La serie è ambientata nell’America razzista e bigotta degli anni cinquanta, con una scenografia molto curata ed attenta al dettaglio, che scenicamente ricorda quella ricostruita, altrettanto efficacemente, in Suburbicon e in Lontano dal paradiso o nel più recente Green Book.
Nel plot sono mescolati, come in uno di quei cocktail stravaganti che una delle protagoniste, la cattivissima, quanto stupida e fanatica, razzista, interpretata da Alison Pill, serve alle sue amiche, il genere drammatico familiare e l’horror fantasy, innervati dal predominante tema sociale della segregazione razziale, a formare un intreccio già visto e meglio riuscito in Noi e soprattutto in Scappa – Get out, entrambi di Jordan Peele.
[+]
La serie è ambientata nell’America razzista e bigotta degli anni cinquanta, con una scenografia molto curata ed attenta al dettaglio, che scenicamente ricorda quella ricostruita, altrettanto efficacemente, in Suburbicon e in Lontano dal paradiso o nel più recente Green Book.
Nel plot sono mescolati, come in uno di quei cocktail stravaganti che una delle protagoniste, la cattivissima, quanto stupida e fanatica, razzista, interpretata da Alison Pill, serve alle sue amiche, il genere drammatico familiare e l’horror fantasy, innervati dal predominante tema sociale della segregazione razziale, a formare un intreccio già visto e meglio riuscito in Noi e soprattutto in Scappa – Get out, entrambi di Jordan Peele.
Il cast è formato da ottimi professionisti, la cui recitazione è decisamente sopra la media telefilmesca, la colonna sonora è suggestiva, la scrittura dei dialoghi non è banale, e, tuttavia, alla fine del terzo episodio e per la precisione alla comparsa del fantasma nel pullman in cui si ritrova improvvisamente da sola la protagonista di colore, Deborah Ayorinde, sono stato costretto ad abbandonare la visione dell’episodio e a rinunciare a proseguire in quella della serie. Lo spirito demoniaco o qualsiasi cosa voglia rappresentarsi con la creatura, che si nasconde di solito nella cantina della casa, infatti, palesa una rassomiglianza, inopportuna e ridicola con il Freddy Krueger di Nightmare.
Nonostante le buone premesse e le aspettative create dalla evidente professionalità del team che ha realizzato l’opera, le sembianze del demone fanno degenerare il dramma, purtroppo storicamente vero, di una famiglia di colore sottoposta ad ogni genere di vessazione dai bianchi e costretta a sopportare una vita indicibilmente dolorosa, già compromesso da un’azzardata e maldestra commistione con l’horror movie di serie B, tipo Amityville, inevitabilmente nel grottesco involontario.
[-]
|
|