Quando eravamo fratelli

Portorico, sobborgo di New York

Una famiglia portoricana di dropout, in un sobborgo nel Nord dello Stato di New York. Tre fratelli, la madre, il padre. I bambini li guardano, come sempre: i genitori si picchiano, fanno sesso, vanno via di casa, ritornano. Un film di maniera, derivativo e in fondo prevedibile in ogni scelta estetica, dal montaggio sfranto alla voce poetica fuori campo, dall'insistere sulla fisicità promiscua alle sequenze animate che prendono spunto dai disegni di uno dei bambini, e anche negli sviluppi narrativi del classico genere coming of age (entrata nell'età adulta). Molto simile a tanto cinema poetico - indipendente sui marginali, e molto già visto: un po' Un sogno chiamato Florida, un po' i primi film di Roberto Minervini con echi di Terrence Malick, un po' Re della terra selvaggia. Ma meno interessante di tutti questi: anche se, come si dice, i bambini al cinema sono sempre intensi. Presentato al Sundance film festival l'anno scorso.
Da La Repubblica, 16 maggio 2019


di Emiliano Morreale, 16 maggio 2019