fabio 3121
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venerdì 25 dicembre 2020
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immagini spettacolari ma trama già vista.
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il nuovo film diretto e interpretato da George Clooney è basato sul romanzo 'La distanza tra le stelle" ed è ambientato nel 2049 quando dei cataclismi climatici hanno reso l'aria irrespirabile. Nella stazione scientifica sita al Polo Nord tutto il personale scappa nei rifugi sotterranei tranne il dott. Augustine Lofthouse che decide di restarvi da solo e che cercherà di mettersi in contatto con la navicella spaziale Aether di ritorno dalla missione su un satellite di Giove. A sorpresa Augustine scopre che nella stazione si è nascosta una bambina che non parla e che porterà con sé su una motoslitta attraverso una bufera di neve per raggiungere un altro centro spaziale capace di aiutare gli austronauti di Aether a rientrare sulla Terra.
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il nuovo film diretto e interpretato da George Clooney è basato sul romanzo 'La distanza tra le stelle" ed è ambientato nel 2049 quando dei cataclismi climatici hanno reso l'aria irrespirabile. Nella stazione scientifica sita al Polo Nord tutto il personale scappa nei rifugi sotterranei tranne il dott. Augustine Lofthouse che decide di restarvi da solo e che cercherà di mettersi in contatto con la navicella spaziale Aether di ritorno dalla missione su un satellite di Giove. A sorpresa Augustine scopre che nella stazione si è nascosta una bambina che non parla e che porterà con sé su una motoslitta attraverso una bufera di neve per raggiungere un altro centro spaziale capace di aiutare gli austronauti di Aether a rientrare sulla Terra. Davvero belle le scene esterne girate sui ghiacciai e quelle della passeggiata degli austronauti costretti a uscire dalla navicella per aggiustare i guasti causati da una tempesta di meteoriti. Ottima l'interpretazione di George Clooney così come la sua regia; apprezzabile la scenografia della navicella. Eccezionali gli effetti speciali e il montaggio sonoro. Nonostante i tanti pregi, questa pellicola mostra però 2 difetti evidenti: sia la trama - incentrata sulle possibilità di vita oltre la Terra - che le scene interne ed esterne alla navicella spaziale sono già state viste in altri films di fantascienza quali Interstellar, Sopravvissuto - The Martian e il capolavoro Gravity (con lo stesso George Clooney cooprotagonista). Consigliata, pertanto, la visione agli appassionati del genere.
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franco fruciano
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venerdì 22 gennaio 2021
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uno sci-fi coi piedi per terra.
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Se vi aspettate un film di fantascienza, rimarrete delusi. Se vi aspettate di guardare un ottimo film, questo è quello giusto.
La fine del mondo, tema già utilizzato più volte in ambito cinematografico, ma qui magistralmente adoperato per affrontare il vero messaggio dell'autore: nulla è più importante degli affetti della propria famiglia.
Un uomo al tramonto dei suoi giorni, non solo per una catastrofe imminente, anzi, ormai irreversibile, ma anche per una salute che ormai ha abbandonato quasi completamente il suo corpo. Quest'uomo, fin'ora nascosto dallo scienziato quale egli è, rinomato, famoso, affermato, vuole riscattarsi da una vita dedita al solo lavoro.
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Se vi aspettate un film di fantascienza, rimarrete delusi. Se vi aspettate di guardare un ottimo film, questo è quello giusto.
La fine del mondo, tema già utilizzato più volte in ambito cinematografico, ma qui magistralmente adoperato per affrontare il vero messaggio dell'autore: nulla è più importante degli affetti della propria famiglia.
