ashtray_bliss
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mercoledì 5 ottobre 2016
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il terzo è sempre il peggiore!
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Prendo in prestito una battuta abbastanza significativa ed emblematica (tratta dall'ultimo film della nuova trilogia di X-men) perchè purchè stereotipata si riconferma ogni volta come vera. The Purge, trilogia a budget contenuto che si è rivelata un successo mondiale, era partita con un primo episodio promettente, un ottimo secondo capitolo e apparentemente chiude con un terzo episodio scialbo e amorfo. Election Year non offre nulla di nuovo, il solito motivo viene ripetuto e rimescolato ad elementi e personaggi nuovi, come appunto la senatrice democratica che lotta per vincere la presidenza e abolire definitivamente il giorno dello sfogo. In questo capitolo il vero protagonista è la politica, che viene anche sfruttata come metafora attualissima in un'America in proncinto di eleggere il suo futuro presidente.
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Prendo in prestito una battuta abbastanza significativa ed emblematica (tratta dall'ultimo film della nuova trilogia di X-men) perchè purchè stereotipata si riconferma ogni volta come vera. The Purge, trilogia a budget contenuto che si è rivelata un successo mondiale, era partita con un primo episodio promettente, un ottimo secondo capitolo e apparentemente chiude con un terzo episodio scialbo e amorfo. Election Year non offre nulla di nuovo, il solito motivo viene ripetuto e rimescolato ad elementi e personaggi nuovi, come appunto la senatrice democratica che lotta per vincere la presidenza e abolire definitivamente il giorno dello sfogo. In questo capitolo il vero protagonista è la politica, che viene anche sfruttata come metafora attualissima in un'America in proncinto di eleggere il suo futuro presidente. Così molto risalto viene dato alla tensione razziale, che infatti ha caratterizzato gli USA degli ultimi 3 anni, e molto sentiti sono i richiami ad una politica fallimentare che non si schiera dalla parte di chi resta sempre in ultimo, in questo caso le minoranze di afroamericani e latinos. Ecco allora che si parla di resistenza e di gruppi antigovernativi pronti a tutto, compreso ovviamente l'omicidio, per sbarazzarsi dei Nuovi Padri Fondatori che hanno costruito una nazione ancora più violenta e moralmente disorientata di quella precedente. Ma se le riflessioni sociali ed etiche sono onnipresenti e inequivocabili, la trama in se lascia molto a desiderare. La storia segue dall'inizio alla fine le vicende di questa tenacie senatrice Charlie (che risulta vagamente antipatica dal modo in cui si pone non riuscendo a creare un legame di empatia) che lotta per restare viva la notte dello sfogo, quando viene tradita da alcuni degli uomini della sicurezza venduti all'opposizione, con l'obbiettivo di eliminarla. Con l'aiuto di Leo, riuscira' a superare numerosi agguati e attacchi programmati per arrivare sana e salva allo scoccare del termine delle 12 ore più cruente dell'anno. Ma il problema è come si arriva a superare queste ore: lo script oltre che essere notevolmente prevedibile, cosa che delude parecchio gli spettatori, risuta altresì piena zeppa di scene al limite del grottesco, surreali e decisamente improbabili -la scena in chiesa, le batte tutte per il livello di demenzialità e surrealità raggiunta-. Che queste scene, volutamente forzate, servissero da metafora o monito enfatizzato di quello che potrebbe accadere se il popolo americano votasse per il personaggio sbagliato nell elezioni 2016? Probabilmente sì, a quello lascia presagire anche il finale vittorioso della senatrice Charlie, ma DeMonaco non aiuta a mantenere il giusto livello tra il potenzialmente reale e verosimile da scene ampiamente esagerate. DeMonaco, in poche parole, condanna la crudeltà e la violenza insensata ed illogica, che per mezzo di questa trilogia sono rappresentate come il culmine dell'irrazionalità che predomina su qualsivoglia valore etico e morale. Ma altresì sfrutta questa paranoica ondata di violenza illimitata trasformandola visivamente in una macabra festa per scuotere e turbare lo spettatore. Una parata festiva dove i partecipanti, mascherati e travestiti celebrano la gratuiticità della violenza, della morte, del dolore. Anche questa è una metafora di una nazione crepuscolare, che ha perso la propria bussola morale ed è incapace di distinguere il giusto dal sbagliato. Una nazione prossima alla completa disgregazione sociale. Ma linea distintiva tra spettacolarità gratuita della morte e dunucia sociale non è sempre evidente.
