giuliano
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venerdì 2 maggio 2025
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miglior film italiano degli ultimi anni
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Questo film si conferma come un capolavoro della cinematografia italiana, pathos, teatralit? e presenza di un attore carismatico come Fabio de Luigi che, a mio parere, annovera questo film nella categoria dei pi? belli mai visti e il migliore della sua carriera come attore protagonista. Finalmente temi cruciali e presenti, non solo commedie come siamo soliti fare o film settentrionali finto-sentimentali cervellotici. Chapeau al regista, chapeau agli attori e ai temi trattati che, ahim?, rincontreremo in futuro sulla nostra pelle
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pedro
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martedì 17 dicembre 2024
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titolo sbagliato, finale altrettanto
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Prima constatazione, e per restare nel tema. Anzi, nel linguaggio...ma che caxxx di titolo ha deciso di mettere Pif??...e si capisce che abbia guadagnato ben 39,1 mila €.
Peccato. Perchè è un bel film. Ben girato. Con bravi attori. La prima parte è ottima. Si perde dalla metà in poi e sprofonda nel finale.
E’ il tipico film “occasione persa”. Titolo sbagliato, finale sbagliato. Nonostante questo resta un film assoltamente da vedere nella prima ironica parte. Quando poi vuol farci la filippica morale sui social perde sostanza. Allora fai un bel documentario.
Se potessi darei anche un consiglio a Pif: riprendi la storia da quando non riesce a pagare l’amante ologramma.
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Prima constatazione, e per restare nel tema. Anzi, nel linguaggio...ma che caxxx di titolo ha deciso di mettere Pif??...e si capisce che abbia guadagnato ben 39,1 mila €.
Peccato. Perchè è un bel film. Ben girato. Con bravi attori. La prima parte è ottima. Si perde dalla metà in poi e sprofonda nel finale.
E’ il tipico film “occasione persa”. Titolo sbagliato, finale sbagliato. Nonostante questo resta un film assoltamente da vedere nella prima ironica parte. Quando poi vuol farci la filippica morale sui social perde sostanza. Allora fai un bel documentario.
Se potessi darei anche un consiglio a Pif: riprendi la storia da quando non riesce a pagare l’amante ologramma...fai vedere come recupera i soldi e vissero felici e contenti. Lascia stare Mombay e l’eroe inaspettato.
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dani
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domenica 6 ottobre 2024
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uno dei più bei film in circolazione adesso
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In un’atmosfera futuristica e distopica, si svolge una storia in realtà attualissima e se vogliamo, anche appartenente al ns passato recente. Il messaggio finale di questo film in realtà può trovare corrispondenza con varie epoche storiche, perché il punto focale non è tanto quella di affidare la propria vita a un algoritmo di un’ app, ma la pochezza umana di obbedire sempre a un capo umano o tecnologico che sia. La ribellione al sistema risulterà vana, perché morto un” dittatore “, un’altro dalle sembianze falsamente rassicuranti prenderà il suo posto. Siamo e saremmo sempre braccati perché non esiste via di fuga, dal momento che volenti o nolenti abbiamo dato noi il consenso per il controllo totale della ns vita.
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In un’atmosfera futuristica e distopica, si svolge una storia in realtà attualissima e se vogliamo, anche appartenente al ns passato recente. Il messaggio finale di questo film in realtà può trovare corrispondenza con varie epoche storiche, perché il punto focale non è tanto quella di affidare la propria vita a un algoritmo di un’ app, ma la pochezza umana di obbedire sempre a un capo umano o tecnologico che sia. La ribellione al sistema risulterà vana, perché morto un” dittatore “, un’altro dalle sembianze falsamente rassicuranti prenderà il suo posto. Siamo e saremmo sempre braccati perché non esiste via di fuga, dal momento che volenti o nolenti abbiamo dato noi il consenso per il controllo totale della ns vita. Anche se costretti dalla speranza di migliorare, accettando le condizioni o cliccando una semplice app, in realtà non facciamo altro che infilarci in un labirinto senza uscita.
