tozkino
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martedì 29 ottobre 2024
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geniale ma follemente arido
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Da alcuni mesi non si parlava d’altro, nel mondo del cinema e dei media, che del film di Francis Fred Coppola dall’altisonante titolo Megalopolis. Come succede spesso, già dal titolo, si possono intuire molti elementi sia sul contenuto che sulle aspettative del regista. In diverse interviste il famosissimo e geniale regista italo-americano ha spiegato le ragioni di questo ambizioso e faraonico progetto: la sua è una virulenta e spettacolare critica agli Stati Uniti, al modus operandi americano, Coppola ha voluto fare un profondo discorso imperniato su tutte le sue paure per il futuro dell’umanità e del cinema, per questi motivi ha inteso confezionare un film, guidato dalla sua imperitura ambizione.
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Da alcuni mesi non si parlava d’altro, nel mondo del cinema e dei media, che del film di Francis Fred Coppola dall’altisonante titolo Megalopolis. Come succede spesso, già dal titolo, si possono intuire molti elementi sia sul contenuto che sulle aspettative del regista. In diverse interviste il famosissimo e geniale regista italo-americano ha spiegato le ragioni di questo ambizioso e faraonico progetto: la sua è una virulenta e spettacolare critica agli Stati Uniti, al modus operandi americano, Coppola ha voluto fare un profondo discorso imperniato su tutte le sue paure per il futuro dell’umanità e del cinema, per questi motivi ha inteso confezionare un film, guidato dalla sua imperitura ambizione. Al termine di due ore e mezza di fantasmagorico racconto però, la mia sensazione è quella di un progetto rimasto sulla testa del regista, o meglio, di una storia che non dice ciò che voleva dire, e afferma ciò che invece (magari) non voleva fosse detto. Insomma tutto sommato ho visto un film prolisso, inconcludente e perciò deludente: almeno questa è la mia parzialissima sensazione ai titoli di coda. Ho anche avuto la tentazione di uscire dal cinema… tentazione che ho vinto: potrò almeno dire le mie sensazioni e riflessioni basandomi non sul racconto dei critici ma sulla mia personale esperienza. Il film era stato presentato alla 77esima edizione del Festival di Cannes, come un evento di particolare importanza sia nella produzione di Coppola sia per lo scenario cinematografico internazionale: i ben informati dicono che le prime bozze di Megalopolis furono pensate subito dopo Apocalypse Now, ma gli Studios di Hollywood non hanno sostenuto il progetto per il quale il ricchissimo regista avrebbe sborsato di tasca sua ben 100 milioni di euro per realizzare un filmone di quelli che oggi non se ne vedono più. Secondo me la riflessione del regista su temi forti come potere, creazione, violenza, fede, famiglia e amore condotta da film, purtroppo, risulta un miscuglio di discorsi poco chiari e inefficaci. Eppure il film non riesce a portare a compimento nessuno dei numerosi discorsi che accenna, rimanendo sempre incagliato nella sua superficie patinata e brillante. Un racconto costruito per creare illusioni: come quando, da bambini, ci regalavano un braccialetto o un anello che sembrava d’oro… ma che, alle prime gocce d’acqua, si scuriva diventando nero: è oro di bologna, si fa nero dalla vergogna... cantavamo sbeffeggiando i nostri amici che mostravano i falsi gioielli. Ho avuto la stessa sensazione nel guardare il lavoro di Coppola: sono davvero deluso e stupefatto per questo film superficiale e insulso che, mi permetto, di sconsigliare.
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francesca romana cerri
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domenica 27 ottobre 2024
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megalopolis ovvero la megalomania degli americani
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Megalopolis: Un film Megalomane!
Scenari stupendi, regia appariscente, effetti speciali, filosofia profusa in quantità, citazioni di Shakespeare ma nel film manca una linea di azione chiara, una controazione chiare un obiettivo chiaro . Il film tende ad essere una insalata quando invece una buona sceneggiatura dovrebbe somigliare ad un treno, ogni scena deve servire all' obiettivo generale. Dunque la sceneggiatura fa acqua, Politicamente questa utopia da realizzare viene attribuita all' opera di ingegno di un Individuo ricco, colto, privilegiato. Forse le utopie nella storia si sono realizzate per insurrezione armata del popolo affamato più che per la fantasis,
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irretendo
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domenica 27 ottobre 2024
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antica roma? vogliamo scherzare?...
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Polpettone del tutto indigesto ed intriso di pretestuose citazioni classiche e shakespeariane ridotte a mera banalità, tanto da farne il triste testamento di un immenso regista cui la senilità e la troppa cannabis hanno evidentemente giocato brutti scherzi. Semplicemente inguardabile.
