gurthang
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sabato 3 luglio 2021
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a cavallo tra fantasy e arte degenerata
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Sulla scia de "Il primo re", anche questa serie si inserisce nella moda europea per film fatti di minimalismo semantico. A ciò si aggiungono atmosfere cupe, esplosioni improvvise di attività e atmosfere primordiali che assieme ad improbabili scheletri di dinosauri e ancor più improbabili madri dei lupi cercano di conferire alla narrrazione una patina da avventura dark fantasy buona a coinvolgere il gregge. Per altro verso minimalismo e atmosfere strizzano l'occhio all'arthouse, cioè agli appassionati di arte degenerata, fatta di simbolismi eccentrici quanto indeterminati - la chiarezza uccide i bla-bla - su cui critica corrotta e spettatori salottieri possano esercitare le proprie masturbazioni mentali radical-chiccose.
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Sulla scia de "Il primo re", anche questa serie si inserisce nella moda europea per film fatti di minimalismo semantico. A ciò si aggiungono atmosfere cupe, esplosioni improvvise di attività e atmosfere primordiali che assieme ad improbabili scheletri di dinosauri e ancor più improbabili madri dei lupi cercano di conferire alla narrrazione una patina da avventura dark fantasy buona a coinvolgere il gregge. Per altro verso minimalismo e atmosfere strizzano l'occhio all'arthouse, cioè agli appassionati di arte degenerata, fatta di simbolismi eccentrici quanto indeterminati - la chiarezza uccide i bla-bla - su cui critica corrotta e spettatori salottieri possano esercitare le proprie masturbazioni mentali radical-chiccose.
Ciò che resta fuori da questo pastiche è naturalmente la storia, vale a dire una rappresentazione minimamente realistica dei costumi di vita, dei rapporti sociopolitici e delle consuetudini religiose di quei nostri predecessori. Le cose serie non riempiono le sale.
Ottima l'idea di girare il film in latino arcaico, anche perché il doppiaggio italiano è come sempre avviene al giorno d'oggi formulato in un linguaggio del tutto forzato e innaturale. Dubito assai sull'efficacia della ricostruzione linguistica, ma il tentativo va senz'altro lodato, per quanto pesi il sospetto che l'idea muova da intenti estetico-artisticheggianti più che considerazioni di rigore storiografico e filologico.
Nel complesso la serie è un gradino o due sopra alle schifezze del ciname americano. Stringendo i denti si riesce a guardarla.
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marione
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mercoledì 9 dicembre 2020
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lento e senza pathos
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Premetto che ho molto apprezzato i film di Matteo Rovere da "Un gioco da ragazze" in poi. Anche "Il primo re" mi è molto piaciuto e mi ha molto coinvolto, soprattutto per la descrizione del profondo conflitto tra ragione e religione magistralmente interpretato da Alessandro Borghi.
Dunque le mie aspettative erano elevate, ma sono rimasto profondamente deluso.
Come giustamente ha dichiarato il regista, questa serie non ha nulla a che vedere col film "Il primo re", mi è sembrato un fumettone forse ben confezionato per ambientazione e fotografia ma dal ritmo lento e senza pathos. Anche lo scarso carisma dei protagonisti contribuisce allo scarso coinvolgimento dello spettatore, che scivola fatalmente verso una visione un po' sonnolenta velata di noia.
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Premetto che ho molto apprezzato i film di Matteo Rovere da "Un gioco da ragazze" in poi. Anche "Il primo re" mi è molto piaciuto e mi ha molto coinvolto, soprattutto per la descrizione del profondo conflitto tra ragione e religione magistralmente interpretato da Alessandro Borghi.
Dunque le mie aspettative erano elevate, ma sono rimasto profondamente deluso.
Come giustamente ha dichiarato il regista, questa serie non ha nulla a che vedere col film "Il primo re", mi è sembrato un fumettone forse ben confezionato per ambientazione e fotografia ma dal ritmo lento e senza pathos. Anche lo scarso carisma dei protagonisti contribuisce allo scarso coinvolgimento dello spettatore, che scivola fatalmente verso una visione un po' sonnolenta velata di noia.
Sembra che per l'ottimo Matteo Rovere, così come per altri registi (Woody Allen in primis) il passaggio dai film alle serie tv sia alquanto problematico.
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venerdì 27 novembre 2020
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ma il tanto strombazzato protolatino?
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Ne hanno fatto l'elemento portante del film, l'iniziativa eclatante che avrebbe significato la diversità rispetto agli altri sceneggiati volgarmente parlati inn una lingua moderna. va beh. Contenti loro. Allora questo protolatino gli abitanti del Lazio primitivo dell'VIII secolo A.C., lo parlavano veramente? Temo che se ora un abitante di quel ferino mondo primitivo vedesse e ascoltasse il film non capirebbe niente. Pur con la consulenza di dotti esperti (ma vorrei comunque sentire il loro giudizio) come hanno fatto a ricostruire un linguaggio che non ha doicumenti scritti, che nessuno ha mai sentito parlare, e di cui nessuno ha tramandato nulla? La vetero-lingua è stata infatti ricostruita (anzi no! costruita) sulla base di illazioni e supposizioni.
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Ne hanno fatto l'elemento portante del film, l'iniziativa eclatante che avrebbe significato la diversità rispetto agli altri sceneggiati volgarmente parlati inn una lingua moderna. va beh. Contenti loro. Allora questo protolatino gli abitanti del Lazio primitivo dell'VIII secolo A.C., lo parlavano veramente? Temo che se ora un abitante di quel ferino mondo primitivo vedesse e ascoltasse il film non capirebbe niente. Pur con la consulenza di dotti esperti (ma vorrei comunque sentire il loro giudizio) come hanno fatto a ricostruire un linguaggio che non ha doicumenti scritti, che nessuno ha mai sentito parlare, e di cui nessuno ha tramandato nulla? La vetero-lingua è stata infatti ricostruita (anzi no! costruita) sulla base di illazioni e supposizioni. Tutto il resto è silenzio.
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