Orecchie |
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Un film di Alessandro Aronadio.
Con Daniele Parisi, Silvia D'Amico, Pamela Villoresi, Ivan Franek.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2016.
- 102 Distribution
uscita giovedì 18 maggio 2017.
MYMONETRO
Orecchie
valutazione media:
3,26
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La galera dell'intelligenzadi sandrasiriannniFeedback: 215 | altri commenti e recensioni di sandrasiriannni |
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mercoledì 24 maggio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
ORECCHIE
Un film imperdibile sulla galera dell'intelligenza, ma soprattutto un divertito coming out su quanto deteriore e infelice sia l'intelligenza che si autocompiace e, autocompiacendosi e investendosi del compito di giustiziare la stupidità del mondo, fagocita la vita. Lo sguardo attonito del protagonista, il suo depresso stupore di fronte a tutti quelli che lo investono, dal risveglio alla sera, con la loro discutibile vitalità, raccontandosi in modo logorroico, declina...ndo le loro certezze fanatiche, incastrandolo nel delirio della burocrazia, scaraventandogli addosso egocentrismo o goliardia, è lo sguardo di molti di noi, che spesso si finge arreso ma è in realtà pesantemente giudicante. Attraverso una carrellata di personaggi perfettamente centrati, il film racconta le nevrosi tipiche della contemporaneità, prima tra tutte l’incapacità di ascoltare, la smania di raccontarsi, sembrerebbe, per riconoscersi esistenti, l’ostentazione di spiritualità caserecce, presunte identità artistiche, sempre con lo stesso scopo. Incomprensibili per il protagonista che, filosofo e ateo dichiarato, si lascia travolgere con una sorta di remissivo orrore, ma piano piano inizia a dubitare di sé, del suo elitarismo che lo spinge ai margini delle relazioni ma anche della sua stessa vita. Due le chiavi di volta, la prima, l’incontro con la moglie del suo vecchio prof che gli dice “ti credevamo un genio, ma sbagliavamo” , cercando di spingerlo verso l’interpretazione meno banale di quelle parole, quando, dopo avergli chiesto se il mondo gli sembra impazzito, chiosa “siamo tutti pazzi, per qualcuno”, la seconda, lo splendido prete che dichiara di avere come datore di lavoro la paura e che dice quello che mi sono ripetuta mille volte nella vita, dopo l’iniziale sufficienza nei confronti dei credenti, cioè che credere - magari a riuscirci - serve a migliorare la vita, che è troppo breve per avere paura. Dedico questa recensione ai miei amici cinefili, stroncatori sofisticati delle idee poco originali, sapendo che sapranno riconoscersi. Nella recensione e nel film.
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