massimiliano
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lunedì 30 dicembre 2024
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film delicato ma crudo
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Una donna cerca di rivivere vecchi sentimenti di una storia che non ha mai chiuso, con l'uomo che l'aveva lasciata per una vita di notorietà. Probabilmente perché non mai ha accettato il rifiuto a causa di una bassa autostima. Entrambi insoddisfatti della loro vita (piangono) e vivono nascondendo le loro insoddisfazioni. Le frasi sul cosa mostriamo agli altri dette all'inizio sulla spiaggia dal coach lo fanno capire. La musica che accompagna tutto il film che ha una bella fotografia e parti senza dialoghi contribuisce molto alla delicatezza del linguaggio di tutto il film. Nella prima metà del film ciò contribuisce, insieme soprattutto alla bravura nei dialoghi dell'attrice ed alle inquadrature, a dare un intenso senso di intimità comunicativa tra i due.
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Una donna cerca di rivivere vecchi sentimenti di una storia che non ha mai chiuso, con l'uomo che l'aveva lasciata per una vita di notorietà. Probabilmente perché non mai ha accettato il rifiuto a causa di una bassa autostima. Entrambi insoddisfatti della loro vita (piangono) e vivono nascondendo le loro insoddisfazioni. Le frasi sul cosa mostriamo agli altri dette all'inizio sulla spiaggia dal coach lo fanno capire. La musica che accompagna tutto il film che ha una bella fotografia e parti senza dialoghi contribuisce molto alla delicatezza del linguaggio di tutto il film. Nella prima metà del film ciò contribuisce, insieme soprattutto alla bravura nei dialoghi dell'attrice ed alle inquadrature, a dare un intenso senso di intimità comunicativa tra i due. Il film a mio parere merita soprattutto per questa parte. La seconda parte è scontata, l'amica intervistata che si sposa non fa altro che rimarcare quanta ipocrisia vi sia nelle relazioni e le scene del matrimonio sono inutili a mio parere nell'economia del film. La donna infine, porta a letto l'uomo in una sorta di tentativo di cancellare il vecchio rifiuto. Atteggiamento prostitutivo che denota, in fondo, poco rispetto di se stessa. L'uomo non ha mai dimostrato un vero interesse a creare qualcosa di profondo. Due persone fondamentalmente disallineate che il destino ha fatto incrociare ed in cui nella più debole ha causato cicatrici che hanno determinato il suo destino. Destino rappresentato da un piano che suona da solo a sottolineare il fatto che la donna, pianista, è prigioniera di esso e delle sue insicurezze. Lei brava, lui a mio parere un po' meno. Se vi piace la fotografia ed è il mare d'inverno, l'intimità dei dialoghi e vi piacciono i film lenti, andate a vederlo.
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angelo umana
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sabato 1 febbraio 2025
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sogni presunti, mancati
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Film che ci descrive due che si rivedono per caso dopo 15 anni, lui aveva lasciato lei: è l'occasione per raccontarsi le loro vite successive ad allora, ognuno con relativo coniuge, lei, Alice, ha una figlia di 15 anni (rimase delusa dalla separazione e non perdette tempo?) e lui, Mathieu, un ragazzo di 11. Lei ha un lavoro – si direbbe - di motivatrice di anziane signore, le intervista, ci si dedica e ne ha passione; lui è un attore di cinema, di successo, e sta fuggendo da un'opera teatrale che avrebbe dovuto interpretare, ma ne ha timore, non se la sente, potrebbe essere uno scivolone nella carriera.
Si direbbe diviso in due parti: prima la fuga dell'attore da quell'impegno, si sente un vigliacco e và a chiudersi in un albergo sul mare (una nave alla fonda?) per una talassoterapia, a riflettere, rimuginare.
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Film che ci descrive due che si rivedono per caso dopo 15 anni, lui aveva lasciato lei: è l'occasione per raccontarsi le loro vite successive ad allora, ognuno con relativo coniuge, lei, Alice, ha una figlia di 15 anni (rimase delusa dalla separazione e non perdette tempo?) e lui, Mathieu, un ragazzo di 11. Lei ha un lavoro – si direbbe - di motivatrice di anziane signore, le intervista, ci si dedica e ne ha passione; lui è un attore di cinema, di successo, e sta fuggendo da un'opera teatrale che avrebbe dovuto interpretare, ma ne ha timore, non se la sente, potrebbe essere uno scivolone nella carriera.
