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max821966
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mercoledì 18 gennaio 2017
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+ si che no
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Premessa: conosco bene la saga del gioco, in quanto mio figlio lo adora e mi piace seguirlo mentre gioca,( io ho provato.....ma non duro un minuto, troppi tasti elevette da memorizzare.
Passiamo al film vero e proprio....non era facile la trasposizione da gioco a film , in quanto, + o - si basa su fatti storici e gli sviluppatori non hanno potuto spaziare nel fantasy puro (tipo Warcraft).
La trama è carina, gli attori bravi, molto bella la musica e gli fx.
Non credo che andrò a vedere i prox capitoli.....aspetterò un cofanetto in BluRay con la saga completa.
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mattetemplar
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domenica 15 gennaio 2017
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videogioco e film...due cose diverse
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Come già premesso dal titolo c'è da precisare, secondo il mio punto di vista che giocare a un gioco e vedere un film sono due cose completamente diverse.
In primo luogo un videogioco sei tu che interagisci mentre in un film sei solo spettatore. Premesso questo io sono un fan della serie di Assassin's Creed, ho giocato a tutti i capitoli che hanno fatto su console e l'idea che facessero una trasposizione cinematografica mi ha entusiasmato tantissimo, tant'è vero che ho seguito ogni notizia sul film compreso le interviste al regista. Da fan della serie ho apprezzato moltissimo il fatto che abbia deciso di realizzare un capitolo nuovo mai visto nella serie dei videogiochi, anche la versione dell'animua che si vede nel film dal mio punto di vista è grandiosa perché è come se Callum Lynch ( Michael Fassbender ) oltre a vivere i ricordi del suo antenato, interagisce con lui proprio come se in realtà stesse giocando alla console.
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Come già premesso dal titolo c'è da precisare, secondo il mio punto di vista che giocare a un gioco e vedere un film sono due cose completamente diverse.
In primo luogo un videogioco sei tu che interagisci mentre in un film sei solo spettatore. Premesso questo io sono un fan della serie di Assassin's Creed, ho giocato a tutti i capitoli che hanno fatto su console e l'idea che facessero una trasposizione cinematografica mi ha entusiasmato tantissimo, tant'è vero che ho seguito ogni notizia sul film compreso le interviste al regista. Da fan della serie ho apprezzato moltissimo il fatto che abbia deciso di realizzare un capitolo nuovo mai visto nella serie dei videogiochi, anche la versione dell'animua che si vede nel film dal mio punto di vista è grandiosa perché è come se Callum Lynch ( Michael Fassbender ) oltre a vivere i ricordi del suo antenato, interagisce con lui proprio come se in realtà stesse giocando alla console...perché secondo me se avessimo visto il protagonista sempre seduto come nella serie di assassin's creed, si sarebbe stato bello e fedele alla serie ma come si vede nel film rende l'idea proprio del realismo con cui Callum interagisce con il suo antenato. Per quanto riguarda la trama del film a me sembra ben costruita e scorrevole e non come dicono molti lenta e che nel mondo reale perde per la troppa narrazione, anzi per me la parte narrativa è importate, del resto nei giochi la parte nel mondo reale è monotona, tra l'altro negli ulti capitoli della saga per console non c'è nemmeno la possibilità di uscire dall'animus quindi per forza è solo azione è una cosa così in un film a parere mio non sarebbe stato un gran che vedere solo azione sennò mi sarei visto Rambo. Quindi per concludere il film per me vale la pena di vederlo ma secondo me va visto proprio come un nuovo capitolo non solo come appassionati della saga perché non si possono fare paragoni con i giochi, come per esempio se una frase o un detto degli assassini non è identico a quello dei videogiochi ma il senso e lo stesso non vedo il motivo di criticarlo. Sicuramente questa mia recensione/commento non sarà apprezzato però ripeto a pere mio il film vale e al del potenziale se avrà un seguito e complimenti anche al cast che per me è stato bravo ad interpretare i loro personaggi.
