elgatoloco
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lunedì 31 maggio 2021
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straordinaria intensità
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"Jackie"(Pablo LOrrain, scneggiatura di Noah Oppenheim, da un'0intervista di "Jackie"con Theodor White, pubblicata su"Life", 2016). Tempo dopo la morte di JOhn Fitzgerlad Kennedy, ucciso il 22 novembre 1963 a Dallas, pare da Lee Oswald, Jckie, ossia la vedova Jacqueline Bouvier, ricostruisce la storia in chiave retrospettiva, svelando angosce e ribellioni contro l'estrblshment politico e "ufficiale"della first lady, che racconta al giornalista White le vicende legate alla sua disperazione, alle premesse per il funerale, alla scelta di comportarsi in maniera"alternativa"a quanto stabilito dal successore Lyndon B.Johnson, alla scelta di muoversi autonomamanete anche rispetto all'ducazione dei figli e a quanto attiene all'"etichetta".
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"Jackie"(Pablo LOrrain, scneggiatura di Noah Oppenheim, da un'0intervista di "Jackie"con Theodor White, pubblicata su"Life", 2016). Tempo dopo la morte di JOhn Fitzgerlad Kennedy, ucciso il 22 novembre 1963 a Dallas, pare da Lee Oswald, Jckie, ossia la vedova Jacqueline Bouvier, ricostruisce la storia in chiave retrospettiva, svelando angosce e ribellioni contro l'estrblshment politico e "ufficiale"della first lady, che racconta al giornalista White le vicende legate alla sua disperazione, alle premesse per il funerale, alla scelta di comportarsi in maniera"alternativa"a quanto stabilito dal successore Lyndon B.Johnson, alla scelta di muoversi autonomamanete anche rispetto all'ducazione dei figli e a quanto attiene all'"etichetta"... Di straordinaria intensità, questo iflm, che originariamente era stato concepito come miniserie per la HBO, con un preteso coinvolgimento iniziale di Steven Spielberg, ipotesi poi, invero rapidamente tramontata. Anche la grande, straordinaria anzi, interpretazione di Natalie Portmann, inizialmnete non era prevneitavata(si pensava invece a Rachel Waisz, certo altra interprete di grande capacità espessiva), ma , trascurando completamente il"prima"di conoscere il presidente John e il"dopo"(il matrimonio con Aistoteles Onassis), la Protman, sotto l'ìattenta guida di Lorrain, ha costruito un personaggio di un'intensità"totale", chiusa su e in sé ma anche attenta al mondo , alla famiglia e alla società, ma totalmente estranea alle logiche del potere(non è estranea al film la neppure sotterranea polemica verso Lyndon B.Johnson, già vicepresidente di Kennedy, poi suo successore dopo il tragico attentato, personaggio del resto criticato sia dai media dell'epoca sia dalle ricsotruzioni storiografiche successive e verso la"corte"di cui Johnson si circondava). RImane una donna, forte e fragile allo stesso tempo, che sostanzilamente si confida solo con il cognato Robert(Bob), che notoriamente poi avrebbe fatto la fine del fratello, neppure un lustro dopo e con il padre"confessore"Roland Mc Sorley(i Kennedy, di orgini irlandesi, erano cattolici, come l'attuale presidente anziano "Joe"Biden). perosnaggi resi nel film rispettivamente da Peter Saarsagrd e dall'incrolabile John Hurt. Né mancano le caratterizzazioni, invero polmiche, di Johnson, reso da John Carroll Lynch e di Jack Valenti, consulente del nuvo presidente, reso da Max Casella., Un film lirico e "intimista"che sa parlare anche al mondo, ricollegandosi dunque all'"epicità"tragica. El Gato
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onufrio
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domenica 24 novembre 2019
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jackie bouvier
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Impegnato a svolgere il compitino tecnico, il regista Larrain dimentica le emozioni, la pellicola è una fredda narrazione biografica dei giorni post assassinio di J.F. Kennedy, raccontati dalla vedova Jackie Bouvier, interpretata da un ottima Natalie Portman.
