La tragedia dell’11 settembre, unico vero trauma nazionale e ferita non ancora rimarginata nell’immaginario collettivo americano, ha originato nel tempo innumerevoli film e pieces teatrali, da una di esse è tratto questo ennesimo lavoro di un artista semisconosciuto di origini argentine, Guigui.
Il cast è di tutto riguardo e vi figurano volti noti di Hollywood, dal caratterista portoricano Guzman alla Whoopi Goldberg de“Il colore viola”, da Charlie Sheen, figlio del più famoso Martin, alla immarcescibile Jacqueline Bisset. Nonostante la professionalità degli attori e la scena-ascensore a disposizione per più di un’ora per abbozzare almeno un paio di profili psicologici su cinque protagonisti, tutti i personaggi risultano stereotipi intrappolati in dialoghi di una banalità disarmante e prigionieri di una caratterizzazione fumettistica, che, se va benissimo per Guzman, eccellente come al solito, non può reggere la recitazione dell’intero cast in un dramma che si basa esclusivamente sulle reazioni emotive e sulle relazioni che si innescano tra le persone chiuse nell’ascensore.
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La tragedia dell’11 settembre, unico vero trauma nazionale e ferita non ancora rimarginata nell’immaginario collettivo americano, ha originato nel tempo innumerevoli film e pieces teatrali, da una di esse è tratto questo ennesimo lavoro di un artista semisconosciuto di origini argentine, Guigui.
Il cast è di tutto riguardo e vi figurano volti noti di Hollywood, dal caratterista portoricano Guzman alla Whoopi Goldberg de“Il colore viola”, da Charlie Sheen, figlio del più famoso Martin, alla immarcescibile Jacqueline Bisset. Nonostante la professionalità degli attori e la scena-ascensore a disposizione per più di un’ora per abbozzare almeno un paio di profili psicologici su cinque protagonisti, tutti i personaggi risultano stereotipi intrappolati in dialoghi di una banalità disarmante e prigionieri di una caratterizzazione fumettistica, che, se va benissimo per Guzman, eccellente come al solito, non può reggere la recitazione dell’intero cast in un dramma che si basa esclusivamente sulle reazioni emotive e sulle relazioni che si innescano tra le persone chiuse nell’ascensore. Nel finale c’è un estremo tentativo di riscatto, un colpo di reni, che tuttavia non è sufficiente, seppur riuscito, a mutare il giudizio sulla pellicola che rimane un film TV con un cast evidentemente sproporzionato.
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