flyanto
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mercoledì 20 aprile 2016
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nonni e nipoti a confronto nella splendida provenz
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L'estate trascorsa forzatamente da tre ragazzi nell'affascinante campagna della Provenza, a casa dei propri nonni, origina uno scontro/incontro tra due generazioni di individui, consolidando, man mano che il tempo passa, sempre di più il loro legame affettivo. E' ciò che succede nel film "Un' Estate in Provenza" dove, appunto, tre nipoti (un ragazzo, una ragazza ed il fratellino sordomuto) sono costretti a passare l'intera estate con i nonni di cui conoscono solo la nonna a causa dei cattivi rapporti che il nonno ha da anni con la figlia, madre dei giovani in questione. Poichè i genitori dei suddetti ragazzi stanno per divorziare, questa pare essere l'unica soluzione ottimale.
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L'estate trascorsa forzatamente da tre ragazzi nell'affascinante campagna della Provenza, a casa dei propri nonni, origina uno scontro/incontro tra due generazioni di individui, consolidando, man mano che il tempo passa, sempre di più il loro legame affettivo. E' ciò che succede nel film "Un' Estate in Provenza" dove, appunto, tre nipoti (un ragazzo, una ragazza ed il fratellino sordomuto) sono costretti a passare l'intera estate con i nonni di cui conoscono solo la nonna a causa dei cattivi rapporti che il nonno ha da anni con la figlia, madre dei giovani in questione. Poichè i genitori dei suddetti ragazzi stanno per divorziare, questa pare essere l'unica soluzione ottimale. Nel corso delle giornate impegnate tra feste di paese, incontri con altri giovani del luogo o meno ricchi di aspettative dal punto di vista dei sentimenti, e continue discussioni con il nonno, tutti i componenti della famiglia a poco a poco incominciano a conoscersi realmente ed a scoprire lati, gli uni degli altri, del proprio carattere affini e piacevoli che porteranno, dopo numerosi avvenimenti di quotidiana entità, finalmente ad apprezzarsi ed a consolidare l'affetto naturale e spontaneo che si è venuto a formare.
Un film molto delicato che prende in considerazione tutti i punti di vista e la condizione dei vari protagonisti di varia età e che presenta, in maniera precisa ma, nello stesso tempo anche leggera e spensierata l'inevitabile scontro generazionale, Così si assiste ad una pellicola estremamente delicata, nonchè divertente, in un' atmosfera di leggiadria scandita dal ritmo lento delle giornate estive campestri ed intrisa di lieve ironia.
I protagonisti Jean Reno Ed Anna Galiena nella parte dei nonni contribuiscono, insieme ai meno noti attori che interpretano i giovani nipoti, alla piena riuscita del film in quanto già di per sè bravi e preparati professionisti, e lo sfondo affascinante e poetico del paesaggio della Provenza ne accresce sicuramente il valore.
Consigliabile a chi apprezza le intimistiche storie di famiglia.
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imirko
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lunedì 25 aprile 2016
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un incontro pieno di tenerezza ed affetto
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Il film racconta l'incontro e lo scontro tra due generazioni (nonni e adolescenti) con due modi di vivere completamente opposti. Nonostante l'apparente distanza tra di loro, ne esce fuori una commedia piena di tenerezza ed affetto. Jean Reno nei panni del nonno burbero è come sempre bravissimo, e i giovani protagonisti non sono da meno. La bellezza dei luoghi e l'immersione nella provenza accompagnati da una colonna sonora azzeccatissima garantiscono una visione piacevole e serena. La relazione che si viene a creare tra il nonno e il nipotino è la ciliegina sulla torta.
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giorpost
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venerdì 22 dicembre 2017
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le emozioni ci sono, basta solo saperle cogliere
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Paul è un anziano e burbero olivicoltore della Provenza che non vede la figlia da vent'anni. Un giorno, a sua insaputa, arrivano da Parigi i 3 nipoti mai visti prima, mandati dalla loro madre in quanto impegnata in uno stage in Canada e, contestualmente, con l'obiettivo di far conoscere i nonni. L'approccio non è dei migliori tant'è che dei tre, soltanto il piccolo Thèo pare affezionarsi al vecchio, il quale ricambia le attenzioni anche per via della disabilità patita dall'infante, sordo dalla nascita. I due adolescenti Lèa e Adrien, frattanto, provano a sfruttare la non proprio ambita occasione per fare nuove esperienze, conoscendo coetanei del luogo e inserendosi mano a mano nel tessuto della tranquilla vita rupestre, tra disponibili giovani turiste inglesi e giovinastri (e fin troppo svegli) tuttofare del luogo, tra i quali spicca Tiago, pizzaiolo sotto mentite spoglie.