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emanuele 1968
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sabato 27 luglio 2019
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bello
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( 4.5 ) se vi piace il gioco della politica questo e un bun film
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ilovecinema
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domenica 4 marzo 2018
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film biografico in chiave introspettiva
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Il film racconta le ore successive all'omicidio Kennedy attraverso il racconto della moglie. Riassumendo in questo modo lo scopo del film si può dire raggiunto. Forse però sarebbe stato interessante analizzare la figuara di Jackie raccontando di lei un po' di più anzichè soffermarsi solo sulla perdita di due figli e poi del marito. A sostenere il film la bravura di Natalie Portman capace ancor di più che in "Il cigno nero" (non a caso stessi produttori di Jackie..) di concentrare su di lei l'attenzione dello spettatore. Però il 90% delle inquadrature su di lei anche durante i dialoghi, rischia di rendere il lavoro un film "sulla bravura della Portman", più che su Jackie Kennedy.
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Il film racconta le ore successive all'omicidio Kennedy attraverso il racconto della moglie. Riassumendo in questo modo lo scopo del film si può dire raggiunto. Forse però sarebbe stato interessante analizzare la figuara di Jackie raccontando di lei un po' di più anzichè soffermarsi solo sulla perdita di due figli e poi del marito. A sostenere il film la bravura di Natalie Portman capace ancor di più che in "Il cigno nero" (non a caso stessi produttori di Jackie..) di concentrare su di lei l'attenzione dello spettatore. Però il 90% delle inquadrature su di lei anche durante i dialoghi, rischia di rendere il lavoro un film "sulla bravura della Portman", più che su Jackie Kennedy.
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michelino
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giovedì 16 novembre 2017
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che dire...pazzesco!
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Del regista (Pablo Larrian) non ne parlo nemmeno - ci sarebbe
troppo da dire - quindi vi dico soltanto che se non avete ancora
visto nessuno dei suoi film, cercate al più presto di porre rimedio
a questa lacuna altrimenti possiamo pure continuare a parlare di
un sacco di cose ma è meglio che non perdiamo altro tempo con
discorsi sul cinema.
La 'Jackie' del film è la moglie di John Kennedy raccontata dal
regista durante quella terribile settimana seguente l'omicidio
del marito.
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Del regista (Pablo Larrian) non ne parlo nemmeno - ci sarebbe
troppo da dire - quindi vi dico soltanto che se non avete ancora
visto nessuno dei suoi film, cercate al più presto di porre rimedio
a questa lacuna altrimenti possiamo pure continuare a parlare di
un sacco di cose ma è meglio che non perdiamo altro tempo con
discorsi sul cinema.
La 'Jackie' del film è la moglie di John Kennedy raccontata dal
regista durante quella terribile settimana seguente l'omicidio
del marito.
Forza e fragilità, paura e coraggio, dolore e bellezza, realtà e
finzione, pubblico e privato, lucidità e smarrimento, azione e
riflessione, orgoglio e abbandono, il tutto concentrato nelle
immagini di un volto che il regista filma come se filmasse
un panorama (il volto è quello della bravissima e bellissima
Natalie Portman) e in quel vestito rosa macchiato di sangue
che la donna indossa per buona parte del film...basterebbero
solo pochi fotogrammi tratti da queste sequenze per farci
comprendere la genialità del regista e l'intensità delle
emozioni che il buon 'vecchio cinema' è ancora in grado
di suscitare.
In questo film si parla di fatti storici ma questo non è solo un
film storico, si parla di televisione ma questo non è solo un film
sulla manipolazione della realtà.
Questo film è sopra ogni cosa una specie di fermo immagine
durante un momento cruciale dell'esistenza di un essere umano.
Per la donna in questione questo momento è quello nel quale
- improvvisamente - lei deve prendere atto del fatto che tutto
quello che era riuscita a costruire gli è di colpo crollato addosso
e che il domani sarà per lei qualcosa di completamente diverso
da quello che aveva finora sperato.
Tra lei e questo domani che si prospetta come un vuoto tutto da
riempire, Jackie ha ancora un ultima carta da giocare per poter
dimostrare al mondo e a sei stessa quello che è stata veramente
e quello che avrebbe potuto essere se le cose sarebbero andate
diversamente, questa ultima carta sono i funerali di stato di suo
marito.
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mughetto
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giovedì 12 ottobre 2017
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finzione, realtà, manipolazione.
