silvano bersani
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martedì 31 ottobre 2023
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patologia di un fallimento
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Riflettevo leggendo critiche e commenti entusiasti sulle ragioni per le quali un film riceverà una diversa accoglienza rispetto al contesto. Ci è a volte capitato di vedere film incoronati in festival e rassegne che alla prova della distribuzione suscitano non poche riserve. Ed anzi, devo dire che molto raramente ho avuto modo di riscontrare nelle scelte delle giurie l'indicazione di nuovi autori di un qualche interesse.
Ed è un problema di non poco conto perché è come se dicessimo che Shakespeare ha scritto capolavori, ma che lo sono solo se rappresentati in teatri londinesi.
Quindi, a parte il sospetto di sciovinismo che ha determinato a Cannes la laurea ad una produzione francese, non mi riesco a spiegare la ragione per la quale un'opera deboluccia e asimmetrica come questa debba fare gridare al miracolo.
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Riflettevo leggendo critiche e commenti entusiasti sulle ragioni per le quali un film riceverà una diversa accoglienza rispetto al contesto. Ci è a volte capitato di vedere film incoronati in festival e rassegne che alla prova della distribuzione suscitano non poche riserve. Ed anzi, devo dire che molto raramente ho avuto modo di riscontrare nelle scelte delle giurie l'indicazione di nuovi autori di un qualche interesse.
Ed è un problema di non poco conto perché è come se dicessimo che Shakespeare ha scritto capolavori, ma che lo sono solo se rappresentati in teatri londinesi.
Quindi, a parte il sospetto di sciovinismo che ha determinato a Cannes la laurea ad una produzione francese, non mi riesco a spiegare la ragione per la quale un'opera deboluccia e asimmetrica come questa debba fare gridare al miracolo.
Tanto che poi, a denti stretti, sento da parte di tanti critici ammettere che questo film si porta dietro tanti peccati originali, che non ne faranno una pietra miliare nella storia del cinema.
Alimentando il dubbio che ancora una volta l'industria culturale stia pagando l'ennesimo obolo al conformismo della critica militante. Uffa.
Un film, ed entro nel merito, che nonostante i suoi 140 e passa minuti di lunghezza non si discosta dalla cifra stilistica dello sceneggiato televisivo.. E difatti per l'80 percento di quei 140 minuti le immagini sono fatte di primi piani, che se confermano la bravura degli attori, denunciano i limiti di una produzione. I primi piani sono quelli che costano meno.
E dal momento che parliamo degli interpreti devo dire che quello che ho più apprezzato è stato il ragazzino, perché la tanto incensata protagonista oltre a regalarci intensi primi piani dai quali dovremmo desumere un travaglio interiore, non ci offre molto altro.
Già il titolo è imbarazzante in modo irritante. L'anatomia è sulla caduta del cadavere dalla finestra o sulla caduta della istituzione del matrimonio e sulla crisi della coppia? Grazie. Lasciate pure il messaggio in segreteria dopo il segnale acustico.
Il plot narrativo si alimenta di luoghi comuni di una banalità disarmante. Lo scrittore in crisi. Già visto. La crisi di coppia. Già visto. La liaison gender fluid. Già vista. Persino l'espediente della barriera linguistica. Già vista. Il senso di colpa. Già visto. Tutto detto, tutto annunciato e ben poco mostrato.
La regia è sciatta e priva di qualsiasi eleganza formale. Il film è ambientato per la quasi totalità nell'aula di un tribunale, che, oh meraviglia, dovrebbe indurci a pensare che non è di un processo che si tratta ma di un giudizio morale. Lasciamo perdere.
Ma in questa aula claustrofobica la regista usa la macchina da presa come una clava. O si vorrebbe sostenere che solo io ho udito in sala le risate di involontaria ilarità suscitate da talune riprese?
Insomma, non ci avrei perso tempo su un'opera così modesta se non avessi visto in rete tante critiche positive.
Perciò confermo che siamo molto molto lontani dalla sufficienza.
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rosmersholm
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lunedì 30 ottobre 2023
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ottimo
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Il vero cuore del film, non è il presunto femminismo che va tanto di moda in quesa epoca, ma l'impossibilità di conoscere la verità degli eventi ed il cuore degli uomini, da parte di tutti i protagonisti della storia, inquisitori e difensori compresi. Ed infatti, nonostante i svariati flash back, non vedremo mai come si sono effettivamente svolti i fatti. In un mondo di ciechi, sarà proprio il figlio ipovedente della vittima, ad avvicinarsi (forse) di più alla verità. Ottima regia ed eccezionale la recitazione della Huller e di Milo Machado Graner.
