samanta
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domenica 18 agosto 2019
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e' più facile entrare che uscire ...
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Il film, un thriller fantascientifico con venature horror, dopo un anno dall'uscita negli USA è arrivato solo adesso sugli schermi italiani, a causa di un flop commerciale rilevante: a fronte di un budget stimato in 15 milioni di $ ha avuto un incasso mondiale di 13 milioni di $.
Il regista è Drew Pearce (che è anche il soggettista, lo sceneggiatore e uno dei produttori) alla sua prima direzione cinematografica e qui sta il primo problema del film: la carenza di direzione oltre che della sceneggiatura. E' vero che bisogna farsi le ossa, ma quando si inizia la carriera della regia a 44 e si ha alle spalle solo delle modeste sceneggiature (Mission Impossible Rogue, Iron Man 3) ed alcune produzioni, i problemi sorgono o si ha un talento innato alla Ford o alla Hitchcock (ma questi registi quanti lavori hanno realizzato prima di diventare grandi .
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Il film, un thriller fantascientifico con venature horror, dopo un anno dall'uscita negli USA è arrivato solo adesso sugli schermi italiani, a causa di un flop commerciale rilevante: a fronte di un budget stimato in 15 milioni di $ ha avuto un incasso mondiale di 13 milioni di $.
Il regista è Drew Pearce (che è anche il soggettista, lo sceneggiatore e uno dei produttori) alla sua prima direzione cinematografica e qui sta il primo problema del film: la carenza di direzione oltre che della sceneggiatura. E' vero che bisogna farsi le ossa, ma quando si inizia la carriera della regia a 44 e si ha alle spalle solo delle modeste sceneggiature (Mission Impossible Rogue, Iron Man 3) ed alcune produzioni, i problemi sorgono o si ha un talento innato alla Ford o alla Hitchcock (ma questi registi quanti lavori hanno realizzato prima di diventare grandi ...), oppure si cerca di gestire alla meglio un film con una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. La realtà, a mio avviso, è che Hollywood ha una carenza notevole di registi e sceneggiatori bravi, le idee originali e gli Chazelle sono ora rari.
Il tema della nostra pellicola non è nuovo o particolarmente originale: alcune persono si trovano chiuse in albergo in una situazione di pericolo sia interno che esterno, il film rieccheggia numerose altre pellicole, tanto per citare: 7 sconosciuti a El Royale (anche lì un grande albergo con un solo dipendente tuttofare) o l'Hotel Continental di John Wick.
[Spoiler] In un futuro prossimo gli americani sono in rivolta per la privatizzazione dell'acqua le cui bollette se le possono permettere solo i ricchi (quasi come da noi). Los Angeles è in piena rivoluzione con massacri nelle strade tra i ribelli e la polizia, in questo caos i fratelli Sherman (Sterling K. Brown) e Lev (Brian Tyree Henry) dopo una rapina fallita in cui è stato ferito Lev, si rifugiano all'Hotel Artemis che è in realtà una clinica segreta delle organizzazioni criminali e gestita dall'infermeria Jean (Jodie Foster) e l'unico dipendente il gigantesco Everest (Dave Bautista). Nell'albergo si rifugiano la killer Nice (Sofia Bautella) che deve ammazzare un ospite trafficante d'armi e il boss ferito Wolf King (Jeff Goldblum, ricordate il prof. Malcolm di Jurassic Parck?) che si rivela il padrone dell'Hotel.
Il film mostra una sceneggiatura sfilacciata, con diverse incongruenze, ad esempio l'Hotel è ospitato in un gigantesco grattacielo, però le scene si svolgono in poche stanze e quasi nessuna ripresa esterna, non vi è un approfondimento psicologico della storia e dei personaggi e poca originalità, con notevoli difficoltà a comprendere lo svolgersi della vicenda, ad esempio a cominciare da Nice non si comprendono i motivi della sua missione oltretutto viene presentata nello stereotipo femminile di Rambo (tipologia ormai multipresente nei film, Atomica bionda docet), oppure appare non congruente e artificiosa con la trama la nota drammatica, attraverso flashback, del figlio di Jean che era stato ucciso dal boss Wolf King.
