
Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Manuele Franceschini |
Attori | Daniel Muñoz, Marcelo Herrera, Juan Cristóbal Peña, Leonardo Villar, Luis Navarro . |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 18 ottobre 2021
La protesta a Santiago del Cile che vede ancora le conseguenze di trent'anni di dittatura.
CONSIGLIATO NÌ
|
Santiago del Cile, 18 ottobre 2019. Dopo il rincaro del biglietto della metropolitana, scatta la ribellione dei cittadini che viene fronteggiata dal governo con la forza. La rabbia esplode dopo decenni di malcontento, conseguenza del capitalismo selvaggio e spietato dove gran parte della ricchezza è nelle mani di pochi. In strada ci sono i carri armati, è scattato il coprifuoco e si verificano scene di guerriglia urbana sempre più frequenti. Mentre gli scontri diventano più violenti, viene creato un collettivo chiamato Primera Línea composto da singoli cittadini e organizzazioni che si scontrano apertamente contro le forze dell'ordine e hanno l'obiettivo di tutelare e difendere i manifestanti durante le ribellioni. Nel marzo 2020, con il Covid-19, la situazione peggiora ancora di più.
Diretto da Manuele Franceschini, che lo ha prodotto insieme ad Andrea Occhipinti, No tenemos miedo (traduzione di "Non abbiamo paura") è l'esempio di documentario militante che dà voce ai cittadini e raccoglie la loro protesta contro il governo cileno con a capo il Presidente della Repubblica Sebastián Piñera che, già nelle immagini iniziali, viene mostrato in tv a fianco di Donald Trump che lo elogia per come governa il suo paese.
Ambientato nel corso di circa un anno, dagli scontri del 18 ottobre 2019 a fine ottobre 2020, No tenemos miedo documenta la drammatica situazione attraverso testimonianze ("si ha più paura di morire di fame che di Coronavirus") dove intervengono, tra gli altri, anche l'attore e musicista Daniel Muñoz e lo scrittore e giornalista Juan Cristóbal Peña, il fotografo Leonardo Villar oltre a un'infermiera, un paramedico, un portavoce Mapuche e un manifestante vittima di un trauma oculare. Il materiale a disposizione è esplosivo.
Tra le immagini resta impressa quella di un pallettone che colpisce chi sta riprendendo con lo smartphone o di una moto della polizia che investe un manifestante già a terra. Probabilmente il documentario poteva utilizzare maggiormente questi filmati, anche ripetendoli e sovrapponendoli con le dichiarazioni degli intervistati. La rabbia lascia il segno.
Nelle parole si avverte il peso della tragica situazione economica, delle ingiustizie sociali, della paura di morire o di perdere un occhio ed essere feriti nel corso delle manifestazioni, oltre ai fantasmi opprimenti della dittatura di Pinochet apertamente rievocati in una canzone. Lo scontro tra governo e il collettivo di Primera Línea aveva la necessità di essere ulteriormente amplificato, anche con un montaggio più serrato. Certo, ci sono un'intercettazione della moglie di Piñera, e la dichiarazione del Ministro della Difesa Alberto Espina che se la prende con Amnesty International. Ma c'era bisogno di qualcosa che andasse al di là di un'aperta complicità con Primera Línea a cui il documentario è dedicato, facendo ascoltare magari anche meno voci ma un urlo più forte.
No tenemos miedo è una testimonianza sicuramente preziosa e importante ma avrebbe avuto bisogno di una maggiore continuità di ritmo per far sentire l'urgenza di quello che aveva da mostrare e raccontare mentre invece si accende e spegne a intermittenza.
A volte, la classica goccia che fa traboccare il vaso può funzionare da scintilla per la catalizzazione di proteste che da tempo covano sotto la cenere. È il caso dell'aumento del prezzo dei mezzi pubblici stanziato in Cile dal governo presieduto da Sebastián Piñera nell'ottobre del 2019: la risposta popolare, ormai due anni orsono, è stata immediata, partecipata, e ha coinvolto soprattutto i più giovani, [...] Vai alla recensione »