il critico 89
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giovedì 10 novembre 2016
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quando il cieco vede oltre di chi ha la vista
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Guardando il trailer e leggendo la trama potrebbe sembrare un film banale ma in realtà non è così.
Certo la premessa non è nulla di eccezionale,un gruppo di ragazzi che per vivere deruba le abitazioni e che credendo sarà tutto facile deruba questo cieco.Ma purtroppo per loro non andrà tutto nel verso giusto.
In realtà poi senza addentrarsi troppo nel film per evitare spoiler il film riserva forti emozioni,sorprese,momenti di tensione ed un ottimo finale.
Insomma un thriller come non se ne vedono molti e che realmente trasmette tensione e fa rimanere con il fiato sospeso.
Consigliato.
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nerazzurro
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martedì 18 ottobre 2016
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ottimo thriller!
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F. Alvarez si conferma ancora un grande regista pieno di idee. Nel bellissimo evil dead aveva riproposto il cult di Raimi con una magistrale,una sceneggiatura rivisitata da cima a fondo sfornando incredibilmente qualcosa di innovativo più che un solito remake. E qui ci propone un thriller originale :Jane Levy ancora protagonista offre una grande prova drammatica. Stephen Lang nei panni del folle e implacabile assassino caratterizza al meglio il suo personaggio: diabolico. Da vedere!
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ralphscott
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martedì 4 ottobre 2016
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ritmo e tensione in abbondanza
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Tolgo una stella per gli eccessi alla Halloween,ossia protagonisti massacrati con forbici e violenza inaudita che si rialzano come nulla fosse successo. Detto ciò il film è ben strutturato,coinvolge grazie ad una sceneggiatura ed ad un montaggio molto riusciti. L'idea del buio nel buio,con il vecchio veterano di guerra cieco che si confronta con i malviventi sullo stesso piano,cioè al buio,risulta vincente. E noi vediamo tutto come avessimo gli infrarossi. Bello anche nell'epilogo,e poco prima. La scena dell'assalto del rottweiler alla fuggitiva sopravvissuta è da cardiopalma.
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andrea diatribe
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venerdì 16 settembre 2016
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il gatto è cieco ma sa cacciare
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In Man in the dark tre ragazzi di Detroit svaligiano case ricavando ogni volta all’incirca diecimila dollari, aiutati dall’avere nel gruppo il figlio di una guardia giurata, con le chiavi degli appartamenti da derubare. I giovani vengono a sapere di un veterano di guerra, che ha ricevuto come risarcimento trecentomila dollari in seguito alla tragica morte della figlia avvenuta in un incidente. Tentano allora il colpaccio incoraggiati dal fatto che l’ex militare ha perso la vista, a causa delle schegge di una granata. Pare un colpo facile: una volta però che i ragazzi si sono introdotti in casa del veterano capiranno che da predatori sono diventati prede, in balia del proprietario della casa.
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In Man in the dark tre ragazzi di Detroit svaligiano case ricavando ogni volta all’incirca diecimila dollari, aiutati dall’avere nel gruppo il figlio di una guardia giurata, con le chiavi degli appartamenti da derubare. I giovani vengono a sapere di un veterano di guerra, che ha ricevuto come risarcimento trecentomila dollari in seguito alla tragica morte della figlia avvenuta in un incidente. Tentano allora il colpaccio incoraggiati dal fatto che l’ex militare ha perso la vista, a causa delle schegge di una granata. Pare un colpo facile: una volta però che i ragazzi si sono introdotti in casa del veterano capiranno che da predatori sono diventati prede, in balia del proprietario della casa.
Il regista uruguaiano Fede Alvarez, al suo secondo lungometraggio dopo il remake del 2013 de La casa, dirige questo film di genere ambiguo, un po’ più thriller ma comunque horror, che non percorre un rigido binario narrativo impendendo in questo modo di prevedere facilmente il destino dei protagonisti. Girato con un budget contenuto e in una Budapest come scenografia sostitutiva di Detroit, Man in the dark (ma il titolo originale è Don’t Breathe) ha in sé un realismo d’eccellenza, di una violenza cruda (basti pensare che mettere in scena un pestaggio femminile è un’affermazione d’intenti decisa), per vivere da vicino la tremenda situazione in cui tutti i protagonisti sono coinvolti. Il film non scende mai nello splatter e riesce a spaventare bene tenendo sempre alta la tensione per tutto il film, senza quasi mai lasciare allo spettatore il tempo di prendere fiato.
