Fellini Fine Mai |
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Un film di Eugenio Cappuccio.
Con Christina Engelhardt, Gabriella Giorgelli, Andrea De Carlo, Francesca F. Fellini.
continua»
Documentario,
durata 80 min.
- Italia 2019.
MYMONETRO
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Il vero realista è il visionario
di Federico PerriconeFeedback: 102 | altri commenti e recensioni di Federico Perricone |
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domenica 2 febbraio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho visto Fellini Fine Mai inizialmente con un po' di scetticismo. Temevo di trovarmi di fronte all'ennesimo documentario fatto di filmati di repertorio e spezzoni di opere già visti, uniti insieme dalla sola necessità di celebrare il centesimo anniversario della nascita del maestro. Ma il documentario (che documentario soltanto non è) porta la firma di Eugenio Cappuccio e, come in fondo mi attendevo, si è rivelato essere forse il più sincero e originale lavoro dedicato al grande artista.
Il film è nettamente diviso in due parti.
La prima è raccontata in prima persona da Cappuccio, che di Fellini è stato assistente, attraverso i suoi ricordi e quelli di Milo Manara, di Antonello Ghelen e - in particolare - di Andrea De Carlo e di Sergio Rubini, che - come Cappuccio - hanno avuto il privilegio di iniziare la loro carriera insieme al grande artista. "Fellini dava fiducia ai giovani, e tanta", dice Cappuccio, ed è in questa frase, e nelle immagini che sapientemente sceglie per illustrare il suo racconto, che il regista ci offre - da subito - un'interessante chiave di lettura. Perché ciò che interessa a Cappuccio non è riproporre uno sterile quanto inutile elenco delle opere e delle immagini del regista, bensì dimostrare come tutta l'opera di Fellini altro non sia che una "ininterrotta poesia sulla vita", un lungo sogno fantastico del quale si sono nutriti giovani sognatori come Cappuccio e del quale dovrebbero nutrirsi i giovani sognatori di oggi e di domani.
La seconda parte è completamente diversa, sia nei contenuti che nella forma. Non escludo che tale cesura, lo scarto stilistico che rompe nettamente la continuità del film, possa da alcuni essere vista come un difetto narrativo, ma - a mio avviso - lo straniamento che tale rottura produce è tutt'altro che casuale. "Il vero realista è il visionario", diceva Fellini. Cappuccio ci emancipa dalla realtà contingente del Fellini regista e, con un "colpo di scena" di rado possibile in un'opera di matrice documentaristica, ci porta altrove, nel mondo assolutamente reale della sua capacità visionaria. Cappuccio smette di documentare Fellini e, attraverso la vicenda misteriosa, onirica, inquietante della preparazione di "Viaggio a Tulun" (uno dei film che il regista concepì, ma non potè realizzare), ci propone il racconto più vero e originale, quello del Fellini uomo.
Fellini Fine Mai non è quindi, o solamente, un documentario, ma un film sulla vita, sul valore dei sogni e sulla necessità che tutti abbiamo, oggi come ieri, di avere tra noi qualcuno che ne sappia fare.
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