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nickwing
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martedì 1 ottobre 2024
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sorprendente
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La commedia italiana non ha prodotto mai nulla del genere, bisogna dirlo subito. Il film è a dir poco sorprendente, malinconico, con quell'umorismo amaro che solo gli autori di pregio sanno donare. Ritengo che sia stato decisamente sottovalutato, e che non abbia avuto la fortuna che avrebbe meritato. L'ho visto grazie alla sua presenza su una piattaforma di streaming, e ringrazio questa per avermi dato l'occasione di vederlo. Fabio De Luigi è decisamente nel personaggio, a volte rimanda ad altre sue interpretazioni precedenti, Ilenia Pastorelli brava e dolcissima. A tratti il film, pur senza averne gli aspetti più disturbanti, rimanda ad un futuro distopico già visto in serie come Black Mirror, ma rimanendo sempre nella discrezione e nella leggerezza.
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enzo70
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mercoledì 21 dicembre 2022
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pif coglie nel segno un''altra volta
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Pif utilizza Fabio De Luigi come fosse un fattorino di Amazon o un corriere di Just eat per dare un messaggio importante su quanto sta accadendo nel mondo del lavoro. Ma grande merito a Pif e a De Luigi per aver proposto un film così, semplicemente, disarmante. De Luigi interpreta Arturo Giammareresi, un uomo di quasi cinquanta anni che perde il lavoro per una riorganizzazione interna; frutto di un algoritmo che lui stesso aveva scritto. Ma Arturo ha voglia di lavorare, è ancora giovane, il mercato del lavoro gli garantirà sicuramente il ruolo che gli spetta. E, invece, Arturo scopre che per quel mercato lui è vecchio e l’unica offerta che gli arriva è quella di Fuuber.
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Pif utilizza Fabio De Luigi come fosse un fattorino di Amazon o un corriere di Just eat per dare un messaggio importante su quanto sta accadendo nel mondo del lavoro. Ma grande merito a Pif e a De Luigi per aver proposto un film così, semplicemente, disarmante. De Luigi interpreta Arturo Giammareresi, un uomo di quasi cinquanta anni che perde il lavoro per una riorganizzazione interna; frutto di un algoritmo che lui stesso aveva scritto. Ma Arturo ha voglia di lavorare, è ancora giovane, il mercato del lavoro gli garantirà sicuramente il ruolo che gli spetta. E, invece, Arturo scopre che per quel mercato lui è vecchio e l’unica offerta che gli arriva è quella di Fuuber. Un’applicazione come Justeat o ubereat in cui il proprietario si presenta come un benefattore che ha trovato il modo per rendere migliore le sorti dell’umanità. Arturo ci prova, compra lo zaino per le consegne e scorrazza per Roma per consegne sempre molto difficili ma che gli consentirebbero di scalare le posizioni previste dall’algoritmo. L’unica consolazione è Stella, un ologramma che viene offerto in prova da un’altra applicazione che poi diventerà a pagamento. La vita di Arturo, di Stella, e dello stesso Pif che incarna un professore universitario precario costretto ad arrotondare facendo l’hater è caratterizzata da questi algoritmi che sono semplici programmi informatici deputati unicamente a massimizzare gli utili dei giganti del web. Distruggendo vite, tradizioni e cultura. Noi come stronzi stiamo rimanendo a guardare, è proprio così, entusiasti di modelli che ci levano la vita e che ci siamo fatti piacere. Grandissimo Pif.
