"Le fidèle" è una riuscita operazione di innesto di generi: si fondono il moderno gangster movie con il melodramma.
Il regista inserisce nel suo racconto, sempre appassionante e mantenuto su un alto registro di tensione, elementi che sembrano aprire nuove prospettive.
Le corse in auto di Bibi che fa un mestiere solitamente affidato agli uomini e poi la malavita che ormai non sembra avere confini in una specie di multinazionale del crimine: in questo contesto si consuma l’amore assoluto dei due amanti che non sembrano volere arretrare mai, neppure davanti all’irrimediabile.
La fidèle è un film compatto nel quale la tensione del racconto non sostituisce la scrittura che conferisce spessore psicologico ai personaggi.
Un cinema nello stesso tempo duro e tenero, mai cinico e mai gratuito e la travolgente intensità del racconto, le invenzioni narrative, catturate nella fotografia sempre intensa perché sempre saturata nei suoi colori che sembrano autunnali, lasciano senza respiro.
Dall’amore ai corpi degli amanti e poi nel corso dello svolgersi del racconto i segni della sofferenza. Roskam lavora proprio sulle sembianze, sui corpi dei due protagonisti segnandone il calvario esistenziale.
Matthias Schoenaerts e Adèle Exarchopoulos prestano i loro corpi a questo melodramma il cui tema centrale sembra essere quello di una ricerca della più assoluta e incondizionata forma d’amore.
I personaggi di contorno sono presenze discontinue, ma necessarie, proprio perché più profondamente veicolari che meramente funzionali. E anche la bellezza di Schoenaerts e Exarchopoulos non è mai vincolante, ma è piuttosto un elemento comunicativo.
Roskam mette in piedi un film dall’impianto ferreo e appassionante attingendo ad una ricca tradizione del cinema di genere.
Un cinema coraggioso che si appropria dei segni distintivi dei generi e riesce a rendere credibili le trasformazioni dei personaggi attraverso lo svolgersi del dramma amoroso.
Un film che fa di tutto per essere incontenibile, quasi smisurato, così come lo è nel trasmettere i sentimenti vissuti tra i due protagonisti.
Sembra che quasi tutto diventi iperreale e gigantesco, non c’è minimalismo, l’amore, in ogni senso, così come travolge i due protagonisti della storia, sembra travolgere le immagini.
Un cinema che deriva dalla tradizione americana, di cui mutua non soltanto i temi, ma anche le forme estreme della visione.
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