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rush
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domenica 6 giugno 2021
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bello
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Non essendo certamente un critico cinematografico mi permetto solo di dire la mia opinione da cinefilo. Il film è assolutamente godibile, ovviamente deve piacere il genere, anche se non si è fan dell'universo Marvel. È una pellicola che contiene molte sfaccettature, dall'azione ovviamente si passa a temi politici e anche drammatici. Vedi (attenzione a spoiler) colpi di stato e conseguente guerra civile. Mi dissocio totalmente da chi annovera il film nell'ambito del politicamente corretto in quanto si tratta di un supereroe di colore. La story line ci sta tutta quindi la scenografia nonostante qualche falla è di ottimo livello. Bel film consigliato!
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portiere volante
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domenica 24 marzo 2019
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wakanda nel cuore
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Ringraziando il cielo è uno dei pochi spinoff della saga Avengers che non viene a noia velocemente e brilla di luce propria .
A parte la veste grafica di indubbio valore c'è anche una storia strutturata alle spalle anche se parliamo di fantasia, fantascienza e spettacolo.
Wakanda è il futuro ma non dimentica il passato e le tradizioni.
In più vengono aggiunti anche diversi messaggi sociali non di poca importanza come il bene comune e la necessità di aprirsi agli altri
Buone le interpretazioni degli attori ed ottime le scene di azione , a me è piaciuto e lo consiglio a chi ancora non ne ha preso visione.
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fabio
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lunedì 25 febbraio 2019
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un eroe riletto in chiave disney
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Non dispiace questa trasposizione cinematografica del fumetto Marvel. Ottimo lavoro su costumi e scenografia, tra le cose migliori. La storia non colpisce per originalità.
Anzi è abbastanza scontato il corso degli eventi. Ma l'azione e gli effetti speciali non mancano.
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anto23
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giovedì 17 gennaio 2019
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mai visto nulla del genere
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Africa+tecnologia=spettacolo per gli occhi, musica per le orecchie ed emozioni per il cuore. Ovviamente deve piacere il genere cinecomic ma si puó benissimo apprezzare il film estrapolandolo dal contesto supereroi.
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pedro
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martedì 25 dicembre 2018
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lasciate stare
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Scusate. Faccio una cosa forse scorretta. Non scrivo la mia opinione ma la affido, poco sotto, a laurence316.
Un po’ perchè per un film “insulso” non vale la pena perdere molto tempo, ma soprattutto perchè condivido la sua opinione. Ha scritto in modo chiaro, certamente meglio di me, quel che penso di questo film (le prime 5 linee sono sufficenti per capire i contenuti).
Solo su una cosa non concordo parzialmente: un film come questo, se non ha un briciolo di ironia a salvarlo, merita una sola stella. Lasciate stare.
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marcloud
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mercoledì 21 novembre 2018
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wakanda ovvero ponti vs. muri
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È il classico film Marvel, con tutto il suo armamentario universalista come lieto fine. Nell'era di Trump, questo è un film che chiama stupido chi alza muri e promuove chi costruisce i ponti. Niente di innovativo ma una sceneggiatura che rende il film passabile.
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liuk
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lunedì 7 maggio 2018
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tra i peggiori film marvel
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Non ricordo un film Marvel più brutto di questo, ma mi potrei sbagliare. Pellicola a budget molto più risicato, probabilmente creata per sviluppare il personaggio di Black Panther prima della visione di Avengers Infinity War. Iniziativa lodevole ma, dato il risultato, se ne poteva fare a meno.
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samanta
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mercoledì 14 marzo 2018
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black power
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Dall'archivio della Marvel Comics (acquistata nel 2009 dalla Disney) esce in film il personaggio di Black Panther.
[SPOILER] Lasciando i precedenti sempre tratti dall'inesauribile (aimé) Marvel la trama (in sintesi) nell'antefatto vede il re Di Wakanda che a New York uccide il fratello che ha rivelato i segreti del regno e che lascia un figlio Eric (Michael B. Jordan, Nato per combattere e vari episodi televisi). Il re muore anni dopo in un attentato e gli succede il figlio T'Challa che tramite un infuso acquista poteri supeumani. Wakanda è un regno misterioso nell'Africa nascosto alla civiltà che salvo una tribù isolata nei monti ha acquisito grazie al possesso di un metallo straordinario il vibranio una tecnologia avanzatissima: nellla medecina,nei trasporti aerei con astronavi sofisticate e nelle armi (lance che funzionano meglio dei mitragliatori).
