rosmersholm
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lunedì 21 ottobre 2024
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icaro
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Arrivato all'epilogo della vita, Coppola indossa le ali, di cera e piume e tenta il suuo ultimo volo. Forse imperfetto, utopico e velleitario. Ma è la bellezza del gesto, del volo, quello che conta. Noi bipedi accidiosi, col piombo nell'anima, restiamo a guardare l'audacia dell'uomo...
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mont_blanc
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domenica 20 ottobre 2024
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decadenza kolossal-e e rinnovamento
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Film più che discreto. Diverse volte la recitazione è teatrale, e non cinematografica. Esaltando in particolare Adam Driver, il protagonista, il cui fascino magnetico già da solo regge metà del film.
Insiemista. All'interno del film si muovono molteplici volontà, ciascuna con i suoi fini. Un vivace caos di destini che si intrecciano più volte. Dove condurranno tutti questi rivoli? Allontanandosi un po', si potrebbe riuscire ad osservare in profondità l'intero quadro, il quale manifesta il suo apice e significato alla fine del film. Sono fondamenta della struttura che regge la grande gemma.
La mano del regista nel corso del film ci orienta e ci illumina con massime didascaliche, ma sono frammenti di un complesso puzzle più grande da ricostruire.
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Film più che discreto. Diverse volte la recitazione è teatrale, e non cinematografica. Esaltando in particolare Adam Driver, il protagonista, il cui fascino magnetico già da solo regge metà del film.
Insiemista. All'interno del film si muovono molteplici volontà, ciascuna con i suoi fini. Un vivace caos di destini che si intrecciano più volte. Dove condurranno tutti questi rivoli? Allontanandosi un po', si potrebbe riuscire ad osservare in profondità l'intero quadro, il quale manifesta il suo apice e significato alla fine del film. Sono fondamenta della struttura che regge la grande gemma.
La mano del regista nel corso del film ci orienta e ci illumina con massime didascaliche, ma sono frammenti di un complesso puzzle più grande da ricostruire. E se non vi si riesce, tutta l'impalcatura rischia di cadere nel vuoto.
E' realmente un Kolossal? Visivamente si. Hanno fatto qualcosa di grandioso e spesso visionario. La fotografia si è superata, ci restituisce quadri ambrati dal fascino particolare e scenografie talvolta impensabili. Dando luce ad una summa di idee raccolte nell'arco di ben 40 anni. Non basta. Anche sul set, tanto il regista quanto gli attori hanno prodotto nuove idee (che il primo valutava). Anche l'accompagnamento acustico si dimostra senz'altro adeguato a rendere nell'aria lo spirito e gli umori del film.
Ciò che non appaga è il senso del film. E quindi? Che succede? Di suo vediamo uno spaccato del periodo di vita di una serie di personaggi, alcuni piuttosto eccentrici e sfrenati. Sono ricconi, e i soldi e il potere danno alla testa. Con tanto di decisa decadenza woke. Ma il destino è come un'alba che sorge. Non la si può fermare. In questa giostra le singole diramazioni sono ben chiare, non così dove vuole andare a parare il film nella sua totalità. Ma non è che proprio non lo dice, è difficile da afferrare nella sua essenza e quindi collocarlo nella giusta prospettiva con cui si rapporta all'intero segmento futuristico-storico rappresentato. E questo fa tutta la differenza fra il suo apprezzamento e il suo rifiuto per le persone normali, mentre sarà adorato dai teoristi alla ricerca di chissà quale mistico significato che non c'è. La produzione ha seguito un andamento più realistico, grezzo, ma poco dinamico, una pennellata dietro l'altra, un secondo dietro l'altro, come d'altronde sono le azioni umane nella realtà, che non marca come ci si aspetterebbe il momento clou.
Buona la prima? In questo caso, meglio la seconda.
Noto anche una sfumatura; quando si dice il destino nel nome...
La storia ha il suo richiamo storico più importante nel De Catilinae Coniuratione. Dove il ricco patrizio Cicerone vinse le elezioni contro l'agitatore Lucio Sergio Catilina, il cui programma populista intendeva redistribuire le terre ai più poveri e condonare i debiti. Anni dopo conquistò il potere Julio Cesare che mise in pratica il programma di Catilina.