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cristian
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domenica 15 gennaio 2017
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dal sequel si pretende 'il salto della fede'
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Ho ritenuto eccessive, per motivi che elencherò in seguito, le critiche ricevute dall’adattamento cinematografico dell’omonimo gioco Ubisoft Assassin’s Creed del regista Justin Kurzel (Macbeth[+]
Ho ritenuto eccessive, per motivi che elencherò in seguito, le critiche ricevute dall’adattamento cinematografico dell’omonimo gioco Ubisoft Assassin’s Creed del regista Justin Kurzel (Macbeth) che per me merita, nel complesso, un voto ben al di sopra della sufficienza. La sceneggiatura di Micheal Lesslie (Macbeth) e Adam Cooper (The Divergent Series: Allegiant; Exodus - Dei e Re) si dimostra un abito ben cucito addosso agli interpreti. Nulla di eclatante certo, ma ben adattata al contesto e con battute, se non di altissimo impatto, quantomeno non banali (una dote apprezzabile al giorno d’oggi). Lacune e buchi ci sono eccome nella trama (al momento giustificabili nella speranza che vengano colmati nel sequel) ma la storia, in toto, scorre agevolmente. Alla fotografia Adam Arkapaw (Macbeth) riesce bene a far addentrare lo spettatore nella Spagna di fine ‘400, tramite atmosfere polverose e giallognole. Musiche di Jed Kurzel (Son of a Gun; The Babadook; Macbeth; il prossimo Alien: Covenant), fratello del regista, che non ci regala nulla di indimenticabile o di cui annotare qualcosa (male!). Michael Fassbender, se ci fosse ancora bisogno di farlo sapere (ma ribadiamolo), è un signor attore! Nulla da aggiungere. Ho trovato un po’ inespressiva Marion Cotillard, sicuramente complice un doppiaggio in italiano veramente orrendo. Jeremy Irons si destreggia con classe e nei panni del templare altolocato.
Callum Lynch (Michael Fassbender) sta per essere condannato a morte per l’omicidio di un pappone. La sua morte è però una messa in scena orchestrata da quelli della Fondazione Abstergo che fanno trasferire segretamente Callum nella loro struttura in Spagna, a Madrid. La loro intenzione è servirsi di lui per rivivere i ricordi di un suo antenato (Aguilar de Nerha), morto 500 anni prima, appartenente alla setta degli Assassini, e riuscire a scoprire dove è stata nascosta la cosiddetta ‘Mela dell’Eden’, un aggeggio meccanico consegnato all’umanità da un’antica civiltà che dà il potere, a chi lo usa, di tenere sotto controllo la violenza insita negli uomini. I Templari bramano da secoli tale manufatto e con la Abstergo al loro servizio sentono che il desiderio può presto avverarsi. Callum potrà rivivere e mostrare i suddetti ricordi venendo collegato a una macchina, l’Animus. La Dr.ssa Sophia Rikkin (Marion Cotillard), figlia del CEO della Abstergo Alan Rikkin (Jeremy Irons), è a capo del progetto e starà a lei dover convincere e poi guidare Callum, con l’utilizzo dell’Animus, alla ricerca della Mela nella Spagna dell’Inquisizione di fine 1400.
Qualsiasi sarebbe stata la forma finale del prodotto, Assassins’ Creed di Justin Kurzel avrebbe comunque, ne sono certo, scontentato parecchi. E’ già difficile riuscire ad accontentare un vasto pubblico, figuriamoci due tipi di pubblico: videogiocatori e non. Purtroppo sono ancora molti quelli che non riescono a capire che le trasposizioni di videogiochi in film, o, più comunemente, di libri in film, possono essere fedeli, nel migliore dei casi, in minima parte all’opera di origine. Perché? Perché cinema, libri e videogiochi viaggiano su diverse lunghezze d’onda, si basano su modi e schemi totalmente diversi di intrattenere il lettore - videogiocatore - spettatore. Non a caso per ogni prodotto il fruitore prende un nome DIVERSO. In definitiva, quando arrivi in sala devi essere più open minded che puoi, valutare soltanto il film per ciò che è e magari riuscire ad apprezzare, ma con superficialità e senza pretese, eventuali collegamenti con il libro/videogioco da cui si è presa l’ispirazione. Io, la pellicola di Kurzel, l’ho trovata coraggiosa! Si, coraggiosa. Perché a ben vedere, Kurzel & company, sono giovani (in pratica il blocco di Macbeth ha lavorato a questo film) e con voglia di sperimentare ed è evidente che vogliano farlo in meglio. Le buone intenzioni