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sabato 20 gennaio 2024
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fotografia
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Commento “profondo” accattivante per un film che sono tante fotografie di una vita “bene” ma stanca e annoiata e con tanta problematica…reale, lento …si pensa ad un finale di riscatto… ma …ahimè non c’è!!!! Bello ??… triste!!!!! Il tuo Commento lo renderebbe un capolavoro… ma probabilmente… non lo è…!?! Bravissimo ??
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marco bossi
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venerdì 19 gennaio 2024
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da evitare!
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Volete tentare un suicidio mentale?
Andate a vedere il film Enea e sedetevi al fondo della fila per uscire quasi subito senza disturbare !
Terribile!
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calogero licata
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giovedì 18 gennaio 2024
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inadeguatezza
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Credo che l’autore, regista e interprete riesca nel raro caso di essere inadeguato in tutti e 3 i ruoli sopra citati.
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fab82ant72
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giovedì 18 gennaio 2024
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che noia ragazzi
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Mi sono annoiata da morire. Enea è un film pieno di compiacimenti, presuntuoso, vuoto e banale, che non decolla mai e ha un finale a dir poco imbarazzante. Vuole essere un film d'autore ma ahimè, risulta solo una patacca d'autore. Il protagonista è detestabile e non ti ci affezioni mai, i personaggi che gli gravitano attorno sono vuoti e poco interessanti. Voto 1. In famiglia non ci bastava Sergio Castellitto (che è un bravo attore e un discreto regista), dobbiamo per forza subirci il figlio di poco talento, sia come attore che come regista? Perché?!
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rumon
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martedì 16 gennaio 2024
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autocompiaciuto e autoassolutorio
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Un certo tipo di borghesia è descritto dal film e si rispecchia nel protagonista, che ne fa parte pienamente. I personaggi sono vacui, amorali, chiusi nel proprio club. Il.nome del protagonista dovrebbe rimandare al pius Aeneas; riferimento assolutamente fuori luogo. Il finale è uno dei più imbarazzanti che mi sia capitato di vedere. Alcuni bravi attori sono stati coinvolti; tra loro, Sergio Castellitto, cui si devono I pochi sprazzi di credibilità dell'opera. Ma Sergio Castellitto riuscirebbe a trasmettere emozioni anche leggendo un catalogo di florovivaistica. Film brutto che, paradossalmente, è pieno di inquadrature "belle", patinate. Per la prima volta, ho visto un film inutile, che mi ha fatto rimpiangere il.
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Un certo tipo di borghesia è descritto dal film e si rispecchia nel protagonista, che ne fa parte pienamente. I personaggi sono vacui, amorali, chiusi nel proprio club. Il.nome del protagonista dovrebbe rimandare al pius Aeneas; riferimento assolutamente fuori luogo. Il finale è uno dei più imbarazzanti che mi sia capitato di vedere. Alcuni bravi attori sono stati coinvolti; tra loro, Sergio Castellitto, cui si devono I pochi sprazzi di credibilità dell'opera. Ma Sergio Castellitto riuscirebbe a trasmettere emozioni anche leggendo un catalogo di florovivaistica. Film brutto che, paradossalmente, è pieno di inquadrature "belle", patinate. Per la prima volta, ho visto un film inutile, che mi ha fatto rimpiangere il.prezzo del biglietto e, cosa ancora più grave, il tempo sprecato a guardarlo.
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[+] perchè non siamo rimasti a casa?
(di ariannazander)
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imperior max
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lunedì 15 gennaio 2024
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quando il coltello è buono, il manico è decente, ma la mano è ondulata e disordinata.
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Enea, figlio di uno psichiatra e di una conduttrice televisiva, passa la sua ricca vita borghese tra svaghi, feste in discoteca e spaccio di droga assieme al suo amico Valentino da poco diventato pilota. La svolta arriva quando i due si ritroveranno invischiati in un giro di spaccio più rischioso del solito e la sua famiglia dovrà fare i conti col futuro dei figli e il proprio.