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(di paolorol)
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citizen kane
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lunedì 30 ottobre 2023
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autopsia di una coppia
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Seguendo la trama di un legal thriller il film è invece uno studio autoptico degli attuali rapporti tra uomo e donna nella nostra società.C'è solo antagonismo,senso di colpa, ostilità e sofferenza.Brava l'attrice protagonista e non male gli altri.Regia a tratti approssimativa (movimenti inconsulti della camera).Ritmo molto lento ma intenso.Traspare prepotente il femminismo della regista (è anche saffica?).
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anna rosa
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domenica 29 ottobre 2023
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anatomia ... di una coppia
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Dopo aver visto il film ho verificato se la regista fosse belga visto che sono belgi i registi dei due film che mi sono piaciuti di più in questo ultimo anno - Close e Le otto montagne -, e invece no :) Oltre al talento eccezionale di tutti gli attori e anche all' ambientazione (le montagne innevate di Grenoble), mi ha colpito soprattutto l' estremo rigore dell'analisi fatta dai magistrati incaricati di stabilire se la morte di Samuel, scrittore frustrato per più motivi e oppresso da sensi di colpa, come si capirà via via, fosse volontaria o provocata dalla moglie. Un rigore che grazie ad una sceneggiatura impeccabile si sposa felicemente con atmosfere e sospensioni che tengono gli spettatori col fiato sospeso come fosse un thriller.
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silvano bersani
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sabato 28 ottobre 2023
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anatomia di una caduta?
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Anatomia della caduta di una regista che voleva volare alto e inciampa sempre nei propri piedi.
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cardclau
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giovedì 26 ottobre 2023
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la consapevolezza?
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Non è il primo di questo tipo di film che vince al Festival di Cannes: seguendo le orme di The Square di Ruben Östlund del 2017, gli ingredienti che possono dare questo esito sono: 1) una regia stilisticamente impeccabile; 2) dei bravi attori (di suo); 3) una storia, o più storie, di relazioni (etero, bisex, o omosessuali) della nostra società occidentale “opulenta” piuttosto complesse e intricate (non sappiamo come passare il tempo) che sbigottiscono il pubblico, ma di cui nemmeno la regista ne ha una sufficiente consapevolezza. La storia di Anatomia di una caduta è, secondo il mio modesto parere, una storia di una relazione sado-masochistica, che come tutte queste storie, è caratterizzata dall’imperativo categorico di non “troncare la relazione”.
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Non è il primo di questo tipo di film che vince al Festival di Cannes: seguendo le orme di The Square di Ruben Östlund del 2017, gli ingredienti che possono dare questo esito sono: 1) una regia stilisticamente impeccabile; 2) dei bravi attori (di suo); 3) una storia, o più storie, di relazioni (etero, bisex, o omosessuali) della nostra società occidentale “opulenta” piuttosto complesse e intricate (non sappiamo come passare il tempo) che sbigottiscono il pubblico, ma di cui nemmeno la regista ne ha una sufficiente consapevolezza. La storia di Anatomia di una caduta è, secondo il mio modesto parere, una storia di una relazione sado-masochistica, che come tutte queste storie, è caratterizzata dall’imperativo categorico di non “troncare la relazione”. Da dove possiamo capirlo? Da quando Sandra (una Sandra Hüller meno convincente di Walzer degli scaffali) ci comunica che “non si è mai sentita nella testa dei suoi genitori”. E chi ti trova? Samuel (Samuel Theis) che non può avere una esperienze esistenziale diversa. Entrambi hanno il pallino di scrivere. Ma il momento più pregnante è quando il figlio all’uscita della scuola, il padre Samuel non avendo potuto andarlo a prendere, ha un incidente che lo lascerà con un handicap grave. I genitori di fronte ad una tragedia di queste proporzioni generalmente si lasciano, perché la genitorialità è piu forte del legame di coppia, ma Sandra e Samuel no. Rafforzano il legame con un’accentuazione del senso di colpa e dell’essere espropriato nella propria individualità, sempre con il figlio di mezzo. Se uno dei due si suicida, non fa che accentuare per sempre nell’altro il senso di colpa. Se uno dei due ammazza l’altro, rimane per sempre con il rimorso. E noi siamo qua. E l'amore?
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[+] consapevolezza da parte di chi?
(di diego schembri)
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