si percepiscono dall’inizio del film. Per quanto si può (ahimè non si può) si cerca di accontentare anche i videogiocatori accaniti con tante sequenze legate al gioco targato Ubisoft verso cui è stato dimostrato enorme rispetto e fedeltà nelle atmosfere, nelle scene d‘azione e nel girato ambientato tra presente e passato. Citazioni infinite tratte dal gioco inserite in un contesto invece estraneo a esso, la Spagna dell’Inquisizione. Il regista ha voluto quindi dare un tocco di originalità ad un prodotto che fin dall’idea di volerlo portare sul grande schermo ha rischiato di diventare un lavoro detestabile. E invece no! Ho trovato coinvolgente la prima sincronizzazione di Callum in un Animus che, inevitabilmente, non poteva essere, nella resa cinematografica, un apparecchio che costringe alla staticità il protagonista. E’ invece un braccio meccanico dinamico, grazie al quale Fassbender fluttua nell’aria come un’aquila e nei ricordi del suo antenato Aguilar creando quell’effetto , voluto, di fusione tra le due epoche che avviene non solo nella stanza dell’Animus, ma soprattutto nella testa di Cal. I ricordi non si discostano dalla modalità di gioco Ubisoft. Ognuno di essi è una missione da compiere in contesti e situazioni che, seppur estranei al gioco, lo ricordano da vicino, fin nei dettagli: l’assassino, ripreso di spalle, che sposta con la mano le persone tra la folla, i balzi con la lama celata dall’alto verso l’obiettivo principale, l’utilizzo di armi non proprie, le corse sui tetti. Insomma, per me, ci siamo. Apprezzabile anche il fatto che i protagonisti spagnoli del 1400 parlino in lingua originale. Non me l’aspettavo e, sinceramente, credevo che ciò avrebbe penalizzato la pellicola a lungo andare. Invece no. Aguilar e compagni non parlano molto, lasciano che le mani e le lame parlino per loro. Come nel gioco, dunque, la storia principale è quella che si svolge nel presente. La realtà passata viene soltanto sfruttata per scopi precisi da raggiungere nel mondo attuale. Quindi non abbiamo bisogno di conoscere a fondo la storia di Aguilar. Non credo la Abstergo cercasse il gossip nella vita dell’assassino spagnolo. Come detto sopra, i buchi nella trama ci sono e sono evidenti (non si può e non si deve negare) sia ai videogiocatori, ma soprattutto a chi è a digiuno di Assassin’s Creed alcune cose non hanno molto senso. Parecchie questioni non vengono spiegate e ce le troviamo spiattellate lì come se si sapesse di cosa si stia parlando. Tutto questo sarebbe inaccettabile se non si sapesse che ci sarà almeno un sequel a cui si deve, per forza, affidare la speranza che tutti i tasselli vadano messi al loro posto. E si tratta di tasselli importanti tra l’altro. Io ci spero soprattutto perché Ubisoft e Kurzel hanno lavorato praticamente insieme a questa realizzazione e non voglio credere che alcune questioni fondamentali saranno evitate: 1- “Coloro che vennero prima”; 2- la Mela non è l’unico oggetto ’sacro/magico’ esistente; 3- la secolare rivalità tra Assassini e Templari e i suoi motivi. Dal sequel, a questo punto, ci si aspetta davvero tantissimo e forse anche di più rispetto a questo esordio che ha fatto storcere il naso a molti. Il secondo episodio ci dirà se Assassin’s Creed è un prodotto cinematografo da buttare via e di cui dobbiamo dimenticarci in fretta. Alcuni sono stati un po’ troppo precipitosi nel bocciarlo già da ora. Avrei voluto assegnare tre stelle e mezzo al film ma la mezza stella non è concessa a me, povero mortale del pubblico. Ho preferito arrotondare per eccesso sia per la speranza di cui parlavo sopra sia perché credo che questo sia, al momento, pur con tutte le critiche negative, la migliore trasposizione da consolle a film. Scene d’azione e di lotta in spazi affollati e/o stretti veramente ben realizzate. La macchina da presa sembra a momenti dover scansare parecchi colpi pur di riprendere da vicino i combattimenti. Ah e vogliamo sapere di più su Callum, dai. Da Aguilar non si può pretendere nulla di più di ciò che ci ha mostrato. Quanto sono belle poi le riprese della camera che segue l’aquila e i suoi voli panoramici ogni volta che ci addentriamo nel ricordo? Io rispondo: “Spettacolare!”. Da segnalare un Fassbender pienamente a suo agio nei panni di Callum Lynch e una Cotillard invece abbastanza apatica a livello espressivo.