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Dall'archivio della Marvel Comics (acquistata nel 2009 dalla Disney) esce in film il personaggio di Black Panther.
[SPOILER] Lasciando i precedenti sempre tratti dall'inesauribile (aimé) Marvel la trama (in sintesi) nell'antefatto vede il re Di Wakanda che a New York uccide il fratello che ha rivelato i segreti del regno e che lascia un figlio Eric (Michael B. Jordan, Nato per combattere e vari episodi televisi). Il re muore anni dopo in un attentato e gli succede il figlio T'Challa che tramite un infuso acquista poteri supeumani. Wakanda è un regno misterioso nell'Africa nascosto alla civiltà che salvo una tribù isolata nei monti ha acquisito grazie al possesso di un metallo straordinario il vibranio una tecnologia avanzatissima: nellla medecina,nei trasporti aerei con astronavi sofisticate e nelle armi (lance che funzionano meglio dei mitragliatori). Dopo un duello T'Challa (Chadwick Boseman (con un modesto curriculum cinematografico: Captain America e televiso: qualche episodio e la serie Ritorno a casa) viene incoronato Re e riceve i poteri di Pantera Nera. Ma il cugino Eric che aveva passato gli anni a fare il killer della CIA (toh!) ritorna, sfida a duello il Re e lo vince diventando lui re e pantera nera, vuole approffittare della tecnologia di Wakanda per fare insorgere gli afra meticani di tutto il mondo e conquistarlo. Però il re buono non è morto e il cattivo viene ucciso nel colpo di scena finale, e la tecnologia del regno sarà usata per aiutare gli afro americani emarginati inUSA e i migranti.
Il film è un misto di fantasy e di fantascienza e bisogna distinguere i contenuti dalla scenografia. Il contenuto è ovviamente politically correct con l'esecito delle donne, solo afroamericani in scena salvo due bianchi uno cattivissimo e l'altro buono (è un agente della CIA rinsavito), con un buonismo che sfocia in un razzismo alla rovescio, nellla realtà ci sono neri buoni e neri cattivi, il partito dei malvagi è trasversale: comprende bianchi, neri, gialli (vi ricordate di Pol Pot) e rossi. La salvezza mi dispiace non verrà dal risveglio degli afroamaricani ma quando saranno date condizioni di vita dignitosa a tutti gli uomini. Di qui nel film una mancanza di approfondimento psicologico. di dialoghi articolati e un profluvio di affermazioni perentorie, i personaggi sono degli stereotipi interpretati da modesti attori (salvo Forest Whitaker che fa lo stregone Zuri: così si fa per vivere!). Diverso il discorso per la scenografia: gli effetti speciali sono molto belli, suggestive le scene ambientate nelle cascate e così suggestiva la battaglia finale con i giganteschi rinoceronti e la battaglia aerea (come al solito con reminscenze di Guerre stellari). A mio avviso anche se gli incassi danno ragione ai produttori. questi film alla fine pur con la spennellatura di buonismo, sono destinati a soffocare una cinematografia un pochino più adulta. La regia è dell'afro americano Ryan Cooper con un esiguo curriculum: un consiglio si faccia dare lezioni da Jordan Peele (Get Out).
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elicann
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lunedì 12 marzo 2018
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emozionante
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Aspetto il seguito... bellissimo e magari fosse vero!!!
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laurence316
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martedì 6 marzo 2018
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black panther doesn't matter
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Ancora una volta sagra del politicamente corretto tra le fila della critica americana, la quale consegna per l’ennesima volta al pubblico recensioni spropositatamente entusiastiche nei riguardi di un film che non le merita.
Al di là del perbenismo, della retorica, e della ritrosia dimostrata nel criticare un film che “per la prima volta mostra gli afroamericani come protagonisti”, forse è possibile giudicare un film in sé, in quanto tale, evitando tutte gli inutili pregiudizi e il buonismo che hanno portato numerosissimi critici (non solo americani) a mettersi il paraocchi, scegliendo di ignorare i diversi difetti del film.
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Ancora una volta sagra del politicamente corretto tra le fila della critica americana, la quale consegna per l’ennesima volta al pubblico recensioni spropositatamente entusiastiche nei riguardi di un film che non le merita.
