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sabato 25 gennaio 2025
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ricordo
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Per caso ho letto il suo commento al film Genius. Sempre puntuale e interessante. Le scrivo non per il film ma peril ricordo sempre vivo e piacevolissimo che ho di lei, conosciuto al cineforum san Carlo che ho frequentato per anni, prima con mio marito, Fernando del Re che spessissimo interveniva nelle discussioni sul. film, e poi sola. Non si ricorder? veramente di me, tra le tante persone ma devo dirle che ho grande nostalgia delle sue interessantissime osservazioni, note e particolari sui film, sugli attori e sulla storia che non avremmo mai notato. E dei suoi tanti interessi e della sua cultura. Una parte della mia vita grazie a lei e stata molto piacevole e interessante.Finita come tante cose.
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Per caso ho letto il suo commento al film Genius. Sempre puntuale e interessante. Le scrivo non per il film ma peril ricordo sempre vivo e piacevolissimo che ho di lei, conosciuto al cineforum san Carlo che ho frequentato per anni, prima con mio marito, Fernando del Re che spessissimo interveniva nelle discussioni sul. film, e poi sola. Non si ricorder? veramente di me, tra le tante persone ma devo dirle che ho grande nostalgia delle sue interessantissime osservazioni, note e particolari sui film, sugli attori e sulla storia che non avremmo mai notato. E dei suoi tanti interessi e della sua cultura. Una parte della mia vita grazie a lei e stata molto piacevole e interessante.Finita come tante cose. Come sta? La sua famiglia? Segue sempre il festival di Locarno? Mi piacerebbe avere sue notizie. Ogni tanto incontro la,signora Claudia Viola e i signori Guizzi ( forse il nome e errato) e parliamo anche di lei ricordandola sempre con tanto piacere e nostalgia. Mi scuso se le faccio perdere tempo con questi miei pensieri da quasi 88enne e che mi sono venuti spontanei e quasi necessari.dopo aver letto il suo nome. Con viva cordialit? Anna Siani del Re
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figliounico
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mercoledì 14 dicembre 2022
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dramma teatrale interessante ma noioso
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Dramma-biografia sul rapporto di amore odio tra Thomas Wolfe e il suo editor Max Perkins diretto da Grandage, regista soprattutto teatrale e si vede, con un cast stellare in cui spicca Jude Law nel ruolo del poeta romanziere grafomane. Piuttosto statico nelle riprese si esaurisce in una serie di scene siparietti in cui prevale la parola sull’immagine ed il film è lasciato alla bravura degli attori. Nonostante la noia incombente tuttavia riesce interessante per l’argomento trattato e per i personaggi della letteratura americana cui fa riferimento la vicenda, quali lo stesso misconosciuto almeno da noi Wolfe e gli arcinoti Hemingway e Scott Fitzgerald.
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andreagiostra
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domenica 28 maggio 2017
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arte o amore?
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Intrigante, interessante, coinvolgente, vero, poetico e crudele al contempo, brillante e ispirante insieme. Ecco cosa di getto mi viene di scrivere dopo la visione di questo bellissimo film, trascurato dalla cinematografia e dalla distribuzione italiana. Forse perché la cultura è la protagonista assoluta? Non lo so e non lo sapremo mai! La cosa certa è che questo è un film da vedere per chi ama conoscere, sapere e vedere cosa si nasconde dietro i grandi narratori che hanno fatto la storia del XX secolo quali Ernest Hemingway (Guy Pearce), Francis Scott Fitzgerald(Dominic West), Thomas Clayton Wolfe (Jude Law), il “genio” del film di Michael Grandage, sceneggiato dall’ottimo John Logan.
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Intrigante, interessante, coinvolgente, vero, poetico e crudele al contempo, brillante e ispirante insieme. Ecco cosa di getto mi viene di scrivere dopo la visione di questo bellissimo film, trascurato dalla cinematografia e dalla distribuzione italiana. Forse perché la cultura è la protagonista assoluta? Non lo so e non lo sapremo mai! La cosa certa è che questo è un film da vedere per chi ama conoscere, sapere e vedere cosa si nasconde dietro i grandi narratori che hanno fatto la storia del XX secolo quali Ernest Hemingway (Guy Pearce), Francis Scott Fitzgerald(Dominic West), Thomas Clayton Wolfe (Jude Law), il “genio” del film di Michael Grandage, sceneggiato dall’ottimo John Logan.