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sabato 14 gennaio 2017
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dal sequel si pretende 'il salto della fede'
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Ho ritenuto eccessive, per motivi che elencherò in seguito, le critiche ricevute dall’adattamento cinematografico dell’omonimo gioco Ubisoft Assassin’s Creed del regista Justin Kurzel (Macbeth) che per me merita, nel complesso, un voto ben al di sopra della sufficienza. La sceneggiatura di Micheal Lesslie (Macbeth) e Adam Cooper (The Divergent Series: Allegiant; Exodus - Dei e Re) si dimostra un abito ben cucito addosso agli interpreti. Nulla di eclatante certo, ma ben adattata al contesto e con battute, se non di altissimo impatto, quantomeno non banali (una dote apprezzabile al giorno d’oggi). Lacune e buchi ci sono eccome nella trama (al momento giustificabili nella speranza che vengano colmati nel sequel) ma la storia, in toto, scorre agevolmente. Alla fotografia Adam Arkapaw (Macbeth) riesce bene a far addentrare lo spettatore nella Spagna di fine ‘400, tramite atmosfere polverose e giallognole. Musiche di Jed Kurzel (Son of a Gun; The Babadook; Macbeth; il prossimo Alien: Covenant), fratello del regista, che non ci regala nulla di indimenticabile o di cui annotare qualcosa (male!). Michael Fassbender, se ci fosse ancora bisogno di farlo sapere (ma ribadiamolo), è un signor attore! Nulla da aggiungere. Ho trovato un po’ inespressiva Marion Cotillard, sicuramente complice un doppiaggio in italiano veramente orrendo. Jeremy Irons si destreggia con classe e nei panni del templare altolocato.
Callum Lynch (Michael Fassbender) sta per essere condannato a morte per l’omicidio di un pappone. La sua morte è però una messa in scena orchestrata da quelli della Fondazione Abstergo che fanno trasferire segretamente Callum nella loro struttura in Spagna, a Madrid. La loro intenzione è servirsi di lui per rivivere i ricordi di un suo antenato (Aguilar de Nerha), morto 500 anni prima, appartenente alla setta degli Assassini, e riuscire a scoprire dove è stata nascosta la cosiddetta ‘Mela dell’Eden’, un aggeggio meccanico consegnato all’umanità da un’antica civiltà che dà il potere, a chi lo usa, di tenere sotto controllo la violenza insita negli uomini. I Templari bramano da secoli tale manufatto e con la Abstergo al loro servizio sentono che il desiderio può presto avverarsi. Callum potrà rivivere e mostrare i suddetti ricordi venendo collegato a una macchina, l’Animus. La Dr.ssa Sophia Rikkin (Marion Cotillard), figlia del CEO della Abstergo Alan Rikkin (Jeremy Irons), è a capo del progetto e starà a lei dover convincere e poi guidare Callum, con l’utilizzo dell’Animus, alla ricerca della Mela nella Spagna dell’Inquisizione di fine 1400.
Qualsiasi sarebbe stata la forma finale del prodotto, Assassins’ Creed di Justin Kurzel avrebbe comunque, ne sono certo, scontentato parecchi. E’ già difficile riuscire ad accontentare un vasto pubblico, figuriamoci due tipi di pubblico: videogiocatori e non. Purtroppo sono ancora molti quelli che non riescono a capire che le trasposizioni di videogiochi in film, o, più comunemente, di libri in film, possono essere fedeli, nel migliore dei casi, in minima parte all’opera di origine. Perché? Perché cinema, libri e videogiochi viaggiano su diverse lunghezze d’onda, si basano su modi e schemi totalmente diversi di intrattenere il lettore - videogiocatore - spettatore. Non a caso per ogni prodotto il fruitore prende un nome DIVERSO. In definitiva, quando arrivi in sala devi essere più open minded che puoi, valutare soltanto il film per ciò che è e magari riuscire ad apprezzare, ma con superficialità e senza pretese, eventuali collegamenti con il libro/videogioco da cui si è presa l’ispirazione. Io, la pellicola di Kurzel, l’ho trovata coraggiosa! Si, coraggiosa. Perché a ben vedere, Kurzel & company, sono giovani (in pratica il blocco di Macbeth ha lavorato a questo film) e con voglia di sperimentare ed è evidente che vogliano farlo in meglio. Le buone intenzioni si percepiscono dall’inizio del film. Per quanto si può (ahimè non si può) si cerca di accontentare anche i videogiocatori accaniti con tante sequenze legate al gioco targato Ubisoft verso cui è stato dimostrato enorme rispetto e fedeltà nelle atmosfere, nelle scene d‘azione e nel girato ambientato tra presente e passato. Citazioni infinite tratte dal gioco inserite in un contesto invece