paolomiki
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lunedì 26 febbraio 2018
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missione fallita
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Si è cercato in tutti i modi di sensibilizzare l'elettorato ad un passo dalle sospirate elezioni dopo sette anni di regime che ci ha portato al tracollo morale e che ha fatto emigrare centinaia di migliaia di giovani verso altri stati più cazzuti o forse più normalmente a favore dei propri cittadini. Si è cercato inutilmente di insegnare agli appena diciottenni che votare a destra è come votare il demonio.Si è cercato inutilmente di mettere in guardia gli anziani contro un ritorno della destra in italia.Si è cercato di ridicolizzare un uomo che non è mai riuscito e forse non riuscirà mai a raccontarci del perchè di tanta sudditanza verso i tedeschi.
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Si è cercato in tutti i modi di sensibilizzare l'elettorato ad un passo dalle sospirate elezioni dopo sette anni di regime che ci ha portato al tracollo morale e che ha fatto emigrare centinaia di migliaia di giovani verso altri stati più cazzuti o forse più normalmente a favore dei propri cittadini. Si è cercato inutilmente di insegnare agli appena diciottenni che votare a destra è come votare il demonio.Si è cercato inutilmente di mettere in guardia gli anziani contro un ritorno della destra in italia.Si è cercato di ridicolizzare un uomo che non è mai riuscito e forse non riuscirà mai a raccontarci del perchè di tanta sudditanza verso i tedeschi.Ma si deve essere veramente stupidi a non capire che la sudditanza verso i tedeschi è ancora attuale e granitica e che non si chiama più hitler ma banca centrale europea.Insomma questo film ha semplicemente sottolineato forse inconsapevolmente la profonda e tetra solitudine del Duce anche dopo aver avuto la seconda possibilità di educare un popolo che sembra allo sbando.Secondo me,ha ottenuto l'effetto contrario.Una stella solo per la straordinaria interpretazione di Massimo Popolizio che da solo tiene in piedi una barca piena di falle!!
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roby82
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martedì 20 febbraio 2018
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il meglio e il peggio
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Film che ti metto addosso una certa rabbia. Rabbia perché il film più che puntare sulla bravura di Propizio nel recitare i panni del Duce, o sulla trama totalmente assente, mostra la profonda ignoranza, mente decerebrata, idiozia, e povertà mentale del popolo Italiano. Se poco poco disprezzate gli Italiani, e siete antifascisti, bè vedere quei mentecatti fare il saluto fascista e sorridere, ve lo farà odiare. Credo sinceramente che non sia ne il momento giusto, ne l'idea giusta quella di mettere un attore e farlo girare per Roma vestito da Duce. Il film è una palese presa per i fondelli del popolo, e che gli Italiani siano dementi lo si sapeva senza neanche filmarlo.
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Film che ti metto addosso una certa rabbia. Rabbia perché il film più che puntare sulla bravura di Propizio nel recitare i panni del Duce, o sulla trama totalmente assente, mostra la profonda ignoranza, mente decerebrata, idiozia, e povertà mentale del popolo Italiano. Se poco poco disprezzate gli Italiani, e siete antifascisti, bè vedere quei mentecatti fare il saluto fascista e sorridere, ve lo farà odiare. Credo sinceramente che non sia ne il momento giusto, ne l'idea giusta quella di mettere un attore e farlo girare per Roma vestito da Duce. Il film è una palese presa per i fondelli del popolo, e che gli Italiani siano dementi lo si sapeva senza neanche filmarlo.
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ilbak
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martedì 20 febbraio 2018
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una cover dei rammstein... cantata in napoletano.
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Riproporre un'opera non è di per se sbagliato, anzi: se rielaborata e arricchita può diventare qualcosa di molto interessante...
"Lui è tornato" offriva un'idea molto suggestiva e anche provocatoria perchè proposta in un paese (la Germania) che ancora fa i conti col suo passato ma che comunque ha trovato (con i suoi chiari ed i suoi scuri ovviamente) un posto di primo piano nell'assetto politico europeo...
"Sono tornato" è copia conforme di quel film uscito solo due anni fa. La differenza sostanziale sta nel fatto che si perde tutta la carica provocatoria offrendo la stessa suggestione in un paese (l'Italia) che i conti col suoi passato con li ha ancora fatti e anzi sta tornando alle ideologie di un tempo.
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Riproporre un'opera non è di per se sbagliato, anzi: se rielaborata e arricchita può diventare qualcosa di molto interessante...
"Lui è tornato" offriva un'idea molto suggestiva e anche provocatoria perchè proposta in un paese (la Germania) che ancora fa i conti col suo passato ma che comunque ha trovato (con i suoi chiari ed i suoi scuri ovviamente) un posto di primo piano nell'assetto politico europeo...
