Walter Veltroni porta sullo schermo un road movie di "buoni sentimenti". Forse troppi, come le infinite citazioni cinematografiche a corredo: la prima regia "di finzione" è francamente rivedibile
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
Non è facile fare un film. Ancor più arduo è riuscire a fare film che funzionino. Farne di belli, poi, certe volte è addirittura miracoloso.
Walter Veltroni, lo sappiamo, di film belli ne ha visti moltissimi. E per il suo esordio da regista con un lungometraggio di finzione (dopo 4 documentari e 3 serie tv sempre declinate sul reale) non fa mistero di ispirarsi ai grandi maestri del nostro cinema (e non solo), per poi provare ad omaggiarli.
Scrive (insieme a Doriana Leondeff) e dirige C'è tempo (l'omaggio qui è a Fossati, non all'omonimo libro di Andrea Scanzi. [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (3949 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 5 marzo 2019