Il protagonista di Megalopolis è Cesar Catilina. Il nome riunisce il vincente e il perdente di quel programma. La sua innamorata è Julia Cicero. Julia e Cesare sono assieme.
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domenica 20 ottobre 2024
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film deludente
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Il film è nevrotico e senza una trama chiara!! Uscita dalla sala ero nervosa per aver perso tempo…
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no_data
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domenica 20 ottobre 2024
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noioso fino alla fine
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Coppola aveva sempre amato Fellini e la sua arte fin da "8 e1/2"; convinto che fosse l'ora di imitare il suo idolo ha provato a ripetere l'impresa. Però gli rimaneva l'idea che un regista possa anche insegnare a vivere e ha inserito una sfilza di frasi celebri, luoghi comuni e insegnamenti che, suggeriti in altro modo, potrebbero anche giungere a bersaglio. Messi in bocca a quei personaggi da operetta del film, lasciano il tempo che trovano. Brutti i personaggi, nessun simpatico forse perchè già visti e rivisti in altri film; da sfondo una Kamala in secondo piano e un Trump alla riscossa che però gli va male perchè il buono alla fine deve vincere sempre.
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Coppola aveva sempre amato Fellini e la sua arte fin da "8 e1/2"; convinto che fosse l'ora di imitare il suo idolo ha provato a ripetere l'impresa. Però gli rimaneva l'idea che un regista possa anche insegnare a vivere e ha inserito una sfilza di frasi celebri, luoghi comuni e insegnamenti che, suggeriti in altro modo, potrebbero anche giungere a bersaglio. Messi in bocca a quei personaggi da operetta del film, lasciano il tempo che trovano. Brutti i personaggi, nessun simpatico forse perchè già visti e rivisti in altri film; da sfondo una Kamala in secondo piano e un Trump alla riscossa che però gli va male perchè il buono alla fine deve vincere sempre. Coppola aveva i mezzi, li ha usati, ma nessuno lo ha guidato sul sentiero dell'arte.
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luca percival
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domenica 20 ottobre 2024
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sic semper tirannis
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Ci vuole coraggio intellettuale (e tanto), per riportare sul pianeta terra uno come Coppola e insieme a lui, il suo talento. A volte la soggettività e l'opinione del pubblico agiscono, altre volte è lo stesso regista ad ingarbugliarsi da solo, cadendo al suolo ad una manciata di respiri dal traguardo finale. Ciò che mi si è presentato di fronte è senza dubbio un film incredibilmente esagerato, onirico, allegorico nell'eccezione più stravagante e autocelebrativa che io ricordi e ridondante nell'espressione del contenuto offerto. "Megalopolis".. Ma il world building è abbozzato in cinquanta comparse alle quali, l'arduo compito di mostrarsi rivoltosi e manifestanti, oltre ogni lecito controllo del grande impero che Coppola cerca assiduamente di rendere.