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tess
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sabato 10 dicembre 2022
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non comprendo
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Personalmente non comprendo proprio perché qualcuno decida di fare un film del genere. Non mi è per nulla piaciuto, né l’ho trovato divertente. che messaggio vuole lasciare? Per me sconsigliatissimo
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martedì 29 novembre 2022
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recensione film "e noi come stronzi rimanemmo a guardare"
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Quanta verità nel film e quanta verità, anche se non tutta, nella recensione. Questo futuro è molto più vicino di quello che si possa immaginare e parte da molto più lontano di quello che possa Lei immaginare. Posso parlare, per esempio, della sua carta di identità, dove di vero e reale ci sono solo la foto, la firma e l'impronta digitale, mentre è falso il COGNOME NOME (scritto così, tutto MAIUSCOLO è riferito ad una "PERSONA GIURIDICA" cioè ad una maschera giuridica - "persona" dal latino = maschera - quindi a qualche cosa che non esiste, ma è comunemente accettato); potrei parlare del atto di nascita, dove non risulta nato un essere umano, ma un "bene", un "capitale umano dotato di vere gambe e braccia" (così è denominato un bimbo nato alla S.
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Quanta verità nel film e quanta verità, anche se non tutta, nella recensione. Questo futuro è molto più vicino di quello che si possa immaginare e parte da molto più lontano di quello che possa Lei immaginare. Posso parlare, per esempio, della sua carta di identità, dove di vero e reale ci sono solo la foto, la firma e l'impronta digitale, mentre è falso il COGNOME NOME (scritto così, tutto MAIUSCOLO è riferito ad una "PERSONA GIURIDICA" cioè ad una maschera giuridica - "persona" dal latino = maschera - quindi a qualche cosa che non esiste, ma è comunemente accettato); potrei parlare del atto di nascita, dove non risulta nato un essere umano, ma un "bene", un "capitale umano dotato di vere gambe e braccia" (così è denominato un bimbo nato alla S.E.C. e regolato in U.C.C), dove non sono citati il padre e la madre, ma un "dichiarante" e una "puerpera" (che legalmente non è la madre); ... e molto altro ancora ... questo è il presente! il futuro, se non si sveglierà una massa critica sarà peggiore di quello visto nel film. Quando Jeanpierre (Giampiero) dice:"...arriverà il peggio, ma molto peggio, ma molto molto peggio ..." ha perfettamente ragione. Che sia questo il messaggio di avvertimento del film? Cordialità roberto uomo vivo
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jonnylogan
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martedì 1 novembre 2022
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più fuber per tutti
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In un futuro non troppo lontano app e algroitmi decreteranno le scelte della nostra vita e quindi anche quelle della nostra professione. Lo sa bene Arturo, manager di una multinazionale nella quale ha introdotto un algoritmo destinato a capire chi sia superfluo all’azienda.
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In un futuro non troppo lontano app e algroitmi decreteranno le scelte della nostra vita e quindi anche quelle della nostra professione. Lo sa bene Arturo, manager di una multinazionale nella quale ha introdotto un algoritmo destinato a capire chi sia superfluo all’azienda. Sarà proprio l’algoritmo a decretare il licenziamento di Arturo e l’inizio di una vita da rider piena di precarietà economica e affettiva.
In un futuro degno delle perversioni di George Orwell le applicazioni per i cellulari, le zone cittadine eco-friendly e gli ologrammi che sostituiranno persone e relazioni in carne e ossa, saranno il pane quotidiano con il quale dovremo sfamarci. Unica eccezione a queste novità imposte dalla digitalizzazione, l’uso di rider, umani e sottopagati, per la consegna di cibi a domicilio.
Basandosi sul Candido, romanzo di Guido Maria Brera, dirigente d’azienda e autore de I Diavoli, romanzo autobiografico trasformatosi nella serie omonima targata SKY, Pif alla sua terza opera, dopo aver trattato i problemi della mafia, fa la morale alla nostra contemporaneità facendoci immergere nella vita di un ex dirigente di successo e di mezza età che si ritrova improvvisamente senza lavoro e con problemi economici quasi impossibili da risolvere. Vittima, lui come tutti, di scelte irrazionali decretate da algoritmi punitivi per cui non ci sono molte spiegazioni plausibili. Protagonista indiscusso Fabio De Luigi, nel ruolo di Arturo, affiancato dallo stesso Pif nella parte di un coinquilino con cui dividere le spese di una casa acquistata per compiacere una fidanzata pronta a lasciarlo causa le scelte pressoché insindacabili di una app. Pellicola che si beve tutta d’un sorso e che se vista per le iperboli fin troppo attuali: l’uso esasperato delle app, l’affidarsi ai computer. La frenesia con la quale ci muoviamo e con la quale vogliamo tutto e subito, può strapparci più di una riflessione sempre però declinata con un sorriso estremamente amaro. De Luigi estremamente convincente e abile nell’incarnare l’uomo medio caduto in disgrazia. Pif anch’egli perfetto non solo in regia, ma anche come complemento del protagonista.