Un uomo al tramonto dei suoi giorni, non solo per una catastrofe imminente, anzi, ormai irreversibile, ma anche per una salute che ormai ha abbandonato quasi completamente il suo corpo. Quest'uomo, fin'ora nascosto dallo scienziato quale egli è, rinomato, famoso, affermato, vuole riscattarsi da una vita dedita al solo lavoro. Manca poco tempo e per riuscirci vuole aiutare qualcuno. Non con i soliti studi scientifici rivolti a tutta l'umanita', ma direttamente a delle persone, con un nome e una identità. In particolare una. In oltre, il destino, pare, (o forse non è il Destino?) voglia dargli altro carburante per potersi rasserenare, e gli affida il compito di occuparsi di una bambina. Un dovere di cui lui, troppo impegnato professionalmente, ha sempre declinato l'impegno. Ci sono indizi sparsi qua e là lungo il dipanarsi della pellicola, che anticipano un finale per nulla scontato. La doppia locazione dei personaggi protagonisti, (e si, non è solo il grandissimo George, a reggere il film, tra l'altro mi sono innamorato delle espressioni facciali di Caoillin Srpingall) permette di non annoiarsi un solo secondo. L'ambientazione spaziale è gratificante agli occhi e , personalmente anche alle orecchie, con un apprezzamento democristiano alla figlia di Kennedy in uno splendido brano durante una " passeggiata spaziale".
Era tanto che uno sci-fi non mi appassionava. Non i soliti alieni, i soliti laser, i soliti cunicoli bui oltre i quali il pericolo è imminente sotto forma di xenomorfi o ninja spaziali coi dread. Qui non si cerca di salvare la Terra, ma l'umanità, quei caratteri essenziali e distinguibili che ormai sembra siano andati persi.
Personalmente lo ritengo un ottimo film perché non ho cercato quello che non c'era: ho trovato ciò che volevano trasmettermi.
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eugenio
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domenica 27 dicembre 2020
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un uomo, il suo destino e una nuova speranza
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Anno 2049, l'umanità non è più come ce la immaginiamo e purtroppo non è una cosa positiva. Appare completamente ridotta ai minimi termini decimata da un misterioso quanto chissà si spera non profetico cataclisma. L'aria è diventata irrespirabile e i superstiti vivono relegati in rifugi sotterranei, tranne uno: il barbuto e smarrito Augustine, scienziato astronomo, di grande fama e ora solo e malato terminale, si erge come ultimo baluardo decadente in un avamposto artico, dove in attesa della fine, cerca di avvisare un’astronave in rotta di ritorno verso la Terra ma ignara degli eventi che l’hanno resa inabitabile, di non tornare indietro.
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Anno 2049, l'umanità non è più come ce la immaginiamo e purtroppo non è una cosa positiva. Appare completamente ridotta ai minimi termini decimata da un misterioso quanto chissà si spera non profetico cataclisma. L'aria è diventata irrespirabile e i superstiti vivono relegati in rifugi sotterranei, tranne uno: il barbuto e smarrito Augustine, scienziato astronomo, di grande fama e ora solo e malato terminale, si erge come ultimo baluardo decadente in un avamposto artico, dove in attesa della fine, cerca di avvisare un’astronave in rotta di ritorno verso la Terra ma ignara degli eventi che l’hanno resa inabitabile, di non tornare indietro.
A bordo tra i membri dell'equipaggio, una giovane coppia di astronauti innamorata con lei che aspetta un bambino e una buona notizia che potrà salvare l'umanità ovvero la scoperta di K-23, un pianeta perfetto per la razza umana, da colonizzare e già in parte esplorato, utile per un nuovo inizio.
Ma non sarà facile per Augustine riuscire a comunicare con gli astronauti, considerando che tempeste atmosferiche e strane presenze, come quella di una misteriosa bambina dal nome di un fiore, Iris, metteranno a dura prova i nervi e la già precaria salute del nostro protagonista interpretato da un "consumato" George Clooney anche in veste di regista.
E qui il primo ma. Perché The Midnight Sky, tra distopia e fantascienza, tra survival movie e commedia esistenziale drammatica, non riesce mai a trovare una sua precisa collocazione attingendo a tantissimi altri titoli venuti prima di lui (ma soprattutto al romanzo La distanza tra le stelle) vedi, Snowpiercer Interstellar, Gravity The Last of Us senza tuttavia riuscire a trovare un guizzo di personale originalità nel filone del cinema d'autore di genere superficialmente abbozzato come il tema dell’esplorazione e la fiducia nella scienza quale ultima speranza umana.
Coniugando due vicende apparentemente slegate, la lotta esistenziale con la ricerca spaziale, l'infinitamente piccolo a confronto con la grande profondità dell’ignoto che trovano nel nostro Augustine il cuore fondante di un’unione precaria, The Midnight Sky -e questo è il secondo ma- appare troppo retorico e abbastanza e discutibilmente prevedibile nell'intreccio, malgrado un fotografia pulita (le location nei paesi baltici hanno aiutato molto) e una certa predisposizione al colpo di scena ad ogni costo.
