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gianleo67 domenica 7 marzo 2021
cuori in gabbia Valutazione 3 stelle su cinque
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L'amore tra Dapne e Josh è alimentato dalla condivisione di un passato difficile e di un presente tra le sbarre di un carcere misto dove maschi e femmine hanno solo sporadici contatti. La diversa scadenza della loro detenzione e la prospettiva di una inevitabile separazione sembra compromettere il loro rapporto; ma il loro sogno adolescente di libertà e vicinanza sembra più forte di qualunque costrizione istituzionale.
Al suo terzo lungometraggio il cinema di Giovannesi ha già la fisionomia definita di uno sguardo sulla realtà che non si ferma alla mera rappresentazione del disagio sociale e generazionale degli esempi più premianti tra quelli della recente produzione nostrana, ma propone una vicinanza umana ai suoi protagonisti ed un'attenzione alle loro contraddizioni che si fa allo stesso tempo analisi sociale e poesia della marginalità, raccogliendo una lezione artistica che rimanda all'esempio etico di Pasolini ma anche al folgorante esordio nel racconto di formazione di Truffaut, esplicitamente citato in una delle scene finali. [+]

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iltrequartista mercoledì 7 giugno 2017
amore libero Valutazione 3 stelle su cinque
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Uno dei film che più mi sono rimasti impressi nella memoria dell'ultimo anno cinematografico.
Giovannesi racconta in maniera nuda e cruda la vita della giovane Daphne,chiusa in un carcere minorile e con rapporti familiari spesso difficili.
Nel grigiore generale troverà un caldo raggio di sole nell'amore verso un ragazzo con altrettante problematiche.
Non sempre la sceneggiatura è strutturata in maniera perfetta ma ci sono indubbi elementi di forza a sostenere la baracca.
Di sdolcinato c'è davvero poco e per larga parte del film rimarrete affascinati dalla verve e dall'energia della protagonista,minuta ma esplosiva allo stesso tempo,con uno sguardo davvero magnetico. [+]

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shingo tamai sabato 8 aprile 2017
prigionieri di un amore Valutazione 3 stelle su cinque
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Davvero un ottimo lavoro. 
In primis,  credo che la protagonista femminile,Daphne,abbia dato qualcosa in più all'intera opera. 
Agile e molto Esile nel fisico ma di una energia ed intensità davvero ammirevoli.
Detto questo,la pellicola è a tratti spiazzante e pragmatica,non ci sono infatti momenti sdolcinati e oserei dire nessuna pietà.
Giovannesi racconta la dura realtà e fa bene,quasi  come un monito ai più giovani di non delinquere,allontanandosi nettamente  dallo stile di esaltazione e di manie di grandezza dei criminali in stile "Gomorra".
Dietro le sbarre,infatti,anche se giovani,belli e forti,non c'è spazio per dare linfa ai propri sogni. [+]

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diabolik0 venerdì 31 marzo 2017
duro Valutazione 3 stelle su cinque
100%
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Decisamente coriaceo questo film,anche se realistico e ben interpretato.Il carcere è un'esperienza dura e ogni tanto uno sguardo su quel mondo è utile.Francamente pensare che la riabilitazione possa passare attraverso quelle mura, sembra improbabile ,è più facile che invece incarognisca ulteriormente.Per parlare di detenzione "evoluta" dovremmo spostarci nei penitenziari dei paesi scandinavi, che sembrano alberghi a cinque stelle.Il tasso di criminalità è bassissimo a riprova del fatto che non è con il giustizialismo feroce e  l' espiazione dura che si arginano i fenomeni delinquenziali.Qualcuno importante ha detto che la civiltà di un popolo la si misura,valutando le condizioni strutturali e organizzative delle sue  prigioni. [+]

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carlo02 giovedì 8 dicembre 2016
storia vista più volte Valutazione 2 stelle su cinque
100%
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La storia del film è già stata sviluppata molte altre volte e questa è l'ennesima versione .
La prima parte la ritengo la migliore poichè nella seconda ho avuto l'impressione che il regista non sapesse come sviluppare la storia ; dal momento dell'uscita dal carcere della protagonista per un permesso , il film ha una caduta di ritmo e di interesse notevole .
Pur amando la presa diretta ritengo che la qualità del suono non sia eccelsa e, forse, in alcune parti avrebbero giovato i sottotitoli per meglio comprendere i dialoghi .
Mastrandrea , pur in una parte  importante ma minima, svetta come sempre anche se il suo ruolo di fragile, insicuro e problematico rischia di diventare un clichè di tutte le sue interpretaz [+]