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Il film si muove su due piani, il piano del presente, con un giornalista che visita Jaqueline Kennedy (ma come si chiamava da nubile?) da poco rimasta tragicamente vedova per intervistarla come lei stessa ha richiesto, e il piano dell'immediato passato o quasi, in cui vengono rivissuti gli attimi infiniti dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy o altre scene della vita da First Lady. La fragile e al tempo stesso aggressiva Jackie ha un obiettivo: trasferire ai posteri un'immagine di suo marito che sia eroica, come a lei stessa appare il marito, e che faccia concorrenza a quella di Abramo Lincoln. Per fare questo deve raccontare al giornalista la sua verità, per contrastare le falsità e le informazioni distorte che, secondo Jackie, non rendono giustizia al valore di JFK.
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Il film si muove su due piani, il piano del presente, con un giornalista che visita Jaqueline Kennedy (ma come si chiamava da nubile?) da poco rimasta tragicamente vedova per intervistarla come lei stessa ha richiesto, e il piano dell'immediato passato o quasi, in cui vengono rivissuti gli attimi infiniti dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy o altre scene della vita da First Lady. La fragile e al tempo stesso aggressiva Jackie ha un obiettivo: trasferire ai posteri un'immagine di suo marito che sia eroica, come a lei stessa appare il marito, e che faccia concorrenza a quella di Abramo Lincoln. Per fare questo deve raccontare al giornalista la sua verità, per contrastare le falsità e le informazioni distorte che, secondo Jackie, non rendono giustizia al valore di JFK. Ma la sua verità, come mostrano i battibecchi col giornaliste intervistatore e gli sguardi severi che lei gli lancia, o le smentite in diretta (Io non fumo, detto mentre si accende una sigaretta) sono a loro volta delle falsità. E alla fine il film ci lascia con questo senso amaro dell'impossibilità di ricotruire una verità da affidare alla Storia. Sullo sfondo, lo sforzo di Jackie di restituire alla Casa Bianca gli oggetti che ne hanno puntellato la storia e hanno visto alternarsi vari presidenti. Il piano del presente vede una giovane donna ferita, spaventata e che reagisce con aggressività, chiusa nella sua villa, lontana dal clamore della stampa. La Jackie delle memorie è una donna fragile che vive un dramma umano e un trauma violentissimo: le viene ucciso il giovane marito mentre sono fianco a fianco, e brandelli del suo corpo le si appiccicano sul volto e sui vestiti. Il film in qualche momento rallenta, e affatica lo spettatore. L'obiettivo di svelare aspetti di quel momento storico meno noti, e allo stesso tempo di mostrare retroscena della vicenda umana e psicologica dalla parte di chi resta sono raggiunti.
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marione
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giovedì 15 giugno 2017
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soporifero
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non posso eprimere un voto, che sarebbe comunque bassino, perchè durante la visione, malgrado una strenua lotta con me stesso, il sonno mi ha travolto implacabile. Credo di aver visto molti film, fiction e documentari su J.F.K. e consorte, ma mai nessuno è stato così noioso e soporifero. Il coinvolgimento dello spettatore è comletamente assente Consigliato in caso di insonnia.
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amedeogavazzi
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giovedì 8 giugno 2017
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amedeo 47
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grande regia,grande ricostruzione storica,bella la fotografia la portman e' bravissima ,ma questo lo sapevamo.al film manca il pathos,il lato umano e il lato dell'emozione rimangono nascosti o appena accennati.quindi prevale la pesantezza.p.s.scusate l'ignoranza,ma perche'per tutto il film chiamano il presidente jack invece di john?forse dicono solo l'iniziale del nome che e'j?
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antonio
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giovedì 8 giugno 2017
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irritante e pretenzioso
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Privo di emozioni, il film ci restituisce un personaggio nevrotico ed irritante in un andamento noioso e assurdamente pretenzioso. Indulge solo ad una miserevole cassetta sfruttando il nome di un personaggio che, se mai ha dato qualcosa alla storia, lo ha fatto a sua insaputa facendo leva su un immaginario collettivo da Grandhotel di vecchia memoria.
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no_data
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martedì 28 marzo 2017
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noiosissimo
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Sono riuscita ad addormentarmi.
Jackie é descritta come moglie devota e sottomessa, ma secondo le biografie era una donna molto ricca, molto indipendente e sicura. Era inoltre a conoscenza dei continui tradimenti del marito, cosa neppure accennata nel film.
la recitazione della Portman é piatta e distaccata e non ispira mai un moto di compassione o coinvolgimento.
veramente un film fatto male, non se ne capisce lo scopo.
[+] inutile e noioso
(di marione)
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