Allora, senza giri parole, il film è una bella merda. Innanzitutto mi dispiace per Pietro Castellitto che è un buon attore, ma come regista è pessimo, anche come sceneggiatore. Qui vuole essere un miscuglio tra Darren Aronofsky, Paolo Sorrentino, Sam Mendes e Federico Fellini. Peccato che abbia la pomposità eccessiva di Aronofsky, l’allegorismo fuori luogo di Sorrentino, il manierismo esagerato di Mendes e il barocchismo patinato di Fellini.
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Enea, figlio di uno psichiatra e di una conduttrice televisiva, passa la sua ricca vita borghese tra svaghi, feste in discoteca e spaccio di droga assieme al suo amico Valentino da poco diventato pilota. La svolta arriva quando i due si ritroveranno invischiati in un giro di spaccio più rischioso del solito e la sua famiglia dovrà fare i conti col futuro dei figli e il proprio.
Allora, senza giri parole, il film è una bella merda. Innanzitutto mi dispiace per Pietro Castellitto che è un buon attore, ma come regista è pessimo, anche come sceneggiatore. Qui vuole essere un miscuglio tra Darren Aronofsky, Paolo Sorrentino, Sam Mendes e Federico Fellini. Peccato che abbia la pomposità eccessiva di Aronofsky, l’allegorismo fuori luogo di Sorrentino, il manierismo esagerato di Mendes e il barocchismo patinato di Fellini. Il peggio di loro insomma. Usa troppo la macchina da presa con carrelli vistosi, panoramiche in aereo vistose, movimenti circolari vistosi, piani sequenza vistosi, campi e controcampi vistosi e inquadrature mal sfocate e strette. Per non parlare del montaggio stordente dove non si capisce a volte in che punto della storia siamo, oppure gli stacchi improvvisi sui baci che vorrebbero simboleggiarne e separarne il gesto consueto da quello amoroso, ma che risultano chic. Dialoghi pessimi, recitazione da fotoromanzo anni ’60 e attori imbambolati. Certo, l’unico che si salva è Sergio Castellitto che mostra molta più dignità attoriale e la sua sottotrama è più decente e coerente. Musiche da videoclip, il più delle volte.
La storia devo dire che è pretenziosa. Vorrebbe essere una satira alla società borghese, al disagio di quella generazione schiava degli allori e del benessere che fatica ad uscirne percorrendo la via sbagliata e al fallimento della generazione precedente. C’è solo un piccolo problema, la satira non arriva perché non c’è e se c’è o è solo a parole o ha una pessima messinscena. Ad una certa avrei avuto voglia di prendere Enea per le orecchie, mollargli un ceffone (perché il paparino non lo fa’) e sbatterlo nel ristorante che è suo e non ci fatiga mai, così se lo dimentica il “disagio”. I personaggi poi sono bidimensionali, senza spessore, appaiono e scompaiono dicendo tanto e non dicendo niente.
Si salveranno al massimo le sequenze con Sergio Castellitto e qualche dialogo qua e là, ma sono abbandonati lì. Gli elementi scioccanti, tipo una bestemmia e un pisello all’aria, sono fini a sé stessi; altro che Saltburn dove perlomeno significavano qualcosa. Per non parlare del finale, potente, quasi malinconico e agrodolce, ma subito dopo rovinato dall’ennesima trovata favolista anch’essa fine a sé stessa. Giuro che in sala tanti l’hanno mandata a fanculo o ci hanno riso come i pazzi. Per chiudere, la storia poteva esserci tutta, peccato che Pietro andava qua e là per i cazzi suoi.