Si direbbe diviso in due parti: prima la fuga dell'attore da quell'impegno, si sente un vigliacco e và a chiudersi in un albergo sul mare (una nave alla fonda?) per una talassoterapia, a riflettere, rimuginare. In questa parte si sorride: è talmente silenzioso e ben organizzato l'albergo, dotato di strumenti in camera dal funzionamento incomprensibile per il lieto soggiorno di ospiti danarosi ma solitudinari (tutt'altro dai festaioli di un altro film, The Palace), di un personal trainer dagli svariati trascorsi, che nel caso specifico si rivela latore di elucubrazioni trascendentali e strampalate. C'è nella stanza dell'ospite persino un pupazzo che saluta all'arrivo e alla partenza.
Dice più tardi, alla lei che è andata a cercarlo, che l'alternativa sarebbe stata andarsene in Svizzera per una morte assistita, la sua. Lei lo scova per un articolo di giornale che parla degli avvenimenti di gente dello spettacolo, quel posto di mare (Bretagna, Normandia?) è dove lei abita. Questo rivedersi è l'occasione per parlare – lei soprattutto – della delusione che ebbe da quel distacco: si tratta della molto sensibile Alice (Alba Rohrwacher), una donna ancora giovane ricca di vita interiore e di tenerezza, che riesamina ciò che vive ed ogni emozione che la vita le fornisce.
Ma la vita è questa (sembra uno strano gioco da equilibrista cantava Massimo Ranieri in un tempo lontano), entrambi come tanti altri una famiglia con figli se la sono fatta, hanno casa e consorti che come spesso accade non offrono più sogni ai due, hanno scambi dovuti al menage necessario, e non vale la pena pensare a come altro le loro rispettive unioni avrebbero potuto essere, ché del resto da ogni sogno ci si sveglia sempre.
Film “abbellito” o appesantito dai discorsi accorati tra i due – di più quelli Alice, un pochino più delusa pure se la sua vita è apprezzabile – abbellito dalle immagini delle coste marine di quel luogo e con le onde ruggenti e schiumose invernali, perciò il titolo francese è Hors-saison ma … tutto avrebbe potuto concludersi molto prima dell'ora e 55'.
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cardclau
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venerdì 31 gennaio 2025
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todo es nada, todo es sue
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Nel film Le occasioni dell’amore, il regista Stéphane Brizé cerca di fare delle riflessioni multiple (o, meglio, far fare delle riflessioni multiple ai disorientati spettatori): il problema della solitudine; di essere interessati solo al successo (all’americana), con tutto che si muove in questa direzione; di essere attorniati da “robottini” con i quali risulta impossibile il dialogo (come la macchina del caffè o la messaggistica sullo smartphone); di avere il terrore di andare incontro a dei fallimenti malgrado ci si percepisce essere “bellocci” (avendo scarse capacità di reagire alle frustrazioni); o di essere incapaci di mettere un punto ad una relazione vissuta come estremamente negativa o di avere una ambiguità portata alle stelle (queste, però, riservate alla femmina), e che la pulsione sessuale si limita ad un coinvolgimento fisico e nient’altro (come sta diventando di moda nei film francesi).
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Nel film Le occasioni dell’amore, il regista Stéphane Brizé cerca di fare delle riflessioni multiple (o, meglio, far fare delle riflessioni multiple ai disorientati spettatori): il problema della solitudine; di essere interessati solo al successo (all’americana), con tutto che si muove in questa direzione; di essere attorniati da “robottini” con i quali risulta impossibile il dialogo (come la macchina del caffè o la messaggistica sullo smartphone); di avere il terrore di andare incontro a dei fallimenti malgrado ci si percepisce essere “bellocci” (avendo scarse capacità di reagire alle frustrazioni); o di essere incapaci di mettere un punto ad una relazione vissuta come estremamente negativa o di avere una ambiguità portata alle stelle (queste, però, riservate alla femmina), e che la pulsione sessuale si limita ad un coinvolgimento fisico e nient’altro (come sta diventando di moda nei film francesi). Dirò subito, a mio parere, che Stéphane Brizé fallisce di gran lunga il bersaglio malgrado inserisca il tutto nell’opulenza senza pensieri. Ne fa un film zoppicante, lento, noioso, condito di eventi inesplicabili come l’esibizione degli esperti di fischio. Si potrebbe percepire la difficoltà del regista nel trovare una continuità nel progetto del film. Insomma, manca una qualsiasi motivazione per cui la vita valga la pena di essere vissuta, e non sia solo apparenza. Mi dispiace che la brava attrice Alba Rohrwacher si sia fatta coinvolgere in una avventura di questa fatta.
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