I dialoghi appaiono frammentari, conseguenti ad una sceneggiatura povera, abituata a film d'azione ridondanti di effetti speciali grandiosi che qui però non ci sono. Desta perplessità l'interpretazione di Jodie Foster che è stata una delle più brillanti attrici di Hollywood (Da Taxi Driver ai 2 Oscar per Sotto Accusa e Il Silenzio degli innocenti) ma che ha avuto un'involuzione artistica, mentre grandi attrici del passato come Katharine Hepburn o del presente come Meryl Streep, invecchiando hanno dato e danno il meglio di sé, invece Foster si è avvizzita nei personaggi interpretati, lo dimostrano anche gli ultimi film come Carnage o Mister Beaver che sono stati dei flop commerciali anche se come al solito adulati dalla critica. La recitazione degli altri comprimari appare più che diretta agitata dalla regia.
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felicity
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martedì 21 gennaio 2020
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svolgimento fiacco e senza spina dorsale
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Hotel Artemis è sprovvisto del respiro e dell'originalità che dovrebbe caratterizzare una pellicola di questo tenore, basandosi su elementi derivativi anche recenti. Tutti gli elementi della società criminale, così come la clinica, per esempio somigliano fin troppo al mondo di “John Wick” priva della sua dinamicità.
Nel suo complesso Hotel Artemis soffre di un cast in cui gli altri attori non riescono a tenere il passo di Jodie Foster (eccetto Goldblum) dando la sensazione allo spettatore di una disarmonia recitativa molto marcata che inficia anche il ritmo della storia che risulta piatta e telefonata per gran parte della sua durata.
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Hotel Artemis è sprovvisto del respiro e dell'originalità che dovrebbe caratterizzare una pellicola di questo tenore, basandosi su elementi derivativi anche recenti. Tutti gli elementi della società criminale, così come la clinica, per esempio somigliano fin troppo al mondo di “John Wick” priva della sua dinamicità.
Nel suo complesso Hotel Artemis soffre di un cast in cui gli altri attori non riescono a tenere il passo di Jodie Foster (eccetto Goldblum) dando la sensazione allo spettatore di una disarmonia recitativa molto marcata che inficia anche il ritmo della storia che risulta piatta e telefonata per gran parte della sua durata.
Hotel Artemis nel complesso risulta un’operazione citazionista poco convincente in cui il regista è travolto dall’amore per le sue passioni senza effettuarne alcuna nuova rielaborazione. Il regista ambisce a essere autoriale, ma nella difficoltà di gestire i diversi registri non riesce nemmeno a confezionare un prodotto di semplice divertimento.
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carloalberto
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lunedì 4 ottobre 2021
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continental
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Una Jodie Foster protagonista assoluta che, ormai matura, direi anziana e truccata per apparire più vecchia di quel che è, meraviglia si sia fatta coinvolgere in un filmetto tra il futuristico ed il fantascientifico, come tanti b-movie senza fantasia ambientato per l’ennesima volta in un prossimo futuro distopico, oramai divenuto un moderno topos dei film di questo genere. Pearce, sceneggiatore di serie televisive e di un Iron Man, si è cimentato per la prima e unica volta, fortunatamente, come regista in questa pellicola semi splatter, claustrofobica e senza senso, con un plot scontato che indugia nel drammatico lacrimevole, con personaggi stereotipati e fumettistici, tra cui campeggia quello della Foster, la sola ad avere un po’ di spessore umano, sebbene la storiella trita e ritrita del figlio perduto sia di una banalità convenzionale imbarazzante.