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lbavassano mercoledì 23 novembre 2016
scuola dardenne Valutazione 4 stelle su cinque
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Fanno scuola i Dardenne, soprattutto i primi Dardenne, nella volontà e capacità di raccontare la realtà del mondo contemporaneo nei suoi aspetti più duri e sgradevoli, ma proprio per questo più autentici. Nell’uso della macchina da presa, incalzante, costantemente incollata ai volti ed ai corpi dei protagonisti. Forse una maggiore asciuttezza però, sempre sull’esempio dei Dardenne, non avrebbe nuociuto, ed anzi avrebbe giovato alla forza del film senza comprometterne la piena intelligibilità, ma ovviamente è questione di gusti personali. Ottima la protagonista femminile, Daphne Scoccia, cui solo il sempre bravo Valerio Mastandrea riesce a tenere testa. Credo un dovuto omaggio al sommo Truffaut de “I quattrocento colpi” la scena dell’arrivo al mare e quella della corsa sulla spiaggia.

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giuliog02 venerdì 11 novembre 2016
noia. un perfetto esercizio tecnico di ...... Valutazione 2 stelle su cinque
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Un film per tre quarti senza pathos. A parte l'inizio e fino al risveglio verso la fine è una collazione, perfettamente riuscita, di spezzoni sulla vita nei riformatori, da utilizzarsi come case-history in riunioni con specialisti del settore. Una noia mortale, nonostante una passabile recitazione. Eccesso di primi piani e di riprese a breve distanza ( tanto per contribuire al senso di oppressione ). Vorrebbe essere un film di denuncia, ma è distante mille miglia dagli analoghi film francesi di 50 anni fa di Truffaut e di Bresson, e ben altro lo spessore delle attrici protagoniste di quei film, come Jeanne Moreau o Isabelle Adjani. Il film richiama in vita lo spettatore con l'uscita dal riformatorio della protagonista e la sua osservazione del cielo attraverso la chioma dei pini marittimi. [+]

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angelo umana giovedì 15 settembre 2016
le attenzioni mancanti degli adulti Valutazione 3 stelle su cinque
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 Piccoli Ken Loach crescono. Questa citazione viene da pensare con il film Fiore del giovane (del ’78) Claudio Giovannesi, ambientato nel disagio sociale, ragazzi che vivono di espedienti, che soggiornano spesso in riformatori o case di correzione. Lontani dalle sicurezze a cui tendiamo noi, cosiddetta gente “perbene”, con la nostra pensioncina o gli anni che ci mancano per raggiungerla, o con l’impiego retribuito le bollette le multe e i biglietti del treno regolarmente pagati. Ma non sembra una vera e propria prigione quella dove soggiornano e si conoscono Daphne e Josh, è un centro di rieducazione, in fondo un luogo protettivo visto che i ragazzi che vi soggiornano sarebbero orientati, fuori, a incorrere in reati vari. [+]

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sergio dal maso domenica 28 agosto 2016
il cinema italiano ha un nuovo fiore Valutazione 5 stelle su cinque
55%
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“ … forse alla fine di questa triste storia, qualcuno troverà il coraggio per affrontare i sensi di colpa, e cancellarli da questo viaggio  (…)
forse la vita non è stata tutta persa, forse qualcosa s'è salvato, forse era giusto così ….”    
                                                                                                                                                                                                   Sally - Vasco Rossi
  
Ci sono tanti tipi di fiori. [+]

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uppercut domenica 12 giugno 2016
una carezza senza ricatti Valutazione 5 stelle su cinque
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Era dai tempi de L'intervallo che un film italiano non mi coinvolgeva in modo così positivo. Una carezza senza ricatti, calda e sincera. Straordinaria l'interpretazione di Daphne Scoccia. La fotografia di Ciprì riscatta il digitale arrivando a dargli un'anima. La citazione musicale de Il vangelo secondo Mateo di Pasolini dice di per sé quanto cuore abbia messo Giovannesi in questo magnifico lavoro. Complimenti. Ma soprattutto grazie.

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