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paul hackett
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sabato 26 ottobre 2024
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francis ford coppola a 85 anni osa e già solo per questo merita il prezzo del biglietto
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Quando l'ultimo lavoro di Francis Ford Coppola fu presentato in primavera a Cannes ero rimasto colpito, dispiaciuto quasi choccato delle critiche molto talvolta molto severe e dalle voci di flop, della difficoltà nel trovare distributori negli Stati Uniti ma anche in Europa fino in Italia. Ho atteso pazientemente l'arrivo nelle sale italiane e il trailer in fondo confortava sull'esito dell'opera. L'autoproduzione del film da 120 milioni di dollari da parte di un anziano signore di 85 anni, per quanto multimilionario, meritava a prescindere il mio obolo per contribuire al recupero della spesa colossale. Confesso di essere rimasto perplesso già durante la visione del film, forse a posteriori appena uscito dalla sala ho riflettuto che potrebbe essere un film che col tempo guadagni qualche punto in più, non so non ne sono così convinto.
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Quando l'ultimo lavoro di Francis Ford Coppola fu presentato in primavera a Cannes ero rimasto colpito, dispiaciuto quasi choccato delle critiche molto talvolta molto severe e dalle voci di flop, della difficoltà nel trovare distributori negli Stati Uniti ma anche in Europa fino in Italia. Ho atteso pazientemente l'arrivo nelle sale italiane e il trailer in fondo confortava sull'esito dell'opera. L'autoproduzione del film da 120 milioni di dollari da parte di un anziano signore di 85 anni, per quanto multimilionario, meritava a prescindere il mio obolo per contribuire al recupero della spesa colossale. Confesso di essere rimasto perplesso già durante la visione del film, forse a posteriori appena uscito dalla sala ho riflettuto che potrebbe essere un film che col tempo guadagni qualche punto in più, non so non ne sono così convinto. Il tema dell'architettura come luogo di armonia per l'umanità e di come necessiti un compromesso tra interessi privati e di pochi e la dignità per tutti, in particolare a favore del popolo, non è eccessivamente complesso ma certamente Coppola ha faticato a trattenerlo in 2h15 e questo il film ne ha risentito. A mio parere il film meritava una durata maggiore, almeno 3 ore, al netto della scarsa scorrevolezza e di una certa pesantezza non concettuale ma proprio nella sceneggiatura. Forse più lungo sarebbe stato paradossalmente più sciolto. Apprezzo che Coppola al sua non più giovane età si sia confrontato con le tecnologia più avanzate, realizzando un lavoro che a me appare nella confezione un po' Sci-fi, un po' Peplum, un po' Avatar. Questo digital-barocco porta e porterà un po' più di pubblico nelle sale, però ho avuto modo di constatare a fine proiezioni del malumore maturato a mio parere da l'equivoco di trovarsi di fronte a blockbuster che non è. Coppola è un regista autoriale seppur di grande successo commerciale. Alcuni momenti di Megalopolis si sviliscono un po' con sketch più che leggeri direi banali, da cinema commerciale, penso che un regista che ha scritto le pagine più alte della New Hollywood debba tenere la barra dritta e non me le aspetto queste piccole cadute, anche se si tratta di peccati veniali ma non sono da Coppola queste ruffianerie. Citazioni volute o casuali ce ne sono, per me "Metropolis" e non solo nel titolo ma anche nella rapporto potenti/masse per la fruizione della città in maniera "umana" con un potente (Cesare Catilina) a fare da portavoce del popolo o dell'umanità, o anche la stretta di mano finale. Dico anche "Brazil" di Terry Gilliam, ho trovato un'estetica molto anni '80 nel film. Non ho apprezzato granché il doppiaggio e mi è piaciuto Shia LaBeouf. La scenografia costruita in computer grafica mi ricorda alcune opere del grande Ciurlionis ma dubito fortemente che fosse voluto. Il punto alla fine è molto semplice, Coppola è la storia del Cinema moderno, un autore che ha ne costruito pagine indimenticabili con autentici capolavori come Il Padrino I e II o Apocalypse Now, ed è con queste opere che è costretto e condannato a fare i conti, non penso proprio che con Megalopolis si possa parlare di capolavoro come mi è anche capitato di leggere da qualche zelante appassionato, non lo è anche per rispetto a quanto ha fatto Coppola nella sua carriera. Non ci troviamo di fronte a I cancelli del cielo di Cimino per intenderci. Tutta la mia stima per un uomo che a 85 anni non rinuncia ma osa, già solo per questo Megalopolis merita di essere visto.
