francescomarzoli
|
mercoledì 15 marzo 2017
|
separiamo i mezzi dalla storia
|
|
|
|
Premessa, sono cresciuto a pane e blockbuster, e in questo genere di cinema più ricercato ho poca competenza.
A me il film è piaciuto, la storia è scritta bene, Rimi Beqiri è uno bravo attore, e alla fine il film mi ha lasciato un messaggio dentro.
Chi è Altin? Sono io? Siamo tutti noi? Sono le nostre paure e sogni che prendono forma?
Il tutto in una chiave kitch e trash a volte forzata ma che nel complesso regge.
Ovviamente è un film autoprodotto in low budget e questo si sente e si vede.
Si soffre molto la mancanza di un direttore della fotografia e di un editing e a volta gli attori di contorno non sono il massimo.
[+]
Premessa, sono cresciuto a pane e blockbuster, e in questo genere di cinema più ricercato ho poca competenza.
A me il film è piaciuto, la storia è scritta bene, Rimi Beqiri è uno bravo attore, e alla fine il film mi ha lasciato un messaggio dentro.
Chi è Altin? Sono io? Siamo tutti noi? Sono le nostre paure e sogni che prendono forma?
Il tutto in una chiave kitch e trash a volte forzata ma che nel complesso regge.
Ovviamente è un film autoprodotto in low budget e questo si sente e si vede.
Si soffre molto la mancanza di un direttore della fotografia e di un editing e a volta gli attori di contorno non sono il massimo.
Siamo abituati a vedere tanti film vuoti di contenuti ma con ottime produzioni, questo ne è uno completamente l'opposto.
Sono sicuro che dividendo maggiormente i ruoli in produzione e con un budget più alto, il film sarebbe stato veramente ottimo.
Metto 3 stelle per la storia ed il messaggio, e le due che non do sono per i ruoli e per la produzione.
Francesco.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francescomarzoli »
[ - ] lascia un commento a francescomarzoli »
|
|
d'accordo? |
|
adele76
|
mercoledì 22 marzo 2017
|
avvincente
|
|
|
|
In una società dove fin da piccoli ci insegnano a barattare la nostra unicità col conformismo a suon di competizione serrata ,a volte spietata, é facile scambiare ciò che è bello con ciò che unanimamente piace perché di moda o perché"funziona".Il protagonista Altin infatti si perde nei meandri di un talent show taroccato che,come tanti,è l'apoteosi della spersonalizzazione. La disillusione di Altin grazie alla maestria del regista nella direzione ed all'eccellente interpretazione di Rimi Bequiri non può che lasciarci migliori rendendoci empatici.Bella storia dove,a causa del declino mediatico, il potere esclude l'amore soprattutto quello di sè.
[+]
In una società dove fin da piccoli ci insegnano a barattare la nostra unicità col conformismo a suon di competizione serrata ,a volte spietata, é facile scambiare ciò che è bello con ciò che unanimamente piace perché di moda o perché"funziona".Il protagonista Altin infatti si perde nei meandri di un talent show taroccato che,come tanti,è l'apoteosi della spersonalizzazione. La disillusione di Altin grazie alla maestria del regista nella direzione ed all'eccellente interpretazione di Rimi Bequiri non può che lasciarci migliori rendendoci empatici.Bella storia dove,a causa del declino mediatico, il potere esclude l'amore soprattutto quello di sè.Una fotografia dell'Uomo anzi un viaggio dentro l'uomo che presuppone una comprensione profonda dell'illusorio mondo dello spettacolo.Davvero un regista che come un pionere di un nuovo Umanesimo nell'epoca dell'apparenza in cui la forma nasconde la sostanza,la vista oscura il sentire,viaggia nella direzione opposta perché gli sembra l'unica via per incontrare la bellezza autentica che si cela nella fragilità esistenziale del personaggio e nei suoi ricordi.Conquista poi anche la scelta di Fabio Del Greco di voler condurre lo spettatore in una dimensione onirica probabilmente anche perché se uno sogna da solo é solo un sogno ma se molti sognano insieme forse é finalmente l'inizio di una nuova auspicabile realtà???
