Tra Cina, Usa e Corea le matriarche guidano una riscossa umanista
di Gabriele Porro Cult Week
C'è un personaggio, forse inevitabilmente femminile con la sua carica di vita donata e resilienza umana, al centro di alcuni tra i film recenti più interessanti che raccontano esperienze di vita, battaglie quotidiane, scambi con il mondo esterno dell'estremo oriente, incarnato da protagonisti prototipo ma al tempo stesso unici nel loro essere e raccontarsi. A questo personaggio è demandato il ruolo primario di resistere, alzando la bandiera del "restiamo umani", all'odierna rapacità (proprio nel senso che Stroheim diede a quel termine-titolo del suo capolavoro, cioè cieco desiderio di danaro e status ad esso collegato), all'ineluttabile, irresistibile prevalenza del lato economico, moderno, vincente con la sua apparente intrinseca razionalità in tutte le declinazioni presenti del capitalismo, dagli Usa alla Cina, capace di gestire il potere e condizionare i governi del mondo intero. [...]
di Gabriele Porro, articolo completo (7219 caratteri spazi inclusi) su Cult Week 30 dicembre 2021