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giovanni stengel
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sabato 26 ottobre 2024
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quousque tandem abutere, hollywood, […]?!
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Una via di mezzo fra uno spot per profumi lungo due ore, una fusione Metropolis e Robin Hood di Mel Brooks.
Uno sfizio posticcio di un confuso Francis Ford Coppola forse in gran parte circuito da una folta marmaglia di autoproclamatisi artisti ognuno cercando di infondere in modo quasi violento e contraddittorio la propria firma senza cercare di unificare gli sforzi verso un risultato artistico coerente.
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Una via di mezzo fra uno spot per profumi lungo due ore, una fusione Metropolis e Robin Hood di Mel Brooks.
Uno sfizio posticcio di un confuso Francis Ford Coppola forse in gran parte circuito da una folta marmaglia di autoproclamatisi artisti ognuno cercando di infondere in modo quasi violento e contraddittorio la propria firma senza cercare di unificare gli sforzi verso un risultato artistico coerente.
Un grottesco non abbastanza curato da essere affascinante come invece potrebbe essere Batman & Robin del 1997.
Si percepisce come la lettura di Marco Aurelio e di altri pensatori della storia abbia colpito il regista profondamente e come quest'ultimo si sia affidato forse in buona fede, data la sua età avanzata, ad una comitiva di suddetti professionisti con risultati catastrofici.
Una scena sola ad esempio: quella in cui vi sono delle longarine sospese (in realtà si vede bene che sono fatte di legno smaltato di bianco ma non si capisce se volutamente o meno) e ci si chiede il perché di una tale irrealistica scenografia tipica del cabaret. Se si vuole spingere in quella direzione va benissimo, è perfettamente lecito, ma si dovrebbe farlo in modo deciso e convincente, mantenendo comunque una coerenza.
È possibile anche cambiare stile scenografico e fotografico durante lo stesso film, seppur richieda grandissima abilità, ma una così ardita scelta dovrebbe corrispondere a qualcosa nei contenuti e non essere una sorta di estrazione randomica, in cui ogni scena vive quasi isolata dalle altre sia nella scrittura ma soprattutto nella regia e nella scenografia. Sembra proprio un esercizio di cinema realizzato da una classe universitaria della Columbia university in cui magari 30 gruppi diversi abbiano realizzato dei singoli pezzi e poi li abbiano uniti a formare un'unica pellicola. Un altro esempio è quella carrellata di schizzi utopici-architettonici in animazione, realizzati con una discutibile tecnica grafica, e forse sfruttando anche l'intelligenza artificiale che quasi per giustificarsi usa anche la divisione dello schermo in tre strisce tipo Marvel.
Via via che il film precede verso la fine assomiglia sempre di più ad una serie di spot pubblicitari super-grotteschi.
Gli attori in molti casi recitano in modo molto buono se non ottimo, come nel caso di Adam driver, il protagonista, ma sembra che il casting sia stato fatto per una mera scelta commerciale; si pensi alla presenza misteriosa di Dustin Hoffman oppure all'intreccio dei personaggi che si perde nella confusione della sceneggiatura e che sembra esistere solo per inserire appunto degli attori famosi nella trama, se di trama si può parlare. Non è una storia, sono dei concetti poco sviluppati e superficiali, sbraciolati per due ore in forma cinematografica. Vorrebbe essere un sogno mescolato a realtà e letteratura? Una tale ambizione può trovare successo solo se supportata da una fortissima regia di carattere risoluto e personale come per esempio potrebbe essere quella di David Lynch.
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dante
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venerdì 25 ottobre 2024
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disarmante
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Una grande delusione!! peccato!
Un mito che ha steccato in modo brutale il suo (penso) ultimo film.
Assolutamente niente di nuovo non lascia alcun segno . Addirittura direi uno dei peggiori film mai visti.
Avrei preferito rimanere con l'idea di Coppola come gran maestro del cinema .
Un atmosfera surreale maldestra dai colori che stancano anche il più accanito fans.
Un brutto addio.
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venerdì 25 ottobre 2024
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fallimentare
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un film orribile, da non vedere
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telor
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venerdì 25 ottobre 2024
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insegnamento tratto dalla storia del passato.
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“Favola” dice il regista, ma forse é più corretto definirla “parabola” per il significato educativo che ha la parola. Ford Coppola evidenzia un insegnamento tratto dalla storia del passato, per prevenire disastri futuri.
