Vermiglio |
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Un film di Maura Delpero.
Con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- Italia, Francia, Belgio 2024.
- Lucky Red
uscita giovedì 19 settembre 2024.
MYMONETRO
Vermiglio ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il racconto di una famiglia patriarcale
di Giovanni MorandiFeedback: |
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sabato 12 ottobre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vermiglio-2924 Maura Delpero.
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“Questo film è nato da un sogno”, dice Maura Delpero di fronte alla platea della Sala Grande dopo aver ricevuto il Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel sogno le era apparso il padre, morto poco tempo prima: aveva sei anni, ed era a Vermiglio, il paese natio del Trentino che da il titolo al film. Un sogno, realizzato, è anche questo premio perché, come sottolinea la regista, Vermiglio è un film che sembra "aver bisogno" di molti aiuti e di molte persone per poter essere quello che è, per non rinunciare a nessuno degli ingredienti che ne costituiscono l’essenza profonda.
Il tempo, il silenzio, la montagna, la neve, i bambini, gli animali. Una storia delicata e commovente, di per sé, semplice ed aun tempo complessa, come tante, ma realistica e "ben raccontata"; il riconoscimento a Venezia mi pare più che meritato.
Siamo alla fine della seconda guerra mondiale, anche se la piccola comunità montana di Vermiglio vive in un tempo non precisamente identificabile, immobile nei gesti che si ripetono uguali da chissà quanto, nei riti e nelle feste, nei volti che si riconoscono, nel dialetto che unisce. Un "tempo sospeso", al punto che i soldati disertori, almeno inizialmente, non è chiaro da quale guerra siano fuggiti. Vermiglio però è soprattutto la storia una famiglia. Un padre, il maestro del paese, una madre, i figli e le figlie, grandi e piccoli. Una famiglia numerosa e silenziosa, a cui ci avviciniamo a poco a poco nel corso del film, arrivando a distinguere nitidamente i tratti e caratteri peculiari di ciascuno dei suoi membri. Questo suo mondo lo ha ricostruito, lo ha in certa misura inventato attraverso riprese di due tipi: campi lunghi e poi dettagli di gesti come mungere, versare il latte nelle tazze, consumare in silenzio la colazione intorno a un grande tavolo, camminare nella neve per entrare nella scuola. La luce è fredda, i suoni sono i sussurri, il pianto di un neonato, lo scoppiettare della legna sul fuoco.L’autorità paterna non può essere messa in discussione, e i destini dei figli e della famiglia sono completamente nelle sue mani. È il padre a decidere che solo una delle figlie potrà continuare gli studi, è lui a punire il figlio Dino negandogli il diploma. Un padre severo, che rimprovera i figli, ma che sa anche essere un maestro appassionato e un po’ idealista, che fa ascoltare Vivaldi ai suoi alunni, in una scena, che mi ha molto colpito, in cui la macchina da presa, come trasportata dalla musica, attenua la distanza per mostrarci da vicino i volti dei bambini.
Vermiglio è un film su un mondo e su un tempo "patriarcale", (tratta, ma in maniera completamente diversa, lo stesso tema "patriarcale" di un altro film-C'e' Ancora Domani della Cortellesi- in cui l’autorità paterna appunto disponeva delle vite di tutti).
È soprattutto una storia di relazioni, in cui il punto di vista, come dimostra la posizione ricorrente della macchina da presa, ha l’altezza dello sguardo di un bambino (ottima scelta adatta al ricordo dell'infanzia della regista).
Vermiglio è un film "al femminile", sulla maternità, e sulla crescita, ma è soprattutto un film corale.
Per quanto riguarda gli attori, Tommaso Ragno, nei panni del padre, imprime un tono grave e austero al suo personaggio, e lo seguono, ciascuna a suo modo, le attrici (da Orietta Notari a Carlotta Gamba, da Roberta Rovelli a Sara Serraiocco) precisamente sintonizzate con il tono del film e degli altri interpreti occasionali. Martina Scrinzi (Lucia), e tutti gli altri non professionisti contribuiscono in maniera determinante alla riuscita di questa pellicola.
C'è anche un giusto equilibrio tra ciò che viene detto e ciò che viene mostrato, tra la precisione di ogni dettaglio e la capacità degli attori, fa sì che il rischio del quadro descrittivo, stilisticamente "troppo perfetto", venga allontanato.
Nel mondo di Vermiglio i fatti accadono, il dolore, la morte, le "falsità" si insinuano e spezzano gli equilibri nella vita della famiglia.
Un figlio muore, e ne nascono altri due, la guerra finisce, arriva l’estate, i due innamorati si sposano, l’anno scolastico giunge al termine, e un viaggio in Sicilia rivela la tragedia in cui Lucia si trova suo malgrado catapultata. Eppure tutto scorre semplicemente, proprio come nella vita reale di tutti noi, in una sorta di sospensione. Vermiglio, infatti è il racconto potente della vita che scorre ineluttabile, a volte dolorosa, altre in maniera più lieta, e in fondo è proprio in questo che la Delpero è riuscita, con tenacia, a dare corpo a un sogno che poteva essere raccontato soltanto così.
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