Viviane |
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Un film di Ronit Elkabetz, Shlomi Elkabetz.
Con Ronit Elkabetz, Menashe Noy, Simon Abkarian, Sasson Gabai, Eli Gornstein.
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Titolo originale Gett le Procès de Viviane Amsalem.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 115 min.
- Israele, Francia, Germania 2014.
- Parthénos
uscita giovedì 27 novembre 2014.
MYMONETRO
Viviane ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Quanto è estenuante e inutile un lungo processo di
di FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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venerdì 5 dicembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film in cui si racconta dell'intero, lungo ed estenuante processo che si svolge nel tribunale dei rabbini per la richiesta di divorzio dal marito da parte di una donna di nome Viviane. Secondo le leggi ebraiche il divorzio deve essere concesso solo dal marito e poichè questi si rifiuta, la protagonista dovrà subire una sorta di calvario penoso ed assurdo al fine di fare valere la propria volontà ed ottenere finalmente lo scioglimento dal legame matrimoniale.
Quest'opera,diretta (nonchè interpretata e sceneggiata) dall'attrice/regista israeliana Ronit Elkabetz e da suo fratello Shlomi, consiste in un esplicito documento, nonchè un atto di accusa, a certe leggi assurde che regolano ilk popolo israeliano in materia specificatamente di diritto di famiglia. Chiaramente si intuisce che la tradizione è quella ancor' oggi a prevalere sebbene, appunto, le condizioni sociali e degli individui stessi siano ormai cambiate ed in continua evoluzione. Ma i due registi, che espongo peraltro i fatti senza intervenire direttamente ma raccontandoli in maniera quanto mai obiettiva, portano avanti e conducono direttamente lo spettatore all'evidente critica negativa di un sistema di vita e giudiziario ormai ampiamente superato e dunque quanto mai anacronistico nella società contemporanea dove le donne ormai hanno una propria occupazione ed acquisiscono una propria indipendenza economica e come persona in sè.
La vicenda viene presentata con un andamento teatrale in quanto si svolge in un unico ambiente, l'aula appunto del tribunale presieduto dai rabbini, dove via via si susseguono, in supporto o meno dei due coniugi, che costituiscono invece la presenza fissa del film, vari personaggi che interpretano i rispettivi avvocati o i parenti o dei vicini di casa amici. Il tutto viene dai due fratelli registi scandito con un ritmo lento ed inesorabile atto proprio a rendere l'idea della lungaggine, nonchè e soprattutto inutilità, dell'intera transazione ed efficace alla resa di tutto l'intero film è ovviamente l' ottima recitazione degli attori (la regista/attrice Ronit particolare), appartenenti, e più o meno già visti tutti, al cinema israeliano, che interpretano i ruoli del marito e della moglie, rendendoli quanto mai veri e reali.
Un vero gioiello di film dove anche la lunghezza di quasi due ore non pesa assolutamente in chi lo guarda e soprattutto è capace ad apprezzarlo pienamente.
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