Ma se i sopracitati elementi funzionavano perfettamente nei primi episodi qui appaiono soltanto 'necessari' a riempire e proseguire in un certo qual modo una trilogia per evidenti esigenze di mercato. I primi due capitoli erano più che sufficienti e in questo, seppur non privo di contenuti, si cominciano ad evidenziare la stanchezza, la mancanza di innovazione e originalità che spinge il regista e gli sceneggiatori a riciclare i soliti elementi, precedentemente noti, in un film che, eccezion fatta per la location e i nuovi personaggi, sembra la copia esatta dei precedenti. Per il resto la spettacolarità non manca, esagerata come già precisato, ma la storia risulta altamente stereotipata e facilmente prevedibile, della serie: giovane senatrice idealista e pacifista ha intenzione a porre fine all'evento annuale della Purga ma i vecchi e conservatori oppositori sono pronti a tutto per metterle i bastoni tra le gambe. Il finale però sembra ristabilire parzialmente l'equilibrio e aprire uno spiraglio di speranza verso una società migliore.
L'azione non manca, buona la fotografia, cupa e scura, come i toni di una notte all'insegna della violenza e della brutalità. Sufficiente la recitazione, valida la regia che confeziona un prodotto action thriller comunque godibile seppur ripetitivo in contenuti.
2/5.
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felicity
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giovedì 6 giugno 2019
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personaggi abbozzati e snodi narrativi grossolani
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Il terzo exploit delle nottate dello Sfogo si rinnova per gran parte della sua impalcatura e rinnova lo stesso difetto di non spingersi mai formalmente sul piano dell’immaginario e della visionarietà per paura di tradire l’aspetto diretto e grezzo da b-movie d’assalto un po’ forzato.
Confermata la grande lucidità di esplicitare ormai senza alcuna remora il livello (anche ingenuamente) politico dell’allegoria.
Frank Grillo è forse indicativo dei limiti – vien da dire addirittura ideologici – del progetto di DeMonaco: Grillo è caratterizzato come se fosse completamente dimentico di quanto gli era accaduto in The Purge: Anarchy (dove voleva vendicare la morte del figlio).
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Il terzo exploit delle nottate dello Sfogo si rinnova per gran parte della sua impalcatura e rinnova lo stesso difetto di non spingersi mai formalmente sul piano dell’immaginario e della visionarietà per paura di tradire l’aspetto diretto e grezzo da b-movie d’assalto un po’ forzato.
Confermata la grande lucidità di esplicitare ormai senza alcuna remora il livello (anche ingenuamente) politico dell’allegoria.
Frank Grillo è forse indicativo dei limiti – vien da dire addirittura ideologici – del progetto di DeMonaco: Grillo è caratterizzato come se fosse completamente dimentico di quanto gli era accaduto in The Purge: Anarchy (dove voleva vendicare la morte del figlio). Perso quell’elemento disperato e tragico della sua esperienza personale, il nostro lascia per strada anche l’umanità, il chiaroscuro e la sofferenza della sua scelta – essere dalla parte del bene – che lo ha portato lì dove si trova.
E viene il sospetto che ciò avvenga proprio in ossequio a una dinamica da Blockbuster.
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carloalberto
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mercoledì 23 febbraio 2022
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ridicolmente illogico ed inversosimile
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Ennesimo Purge di James DeMonaco, uno stanco sequel di un sequel, che, volendo innovare in qualche modo lo schema oramai usurato del plot delle precedenti notti del giudizio, tenta la carta del thriller politico, ma con effetti poco convincenti per non dire deludenti. Per l’assoluta inverosimiglianza dell’azione, si pensi, in particolare, alla trovata della botola nascosta sotto il tappeto, realizzata nottetempo all’insaputa della padrona di casa, il film cade fin dalle prime sequenze nel ridicolo. Frank Grillo, l’eroe solitario ed afasico di Anarchia – La notte del giudizio del 2014, che, in veste di guardia del corpo della candidata pacifista alle elezioni, Elizabeth Mitchell, fa il terzo grado a chiunque gli capiti sotto tiro, diventa un petulante chiacchierone, sospettoso di tutti, mostrando una incomprensibile quanto gratuita irriconoscenza verso chi gli ha appena salvato la vita a rischio della propria.
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Ennesimo Purge di James DeMonaco, uno stanco sequel di un sequel, che, volendo innovare in qualche modo lo schema oramai usurato del plot delle precedenti notti del giudizio, tenta la carta del thriller politico, ma con effetti poco convincenti per non dire deludenti. Per l’assoluta inverosimiglianza dell’azione, si pensi, in particolare, alla trovata della botola nascosta sotto il tappeto, realizzata nottetempo all’insaputa della padrona di casa, il film cade fin dalle prime sequenze nel ridicolo. Frank Grillo, l’eroe solitario ed afasico di Anarchia – La notte del giudizio del 2014, che, in veste di guardia del corpo della candidata pacifista alle elezioni, Elizabeth Mitchell, fa il terzo grado a chiunque gli capiti sotto tiro, diventa un petulante chiacchierone, sospettoso di tutti, mostrando una incomprensibile quanto gratuita irriconoscenza verso chi gli ha appena salvato la vita a rischio della propria.