estraneo a esso, la Spagna dell’Inquisizione. Il regista ha voluto quindi dare un tocco di originalità ad un prodotto che fin dall’idea di volerlo portare sul grande schermo ha rischiato di diventare un lavoro detestabile. E invece no! Ho trovato coinvolgente la prima sincronizzazione di Callum in un Animus che, inevitabilmente, non poteva essere, nella resa cinematografica, un apparecchio che costringe alla staticità il protagonista. E’ invece un braccio meccanico dinamico, grazie al quale Fassbender fluttua nell’aria come un’aquila e nei ricordi del suo antenato Aguilar creando quell’effetto , voluto, di fusione tra le due epoche che avviene non solo nella stanza dell’Animus, ma soprattutto nella testa di Cal. I ricordi non si discostano dalla modalità di gioco Ubisoft. Ognuno di essi è una missione da compiere in contesti e situazioni che, seppur estranei al gioco, lo ricordano da vicino, fin nei dettagli: l’assassino, ripreso di spalle, che sposta con la mano le persone tra la folla, i balzi con la lama celata dall’alto verso l’obiettivo principale, l’utilizzo di armi non proprie, le corse sui tetti. Insomma, per me, ci siamo. Apprezzabile anche il fatto che i protagonisti spagnoli del 1400 parlino in lingua originale. Non me l’aspettavo e, sinceramente, credevo che ciò avrebbe penalizzato la pellicola a lungo andare. Invece no. Aguilar e compagni non parlano molto, lasciano che le mani e le lame parlino per loro. Come nel gioco, dunque, la storia principale è quella che si svolge nel presente. La realtà passata viene soltanto sfruttata per scopi precisi da raggiungere nel mondo attuale. Quindi non abbiamo bisogno di conoscere a fondo la storia di Aguilar. Non credo la Abstergo cercasse il gossip nella vita dell’assassino spagnolo. Come detto sopra, i buchi nella trama ci sono e sono evidenti (non si può e non si deve negare) sia ai videogiocatori, ma soprattutto a chi è a digiuno di Assassin’s Creed alcune cose non hanno molto senso. Parecchie questioni non vengono spiegate e ce le troviamo spiattellate lì come se si sapesse di cosa si stia parlando. Tutto questo sarebbe inaccettabile se non si sapesse che ci sarà almeno un sequel a cui si deve, per forza, affidare la speranza che tutti i tasselli vadano messi al loro posto. E si tratta di tasselli importanti tra l’altro. Io ci spero soprattutto perché Ubisoft e Kurzel hanno lavorato praticamente insieme a questa realizzazione e non voglio credere che alcune questioni fondamentali saranno evitate: 1- “Coloro che vennero prima”; 2- la Mela non è l’unico oggetto ’sacro/magico’ esistente; 3- la secolare rivalità tra Assassini e Templari e i suoi motivi. Dal sequel, a questo punto, ci si aspetta davvero tantissimo e forse anche di più rispetto a questo esordio che ha fatto storcere il naso a molti. Il secondo episodio ci dirà se Assassin’s Creed è un prodotto cinematografo da buttare via e di cui dobbiamo dimenticarci in fretta. Alcuni sono stati un po’ troppo precipitosi nel bocciarlo già da ora. Avrei voluto assegnare tre stelle e mezzo al film ma la mezza stella non è concessa a me, povero mortale del pubblico. Ho preferito arrotondare per eccesso sia per la speranza di cui parlavo sopra sia perché credo che questo sia, al momento, pur con tutte le critiche negative, la migliore trasposizione da consolle a film. Scene d’azione e di lotta in spazi affollati e/o stretti veramente ben realizzate. La macchina da presa sembra a momenti dover scansare parecchi colpi pur di riprendere da vicino i combattimenti. Ah e vogliamo sapere di più su Callum, dai. Da Aguilar non si può pretendere nulla di più di ciò che ci ha mostrato. Quanto sono belle poi le riprese della camera che segue l’aquila e i suoi voli panoramici ogni volta che ci addentriamo nel ricordo? Io rispondo: “Spettacolare!”. Da segnalare un Fassbender pienamente a suo agio nei panni di Callum Lynch e una Cotillard invece abbastanza apatica a livello facciale.
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pier delmonte
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venerdì 13 gennaio 2017
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non fa per me
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L’idea della ricerca delle origini del male puo’ anche essere interessante, ma qua non si capisce bene dove si vuole arrivare, quindi lasciamo ai patiti di videogame i duelli infiniti e scenografie pompose, perche’ chi non lo e’ rischia di addormentarsi clamorosamente.