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“Favola” dice il regista, ma forse é più corretto definirla “parabola” per il significato educativo che ha la parola. Ford Coppola evidenzia un insegnamento tratto dalla storia del passato, per prevenire disastri futuri.
I personaggi evocano quelli del cruciale passaggio dalla Roma repubblicana a quella imperiale. Passaggio che portò al declino e al medioevo in tutta Europa. Le tante citazioni storiche sono in realtà il suo monito, individuato nel passato e valevole per il nostro futuro.
Ai tanti generali di legioni romane, divenuti imperatori per acclamazione, abbiamo ora i non pochi Clodio, spregiudicati imprenditori rampanti (vedi Trump e Musk?) che riducono e banalizzano il governo di una Comunità riducendolo al livello di come conducono le proprie aziende.
E il Megalon cos’è? Forse simboleggia una nuova tecnologia che ferma il corso della storia umana di autodistruzione (sequenza iniziale del suicidio) e crea città a forma di foglie. La nuova tecnologia (la “fusione nucleare”?) è la novità discriminante che mette d’accordo i futuristici Cicerone, Catilina e Crasso contro Clodio.
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trinkone
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mercoledì 23 ottobre 2024
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imbarazzante. non usate il nome improprio di roma
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film inutile di una bruttezza unica, mettere insieme visioni suoni sogni, e fare una grn mapazzone, non fa di un b.movies anni 70 un capolavoro. Guardando quasi 3 ore di niente si resta a bocca aperta, solo per lo stupore di come si possa fare e pagare un film che rovina la carriera di un regista, che tolto qualche flm sulla mafia poco altro ha fatto. la verità e, che non ci sono più sceneggiature interesanti, i vari netflix e company, hanno portato a storie fatte di niente, dove la cosa più bella sono itrailers, i film sono dei polpettoni che qualche pseudo critico, vede come capolavoro, forse non ha mai visto veri capolavori, che negli ultimi 10 anni non sono stati prodotti, ma d'altronde tutti questi imbonitori che danno voti tipo 4 5 stelle, sicuramente fanno parte di quelle persone messe a libro paga, per convincere persone che ancora credono a questi finti critici.
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film inutile di una bruttezza unica, mettere insieme visioni suoni sogni, e fare una grn mapazzone, non fa di un b.movies anni 70 un capolavoro. Guardando quasi 3 ore di niente si resta a bocca aperta, solo per lo stupore di come si possa fare e pagare un film che rovina la carriera di un regista, che tolto qualche flm sulla mafia poco altro ha fatto. la verità e, che non ci sono più sceneggiature interesanti, i vari netflix e company, hanno portato a storie fatte di niente, dove la cosa più bella sono itrailers, i film sono dei polpettoni che qualche pseudo critico, vede come capolavoro, forse non ha mai visto veri capolavori, che negli ultimi 10 anni non sono stati prodotti, ma d'altronde tutti questi imbonitori che danno voti tipo 4 5 stelle, sicuramente fanno parte di quelle persone messe a libro paga, per convincere persone che ancora credono a questi finti critici. la recitazione è a dir poco vergognosa, attori palesemente fuori luogo, non risalta nessuno i nessun ruolo. ultima cosa, non parlate di roma rivive, che questo film, ingannevole, usa la grandeza dell'impero romano, per attirare ignari pagatori, per vedere una melassa, che se valesse la regola soddisfatti o rimborsati, i rimborsati sarebbero molti di piu.quando mettete giudizi da 5 stelle andate a vedere film vche veramente sono da 5 stelle poi fate un minuto di vergogna.
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imperior max
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lunedì 21 ottobre 2024
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non lasciate che l'oggi distrugga il per sempre
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(Il voto sarebbe di 4,5 stelle su 5...)
MEGALOPOLIS
Quando postai due anni fa che Francis Ford Coppola aveva più palle di tutta Hollywood pagandosi di tasca propria la produzione del film, dopo la visione di Megalopolis direi proprio che non si è proprio sminuito.
In una New York distopica ambientata nel futuro, con usi e costumi dell’antica Roma che la ribattezzano come New Rome, ma divisa tra Patrizi sfarzosi, spendaccioni e mondani e i Plebei poveri, repressi e manipolati; si vedono schierate due fazioni principali. Una è di Caesar Catilina, brillante e visionario architetto premio Nobel, che intende restaurare la città con il suo prodigioso Megalon per creare Megalopolis come nuova città del futuro con beni e servizi per tutti.
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(Il voto sarebbe di 4,5 stelle su 5...)
