Giovani, carini e individualisti sono i ragazzi di Linklater
di Roberto Nepoti La Repubblica
Autore di alcuni dei film americani più personali dell'ultimo decennio, Richard Linklater torna con una commedia di college (a prima vista) piuttosto inaspettata per uno come lui. Anni '80. Jake arriva al campus e deve affrontare due realtà nuove: l'università e la casa per studenti in cui abiterà, residenza di giovanotti alquanto "funky". In realtà Tutti vogliono qualcosa comincia là dove finisce "Boyhood", anche se si concentra nel tempo infinitamente più breve di tre giorni. Il cinquantacinquenne regista ricostruisce bene quelli che furono i "suoi" anni; più nell'atmosfera, però (fondamentale il ruolo della colonna musicale), che nella lettera. Non cede agli stereotipi del genere, ma tratta le situazioni topiche (la ricerca delle ragazze, la competizione sportiva, le bevute...) con un'attitudine affettuosa e beffarda insieme. E mette bene in mostra il complesso mix tra le dinamiche dell'integrazione nel gruppo (la "popolarità") e lo spiccato individualismo dei giovani (soprattutto) statunitensi.
Da La Repubblica, 16 giugno 2016
di Roberto Nepoti, 16 giugno 2016