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                Ogni film della Pixar costituisce una gioia per gli occhi e l’ultimo, Elio, non fa eccezione. Lui orfano dei genitori, allevato da una zia che lavora in una base militare, pare l’extraterrestre della canzone di Finardi; non canta implorando di essere portato via ma fa di peggio, inviando segnali agli alieni. Che per una strana coincidenza, lo ascoltano pure e lo prelevano credendolo il leader della Terra. Ovviamente il nostro protagonista, cui ci risulta facile empatizzare, non farà altro che avvalorare la loro tesi, finendo addirittura in una complicata azione diplomatica col classico cattivone di turno Lord Grigon, di cui diventerà amico del figlio alieno baccellone. Entrambi non ascoltati dai relativi parenti, Elio e Grigol finiranno in una girandola di situazioni tra il divertente e il paradossale senza dimenticare il messaggio di fondo: non siamo soli al mondo.Tralasciando un doppiaggio italiano non sempre all’altezza, Elio è un film che parla prima di tutto al cuore che al cervello, colorato ma non superficiale, intelligente nel suo protagonista frizzante e ingenuo, e astuto con il buonismo disney di fondo, boccata d’aria fresca a una casa di produzione che ha saputo e saprà dire tanto in futuro. 
             
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