confucio
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mercoledì 27 aprile 2022
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film bruttino
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Prendete il Signore degli anelli, frullate con la serie tv Viking e un pò di horror, otterrete questa bevanda piuttosto scialba e impresentabile, che non consiglio assolutamente. Ovvero, alcune scene sono divertenti, ma non per volontà dell'autore. L'epicità della pellicola è tutta riassunta nella frase: Ho dei parenti alle Orcadi.
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marco
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martedì 26 aprile 2022
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notevole, film da vedere al cinema, non delude.
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Bellissimi i piani sequenza, violento il giusto, a tratti onirico. Mi hanno affascinato le scene al buio e il gioco di luci.
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jaylee
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lunedì 25 aprile 2022
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quanto era verde la mia islanda
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Al terzo film, Robert Eggers si fa convincere da uno dei vari Skarsgaard (stavolta è Alexander, sono ben 3 oltre al padre Stellan, a farne un mini-clan svedese – e poi dicono degli italiani) a riprendere un’antichissima leggenda nordica del X secolo, quella del principe Amleth, il cui padre, re della sua gente, viene ucciso dallo zio e da lui usurpato nel trono. Ebbene si, Shakespeare ne fece un re-boot con la sua versione (con il suo Hamlet, la H davanti, il nostro Amleto), segno che già commercialmente nel sedicesimo secolo era una buona idea.
Intendiamoci, della leggenda originale si è persa pressoché traccia, difficile capire quanto sia fedele (alla versione di Shakespeare sicuramente poco, anche se alcuni elementi, il figlio astuto che si finge “altro, l’aiuto di una proto-Ofelia – qui una Rus di nome Olga-, la madre che sposa lo zio, ci sono); in questa versione, che sembra un incrocio tra Valhalla Rising di Nicholas Winding Refn e la serie TV Vikings, però ci sono molti aspetti interessanti.
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Al terzo film, Robert Eggers si fa convincere da uno dei vari Skarsgaard (stavolta è Alexander, sono ben 3 oltre al padre Stellan, a farne un mini-clan svedese – e poi dicono degli italiani) a riprendere un’antichissima leggenda nordica del X secolo, quella del principe Amleth, il cui padre, re della sua gente, viene ucciso dallo zio e da lui usurpato nel trono. Ebbene si, Shakespeare ne fece un re-boot con la sua versione (con il suo Hamlet, la H davanti, il nostro Amleto), segno che già commercialmente nel sedicesimo secolo era una buona idea.
Intendiamoci, della leggenda originale si è persa pressoché traccia, difficile capire quanto sia fedele (alla versione di Shakespeare sicuramente poco, anche se alcuni elementi, il figlio astuto che si finge “altro, l’aiuto di una proto-Ofelia – qui una Rus di nome Olga-, la madre che sposa lo zio, ci sono); in questa versione, che sembra un incrocio tra Valhalla Rising di Nicholas Winding Refn e la serie TV Vikings, però ci sono molti aspetti interessanti. Innanzitutto, la commistione tra realtà e magia, più o meno indotta da sostanze psicotrope (ebbene si, sembra che i nostri vichinghi fossero particolarmente dediti ai funghi allucinogeni), dove il confine tra quello che è vero è quello che è percepito è particolarmente labile, tanto da sfociare in un furore mistico-religioso, tanto spirituale quanto truculento.
E poi, il limte di ciò che è giusto da ciò che è necessario: alla fine siamo proprio sicuri di conoscere quelli che ci circondano? E che il male sia davvero là fuori, o forse è tutto molto relativo?
Dicevamo, The Northman, (che si poteva semplicemente tradurre il Normanno o l’Uomo Del Nord, capirai lo sforzo) a dire la verità, non ci sembra particolarmente originale, e forse neanche così coeso narrativamente; ma è ben fatto, quasi ipnotico a volte, la storia ha un che di grandioso in mezzo a tutto quel fango e quel sangue e quel fuoco, in un’Islanda che sembra primordiale e degno scenario di uomini/dei/demoni che combattono fino alle porte di Hel. Certo, si potevano prendere sviluppi diversi, forse meno scontati, ma insomma, stiamo anche parlando di una leggenda scandinava medioevale, non di un’opera narrativa originale (tipo The Last Duel di Ridley Scott, per intenderci), e quindi tanti spunti moderni avrebbero potuto sembrare forzati. Da questo punto di vista ci ha ricordato molto come operazione il nostrano Il Primo Re di Matteo Rovere (anche questo, un buon film).
Bene gli attori, magari non stratosferico Alexander Skarsgaard/Amleth, ma bravissime Nicole Kidman, una regina Gudrun spaventosamente politica, e Anya Taylor Joy, la strega Rus che sa come manipolare le menti; c’è pure spazio per Ethan Hawke e, in un cameo praticamente minuscolo, Willem Dafoe che interpreta il giullare/stregone di corte (anche qui, un parallelismo con lo Yorick di Shakespeare).
Positivamente Primordiale. (www.versionekowalski.it)
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athos
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venerdì 22 aprile 2022
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walhalla
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Epic movie esoterico senza un attimo di tregua. Dramma familiare che si perpetua nel tempo. Come sempre in questi film d'azione la psicologia dei personaggi ne soffre, comunque risulta una pellicola godibile, con una bella fotografia e un finale appassionante.
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mercoledì 20 aprile 2022
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sacchitruante
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di Tonitruante!!! c'è solo la recensione. Usare certi termini solo per vantarsi di essere un "critico" ? Ma parla come mangi. !!!!
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