MEGALOPOLIS
Quando postai due anni fa che Francis Ford Coppola aveva più palle di tutta Hollywood pagandosi di tasca propria la produzione del film, dopo la visione di Megalopolis direi proprio che non si è proprio sminuito.
In una New York distopica ambientata nel futuro, con usi e costumi dell’antica Roma che la ribattezzano come New Rome, ma divisa tra Patrizi sfarzosi, spendaccioni e mondani e i Plebei poveri, repressi e manipolati; si vedono schierate due fazioni principali. Una è di Caesar Catilina, brillante e visionario architetto premio Nobel, che intende restaurare la città con il suo prodigioso Megalon per creare Megalopolis come nuova città del futuro con beni e servizi per tutti. L’altra è dell’attuale sindaco e procuratore distrettuale Franklin Cicero, più conservatore e dubbioso sull’operato di Caesar, che intende mantenere lo status quo di New Rome e di costruire un grande casinò per aumentare le entrate della città. Privatamente sono legati al controverso suicidio della moglie di Caesar dove quest’ultimo ne prova sensi di colpa che lo ancorano al passato mentre Cicero lo usa per tenerlo in scacco davanti all’opinione pubblica. Tra i due entrerà in scena Julia Cicero che diventerà l’ago della bilancia di tutta la storia.
Cosa mi ha insegnato questa favola? Che un mondo unito, in pace, felice e bello rimarrà sempre un’utopia se continueremo ad accettare, o peggio dimenticare, di vivere sempre nella distopia divisa, in discordia, infelice e brutta. E questo Francis Ford Coppola lo mette in scena usando tantissime immagini, parole e didascalie, ma mai buttate a caso. Magari con tante citazioni a Shakespeare e Marco Aurelio, ma arrivano dritte al punto e dirette. Senza contare una grande regia, quadrata, ispirata molto a Kubrick, Lang, Hitchcock e persino Bunuel, visivamente una splendida figata nelle scenografie e nella cgi, una fotografia che cambia dall’acceso dorato al cupo desaturato e blu intenso fino al caldo rincuorante. Un montaggio con le classiche dissolvenze incrociate alla Coppola, diversi passaggi all’onirico e al surreale che non tradiscono la prosa favolista. Musiche avvolgenti e opulenti. Scene allegoriche, oniriche e surreali veramente ben fatte. Attori tutti ben azzeccati: Da Adam Driver a Giancarlo Esposito come perfetti rivali contrastanti, da Shia LaBeouf e John Voight in contesti sopra le righe, ma coerenti, da Nathalie Emmanuel a Aubrey Plaza come esempi di donne modello positive e negative, poi Talia Shire, Dustin Hoffman e Laurence Fishburne in piccoli, ma importanti ruoli. Non mancherà il barocchismo, il cattivo giusto e persino del trash, ma tutti posizionati dove devono stare, come ad esempio nel Colosseo pieno di ballerine disinibite, nelle corse coi cavalli, nei gladiatori wrestler e nelle satire socio-politiche. Per gli amanti della violenza sanguinolenta e del sesso succinto, ma elegante, di sequenze ce ne sono…
La storia è semplicemente una favola, una favola di amori e tempi perduti e ritrovati che andranno ad intrecciarsi. Di una costruzione concreta per la speranza di un futuro migliore, ma schiacciata dal decadimento di un presente illuso, cazzaro, menefreghista e consumista che ha paura del cambiamento. E sinceramente questo cambiamento lo preferisco. Vi ho già detto quant’è figo il Megalon? Luccicante, attraente, terapeutico e molto avanguardistico?! Certo, è fantascienza, ma scommetto che i tanti modelli di palazzi, nastri trasportatori dorati kilometrici e strutture urbane verranno magari rubacchiati da un Elon Musk qualsiasi (dopo averlo fatto con Io Robot, guarda caso).
Per quanto riguarda la critica e gli incassi, dove era ovvia la mancata e giusta ricezione, ricordo solo questo: Apocalypse Now non ha avuto un trattamento del tutto roseo, poi dopo è stato riconosciuto come il miglior film di guerra della storia del cinema. Perciò per Megalopolis è solo una partita persa, ma a campionato non ancora finito…
Volete dei difetti?! Eccoli: ogni tanto può capitare di non arrivare a capire alcuni concetti, specie se non si rimane aggrappati alle spiegazioni lì lì pronte dopo una scena, talvolta il ritmo cala nella parte centrale e alcune situazioni sembrerebbero non tornare. Ma sono sicuro che dopo uno o due rewatch, tali difetti non conteranno una fava secca.
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(di dante)
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