Al di là del perbenismo, della retorica, e della ritrosia dimostrata nel criticare un film che “per la prima volta mostra gli afroamericani come protagonisti”, forse è possibile giudicare un film in sé, in quanto tale, evitando tutte gli inutili pregiudizi e il buonismo che hanno portato numerosissimi critici (non solo americani) a mettersi il paraocchi, scegliendo di ignorare i diversi difetti del film.
Ciò, ovviamente, non vuole sottintendere che Black Panther sia un pessimo film, ma di certo non è uno dei migliori film di supereroi. E non c’è da essere molto certi neanche del fatto che rappresenterebbe una qualche forma di passo avanti per quanto concerne la resa di “personaggi afroamericani e africani al cinema”. E neppure che trasmetta un messaggio totalmente positivo.
Si tratta di un film mediocre, nella media del suo genere. Che però presenta alcune non ignorabili e urticanti ambiguità. Ad esempio, nella logica da blockbuster industriale del film, “abbracciare” la cultura africana significa mostrare persone che si lanciano in balli tribali, fazioni divise, élite di regnanti e guerrieri, il tutto inserito in una cornice fantascientifica da società, tecnologicamente, proiettata diversi secoli nel futuro. Probabilmente (quantomeno si spera) è involontario, ma quale vorrebbe essere in questo caso il messaggio? Che senza il portentoso metallo magico venuto da chissà dove da soli non sarebbero mai riusciti a progredire, e difatti rimangono ancora ancorati ad una concezione arcaica per cui, ad esempio, il governante viene scelto sulla base della vittoria di un combattimento? Insomma, perché il re viene scelto in questo modo? Meglio ancora, perché una società che non si manca mai di sbandierare come così avanzata è ancora retta da una monarchia assoluta?
Cos’è che si vorrebbe insinuare, forse che mentre sul piano tecnologico e scientifico, grazie al “miracoloso Vibranio” risultano essere avanzatissimi, invece su quello politico, per quanto concerne libertà civili, diritti, governo, essendo ciò che si sono costruiti da soli, con le proprie mani, allora non hanno potuto che rimanere indietro di almeno un secolo rispetto a tanti altri paesi nel mondo?
Non pare esattamente il miglior modo, la miglior storia, e neppure il miglior genere, per parlare di politica, tanto meno per portare alla prominenza e ad una maggior comprensione la causa afroamericana, africana, ma in linea generale di tutte le categorie più oppresse.
Perché, ad esempio, sempre sul piano politico, anche su tantissime altre questioni si mantiene superficiale e discutibile (vedi la questione del rapporto coi paesi stranieri, con la CIA, o la questione dell’accoglienza dei profughi [tema sul quale diversi Wakandiani si rivelano fin quasi xenofobi]).
Certo, la scena finale (e soprattutto quella a metà dei titoli di coda) in parte migliora la situazione, ma le perplessità permangono.
E anche dal punto di vista prettamente cinematografico, Black Panther non manca di esibire svariati difetti.
Innanzitutto, la recitazione non è (checché se ne dica) di altissimo livello (anche se sicuramente si salvano almeno la Nyong’o e la Wright [che interpreta probabilmente il personaggio migliore del film]), e non emerge alcun personaggio realmente carismatico (il che risulta essere un problema di non poco conto, soprattutto nel caso del protagonista).
La sceneggiatura, poi, non inventa nulla di nuovo, ma questo c’era da aspettarselo. Peccato però che non si sforzi neanche di tentare quantomeno di innovare un minimo il suo genere. Difatti, bisogna pur dirlo, è ininfluente che i protagonisti siano per la gran parte africani o afroamericani, in quanto la storia rimane pur sempre di una banalità e prevedibilità assolute, incapace di riservare particolari sorprese.
E anche lo stile spesso non si rileva molto innovativo, e alcune scene d’azione (a causa del continuo ricorso alla camera a spalla e ad un montaggio convulso) alla lunga infastidiscono (e, in particolare, la battaglia finale sfiora ripetutamente il ridicolo, ad esempio con l’assurda e quasi esilarante introduzione dei rinoceronti). Comunque almeno il piano sequenza al casinò è molto ben realizzato.
E, nonostante tutto, il film presenta almeno un’ottima scenografia, una discreta colonna sonora (anche se di tanto in tanto sembra quasi di ritrovarsi dalle parti de Il re leone) e regala un paio di scene di indubbio impatto visivo. Ma essendo per il resto alquanto carente e date le alte aspettattive lascia un bel po' di amaro in bocca.
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