"Sono tornato" è copia conforme di quel film uscito solo due anni fa. La differenza sostanziale sta nel fatto che si perde tutta la carica provocatoria offrendo la stessa suggestione in un paese (l'Italia) che i conti col suoi passato con li ha ancora fatti e anzi sta tornando alle ideologie di un tempo.
L'unica cosa di cui è giusto ridere, guardando questo film, è un'industria cinematografica italiana che è sempre pronta a finanziare grandi campagne "anti-qualcosa" per tentare di salvare se stessa ma non è mai pronta ad investire su qualità e modernità.
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taksirat
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lunedì 19 febbraio 2018
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consiglio la visione fate presto.
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Poco pubblicizzato! Come la maggior parte delle persone che hanno visto il film, penso sia stato un leggero velo a dividere il ricordo del suo operato ed il plagio, comunque i pro ed i contro Mussolini hanno interpetrato il film come voleva il regista. A me ed alla mia famiglia è piaciuto.
Consiglio la visione a tutti.
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taksirat
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lunedì 19 febbraio 2018
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poco pubblicizzato
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Se pur poco pubblicizzato, in tanti lo hanno visto. A me è piaciuto!
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ninoraffa
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mercoledì 14 febbraio 2018
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l'impotenza della memoria
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Certe idee per ora si aggirano disinvolte dalle nostre parti, e anche altrove. Nazionalismo e razzismo si vendono bene nei mercati elettorali e il cinema ne tiene conto. Dopo il ritorno di Hitler a Berlino, ecco Mussolini redivivo a Roma. In attesa di Stalin, e perché no?, di Salazar, Ceausescu e Franco. Se il botteghino risponde, il secolo delle idee assassine è un ricchissimo filone di malaugurate resurrezioni ancora tutto da sfruttare.
Una mattina il Duce piove letteralmente dal cielo su un campetto di calcio dell’Esquilino; indossa l’uniforme verde militare con gli stivali ancora legati dal cappio di Piazzale Loreto. I ragazzini che non lo riconoscono parlano un perfetto romanesco ma non sembrano di pura razza italica; dai volti che comincia a incontrare per le strade lo spaesato Benito teme di essere piombato ad Adis Abeba.
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Certe idee per ora si aggirano disinvolte dalle nostre parti, e anche altrove. Nazionalismo e razzismo si vendono bene nei mercati elettorali e il cinema ne tiene conto. Dopo il ritorno di Hitler a Berlino, ecco Mussolini redivivo a Roma. In attesa di Stalin, e perché no?, di Salazar, Ceausescu e Franco. Se il botteghino risponde, il secolo delle idee assassine è un ricchissimo filone di malaugurate resurrezioni ancora tutto da sfruttare.
Una mattina il Duce piove letteralmente dal cielo su un campetto di calcio dell’Esquilino; indossa l’uniforme verde militare con gli stivali ancora legati dal cappio di Piazzale Loreto. I ragazzini che non lo riconoscono parlano un perfetto romanesco ma non sembrano di pura razza italica; dai volti che comincia a incontrare per le strade lo spaesato Benito teme di essere piombato ad Adis Abeba.
Dopo un rapido corso di aggiornamento in edicola sugl’ultimi settant’anni che si è perso, conclude che i politici attuali, pur imitandolo, sono piuttosto scarsi; decide quindi di riconquistare l’ltalia, e mentre c’è, di rifare anche l’impero. Non passa inosservato: un aspirante regista mezzo sfigato nota il personaggio e riesce a lanciarlo in televisione, dove naturalmente riscuote grande successo.
L’imitatore che sfonda in tv e sul web dichiara di essere Mussolini, rispolverando atteggiamenti e slogan senza nascondersi. La propaganda l’ho inventata io, ribatte a chi vorrebbe insegnargli il mestiere. Nel mondo della post-verità e dei politici indistinguibili dalle loro parodie, diverte la caricatura di Mussolini o è desiderio di rivederlo vero? Crediamo veramente sia un attore, o è pretesto per l’inconfessabile voglia dell’originale?
“Sono Tornato” ricalca quasi alla lettera la pellicola tedesca “Lui è tornato” (2015), tratta dall’omonimo romanzo, in cui è Hitler a emergere miracolosamente dal terreno sopra il bunker della cancelleria, a due passi dalla Porta di Brandeburgo. Bravo, nella versione italiana, Massimo Popolizio nei panni del protagonista. Sceneggiatura e testi deboli: avremmo apprezzato un Mussolini più cattivo, più corrosivo della nostra malandata società, delle sue false sicurezze e ipocrisie; un Mussolini ancora meno politicamente corretto ed egualmente applaudito dal pubblico. Un più crudo contrasto tra le sue idee, forti e aberranti, e le nostre debolezze avrebbe senz’altro rafforzato il segnale d’allarme.