Parla troppo il film- il terzo ma- nelle sue ridondanti e a tratti pretestuose scene ed è questo un peccato. Comunica un'idea di fondo estremamente potente e sagace come il rapporto tutto leopardiano tra uomo e natura, il delicato leitmotiv del cambiamento climatico e le insane conseguenze provocate dall'uomo nella rovina del suo stesso habitat naturale non perseguendo in questo filone ma continuando a basculare con flashback spesso inutili e un presente fatto di un dolore vivo e persistente.
Troppo netta appare la divisione, la dicotomia Terra- spazio, profonda cesura che non riesce mai ad amalgamarsi rendendo le storie figlie di un intreccio comune. Il tema della speranza, la nascita di una coppia di novelli Adamo ed Eva colonizzatori di un pianeta simile al nostro completamente da “rifondare” è poetico e struggente, permeato dalla fiducia di fondo nella scienza ma in The Midnight Sky lo sviluppo è confuso. Prevale un profondo senso di fallimento e soprattutto di disillusione che nega il principio stesso del film nei confronti di quel futuro in cui lo spazio e il lavoro scientifico rappresentano l'unica forma, sembra dirci Clooney di conoscenza che consente all’umanità una salvezza post-Armageddon.
E questo è ciò che resta di una pellicola che parte come un diesel ma purtroppo quando, dopo molto tempo, ingrana a fatica, ha la benzina oramai perennemente in riserva. Per sua fortuna, la stazione di servizio dell'autostrada del cinema, gli va in soccorso con un pieno di paesaggi innevati, tramonti di cieli artici e spazi celesti che ci restituiscono a noi spettatori una gioia sincera ma effimera. Fino al prossimo self service.
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felicity
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venerdì 28 maggio 2021
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sci-fi apocalittico sul tema della famiglia
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In The Midnight Sky l’apocalisse è già avvenuta e a noi non resta che raccogliere le tracce di un mondo spento, senza più colori.
Certo la tecnologia funziona ancora, anzi è l’unica che ancora può dare una possibilità di futuro a quel che resta del mondo.
In fondo The Midnight Sky racconta di due lockdown che cercano di parlarsi e di sopravvivere a loro stessi. Sia Augustine sia l’equipaggio di Aether vivono dentro un set, nella confort zone di uno spazio chiuso iper-tecnologizzato, auto-sufficiente. Non a caso quando sono costretti a uscire, a muoversi, cominciano i guai, gli incidenti, le minacce atmosferiche.
The Midnight Sky è un film “piccolo” e a suo modo umile anche quando gioca la carta dello spettacolo.
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In The Midnight Sky l’apocalisse è già avvenuta e a noi non resta che raccogliere le tracce di un mondo spento, senza più colori.
Certo la tecnologia funziona ancora, anzi è l’unica che ancora può dare una possibilità di futuro a quel che resta del mondo.
In fondo The Midnight Sky racconta di due lockdown che cercano di parlarsi e di sopravvivere a loro stessi. Sia Augustine sia l’equipaggio di Aether vivono dentro un set, nella confort zone di uno spazio chiuso iper-tecnologizzato, auto-sufficiente. Non a caso quando sono costretti a uscire, a muoversi, cominciano i guai, gli incidenti, le minacce atmosferiche.
The Midnight Sky è un film “piccolo” e a suo modo umile anche quando gioca la carta dello spettacolo.
Clooney si inserisce nel solco tracciato dai due grandi classici della fantascienza filosofico-catastrofista sfornati a Hollywood negli ultimi dieci anni.
Del Gravity di Alfonso Cuaròn cita apertamente la sequenza dei meteoriti e la riflessione sul rapporto genitore-figlia. Mentre la struttura narrativa e la celebrazione dell’istinto di sopravvivenza ricordano The Martian di Ridley Scott.
Sono indizi che confermano ancora una volta la natura mimetica e intimamente postmoderna del Clooney cineasta.