Il cast multirazziale è stato scelto all’insegna del politicamente corretto, con un’attenta ed equanime distribuzione dei ruoli tenendo conto della nazionalità e del colore della pelle degli attori. Il giovane messicano, Julian Soria, immigrato negli USA, pur avendo un oscuro passato nel suo paese d’origine, è diventato negli States un bravo ragazzo e fa il garzone di bottega alle dipendenze del burbero e paterno afroamericano, Mykelti Williamson. I cattivi per eccellenza, i nuovi padri fondatori, sono bianchi, ma, a compensazione, la loro antagonista principale, la senatrice, che una volta eletta ha promesso di abolire la notte del giudizio, è anch’essa bianca ed è una convinta gandhiana, aborrendo ogni forma di violenza, anche contro chi ha pianificato cinicamente di eliminarla. Allo stesso modo gli afroamericani e perfino le comparse sono ripartiti in modo certosino tra le schiere dei malvagi e degli eroi buoni.
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dian71cinema
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mercoledì 21 dicembre 2016
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terzo capitolo e crediamo ultimo..
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RITENGO CHE QUESTO TERZO CAPITOLO SIA NEL COMPLESSO MIGLIORE PER UN SEMPLICE MOTIVO: TRALASCIANDO LA TRAMA E IL SOGGETTO CHE E' SEMPRE IL MEDESIMO.. CIO' CHE CONTA IN QUESTO LAVORO E' CHE LA TRAMA SI SVILUPPA CONSENTENDO ALLO SPETTATORE DI "INTERAGIRE", PARTECIPARE PIU' ANIMATAMENTE IN QUESTA LOTTA DOVE "IL BENE ED IL MALE" SI CONTENDONO LA VITTORIA FINALE.. VI E' IN SOSTANZA UNA ESPOSIZIONE PIU' CHIARA DA PARTE DEL REGISTA SIA NEI CONTENUTI CHE NELLE SEQUENZE A FAVORE DELLO "SFOGO.. O MENO". DISCRETA LA CAPACITA' DI MANTENERE UN BUON RITMO ED AZIONE NEL FILM.. RESTA PERO' UNA PERCEZIONE (CHE OSEREI DIRE OGGETTIVA..MA NON VORREI PECCARE DI PRESUNZIONE.
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RITENGO CHE QUESTO TERZO CAPITOLO SIA NEL COMPLESSO MIGLIORE PER UN SEMPLICE MOTIVO: TRALASCIANDO LA TRAMA E IL SOGGETTO CHE E' SEMPRE IL MEDESIMO.. CIO' CHE CONTA IN QUESTO LAVORO E' CHE LA TRAMA SI SVILUPPA CONSENTENDO ALLO SPETTATORE DI "INTERAGIRE", PARTECIPARE PIU' ANIMATAMENTE IN QUESTA LOTTA DOVE "IL BENE ED IL MALE" SI CONTENDONO LA VITTORIA FINALE.. VI E' IN SOSTANZA UNA ESPOSIZIONE PIU' CHIARA DA PARTE DEL REGISTA SIA NEI CONTENUTI CHE NELLE SEQUENZE A FAVORE DELLO "SFOGO.. O MENO". DISCRETA LA CAPACITA' DI MANTENERE UN BUON RITMO ED AZIONE NEL FILM.. RESTA PERO' UNA PERCEZIONE (CHE OSEREI DIRE OGGETTIVA..MA NON VORREI PECCARE DI PRESUNZIONE..) DI UN "PACCHETTO COMMERCIALE" CON CLASSICO LIETO FINE.. INSOMMA UN FINALE PRE-ANNUNCIATO CHE SODDISFA SPETTATORE E BIGLIETTO PAGATO. IN QUESTO ..SI PERDE LA SUSPENCE E L'ORIGINALITA' CHE SI EVIDENZIAVA INVECE NEL PRIMO CAPITOLO DELLA SERIE. NEL COMPLESSO IL GIUDIZIO E' SUFFICIENTE..MA 3 STELLE ONESTAMENTE NON LE MERITA.
VOTO 6.5
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themaster
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mercoledì 17 agosto 2016
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la serie b come piace a me
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Lo sfogo annuale è ormai pratica consolidata,soprattutto al cinema e questo terzo capitolo conclude il cerchio iniziato da James DeMonaco e offre nuovi spunti per il futuro (che spero non ci sarà,possono anche fermarsi qui.).