Tra i tanti spettatori, pochi riconoscono Mussolini per quello che è: la mostruosità che incarna e rappresenta; pochissimi comprendono l’annunzio sinistro del suo ritorno; molti approvano, qualcuno più furbo pensa di sfruttarlo per gli affari e la carriera. La versione originale focalizza meglio la figura di Katia Bellini, ambiziosa direttrice televisiva, priva di scrupoli nel cavalcare l’audience e affatto preoccupata dall’aver capito chi ha davanti. Si trova sempre una Leni Riefenstahl o un Albert Speer, esemplari del tradimento delle classi dirigenti, ingrediente fondamentale per questo tipo di tragedia.
La seconda marcia su Roma di Mussolini ha un’unica battuta d’arresto. L’uomo delle leggi razziali e delle migliaia di ebrei deportati ad Auschwitz, sin qui osannato, viene estromesso dalla televisione per aver sparato a un cagnolino. La nostra scala dei valori è questa: dilapidiamo la morale per proteggere i cagnolini, come consumiamo la grande invenzione della televisione per trasmettere programmi di cucina. Curioso che sia proprio il Duce a farcelo notare.
In ogni caso tutto si dimentica presto. Ormai la macchina degl’interessi mediatici si è messa in moto: grazie a Katia Bellini, che nel frattempo ha cambiato network, Lui tornerà presto in auge sugli schermi, fino a non sappiamo quali vette.
Il sonno della ragione crea i suoi mostri. I dittatori non piovono per caso: spesso siamo noi a guardare il Cielo in attesa. “Sono tornato” racconta una storia impossibile nei fatti e vera nel suo significato. Probabilmente già in atto.
La parte più inquietante del film è quella documentaristica, con gl’interventi di persone comuni fermate per strada o sul lavoro, indifferenti, o peggio concordi con Mussolini, magari dietro lo schermo d'insignificanti distinguo. Nell’ultima scena il Duce, con Katia a fianco, percorre le vie di Roma su un’auto d’epoca scoperta con l’autista in divisa. I passanti assistono allo strano revival: una donna fa le corna, un uomo alza il pugno chiuso, molti salutano allegri o scherzosi, troppi sollevano risoluti il braccio nel saluto fascista.
Il diavolo torna sempre a tentarci sul pinnacolo del tempio. La scena cruciale dell’originale tedesco si svolge su una terrazza che domina Berlino, dalle parti di Alexanderplatz. Fabien (il regista, Andrea nel film italiano), avendo finalmente capito, minaccia il dittatore con la pistola, accusandolo d’ingannare il popolo con la propaganda. Un tranquillissimo Hitler ha buon gioco a rispondergli: “Nel 1933 nessuno è stato ingannato da nessuna propaganda. Mi hanno scelto e avevo espresso le mie idee con molta chiarezza. La Germania mi ha eletto… E sa perché il popolo mi segue? Perché in fondo siete tutti come me: abbiamo gli stessi valori.”
Fabien gli spara facendolo precipitare nel vuoto. Un attimo dopo Hitler riappare vivo e vegeto alle sue spalle: “Non si può liberare di me. Sono una parte di lei… di tutti voi. Lo riconosca, non sono poi così male!”
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flaw54
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lunedì 12 febbraio 2018
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non decolla
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Idea non originale, ma interessante che però non viene sfruttata al meglio. Il ritorno di Mussolini nell' Italia di oggi dà inizio ad una serie di gag che però rimangono fini a se stesse e mantengono un' eccessiva dose di superficialità. La presenza di Frank Matano toglie poi qualsiasi possibilità al film è mi viene da chiedere come possa essere considerato un attore. Neppure la parte migliore secondo me è cioè L' esplosione razionale dell' anziana signora colta da Alzheimer è sfruttata a dovere e rimane una parentesi all' interno di una farsa alla fine della quale Mussolini risulta persino simpatico. Un' opera non riuscita.
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fabio.ferrante
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sabato 10 febbraio 2018
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scopiazzato a più non posso!
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Sembrava copiato di sana pianta da "lui è tornato", vecchietta, account e tutto il resto, girato nel 2014...persino alcune battute sono IDENTICHE... che fantasia!
Soldi buttati per un film già visto solo con personaggio storico diverso. (da Hitler a Mussolini).
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rosalbuccia
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giovedì 8 febbraio 2018
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un film da non perdere
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SONO TORNATO un film che farà storia. Un film che disturba chi ha scheletri dentro l'armadio. Un film che entusiasma le persone stanche di una politica sporca, corrotta. Un film per dare coraggio a vedere e intravedere la nostra ingenuità, il nostro poco coraggio, la nostra grossolanità del vivere quotidiano. Un film dove ridi e piangi davvero. Un film che ti farà pensare quanto sia necessario e importante ricordare ciò che la politica vuole farti dimenticare. Pieno di sentimento, giochi e trucchi di potere, e tanta ipocrisia pur di arrivare. Sarà apprezzato da chi desidera un cambiamento pulito. Disprezzato da chi vuole continuare a vivere con il solito sistema o semplicemente da chi non comprende le metafore del film.