Un cinema il suo che non si inventa mai veramente da solo e che ogni volta pare ossessionato nell’adattare lo sguardo e la messa in scena alla materia trattata e all’immaginario cinematografico di riferimento. Come se, per esistere, avesse costantemente bisogno di un’elaborazione concettuale ancor prima di un’esigenza pura di filmare. E questo ovviamente può non piacere a tutti. Ma Clooney è sempre stato più un lucido teorico che un fine narratore.
In The Midnight Sky conferma queste caratteristiche, trovando però un dolore, un’essenzialità e un sentimento che non gli riconoscevamo dai tempi de Le idi di marzo. E realizza quello che molto probabilmente è il suo film sulla famiglia, il più sofferto e dentro al suo tempo.
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alessandro de felice
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martedì 27 luglio 2021
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ne andasse bene una…
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Tratto da un libro..che mi guarderò bene dal leggere a questo punto...un film dove tutto quello che può andare male..tranquilli lo andrà!
la Terra viene distrutta da noi stessi, il perché non importa; Clooney ti dicono già all inizio che dovrà , comunque, morire; la ragazzina ( la migliore del film pur dicendo una sola frase) è solo un fantasma di Clooney; nei flashback drammi su drammi per Clooney; nello spazio l astronave di ritorno sulla Terra perde un membro per un uscita spaziale e due membri perché decidono di rientrare sulla Terra pur sapendo di morire; nell ultimo colloquio tra Clooney e la Jones si scopre pure che lei è la di lui figlia!!!.
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Tratto da un libro..che mi guarderò bene dal leggere a questo punto...un film dove tutto quello che può andare male..tranquilli lo andrà!
la Terra viene distrutta da noi stessi, il perché non importa; Clooney ti dicono già all inizio che dovrà , comunque, morire; la ragazzina ( la migliore del film pur dicendo una sola frase) è solo un fantasma di Clooney; nei flashback drammi su drammi per Clooney; nello spazio l astronave di ritorno sulla Terra perde un membro per un uscita spaziale e due membri perché decidono di rientrare sulla Terra pur sapendo di morire; nell ultimo colloquio tra Clooney e la Jones si scopre pure che lei è la di lui figlia!!!..alla fine novelli Adamo ed Eva i superstiti riprendono la via delle stelle.
Come film portarogne non ha eguali o quasi..tanto che alla fine ti ci addormenti quasi sopra perché non se ne può più di ielle consequenziali.
visto e ...presto dimenticato.
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lizzy
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giovedì 24 dicembre 2020
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l''alba della fine... l''alba dopo la fine...
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Indubbiamente un capolavoro.
Clooney, ormai maturato, sa tenere le redini anche da solo di un intero film, un film di quelli non banali e, sebbene esso sia farcito qua e la da "cose impossibili" nella normale vita di tutti noi (sicuramente la luna di Giove che si riscalda da se ed è adatta per la vita mi è rimasta difficile da mandar giù pur con tutta la "sospensione dell'incredulità" del caso), e di qualche chiaro ripescaggio di situazioni stile "Il sesto senso" o "Gravity" (non specifico per non spoilerare nulla), resta comunque un gran lavoro con una grande interpretazione.
Qua veramente, la piccola Iris (!) a parte, tutti gli altri fanno da buon contorno.
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Indubbiamente un capolavoro.
Clooney, ormai maturato, sa tenere le redini anche da solo di un intero film, un film di quelli non banali e, sebbene esso sia farcito qua e la da "cose impossibili" nella normale vita di tutti noi (sicuramente la luna di Giove che si riscalda da se ed è adatta per la vita mi è rimasta difficile da mandar giù pur con tutta la "sospensione dell'incredulità" del caso), e di qualche chiaro ripescaggio di situazioni stile "Il sesto senso" o "Gravity" (non specifico per non spoilerare nulla), resta comunque un gran lavoro con una grande interpretazione.
Qua veramente, la piccola Iris (!) a parte, tutti gli altri fanno da buon contorno... ma la parte del leone la fa lui, anche come regista.
Inutile parlare delle scenografie e degli allestimenti, assieme agli effetti speciali: ormai abbiamo delle creazioni che sono quasi allo "stato dell'arte".
Bello tutto, anche se il finale è scontatissimo e telefonato fin da circa metà del film.
Avevo apprezzato molto Clooney nella non banale riedizione di "Solaris", qua lo ritrovo con lo stesso mood, ma molto più, se possibile, in parte.
Bravo George: avanti così!
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