James DeMonaco è migliorato ulteriormente nella regia e la utilizza sapientemente quanto e in maniera superiore agli altri due capitoli,questo film sprizza Carpenter e Walter Hill da tutti i pori,con camera a mano calibrata,ralenty suggestivi e inquadrature che restituiscono un ottimo senso di inquietudine e paura nelle scene più tese e un'aura da action movie di serie B alla Robert Rodriguez nei momenti più action,insomma un lavoro sorprendente per essere la terza opera di questo autore che ormai ha creato un suo stile riconoscibile a prima vista.
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Lo sfogo annuale è ormai pratica consolidata,soprattutto al cinema e questo terzo capitolo conclude il cerchio iniziato da James DeMonaco e offre nuovi spunti per il futuro (che spero non ci sarà,possono anche fermarsi qui.).
James DeMonaco è migliorato ulteriormente nella regia e la utilizza sapientemente quanto e in maniera superiore agli altri due capitoli,questo film sprizza Carpenter e Walter Hill da tutti i pori,con camera a mano calibrata,ralenty suggestivi e inquadrature che restituiscono un ottimo senso di inquietudine e paura nelle scene più tese e un'aura da action movie di serie B alla Robert Rodriguez nei momenti più action,insomma un lavoro sorprendente per essere la terza opera di questo autore che ormai ha creato un suo stile riconoscibile a prima vista.
Alla progressiva "tamarrizzazione" del film,corrisponde una sfera politica ben più presente e di impatto: in questo film i Nuovi Padri Fondatori sono i cattivi e la classe proletaria è la parte positiva.
La metafora socialista della lotta di classe è sempre gradita e permea l'intera trama,tuttavia DeMonaco butta nel calderone tante di quelle cose che a tratti non riesce a far spiccare una tematica su tutte,realizzando un polpettone non all'altezza di Anarchia ma sicuramente meglio del bruttino (se pur mi sia rimasto nel cuore) The Purge.
Gli attori sono volti sconosciuti a parte Frank Grillo che è un badass con un volto particolare e che non è affatto male in parti come questa e Elizabeth Mitchell interpreta un personaggio abbastanza irritante.
Ciò in cui il film crolla è nel trovare un perfetto equilibrio tra la politica e l'intrattenimento e le due cose ad un certo punto vanno a cozzare non poco,questo insieme ad alcune esagerazioni con ralenty e alcune cadute di stile in cui il film va un pò oltre le righe,sono i difetti maggiori di una pellicola che rimane godibile e ispirata dall inizio alla fine.
In sintesi Election Year è un mezzo passo falso che non fa che aumentare il mio apprezzamento per un giovane autore che ha ancora strada da fare e molto da imparare ma che nonostante tutto quando sbaglia lo fa con il cuore cercando di divertire e far pensare senza spegnere il cervello e in questo aspetto The Purge Election Year vince alla grande. Voto 8/10
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filippo catani
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giovedì 4 agosto 2016
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opera godibile ma incompiuta
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Una senatrice candidata alla presidenza sta riscuotendo grande successo con la sua idea di abolire la notte dello sfogo. Ovviamente i Nuovi Padri Fondatori cercano di opporsi in tutte le maniere.
Terzo episodio della saga che, a differenza dei precedenti, offre uno scorcio anche sulla situazione politica e sociale del paese cosa che nei precedenti episodi era rimasta un po' in sordina. Ci sono poi varie storie che vanno ad intrecciarsi con la principale. Il problema è che, come negli episodi precedenti, si finisce con il giocherellare e buttare tutto in super sparatorie non sempre sensate. Il finale lascia presagire un proseguimento della saga e d'altra parte visto il budget ridotto e il buon incasso ciò è più che comprensibile.
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Una senatrice candidata alla presidenza sta riscuotendo grande successo con la sua idea di abolire la notte dello sfogo. Ovviamente i Nuovi Padri Fondatori cercano di opporsi in tutte le maniere.
Terzo episodio della saga che, a differenza dei precedenti, offre uno scorcio anche sulla situazione politica e sociale del paese cosa che nei precedenti episodi era rimasta un po' in sordina. Ci sono poi varie storie che vanno ad intrecciarsi con la principale. Il problema è che, come negli episodi precedenti, si finisce con il giocherellare e buttare tutto in super sparatorie non sempre sensate. Il finale lascia presagire un proseguimento della saga e d'altra parte visto il budget ridotto e il buon incasso ciò è più che comprensibile. Resta il rammarico per un prodotto e un'idea che sarebbero esplosive ma che vengono un po' banalizzate anche se per carità il film resta comunque godibile ma viste le potenzialità il giudizio non può essere completamente positivo. Buono l'assortimento del cast e nel complesso anche l'interpretazione.
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