[-]
|
|
[+] lascia un commento a adele76 »
[ - ] lascia un commento a adele76 »
|
|
d'accordo? |
|
ilconte
|
mercoledì 15 marzo 2017
|
un film profondo sull'animo umano
|
|
|
|
Altin in città ci parla dell'animo umano come pochi film fanno. L'ambizione e le sue illusioni, la sofferenza dell'emarginazione e della povertà e la voglia di riscatto spesso legata a doppio filo con la violenza, i sogni e gli incubi di Altin, le radici del protagonista e la sua ricerca di identità; il tutto in una trama dalla struttura avvincente fatta di continui colpi di scena. Pur realizzato con mezzi modesti, il linguaggio è originale e a tratti sperimentale, fatto di piani sequenza che lasciano allo spettatore il tempo per entrare nelle immagini, a tratti visionario e potente. I temi trattati riguardano tutti noi, sono riflessioni universali sull'animo umano.
[+]
Altin in città ci parla dell'animo umano come pochi film fanno. L'ambizione e le sue illusioni, la sofferenza dell'emarginazione e della povertà e la voglia di riscatto spesso legata a doppio filo con la violenza, i sogni e gli incubi di Altin, le radici del protagonista e la sua ricerca di identità; il tutto in una trama dalla struttura avvincente fatta di continui colpi di scena. Pur realizzato con mezzi modesti, il linguaggio è originale e a tratti sperimentale, fatto di piani sequenza che lasciano allo spettatore il tempo per entrare nelle immagini, a tratti visionario e potente. I temi trattati riguardano tutti noi, sono riflessioni universali sull'animo umano. Chi siamo davvero? Una maschera plasmata dal mondo in cui viviamo, dalle nostre ambizioni, sogni, speranze, affetti, relazioni... o qualcosa di più che giace nelle profondità degli abissi? Il finale vale da solo tutto il film. Finalmente il cinema si sta liberando del monopolio dei lucratori e delle strutture di potere per avviarsi a diventare sempre il più straordinario mezzo di espressione democratico e libero, e non solo futile intrattenimento per fare soldi. Altin in città è cinema indipendente che non ha gli standard a cui il pubblico è abituato? Magari ce ne fossero di più...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ilconte »
[ - ] lascia un commento a ilconte »
|
|
d'accordo? |
|
taniasabatino
|
giovedì 16 marzo 2017
|
idea da premiare
|
|
|
|
In un momento storico in cui a farla da padrone, nel cinema, sono i grandi "effetti speciali", cui sembrerebbe, a volte, corrispondere una povertà di contenuti, Fabio Del Greco tenta di dar corpo ad una scommessa: quella di raccontare i sogni di successo, ma anche la disperazione, di un ragazzo che,nelle sue varie sfaccettature, potrebbe rappresentare l'alterego di ognuno di noi.
A portarlo in Italia è stato un viaggio pericoloso. Un viaggio verso una terra di grandi promesse. Questo viaggio, oltre che un viaggio fisico e fattuale, potrebbe rappresentare anche il viaggio metaforico che ognununo intraprende alla ricerca del suo "legittimo" posto nel mondo.
[+]
In un momento storico in cui a farla da padrone, nel cinema, sono i grandi "effetti speciali", cui sembrerebbe, a volte, corrispondere una povertà di contenuti, Fabio Del Greco tenta di dar corpo ad una scommessa: quella di raccontare i sogni di successo, ma anche la disperazione, di un ragazzo che,nelle sue varie sfaccettature, potrebbe rappresentare l'alterego di ognuno di noi.
A portarlo in Italia è stato un viaggio pericoloso. Un viaggio verso una terra di grandi promesse. Questo viaggio, oltre che un viaggio fisico e fattuale, potrebbe rappresentare anche il viaggio metaforico che ognununo intraprende alla ricerca del suo "legittimo" posto nel mondo. Un viaggio dove il riconoscimento di un ruolo e di specifiche competenze equivale al vedersi riconosciuti un'identità e l'appartenenza a un contesto.
E poi c'è l'ubriacatura: quella di sentire di aver fatto il "salto", di essere arrivati tra quelli che contano e di poter finalmente, di riflesso, sentire di contare.
Ma l'ubriacatura, a volte, offusca la vista, non lasciando cogliere i segnali rivelatori di ciò che avviene "dietro le quinte" e facendo dimenticare che nessuno fa niente per niente. Facendo dimenticare che a dominare tutto è, in realtà, il proprio tornaconto.
Fabio Del Greco questo lo sa e sembrerebbe riversare in questa pellicola svariati frammenti della sua storia personale, dei suoi passi, anche di quelli fallaci, delle sue illusioni, delusioni e disillusioni.