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Ci vuole coraggio intellettuale (e tanto), per riportare sul pianeta terra uno come Coppola e insieme a lui, il suo talento. A volte la soggettività e l'opinione del pubblico agiscono, altre volte è lo stesso regista ad ingarbugliarsi da solo, cadendo al suolo ad una manciata di respiri dal traguardo finale. Ciò che mi si è presentato di fronte è senza dubbio un film incredibilmente esagerato, onirico, allegorico nell'eccezione più stravagante e autocelebrativa che io ricordi e ridondante nell'espressione del contenuto offerto. "Megalopolis".. Ma il world building è abbozzato in cinquanta comparse alle quali, l'arduo compito di mostrarsi rivoltosi e manifestanti, oltre ogni lecito controllo del grande impero che Coppola cerca assiduamente di rendere. Ma che non è. La costruzione della "New Rome" immaginata da un discreto Adam Driver resta su carta, tra fervide immaginazioni (rese ineccepibilmente dal ragazzotto dietro la cinepresa) e schizzi in grafite che non acquistano mai vita, salvo in un finale amputatissimo nel quale si vede un tapis roulant e tanti saluti. Dov'è la creazione del genio? Dov'è questo magniloquente impero iperbolicamente gonfiato da Coppola per tutto il film? Dialoghi su dialoghi, molti dei quali sconnessi tra loro, tra dietrologie senili e citazionismo banale ("Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni" Si, è stata davvero pronunciata e no, non è un film di Moccia) per concludere con uno scambio di versi latini tra il sindaco Cicerone e la figlia Julia, l'inno alla fumosità più totale. Al netto di svariate scene magistrali e visivamente e a livello di fattura tecnica, le due ore abbondanti scorrono senza mettere le ali al grande progetto che sarebbe potuto essere, se solo fosse stata affidata la sceneggiatura ad un terzo, un esterno alla follia visionaria e totalitaria di Coppola, capace in qualche modo di raffreddarne la ferocia produttiva. Da lodare su tutti Shia LaBeouf per la straordinaria abnegazione e Aubrey Plaza, fatalmente viscida e caricata di una potenza sessuale non indifferente e dentro la quale, agisce a proprio agio. La drammaturgia romana funziona a corrente alterna, tendendo a sbiadire più facilmente di quanto si preoccupi di luccicare e il messaggio che intendeva comunicare fa poca strada, sbagliando il linguaggio scelto per approcciarsi al pubblico. "Megalopolis" è la visione d'oggi di un grande maestro di ieri che, con tutto l'amore del mondo e le più benigne intenzioni, ha tentato di costruire con affanno e voracità, volendo spaziare dalla filosofia all'arte, dalla scienza alla medicina, dal capitalismo alla rovina dei tempi, dimenticandosi colpevolmente di condividere le buone intenzioni. La potenza è nulla senza il controllo, diceva il famoso spot Pirelli. Non sbagliavano.
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alfredo
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domenica 20 ottobre 2024
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tema buono negli anni 80 oggi retrivo e banale
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Purtroppo quando nella mente di persone geniali e non balena l'idea di un futuro alternativo, ma non si ha una idea precisa di questo futuro, ma solo si ha coscienza dell'imperfezione del presente in cui si vive, il rischio spesso è che la sua rappresentazione diviene banale.Questo perchè l'utopia immaginata (Il sindaco conservatore ne parla nel film contro Catilina) è frutto di rappresantizioni anche architettoniche vetuste e mal rappresentate in un film. Un film con il budget che dicono sia stato speso (a questop punto quasi tutto per gli attori) pecca enormente nel rapprentare visivamente il futuro che il Registra aveva in mente (a questo punto che non aveva a mente).
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Purtroppo quando nella mente di persone geniali e non balena l'idea di un futuro alternativo, ma non si ha una idea precisa di questo futuro, ma solo si ha coscienza dell'imperfezione del presente in cui si vive, il rischio spesso è che la sua rappresentazione diviene banale.Questo perchè l'utopia immaginata (Il sindaco conservatore ne parla nel film contro Catilina) è frutto di rappresantizioni anche architettoniche vetuste e mal rappresentate in un film. Un film con il budget che dicono sia stato speso (a questop punto quasi tutto per gli attori) pecca enormente nel rapprentare visivamente il futuro che il Registra aveva in mente (a questo punto che non aveva a mente).
Per quanto attiene gli aspetti che legano in parallelo la storia dell'impero Romano e quello Americano mi sembrano pretestuosi e a volte ridicoli. Affrontare il tema delle strutture del sistema capitalistico con le sue derive, pescando anche nelle paure dittatoriali del passato recente, risulta anche esso oggi un tema retrivo e rappresentato anche se con metafore e frasi dotte banale.
Bisognerebbe almeno vietare il film ai minori di 18 anni in modo che gli adulti presenti in sala con sofferenza e in silenzio arrivino alla fine del film senza essere disturbati dai tanti ragazzini in sala che ad istinto rifiutano un film del genere.
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max
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domenica 20 ottobre 2024
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inquietante
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Non è un film da campione come Coppola che poteva alla sua età fare un film che personalmente non vedevi l'ora che finisse
Ho messo mediocre ma se potevi avrei messo pessimo.