Alla fine degli anni ’20 newyorkesi, Max Perkins (Colin Firth) è un brillante e tenace talent scout di giovani e sconosciuti scrittori, per la prestigiosa casa editrice Scribner's Son. Tra i suoi successi annovera già artisti e scrittori di fama mondiale quali Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald. Tra le mani di Max capita un manoscritto di un ancora sconosciuto e sconfortato Tom Wolfe, che tutte le case editrici della Grande Mela hanno rifiutato dopo una veloce e prevenuta lettura di un genere narrativo dirompente e originale, ma difficile da digerire all’inizio del ‘900. Inizia qui la storia vera, biografica e romanzata brillantemente nel film, del fruttuoso e fulminante connubio tra Max e Tom. La narrazione, ben ambientata e ottimamente sceneggiata, recitata da un cast di attori di altissimo livello, mette in luce il travaglio intellettuale, umano, spirituale e artistico, che noi appassionati di cultura e di lettura non possiamo vedere perché tutto aggrovigliato nel back stage delle creazioni artistiche ed intellettuali. Il prodotto finito, il libro che compriamo e leggiamo, è solo il risultato di un travaglio sofferto e doloroso, di una disciplina talvolta mortificante, di un compromesso editoriale talaltra necessario, che pochi dei non addetti ai lavori conoscono, e che molti cosiddetti artisti italiani del XXI secolo neanche sanno cosa sia perché spesso sono il “risultato” di sottosuoli compromessi editoriali e di occulti potentati politici.
Tom deve scegliere tra l’arte e l’amore incondizionato, che è stato incoraggiante e protettivo, dell’affascinate ed elegante Aline Bernstein (Nicole Kidman). E a questo punto l’assioma di molte big star hollywoodiane sembra prendere il sopravvento: «to become a great artist you have to choose: either work or love». Ma è anche vero che il dolore e la sofferenza, il precipizio impietoso che talvolta sorprende inaspettato, spesso portano all’attaccamento impetuoso agli affetti più veri e sinceri che abbiamo apprezzato nella nostra vita … ma questo il lettore lo scoprirà vedendo il film che, senza dubbio alcuno, subito dopo la visione, lo trascinerà verso la prima libreria sotto casa per comprare ansante le straordinarie opere letterarie del genio Thomas Clayton Wolfe, come lo definì Max e come lo definì tutta la critica giornalistica internazionale di allora.
ANDREA GIOSTRA.
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serendipity
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sabato 18 febbraio 2017
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english actors make great americans ?
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A sensitive adaptation of the book 'Max Perkins Editor of Genius' by A Scott Berg. The film concentrates mostly on Perkins's challenging professional relationship with Tom Woolf. Although Colin Firth as the gentle Max Perkins and Jude Law as wild man Woolf give convincing performances, the elephant in the room trumpets the question - why are English actors playing these characters !?
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liuk!
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martedì 7 febbraio 2017
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il cast soprattutto
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Una storia non particolarmente interessante viene però vista attraverso gli occhi di grandi attori e ne esce un prodotto fine, per amanti del cinema.
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adrianobarra
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giovedì 29 dicembre 2016
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to cut
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Che cosa fa un editore, nel senso di editor, a parte tenere sempre il cappello in testa, tenere famiglia etc.? Taglia. Soprattutto quando incontra uno scrittore esagerato, incontinente, eccessivo, e sempre tremendamente spettinato. Tagliare: to cut. Tagliare: è quello che fa il cinema quando incontra la letteratura: taglia. Tutte le parole di troppo. Perché spesso le parole sono di troppo. Magari lo sono sempre, chissà. Lo fa perché va fatto, perché qualcuno deve pur farlo. E anche perché ci prova un certo gusto, perché non ammetterlo? Tagliare: un mestiere come un altro, un mestiere più antico del mondo. Tagliare: innanzitutto è tagliarsi.
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Che cosa fa un editore, nel senso di editor, a parte tenere sempre il cappello in testa, tenere famiglia etc.? Taglia. Soprattutto quando incontra uno scrittore esagerato, incontinente, eccessivo, e sempre tremendamente spettinato. Tagliare: to cut. Tagliare: è quello che fa il cinema quando incontra la letteratura: taglia. Tutte le parole di troppo. Perché spesso le parole sono di troppo. Magari lo sono sempre, chissà. Lo fa perché va fatto, perché qualcuno deve pur farlo. E anche perché ci prova un certo gusto, perché non ammetterlo? Tagliare: un mestiere come un altro, un mestiere più antico del mondo. Tagliare: innanzitutto è tagliarsi. Che cos’è un editor? È un editore che ci ha dato un taglio etc.
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adrianobarra
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mercoledì 28 dicembre 2016
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il senso del cappello
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Secondo il film Genius (Grandage, 2016) che ho appena visto al cinema Tiziano, gli uomini si dividono in uomini con il cappello e uomini senza il cappello. Gli uomini con il cappello tengono famiglia, gli uomini senza il cappello, no. La famiglia degli uomini con il cappello è composta esclusivamente di donne - gli uomini con il cappello avrebbero voluto avere un figlio maschio, ma non ce l’avranno mai.