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storyteller
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lunedì 9 gennaio 2017
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un buon film rovinato da un finale imperfetto
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Nota: ripubblico il presente commento, completo di votazione.
Un film ben scritto, con dialoghi e soluzioni narrative in buona misura convincenti, e ottimamente recitato (difficile stabilire chi sia più in parte tra Fassbender, Cotillard e Irons), ulteriormente impreziosito da un valido cast di supporto e scenografie assolutamente pazzesche - sia per la fedeltà della ricostruzione storica che per l'eleganza riposta nella scelta delle inquadrature. Paga il necessario tributo agli aspetti più convincenti del videogioco e non dimentica di integrare a dovere scene d'azione ipercinetiche e una colonna sonora tanto funzionale quanto creativa. I veri problemi risiedono negli ultimi quindici minuti.
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Nota: ripubblico il presente commento, completo di votazione.
Un film ben scritto, con dialoghi e soluzioni narrative in buona misura convincenti, e ottimamente recitato (difficile stabilire chi sia più in parte tra Fassbender, Cotillard e Irons), ulteriormente impreziosito da un valido cast di supporto e scenografie assolutamente pazzesche - sia per la fedeltà della ricostruzione storica che per l'eleganza riposta nella scelta delle inquadrature. Paga il necessario tributo agli aspetti più convincenti del videogioco e non dimentica di integrare a dovere scene d'azione ipercinetiche e una colonna sonora tanto funzionale quanto creativa. I veri problemi risiedono negli ultimi quindici minuti. Il resto della recensione contiene spoiler sulla trama, se non volete anticipazioni non andate oltre. Innanzitutto, Cristoforo Colombo: con la sua (riconosciuta) fama di schiavista e persecutore, non mi sembra la figura storica adatta per ricoprire il ruolo di aiutante degli Assassini, naturalmente inclini alla libertà di azione e di pensiero. Tantomeno mi sembra sensato che Aguilar gli affidi la Mela. La conclusione, in particolare, risulta essere sia implausibile (il capo della Abstergo che attiva un artefatto risalente all'inizio dei tempi premendo un bottone, l'idea stessa che sia possibile controllare l'umanità servendosi di un oggetto in grado di ammansire persino chi lo utilizza... e parlo avendo finito il gioco. Secondo me questi aspetti non sono stati resi a dovere. Volendo, si potrebbe aggiungere l'assurdità della sequenza in cui tre uomini, muniti di qualche coltello e una cappa scura, entrano indisturbati in quello che dovrebbe essere il luogo meglio sorvegliato dell'intero pianeta) che anticlimatica (non c'è pathos durante il ritrovamento della Mela, non c'è un vero climax durante il "confronto" finale con Rikkin, e il continuo mutamento caratteriale nel personaggio della Cotillard alla fine lascia più spaesati noi che lei). Questi "difetti", comunque, vanno ricondotti a quella che probabilmente è stata una scelta della produzione: imporre a Kurzel un finale "monco" che aprisse la strada a dei sequel, rinunciando a una chiusura definitiva e magari un po' più risolutiva. Per parte mia, trovo che il film ne avrebbe giovato parecchio, e temo che questa "scelta" - in barba alla moda dei seguiti - potrebbe ritorcerglisi contro. In conclusione, un piccolo grande kolossal d'autore, anche se con un finale abbastanza difficile da riscattare.
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no_data
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domenica 8 gennaio 2017
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uno dei migliori action movie che abbia mai visto!
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Uno dei migliori action movie che abbia mai visto, ricostruzioni storiche eccellenti e molto accurate, combattimenti magnifici e che non lasciano nulla alla facile ironia tanto cara ai tifosi marvelliani. Assolutamente raccomandato!
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nick16
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domenica 8 gennaio 2017
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pan di spagna al maraschino
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Trasportare videogiochi sul grande schermo è una cosa che avviene di rado, ancora più raramente avviene in modo soddisfacente. Io parlo da fan della saga (anche se gli ultimi capitoli non mi sono piaciuti) e sono andato al cinema con aspettative basse, per non avere delusioni. Si è rivelata una buona scelta,in quanto mi ha permesso di gustarmi il film senza soffermarmi troppo sui difetti; ma andiamo con ordine. La trama è totalmente creata per il film, anche se la parte presente (molto più importante nella pellicola) è simile alla situazione in cui ci trovavamo nel primo Assassin’s Creed : un discendente di un Assassino viene portato all’Asbergo per cercare la Mela dell’Eden (o forse dovrei dire una Mela? I fan capiranno).
