ero concesso una serata ultimo spettacolo di un cinema in località di villeggiatura.. non pensiamoci più....
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maopar
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martedì 2 settembre 2025
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30 minuti per abbandonare la sala
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Se il film non mi piace mi astengo nel rilasciare commenti... ero molto incuriosito di vedere il film anche perché
un autorevole critico aveva rilasciato una recensione favorevole..che addirittura meritava qualche punto in più del "la guerra dei Roses" del 1989...Da subito mi è sembrato tutto "sbiadito" principalmente per l'età degli interpreti.. 51 anni della Colman .. non sono riuscito a vederla mammina dei due fanciulli...e per le sequenze da fotoromanzo da sala di attesa... che dire 30 minuti e... fuori a respirare .. e guardare la luna che si rifletteva su un mare luccicante.. dopo trenta giorni di vacanza mi ero concesso una serata ultimo spettacolo di un cinema in località di villeggiatura.
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Se il film non mi piace mi astengo nel rilasciare commenti... ero molto incuriosito di vedere il film anche perché
un autorevole critico aveva rilasciato una recensione favorevole..che addirittura meritava qualche punto in più del "la guerra dei Roses" del 1989...Da subito mi è sembrato tutto "sbiadito" principalmente per l'età degli interpreti.. 51 anni della Colman .. non sono riuscito a vederla mammina dei due fanciulli...e per le sequenze da fotoromanzo da sala di attesa... che dire 30 minuti e... fuori a respirare .. e guardare la luna che si rifletteva su un mare luccicante.. dopo trenta giorni di vacanza mi ero concesso una serata ultimo spettacolo di un cinema in località di villeggiatura.. non pensiamoci più....
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sabato 30 agosto 2025
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finale
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Non mi sembra che il finale sia diverso da quello del film originale
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cardclau
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mercoledì 27 agosto 2025
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poverta'' assoluta
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Sforzandosi non poco, potrebbe essere considerato lo svolgimento del tema: il papà (Benedict Cumberbatch), architetto che per un grave incidente di percorso perde il lavoro, si rassegna a fare il mammo; mentre la mamma (Olivia Colman), inizialmente una cuoca modesta riesce ad essere a capo di un impero culinario, a fare il padre, a tenere saldo il timone finanziario della famiglia, ad avere quel successo che sta tanto a cuore agli americani e che, raggiunto un livello mitologico, viene considerato alla portata di chiunque si dia da fare. Non tenendo conto che la stragrande quantità della ricchezza individuale è quella ereditata, non quella procurata dai talenti e dal duro lavoro.
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Sforzandosi non poco, potrebbe essere considerato lo svolgimento del tema: il papà (Benedict Cumberbatch), architetto che per un grave incidente di percorso perde il lavoro, si rassegna a fare il mammo; mentre la mamma (Olivia Colman), inizialmente una cuoca modesta riesce ad essere a capo di un impero culinario, a fare il padre, a tenere saldo il timone finanziario della famiglia, ad avere quel successo che sta tanto a cuore agli americani e che, raggiunto un livello mitologico, viene considerato alla portata di chiunque si dia da fare. Non tenendo conto che la stragrande quantità della ricchezza individuale è quella ereditata, non quella procurata dai talenti e dal duro lavoro. Da questa situazione si originerebbero gli attriti nella coppia. Nel viene fuori un film umiliante, pieno di volgarità, di luoghi comuni, incapace di far fare la minima risata, nell’opulenza senza pensiero di minoranze, che risulta offensivo per tutti coloro, e sono tanti, che la mattina si rimboccano le maniche per un piatto di lenticchie. La grande attrice Olivia Colman dalle stelle cade nella polvere, e impegna le sue grandi qualità in un film privo anche di un briciolo di umanità. Tutti gli altri attori, a cominciare dal belloccio Cumberbatch, non sono altro che degli spaventapasseri, al servizio di Jay Roach. Forse si salva PC Williams (costumi) che fa indossare alla Colman una serie di vestiti molto belli, che testimoniano, almeno in questo ambito, la creatività dell’essere umano. Di questa cosa non si può assolutamente dire di Warren Adler (soggetto e sceneggiatura) che dimostra una mancanza di idee e una povertà culturale, che mi ha fatto venire a mente Christy Hall in Una notte a New York. Invece di risultare dei geniali interpreti della realtà, sembrano accontentarsi di un ruolo subalterno, in ossequio a quello che il potere vuole dare in pasto al pubblico.
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[+] innocuo per un sistema al declino
(di antonio bianchi)
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[+] un film falso
(di emanuelas)
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