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adrianobarra
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mercoledì 28 dicembre 2016
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il senso del cappello
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Secondo il film Genius (Grandage, 2016) che ho appena visto al cinema Tiziano, gli uomini si dividono in uomini con il cappello e uomini senza il cappello. Gli uomini con il cappello tengono famiglia, gli uomini senza il cappello, no. La famiglia degli uomini con il cappello è composta esclusivamente di donne - gli uomini con il cappello avrebbero voluto avere un figlio maschio, ma non ce l’avranno mai.
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maopar
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martedì 22 novembre 2016
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genialità a confronto
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La genialità di questo film sta nel far comprendere come nasce l’opera di un geniod della parola scritta.
La figura dell’Editor rappresenta il cernitore di quella farina che il genio versa dal suo sacco e
Che ben filtrata arriverà alla produzione di un eccezionale lavoro… E di farina nel sacco Thomas
Wolfe ne aveva tanta e lo aveva ben capito Max Perkins colto e sensibile editor..ma il film non è
Solo un racconto biografico… è molto di più.. Con una accattivante regia ricca d’immagini di una
New York anni ’30 , Michael Grandage esperto regista di teatro, sperimenta in questa sua opera prima
La grande libertà creativa del cinema, spaziando in riprese da primi piani a panorami degni di fondali
scenici teatrali…Scandagliando nell’animo di questi complessi personaggi .
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La genialità di questo film sta nel far comprendere come nasce l’opera di un geniod della parola scritta.
La figura dell’Editor rappresenta il cernitore di quella farina che il genio versa dal suo sacco e
Che ben filtrata arriverà alla produzione di un eccezionale lavoro… E di farina nel sacco Thomas
Wolfe ne aveva tanta e lo aveva ben capito Max Perkins colto e sensibile editor..ma il film non è
Solo un racconto biografico… è molto di più.. Con una accattivante regia ricca d’immagini di una
New York anni ’30 , Michael Grandage esperto regista di teatro, sperimenta in questa sua opera prima
La grande libertà creativa del cinema, spaziando in riprese da primi piani a panorami degni di fondali
scenici teatrali…Scandagliando nell’animo di questi complessi personaggi ..rapporti amorosi compromessi
da egoismi egocentrici ..legami familiari passati sotto la lente.. rapporto padre-figlio… con tale forza
descrittiva da rubare anche qualche lacrima.. Tutto raccontato con dialoghi all’altezza dei romanzieri che
si avvicendano nel racconto. Un elegante lavoro interpretato con magistrale impegno da tutti gli attori.
Aspetto con curiosità il prossimo lavoro di questo regista…
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maopar
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martedì 22 novembre 2016
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geniale scoperta di un genio
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La genialità di questo film sta nel far comprendere come nasce l’opera di un genio della parola scritta.
La figura dell’Editor rappresenta il cernitore di quella farina che il genio versa dal suo sacco e
Che ben filtrata arriverà alla produzione di un eccezionale lavoro… E di farina nel sacco Thomas
Wolfe ne aveva tanta e lo aveva ben capito Max Perkins colto e sensibile editor..ma il film non è
Solo un racconto biografico… è molto di più.. Con una accattivante regia ricca d’immagini di una
New York anni ’30 , Michael Grandage esperto regista di teatro, sperimenta in questa sua opera prima
La grande libertà creativa del cinema, spaziando in riprese da primi piani a panorami degni di fondali
scenici teatrali…Scandagliando nell’animo di questi complessi personaggi .
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La genialità di questo film sta nel far comprendere come nasce l’opera di un genio della parola scritta.
La figura dell’Editor rappresenta il cernitore di quella farina che il genio versa dal suo sacco e
Che ben filtrata arriverà alla produzione di un eccezionale lavoro… E di farina nel sacco Thomas
Wolfe ne aveva tanta e lo aveva ben capito Max Perkins colto e sensibile editor..ma il film non è
Solo un racconto biografico… è molto di più.. Con una accattivante regia ricca d’immagini di una
New York anni ’30 , Michael Grandage esperto regista di teatro, sperimenta in questa sua opera prima
La grande libertà creativa del cinema, spaziando in riprese da primi piani a panorami degni di fondali
scenici teatrali…Scandagliando nell’animo di questi complessi personaggi ..rapporti amorosi compromessi
da egoismi egocentrici ..legami familiari passati sotto la lente.. rapporto padre-figlio… con tale forza
descrittiva da rubare anche qualche lacrima.. Tutto raccontato con dialoghi all’altezza dei romanzieri che
si avvicendano nel racconto. Un elegante lavoro interpretato con magistrale impegno da tutti gli attori.
Aspetto con curiosità il prossimo lavoro di questo regista…
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