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SONO TORNATO un film che farà storia. Un film che disturba chi ha scheletri dentro l'armadio. Un film che entusiasma le persone stanche di una politica sporca, corrotta. Un film per dare coraggio a vedere e intravedere la nostra ingenuità, il nostro poco coraggio, la nostra grossolanità del vivere quotidiano. Un film dove ridi e piangi davvero. Un film che ti farà pensare quanto sia necessario e importante ricordare ciò che la politica vuole farti dimenticare. Pieno di sentimento, giochi e trucchi di potere, e tanta ipocrisia pur di arrivare. Sarà apprezzato da chi desidera un cambiamento pulito. Disprezzato da chi vuole continuare a vivere con il solito sistema o semplicemente da chi non comprende le metafore del film. Merita più di 5 stelle. bravi.
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udiego
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giovedì 8 febbraio 2018
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solo lui è tornato
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Il 28 aprile 2017, a poco più di settant’anni dalla sua morte, nel pieno centro di Roma, atterra, direttamente dal cielo, il Duce. Dopo un primo momento di smarrimento, Mussolini capisce di essere nel 2017 e, dal suo punto di vista, trova un Paese messo peggio di come lo aveva lasciato. Decide così di riprendere in mano la situazione e di intraprendere questo viaggio per l’Italia per ricostruire “L’impero”. Il Duce verrà accompagnato dal regista Canaletti, il quale, convinto di trovarsi di fronte un attore molto ben calato nella sua parte, lo affiancherà in questo percorso con l’intento di realizzarne un documentario.
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Il 28 aprile 2017, a poco più di settant’anni dalla sua morte, nel pieno centro di Roma, atterra, direttamente dal cielo, il Duce. Dopo un primo momento di smarrimento, Mussolini capisce di essere nel 2017 e, dal suo punto di vista, trova un Paese messo peggio di come lo aveva lasciato. Decide così di riprendere in mano la situazione e di intraprendere questo viaggio per l’Italia per ricostruire “L’impero”. Il Duce verrà accompagnato dal regista Canaletti, il quale, convinto di trovarsi di fronte un attore molto ben calato nella sua parte, lo affiancherà in questo percorso con l’intento di realizzarne un documentario.
Con “Sono Tornato” Luca Miniero decide di portare al cinema uno spaccato socio-politico dell’Italia a circa un mese dall’elezione del nuovo Parlamento. Lo fa riportando in vita il personaggio più oscuro della storia del nostro Paese e provando a mettere in contrapposizione l’Italia della fine del fascismo all’Italia di oggi.
Il regista campano cerca di portare il tutto sul piano della commedia, provando a far riflettere lo spettatore senza appesantirgli troppo la visione. E se dal punto di vista dello humor la sceneggiatura, curata dallo stesso regista e da Nicola Guagliaone, riesce a muoversi in maniera soddisfacente con alcune scene e battute davvero esilaranti, non ugualmente soddisfacente si può considerare dal punto di vista dell’impatto che una tematica del genere dovrebbe avere nei confronti dello spettatore.
Miniero decide di concentrare tutte le sue forze sulla messa a nudo dell’uomo Mussolini, quale personaggio a se stante e completamente isolato dalla società, sia passata che futura. Nei vari passaggi e nella ricostruzione imparziale di Mussolini, Miniero tralascia, forse anche volutamente, il fatto che il personaggio Duce è tale nell’identificazione con l’ideologia fascista dell’epoca: paragonarlo ad altri leader politici che stanno calcando la scena politica nostrana in questo periodo, da Berlusconi a Grillo, da Renzi a Salvini, vuol dire decontestualizzare il personaggio da quel periodo storico.
Il Duce di “Sono Tornato” pare nient’altro che un uomo politico con idee ed obiettivi utopistici che nel corso della sua carriera ha perseguito grandi ideali, commettendo sbagli imperdonabili, talvolta crudeli. L’errore sta proprio qui: Mussolini per l’Italia non è stato solo un politico miope, che ha fatto scelte sbagliate; è stato il personaggio cardine della creazione di uno stato sociale devastante per l’Italia intera e non solo.
Per concludere il film di Luca Miniero raggiunge giudizi sufficienti dal punto di vista cinematografico: come commedia regala infatti allo spettatore una visione godibile, in certi frangenti divertente e con alcuni spunti di riflessione. Peccato si sia scelto di utilizzare un argomento che avrebbe permesso una più ampia visione della trasformazione della nostra società dal fascismo ad oggi.
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