carla francesca catanese
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sabato 5 settembre 2020
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the wastland, il caleidoscopio nero di baharami
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Un bianco e nero perfetto e funesto asseconda la regia - lenta, implacabile, quasi persecutoria - attorno ad uno squarcio di Iran, mentre nel deserto si aggira la Storia. Che, come il Tempo, è inesorabile. Il regista Ahmad Bahrami in Dashte Khamoush (The Wasteland, Sezione Orizzonti- Venezia 77) testimonia, con una cifra espressiva volutamente scarna, la realtà tra possesso e profitto. Si cambia: è la Storia. E lo dice con la piccola storia di una fabbrica di manufatti in mattoni, non più competitiva rispetto al cemento e al blocco. Ce lo dice compulsivamente - Bahrami - a ribadire, a consegnare, a trascinare lo spettatore in tutte le prospettive possibili di questo scarto.
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Un bianco e nero perfetto e funesto asseconda la regia - lenta, implacabile, quasi persecutoria - attorno ad uno squarcio di Iran, mentre nel deserto si aggira la Storia. Che, come il Tempo, è inesorabile. Il regista Ahmad Bahrami in Dashte Khamoush (The Wasteland, Sezione Orizzonti- Venezia 77) testimonia, con una cifra espressiva volutamente scarna, la realtà tra possesso e profitto. Si cambia: è la Storia. E lo dice con la piccola storia di una fabbrica di manufatti in mattoni, non più competitiva rispetto al cemento e al blocco. Ce lo dice compulsivamente - Bahrami - a ribadire, a consegnare, a trascinare lo spettatore in tutte le prospettive possibili di questo scarto. Oppressione e Potere. Una enorme storia che si risolve nello sparuto gruppo di personaggi che popolano la fornace ai confini diradati del nulla, dove invece dirompe - per contrasto - la saturazione del dramma.
Che, come contraltare al realismo più acuto, ribolle un microcosmo di pulsioni da sempre abitate nell’uomo, pur nella latitudine ultima, pur in uno scorcio di mondo quasi perduto, pur nello scollo di etnie, pur nella infinitesimale rete di legami. Lì - tra una carezza al bestiame, la muta schiera di gesti senza destino e un pezzo di ghiaccio che pesa la solitudine - Baharami coglie la tragica essenza dell’Amore.
[a tradursi in Orrore]
Imperdibile.
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daniela montanari
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venerdì 4 settembre 2020
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il bianco e il nero per immaginare tutto
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In pieno deserto c'è una fabbrica di mattoni che occupa alcune famiglie. Il proprietario, pur avendo resistito il più a lungo possibile, riunisce tutti gli operai per metterli al corrente che hanno un giorno di tempo per cercare un altro riparo e, soprattutto, un altro lavoro.
Loftollah è nato in quella fabbrica, è solo al mondo, è l'uomo di fiducia del dirigente eppure è molto chiacchierato dagli operai, che non perdono occasione per informare "il padrone" di stare attento ai suoi comportamenti.
Loftollah, per contro, cerca di accontentare tutti e, soprattutto, stempera gli animi accalorati degli operai di diverse etnie religiose.
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In pieno deserto c'è una fabbrica di mattoni che occupa alcune famiglie. Il proprietario, pur avendo resistito il più a lungo possibile, riunisce tutti gli operai per metterli al corrente che hanno un giorno di tempo per cercare un altro riparo e, soprattutto, un altro lavoro.
Loftollah è nato in quella fabbrica, è solo al mondo, è l'uomo di fiducia del dirigente eppure è molto chiacchierato dagli operai, che non perdono occasione per informare "il padrone" di stare attento ai suoi comportamenti.
Loftollah, per contro, cerca di accontentare tutti e, soprattutto, stempera gli animi accalorati degli operai di diverse etnie religiose. E' innamorato di Sarvar, una donna misteriosa che lui accompagna in città ogni giovedì.
La scelta di regia teatrale ha un effetto a tratti quasi ipnotico, nella lentezza dei fotogrammi, nella ripetizione delle scene viste da più angolazioni ed il bianco e nero isolano la pellicola confezionandola nobilmente. I mattoni che gli operai fanno nascere dal fango bucano lo schermo pieni di colore: quelli che lo spettatore immagina, con la polvere mossa dal vento caldo, rosata, rossa, sporca, che non va più via.
Ahmad Bahrami è un regista iraniano scelto per la categoria Orizzonti, in questo suo debutto che non è un debutto (la prima pellicola è ancora) e i personaggi e le scene che ha filmato per questo suo lavoro, hanno davvero un grande potere magnetico.
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