Fabrizio Tassi
Cineforum
Un mondo immobile, immutabile. C'è il padrone, che vive in città, e non ha mai i soldi per pagare gli stipendi. E ci sono gli operai, che ogni giorno ripetono gli stessi gesti, e accettano il loro destino (il giogo, l'ingiustizia di un potere senza regole) come fosse inevitabile, invincibile, imperscrutabile. Nessuno protesta, in quella cava in cui si fabbricano mattoni, con le sue misere casupole in cui vivono intere famiglie: tutti si lamentano sottovoce, tutti chiedono uno sforzo al padrone, ma lui trova sempre il modo di promettere e rimandare, contando sulla devota soggezione dei suoi lavoratori, sulla paura di perdere anche quel poco che hanno. [...]
di Fabrizio Tassi, articolo completo (4086 caratteri spazi inclusi) su Cineforum 12 settembre 2020