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Una Jodie Foster protagonista assoluta che, ormai matura, direi anziana e truccata per apparire più vecchia di quel che è, meraviglia si sia fatta coinvolgere in un filmetto tra il futuristico ed il fantascientifico, come tanti b-movie senza fantasia ambientato per l’ennesima volta in un prossimo futuro distopico, oramai divenuto un moderno topos dei film di questo genere. Pearce, sceneggiatore di serie televisive e di un Iron Man, si è cimentato per la prima e unica volta, fortunatamente, come regista in questa pellicola semi splatter, claustrofobica e senza senso, con un plot scontato che indugia nel drammatico lacrimevole, con personaggi stereotipati e fumettistici, tra cui campeggia quello della Foster, la sola ad avere un po’ di spessore umano, sebbene la storiella trita e ritrita del figlio perduto sia di una banalità convenzionale imbarazzante. Goldblum fa una particina, poco più che un cammeo, interpretando il malvagio boss della mafia che detta legge a Los Angeles e nulla aggiunge. L’ex wrestler Dave Bautista, che potrebbe fare la controfigura di Dwayne Johnson, è il tuttofare, guardia del corpo, addetto alla manutenzione dell’hotel Artemis, clinica rifugio, pronto soccorso, club esclusivo, per clienti pazienti criminali bisognosi di essere ricuciti dopo qualche sanguinoso scontro, molto, troppo simile all’hotel Continental di John Wick per non avere il sapore del già visto e rivisto nell’omonima serie.
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taty23
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giovedì 1 agosto 2019
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tra fantasy thriller e noir
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Jodie Foster protagonista assoluta nel film Hotel Artemis
Nel 2028 viene autorizzata la legge sulla privatizzazione dell’acqua. Le strade di Los Angeles sono bloccate, la popolazione è in totale agitazione e sta manifestando per tornare ad avere acqua pulita.
Nel caos più totale due uomini stanno scappando, hanno appena fallito un colpo in banca, sono finiti in uno scontro a fuoco con la polizia ed uno dei due è stato ferito gravemente.
L’unica speranza che hanno per sopravvivere è riuscire ad arrivare all’Hotel Artemis.
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Jodie Foster protagonista assoluta nel film Hotel Artemis
Nel 2028 viene autorizzata la legge sulla privatizzazione dell’acqua. Le strade di Los Angeles sono bloccate, la popolazione è in totale agitazione e sta manifestando per tornare ad avere acqua pulita.
Nel caos più totale due uomini stanno scappando, hanno appena fallito un colpo in banca, sono finiti in uno scontro a fuoco con la polizia ed uno dei due è stato ferito gravemente.
L’unica speranza che hanno per sopravvivere è riuscire ad arrivare all’Hotel Artemis. Un albergo apparentemente fatiscente, ma che nasconde un ipertecnologico pronto soccorso per soli criminali.
A gestire la struttura c’è una donna nota a tutti come l’Infermiera(Jodie Foster), il suo unico pensiero da vent’anni è quell’hotel e per lei quella notte è solo una notte di un mercoledì come tanti.
Hotel Artemis – Tra fantasy thriller e noir
Drew Pearce con Hotel Artemis fa il suo debutto alla regia, inoltre sceneggia il film e colloca la narrazione in un futuro non troppo lontano, creando una situazione estrema che risulta soltanto un semplice espediente narrativo per raccontare altro.
La vera storia si concentra dentro l’Hotel Artemis, nelle sue stanze retrò, in quell’atmosfera anni 20 che ricorda i fasti di un’epoca ormai perduta. Il lento decadimento della struttura riflette il logorio interiore dell’esistenza dei suoi occupanti, senza un’identità propria ed etichettati con il nome delle stanze a loro assegnate.
Un film sui contasti, dove passato e presente si intrecciano e dove gli arredi del vetusto hotel si amalgamano con la tecnologia del futuro. Se da una parte questa impostazione può risultare interessante, dall’altra è proprio lo sviluppo della trama che ne risente, con una storia che a tratti arranca e non si capisce dove voglia andare a parare.
Al centro delle varie storyline spicca quella dell’Infermiera, fulcro di questa impresa con delle ferree regole da seguire per potervi accedere. Jodie Foster ne incarna il personaggio con i suoi difetti ed imperfezioni, alla ricerca di un’espiazione difficile da trovare, purtroppo però a tratti risulta fin troppo forzato e poco convinto.
Un film multistrato dove alcuni personaggi risultano più funzionali di altri. Da citare l’assistente Everest interpretato da un convincente Dave Bautista, Sophie Bautella nel ruolo di Nice e Sterling K. Brown nelle vesti di Waikiki.
In conclusione
Hotel Artemis porta sullo schermo un thriller intimo, essenziale e con un finale che lascia l’amaro in bocca.
Aveva tutte le carte in regola sulla carta, ma non riesce ad avere quel quid in più per risultare davvero convincente e spiccare nei film di genere.
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