Proprio perchè in questa storia narrata vi sono tanti pezzi della sua propria storia, egli accetta la scommessa di mettere a nudo la sua anima, consapevole dei rischi che sempre ci sono quando ci si espone e delle inevitabili pecche legate alla scarsità di mezzi. Una scarsità di mezzi che però non riesce a tacitare la creativutà e la voglia di dire e denunciare.
Ne nasce un film dai picchi oniroidi, in cui fanno incursione, con forza, tanti temi collaterali, anche quelli relativi alla voglia di riscoprire (o di potersela raccontare in tal senso) la propria spiritualità, rincorrendo l'ennesima moda new age, con le sue derive più estreme. Una spiritualità presentata nella sua veste più estremizzata che, per molti versi, forse serve solo a mettere a tacere quella "cattiva coscienza" di cui parla Zygmunt Bauman, che crede di poter comprare tutto e di poter riempire i suoi "vuoti" con l'ennesimo giro di shopping.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a taniasabatino »
[ - ] lascia un commento a taniasabatino »
|
|
d'accordo? |
|
luigia
|
giovedì 30 marzo 2017
|
per chi guarda con il cuore
|
|
|
|
Il film ha rivelato una preparazione matura e consapevole, atta a penetrare il tessuto più intrinseco della società che stiamo vivendo. Il regista ha focalizzato con sapiente perspicacia gli intrighi di potere e la necessità di connivenza tra strati sociali, a partire da quelli ammantati di "fulgore sociale" a quelli più subdolamente nascosti nei meandri sotterranei. Onore quindi all'autore che con tutta la sua tenacia, cominciando da esperimenti iniziati in età adolescenziale, in tutti questi anni non ha mai mollato, perchè mosso da una passione scaturita dal cuore.
|
|
[+] lascia un commento a luigia »
[ - ] lascia un commento a luigia »
|
|
d'accordo? |
|
suleika
|
giovedì 30 marzo 2017
|
per chi vede il cinema come forma d'arte
|
|
|
|
Opera che segna una decisa maturità intelletuale ed espressiva dell'autore, che gioca con sperimentazioni visionarie ed a tratti oniriche che accompagnano e dipanano l'intricata trama di giochi di potere. Lo spettatore ne esce con l'impressione di aver visto qualcosa di assolutamente nuovo ed a tratti rivoluzionario, come le numerose derive psichedeliche che sembrano una raffigurazione della visione dell'autore del circo mediatico di talent e grotteschi nonchè ambigui personaggi televisivi. La realizzazione totalmente indipendente fa di certo pagare un costo alla qualità tecnica, ma molte delle problematiche sono risolte con un'artigianalità ed un uso creativo di accorgimenti del mestiere, e nonostante non passino inosservate allo spettatore, sono comunque perdonabili in virtù di una qualità artistica generale ben sopra la media rispetto alle molte produzioni milionarie ed infiocchettate che tradiscono una sconfortante povertà di talenti.
[+]
Opera che segna una decisa maturità intelletuale ed espressiva dell'autore, che gioca con sperimentazioni visionarie ed a tratti oniriche che accompagnano e dipanano l'intricata trama di giochi di potere. Lo spettatore ne esce con l'impressione di aver visto qualcosa di assolutamente nuovo ed a tratti rivoluzionario, come le numerose derive psichedeliche che sembrano una raffigurazione della visione dell'autore del circo mediatico di talent e grotteschi nonchè ambigui personaggi televisivi. La realizzazione totalmente indipendente fa di certo pagare un costo alla qualità tecnica, ma molte delle problematiche sono risolte con un'artigianalità ed un uso creativo di accorgimenti del mestiere, e nonostante non passino inosservate allo spettatore, sono comunque perdonabili in virtù di una qualità artistica generale ben sopra la media rispetto alle molte produzioni milionarie ed infiocchettate che tradiscono una sconfortante povertà di talenti. Il finale è particolarmente evocativo, e ottimamente interpretato dalla bravura del protagonista, che, pur non totalmente maturo nella sua capacità artistica, regge ed impersona con suo stesso contributo, in un tandem di collaborazione creativa-interpretativa tra regista ed attore, la figura di Altin attraverso le sue mutazioni interiori ed esteriori. Consigliato a chi ricerca l'arte nell'esperienza cinematografica, sconsigliato a chi usa il cinema come entertainment e momento di abbandono delle facoltà intellettive a favore del godimento di un prodotto laccato e vacuo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a suleika »
[ - ] lascia un commento a suleika »
|
|
d'accordo? |
|
|