Merita di essere citata su tutte, per la sua particolarità, la scena – girata con una telecamera ad infrarossi – di caccia al buio nei sotterranei della casa: il film punta infatti molto sull’aspetto sonoro, oltre che visivo; i dialoghi tra l’altro sono pochi e a contare sono piuttosto i respiri, le urla, gli spari, le botte e le colluttazioni durante tutta la vicenda ambientata all’interno della casa.
Ha una fotografia diretta all’essenzialità della visione, con movimenti di macchina semplici, senza virtuosismi, ma studiati, con la telecamera che sta sempre appresso ai personaggi e non abbandona mai l’abitazione, se non all’inizio e verso l’epilogo.
È un ottimo film anche per la presenza di un buon cast che vede nei panni dei tre ragazzi Jane Levy (Rocky), che aveva già recitato nel precedente film di Alvarez La Casa, Daniel Zovatto (Money), presente in It Follows, Dylan Minnette (Alex), interprete in Piccoli brividi; il ruolo del veterano è invece di Stephen Lang, già attore nel famoso Avatar.Quest’ultimo sicuramente è quello che fa da collante del film, con un sua interpretazione molto fisica e insieme espressiva.
Alla fine tutto questo gioco del gatto con i topi riesce e il sentimento che prevale è quello di pietà per l’orrore della brutalità che incombe e viene attuata sia dai ragazzi che dal veterano. Non si capisce infatti di chi siano le colpe nel film: tutti sono colpevoli e allo stesso tempo vittime; sta allo spettatore volere giudicare i protagonisti, per delimitare il confine che c’è tra il bene e il male.
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elpiezo
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sabato 3 settembre 2016
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thriller teso e claustrofobico!!!
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Una semplice rapina diviene un autentico incubo per tre scapestrati ed inesperti svaligiatori. In un austero villino nei decadenti sobborghi di Detroit si snoda una vicenda carica di tensione emotiva dove il buio ed il silenzio giocheranno un ruolo determinante nella sopravvivenza dei malcapitati rapinatori.
Claustrofobico thriller low cost dalla trama originale e da una sceneggiatura densa di colpi di scena che mantiene perennemente alto il livello di adrenalina nello spettatore.
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biso 93
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giovedì 1 settembre 2016
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ladruncoli in gabbia
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Don't breathe( riportato in italia come man in the dark ), e' un film del 2016, secondo lungometraggio del regista Fede Alvarez, autore del remake della casa di Sam Raimi. Don't breathe e' un film intenso, vivace, violento che intrattiene benissimo trasmettendo la necessaria tensione nello spettatore. Ho apprezzato l'attenzione al particolare in questo film in cui il ritmo e' piuttosto frenetico nonostante il silenzio e i piccoli rumori la giocano da padroni. Davvero un buon thriller/horror che riserva anche qualche sorpresa nella parte finale, intelligente variante dell'home invasion diretta bene e sceneggiata ancora meglio. A me e' piaciuto parecchio grazie anche all'ottima performance fisica di Stephen Lang, azzeccatissimo in questo ruolo e forse un po sottovalutato.
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Don't breathe( riportato in italia come man in the dark ), e' un film del 2016, secondo lungometraggio del regista Fede Alvarez, autore del remake della casa di Sam Raimi. Don't breathe e' un film intenso, vivace, violento che intrattiene benissimo trasmettendo la necessaria tensione nello spettatore. Ho apprezzato l'attenzione al particolare in questo film in cui il ritmo e' piuttosto frenetico nonostante il silenzio e i piccoli rumori la giocano da padroni. Davvero un buon thriller/horror che riserva anche qualche sorpresa nella parte finale, intelligente variante dell'home invasion diretta bene e sceneggiata ancora meglio. A me e' piaciuto parecchio grazie anche all'ottima performance fisica di Stephen Lang, azzeccatissimo in questo ruolo e forse un po sottovalutato. Consigliatissimo.
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