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mimmo fvcg
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mercoledì 14 settembre 2022
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pif , il nulla assoluto
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Povero pif con la sua ironia stupida , sciocca , insensata, ottusa , balorda , gira un film insulso, vuoto , becero , meriterebbe zero stelle , anzi meno 5 stelle, povero cinema Italiano come si e' ridotto ad avere come regista una nullita' come pif
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marce84
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sabato 6 agosto 2022
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un futuro distopico non troppo lontano
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Arturo Giammaresi è un manager che viene licenziato a causa dell’algoritmo da lui stesso creato e che viene lasciato dalla fidanzata a causa di un’app che giudica le compatibilità. Scartato da un sistema che esclude gli over 40 dalla ricerca di un nuovo lavoro, ad Arturo non rimane che diventare un rider della multinazionale Fuber. Tra ritmi disumani, algoritmi che penalizzano chi non si adegua al sistema e slogan filosofico – motivazionali che nascondono la realtà dello sfruttamento, ad Arturo non resta che provare l’ultima trovata tecnologica: un’ologramma che incarna la persona di cui si ha necessità in quel momento.
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Arturo Giammaresi è un manager che viene licenziato a causa dell’algoritmo da lui stesso creato e che viene lasciato dalla fidanzata a causa di un’app che giudica le compatibilità. Scartato da un sistema che esclude gli over 40 dalla ricerca di un nuovo lavoro, ad Arturo non rimane che diventare un rider della multinazionale Fuber. Tra ritmi disumani, algoritmi che penalizzano chi non si adegua al sistema e slogan filosofico – motivazionali che nascondono la realtà dello sfruttamento, ad Arturo non resta che provare l’ultima trovata tecnologica: un’ologramma che incarna la persona di cui si ha necessità in quel momento. La ragazza si chiama Stella ed è l’unica luce in un mondo che va a rotoli, peccato però che dopo la settimana gratuita, non possa permettersi di rinnovarla.
Ambientato in un futuro distopico non troppo lontano, è il terzo film da regista di Piefrancesco Diliberto, in arte Pif. Il film ha il merito e il coraggio di trattare tematiche molto attuali, rese ancora più urgenti dalla pandemia: la spersonalizzazione, il distacco sociale, l’abuso di app che ci facilitano solo apparentemente la vita. Ma soprattutto è una grande riflessione sullo sfruttamento sociale che ci vede complici di scelte che pensiamo siano distanti da noi, quando in realtà tutti ci siamo dentro. Un mondo che ci imbonisce di slogan filosofici e che ci attrae come qualcosa di luccicante, ma che nasconde non troppo celatamente una perdita di umanità in cui noi tutti ci troviamo coinvolti direttamente o indirettamente. Una commedia amara che fa sorridere e riflettere e che ha il merito di affrontare un genere, il sci-fi, piuttosto inedito nel panorama italiano. Uno dei punti di forza del film è l’interpretazione di Fabio De Luigi, ormai affrancatosi solamente dal solito ruolo e abile anche nell’interpretare questo tipo di disperata ma autentica umanità. Meno riuscito invece il ruolo di Pif, troppo piatto e che non aggiunge molto alla storia.
Il titolo prende il nome da una frase di Andrea Camilleri: non sappiamo con chi ce l’avesse il padre di Montalbano, ma sappiamo benissimo a chi si riferisce Pif
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