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Trasportare videogiochi sul grande schermo è una cosa che avviene di rado, ancora più raramente avviene in modo soddisfacente. Io parlo da fan della saga (anche se gli ultimi capitoli non mi sono piaciuti) e sono andato al cinema con aspettative basse, per non avere delusioni. Si è rivelata una buona scelta,in quanto mi ha permesso di gustarmi il film senza soffermarmi troppo sui difetti; ma andiamo con ordine. La trama è totalmente creata per il film, anche se la parte presente (molto più importante nella pellicola) è simile alla situazione in cui ci trovavamo nel primo Assassin’s Creed : un discendente di un Assassino viene portato all’Asbergo per cercare la Mela dell’Eden (o forse dovrei dire una Mela? I fan capiranno). Ora io mi chiedo: era necessario creare una nuova storia quando proprio la trama era il punto di forza dei primi capitoli? Soprattutto se poi la si fa così simile. La risposta è no, si esce dalla sala con qualcosa che non quadra, per dirla con le parole di chi ha visto il film con me, quando gli ho chiesto la sua impressione, “bha”. I personaggi hanno uno sviluppo troppo accelerato ed il protagonista passerà da 0 a 100 in un paio di scene, dai risvolti prevedibilissimi e con un paio di tocchi filo-sentimentale della serie mettiamo-un-paio-di-cari-morti-e-vedrai-che-tutto-il-resto-viene-da-se; sistema riutilizzato fino alla nausea nei film in genere e in questo in modo particolare. La parte “nel passato” è praticamente nulla, tutto si riduce a 3 missioni-tipo: la Cattura, la Fuga, il Massacro con tanto di boss-fight; ah, tutto in Spagnolo ovviamente (i doppiatori costano troppo?). Il film, come gli ultimi videogiochi, si affida troppo ai combattimenti che dovrebbero essere una parte minima del tutto, altrimenti lo chiamiamo Warrior’s Creed che è più adatto; tra l’altro quelli nel presente sono ridicoli: gente con la migliore tecnologia a questo mondo perde contro 3-4 tipi che tenevano sotto-chiave, inoltre mandano guardie senza armi da fuoco contro gente che, grazie all’Effetto Osmosi, può tenere testa ad una decina di avversari. I giocatori affezionati avranno poi da ridire su molte questioni (l’Animus, la Mela, l’Osmosi, …,….,) ma non mi metto a fare tutto perché non mi bastano i caratteri; dirò solo che la Mela dovrebbe essere un oggetto ai limiti del sovrannaturale (tipo l’Atomica per gli uomini delle caverne), invece i suoi meccanismi vengono capiti in un battibaleno. Aspetteremo il seguito, che purtroppo ci sarà, e magari speriamo che la Ubisoft la smetta di uscirsene con ‘ste trovate e si metta d’impegno per il nuovo AC (il videogioco intendo).
A tutti un Requiet in pace (scusate la grammatica), mai pronunciato nel film.
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(di vander87)
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orione95
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domenica 8 gennaio 2017
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nulla è reale, tutto è lecito... ma anche no!
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Tratto dall'omonima saga videoludica, ormai cult da quel lontano 2007 in cui vide la luce il suo primo, storico capitolo, "Assassin's Creed" ripropone il più o meno efficace trio Kurzel, Fassbender, Cotillard, già sperimentatosi in "Macbeth", lasciando però stavolta un sapore più amaro sulla bocca dello spettatore rispetto alla precedente produzione dal respiro Shakespeariano.
Operazione dichiaratamente commerciale e principalmente rivolta ai fan del videogioco, "Assassin's Creed" è a conti fatti un prodotto riuscito a metà. O forse anche meno. Andiamo per ordine. Innanzitutto la trama, incentrata sulle gesta dell'assassino andaluso Aguilar de Nerha (il quale, per lo meno al livello di caratterizzazione, non può che soccombere al confronto di uno qualsiasi dei suoi "colleghi" protagonisti degli episodi videoludici), risulta penalizzare lo spettatore casual.
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Tratto dall'omonima saga videoludica, ormai cult da quel lontano 2007 in cui vide la luce il suo primo, storico capitolo, "Assassin's Creed" ripropone il più o meno efficace trio Kurzel, Fassbender, Cotillard, già sperimentatosi in "Macbeth", lasciando però stavolta un sapore più amaro sulla bocca dello spettatore rispetto alla precedente produzione dal respiro Shakespeariano.