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domenica 20 ottobre 2024
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patientia nostra
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Patientia nostra, non Patientiam nostram.
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toninob
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domenica 20 ottobre 2024
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… siamo alle solite: un film 🎥 si deve vedere …
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… perchè è composto di immagini e non di parole … film coraggioso, iperbolico, immagini, immagini, immagini, immagini una più sconvolgente (in senso buono) dell'altra … trama (se volete, banale) che serve solo, come, d'altronde, in APOCALYPSE NOW, a "tenere insieme" un magnifico ed esorbitante "montaggio delle attrazioni": cosa chiedere di più ad un (MAGNIFICO) film ?
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fulvio wetzl
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venerdì 18 ottobre 2024
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da distopia ad utopia, un sogno lungo una vita
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L'ho visto ieri sera, e condivido la tua analisi, anche sul fatto che nella seconda parte i nodi si dipanano, e tutto scorre meglio verso la "trasformazione da distopia in utopia". E' il film agognato da una vita che poi si carica nella mente dell'autore di troppe aspettative, stratificazioni, risultando come un club-sandwich con troppi ingredienti, ma nell'analizzarlo non si può prescindere dalla vicenda umana di Coppola, la sua travagliata storia di produttore oltre che di autore.
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L'ho visto ieri sera, e condivido la tua analisi, anche sul fatto che nella seconda parte i nodi si dipanano, e tutto scorre meglio verso la "trasformazione da distopia in utopia". E' il film agognato da una vita che poi si carica nella mente dell'autore di troppe aspettative, stratificazioni, risultando come un club-sandwich con troppi ingredienti, ma nell'analizzarlo non si può prescindere dalla vicenda umana di Coppola, la sua travagliata storia di produttore oltre che di autore. Risalire quindi a "One's from Heart" "Un sogno lungo un giorno", le Affinità elettive, ambientate in una Las Vegas ricostruita interamente nel deserto del Nevada, avvalendosi di tecniche di ripresa per l'epoca rivoluzionarie, che condusse Coppola e la sua Zoetrope al fallimento. Fallimento da cui si salvò, concordando con le banche creditrici una serie di film su commissione (tra gli altri Cotton Club, Tucker, e anche il Padrino parte terza) che ripianarono in quasi trent'anni la sua situazione debitoria. Negli ultimi anni da uomo libero, e con i soldi guadagnati dalla sua produzione di Chianti californiano a Napa Valley, si è concesso auto-producendosi, di mettere in cantiere i suoi sogni, in una parola i suoi film più personali: Un'altra Giovinezza, Tetro-Segreti di famiglia, e appunto Megalopolis, noncurante dei risultati al botteghino. E' chiara in quest'ultimo la derivazione del film da Metropolis (né più né meno che Poor Things, Povere Creature! di Yorgos Lanthimos film con cui divide la visionarietà eccentrica, da Coppola portata all'ennesima potenza, e la precarietà e le derive della narrazione, e non capisco sinceramente perché a quel film ha arriso il successo, mentre questo sta subendo un tracollo epocale come il "Sogno lungo un giorno"), ibridato con il Caligola di Brass Guccione ecc. ecc., con i peplum sia originali Cleopatra, Ben Hur, che nostrani, con Il Grande Dittatore. Ma nonostante tutto è un film memorabile, che stanotte ha invaso il mio inconscio, mischiandosi alle mie sinapsi, e rivelandosi come uno specchio deformato ma non deformante, della distopia che gli Stati Uniti stanno attraversando, tra Trump, Capitol Hill, e il mondo intero pure, con i conflitti non più sanabili, il tracollo del vecchio capitalismo, con l'impossibilità di "fermare il tempo" lasciando da solo, unico a muoversi, un bimbo ignudo, novello Cristo nella mangiatoia, che senza guida dovrebbe rilanciare il mondo verso l'utopia, probabilmente irrealizzabile. "Da vedere anche se discutibile" come si leggeva nelle Minicritiche di Paese Sera <3
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