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jonnylogan
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domenica 14 gennaio 2024
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l''altra roma
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Pietro Castellitto arriva alla sua seconda regia narrando una vicenda che rispetto a i Predatori (id.; 2020) perde tutta l’ironia che le faceva da substrato. In quel caso si vedevano opposte due famiglie e un intreccio che probabilmente aveva nell’eccesso di dettagli, personaggi e situazioni surreali, l’anello debole di un film che comunque scorreva veloce verso un finale a sorpresa. In tal caso il nichilismo imbevuto di Pariolismo, nel quale s’immergono i due protagonisti; lo stesso Castellitto e Giorgio Quarzo Guarascio, meglio noto con il nickname hip-hop: Tutti Fenomeni, è frutto sia del seguito della precedente pellicola, ma anche del primo romanzo scritto dal regista: Gli Iperborei (ed.
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Pietro Castellitto arriva alla sua seconda regia narrando una vicenda che rispetto a i Predatori (id.; 2020) perde tutta l’ironia che le faceva da substrato. In quel caso si vedevano opposte due famiglie e un intreccio che probabilmente aveva nell’eccesso di dettagli, personaggi e situazioni surreali, l’anello debole di un film che comunque scorreva veloce verso un finale a sorpresa. In tal caso il nichilismo imbevuto di Pariolismo, nel quale s’immergono i due protagonisti; lo stesso Castellitto e Giorgio Quarzo Guarascio, meglio noto con il nickname hip-hop: Tutti Fenomeni, è frutto sia del seguito della precedente pellicola, ma anche del primo romanzo scritto dal regista: Gli Iperborei (ed. Bompiani; 2021), presentato in concorso al Premio Strega 2022. E se il mondo corrotto delle famiglie protagoniste del primo film si muoveva sullo sfondo di una Roma affetta da decadentismo, Enea è invece sia la causa sia il frutto malato di quel decadentismo e di un ambiente pieno di privilegi e disperazione, visto attraverso gli occhi delle disperazioni di ogni membro della sua famiglia: Brenno, il fratello sedicenne, che non riesce a dormire se non con i genitori e che preferisce evitare le aule scolastiche. Celeste, il padre psichiatra capace di assistere altri adolescenti ma non il figlio, e Marina, la madre anchorwoman che odia il proprio lavoro e i suoi colleghi. Fino a Valentino, l'amico di sempre con una grave storia di depressione famigliare alle spalle. Tutti quanti rinchiusi nel proprio mondo inscalfibile.
Castellitto cerca con la pellicola di rifare una versione decisamente più decadente de La grande bellezza (id.; 2013) imbevendola di sfondi Romani, feste private, aforismi frutto di citazioni e teorie fuoriuscite dalle labbra di ogni personaggio, facendo virare la narrazione da una (pseudo) pellicola generazionale a una deriva da film d'azione nel momento in cui appare la possibilità per Valentino ed Enea di cambiare la loro esistenza grazie al traffico di stupefacenti, senza però trovare una chiave di lettura finale per un film che mette ancora una volta troppa carne al fuoco, a fronte di ottime interpretazioni da parte di ciascun protagonista, con una particolare citazione per Adamo Dionisi, nel ruolo di un narcotrafficante pieno di buon senso.
Apprezzabile quindi il tentativo del regista di portare in scena una nuova sceneggiatura originale che vorrebbe probabilmente rappresentare non le nuove generazioni, ma un loro spaccato pieno di privilegi. Ma date le capacità già intraviste nel giovane Castellitto ci aspettiamo da lui, per il futuro, qualche cosa di maggiormente sviscerato e molto più centrato.
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mario
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domenica 14 gennaio 2024
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emozioni uguale a zero
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Suburra insegna ma il cinema è stanco della vita romana e del verbo romanesco.Film scontato con finale pittoresco.
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athos
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venerdì 12 gennaio 2024
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coca e champagne
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Alta borghesia romana, soldi, feste, coca, depressioni, amicizie, noia. Il Film tiene un buon ritmo nel mischiare questi ingredienti ma non decolla. Non mi sembrano centrate neppure le canzoni che accompagnano le scene. Rispetto all'ambiguità de I predatori un piccolo passo indietro.
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