Operazione dichiaratamente commerciale e principalmente rivolta ai fan del videogioco, "Assassin's Creed" è a conti fatti un prodotto riuscito a metà. O forse anche meno. Andiamo per ordine. Innanzitutto la trama, incentrata sulle gesta dell'assassino andaluso Aguilar de Nerha (il quale, per lo meno al livello di caratterizzazione, non può che soccombere al confronto di uno qualsiasi dei suoi "colleghi" protagonisti degli episodi videoludici), risulta penalizzare lo spettatore casual. Se infatti da un lato la (sicuramente maggiore) fetta di pubblico gamer sarà pienamente in grado di districarsi tra dinamiche narrative non proprio eccezionali, dall'altro lato il pubblico completamente a digiuno di un qualsivoglia videogioco della saga farà fatica a seguire le fila di una trama che di per se avrebbe molto da offrire, ma che risulta purtroppo narrata in modo talmente approssimativo e superficiale da risultare paradossalmente ed inutilmente ostica. I restanti manufatti dell'Eden (ad eccezione della Mela, la quale poi non è assolutamente approfondita come merita) non vengono neppure accennati, così come la civiltà dei Precursori, ed altri temi fondamentali per una piena comprensione non solo della trama in se, ma anche e soprattutto dei motivi che spingono templari ed assassini a farsi la guerra da secoli (tutte lacune queste ingiustificabili agli occhi dei fan, più o meno accaniti, del videogame). Ed è proprio per nascondere le evidenti debolezze della trama e del profilo narrativo che Kurzel cerca di ovviare al problema invertendo quello che di solito è il normale procedere della narrazione in produzioni di questo tipo: i segreti e le rivelazioni centrali della storia sono "gettati" alla luce con brutale velocità durante la prima parte del film, focalizzando così l'attenzione dello spettatore, per la restante durata della pellicola, nelle (sicuramente più riuscite) scene di combattimento e di corse acrobatiche in pura salsa parkour. Purtroppo anche in quest'ultimo caso un (grande) punto di demerito viene attribuito causa un (inspiegabile ed ingiustificabile) abuso dell'effetto polvere che, concepito per amplificare l'atmosfera, finisce per rovinarla, visivamente e qualitativamente parlando.
Per quanto riguarda le performance dei singoli attori protagonisti Fassbender convince nel suo ruolo di "prescelto reietto", la Cotillard un po' meno, Jeremy Irons si scopre salvifico per tutte quelle scene di ambientazione contemporanea, inevitabilmente prive del mordente e dell'azione delle sequenze con Aguilar (difetto questo direttamente ereditato dal videogame).
Interessante il nuovo aspetto dato all'Animus (di certo inseguendo l'obiettivo di fornire maggiore spettacolarizzazione), figura simbolica e concreta al tempo stesso, varco tra passato e presente, vero e proprio protagonista sin dai tempi di Altair.
Per quanto concerne l'aspetto sonoro c'è poco da aggiungere: sarebbe stato anche sotto questo profilo lecito aspettarsi qualcosa di più, in particolare che la colonna sonora fosse affidata ai "giganti" che in passato curarono alcuni tra i più riusciti soundtracks del videogame, Lorne Balfe e Hans Zimmer, invece bisogna accontentarsi di un Jed Kurzel non proprio convincente, e di certo scritturato per via della parentela col regista.
In conclusione "Assassin's Creed" finisce col tradire le (grandissime) aspettative maturate negli anni, considerando che lunga è stata l'attesa (da parte di videogiocatori e non) per quello che infine si è rivelato essere, sicuramente ad oggi la migliore produzione cinematografica basata su una saga videoludica, ma al contempo un prodotto caratterizzato da abbondanti e vistosi difetti, che però vogliamo avere motivo di credere verranno superati dall'inevitabile (o inevitabili) sequel.
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elpiezo
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sabato 7 gennaio 2017
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avvincente trasposizione!!!
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Trasposizione cinematografica dell'omonimo videogioco, in Assassin's Creed si narrano le vicissitudini di Callum Lynch, un detenuto dalle curiose discendenze costretto a rivivere i lontani ricordi ancestrali attraverso una sofisticata macchina temporale. Un coriaceo Micheal Fassbender ben si destreggia nella duplice parte di violento detenuto e letale guerriero incappucciato, in un incessante passaggio tra le solide mura di un ospedale futuristico e le fumose strade di una belligerante Spagna del xv secolo, l'insistente ricerca di una verità celata in un letale connubio di storia e mistcismo, una pellicola d'azione efferata che omaggia egregiamente la fortunata serie ludica.
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