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Paul è un anziano e burbero olivicoltore della Provenza che non vede la figlia da vent'anni. Un giorno, a sua insaputa, arrivano da Parigi i 3 nipoti mai visti prima, mandati dalla loro madre in quanto impegnata in uno stage in Canada e, contestualmente, con l'obiettivo di far conoscere i nonni. L'approccio non è dei migliori tant'è che dei tre, soltanto il piccolo Thèo pare affezionarsi al vecchio, il quale ricambia le attenzioni anche per via della disabilità patita dall'infante, sordo dalla nascita. I due adolescenti Lèa e Adrien, frattanto, provano a sfruttare la non proprio ambita occasione per fare nuove esperienze, conoscendo coetanei del luogo e inserendosi mano a mano nel tessuto della tranquilla vita rupestre, tra disponibili giovani turiste inglesi e giovinastri (e fin troppo svegli) tuttofare del luogo, tra i quali spicca Tiago, pizzaiolo sotto mentite spoglie. Il percorso di avvicinamento non è per nulla facile, ma i ragazzi hanno bisogno di affetto perché i genitori stanno divorziando e allora Paul, spinto dalla sagace e paziente moglie Irene, comincia a diventare protettivo e più disponibile. Una volta fatta installare la linea adsl nella sua fattoria, i nipoti lo iscrivono su Facebook per poterne scoprire il passato, che puntualmente si va vivo: arrivano a sorpresa gli storici amici di Paul e Irene, a cavallo delle loro Harley Davidson, rivelandoci che il protagonista produttore di un ottimo olio, altri non è che un disilluso ex biker figlio dei fiori...
Il lento trascorrere dell'estate nella campagna provenzale consente ad Avis de Mistral (Fra, 2014) di avere un ritmo pacato, ma al contempo piacevolmente cadenzato; il film ci fa conoscere i bei paesaggi del Sud della Francia ma soprattutto mostra quanto possano essere complicati i rapporti familiari e come si possa, in fondo, conservare una memoria storica su chi si è stati ieri, prima di diventare ciò che siamo oggi. La lenta regressione dell'ottimo Reno verso una vita chiusa, dedicata alla natura e lontana da agi e sfarzi, ci consegna una rivisitazione (e non è certo la prima) di quella vita dissoluta e “libera” messa in atto dagli hippies degli anni '60/'70; il contrasto tra i nonni ed i giovani di oggi, totalmente presi dalla tecnologia e muniti di colorita e sprezzante parlantina, fa il resto. Tra suoni conosciuti, atmosfere rilassanti e qualche buona sequenza si muovono davvero bene i 3 giovani attori mentre, ad essere sinceri, ho giuducato poco attinente la Galiena. Jean Reno, manco a dirlo, ancora sa emozionare e sa convincere con la sua corporatura bonaria e quell'aria trasandata che solo lui riesce a far passare per vera.
Nonostante la “difficile” regista Rose Bosch non veda di buon occhio chi non è riuscito ad emozionarsi con il precedente Vento di primavera, il sottoscritto non fa fatica a ritenere Un'estate in Provenza un'opera importante, fatta con la giusta delicatezza e con una sopportabile dose di facilonerie, ivi compresa la scelta delle canzoni, in parte furba, in parte azzeccata. Le emozioni ci sono, basta soltanto saperle cogliere.
Voto: 7
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alex2044
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giovedì 21 aprile 2016
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un film colorato pieno di luce
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Un film molto colorato , pieno di luce . D'altra parte la Provenza , terra preferita dai grandi pittori , è , prima di tutto , luce e colori e quindi non poteva essre diversamente. Il film è carino , simpatico , a tratti perfino divertente ed anche un po' nostalgico per chi fa parte della generazione dei due protagonisti , forse un po' scontato con qualche eccesso di luogo comune , ma si lascia vedere senza annoiare anche se i voli pindarici sono aboliti . .Gli attori sono corretti e naturalmente Jean Reno , nella parte forse un po' di maniera , del nonno ruvido e brontolone , ed Anna Galiena in quella della nonna ex Hippy con qualche rimpianto sono i più bravi .
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Un film molto colorato , pieno di luce . D'altra parte la Provenza , terra preferita dai grandi pittori , è , prima di tutto , luce e colori e quindi non poteva essre diversamente. Il film è carino , simpatico , a tratti perfino divertente ed anche un po' nostalgico per chi fa parte della generazione dei due protagonisti , forse un po' scontato con qualche eccesso di luogo comune , ma si lascia vedere senza annoiare anche se i voli pindarici sono aboliti . .Gli attori sono corretti e naturalmente Jean Reno , nella parte forse un po' di maniera , del nonno ruvido e brontolone , ed Anna Galiena in quella della nonna ex Hippy con qualche rimpianto sono i più bravi . Insomma un buon intrattenimento ma forse si poteva fare di più . In ogni modo un salto in Provenza anche se solo visivo non è mai tempo perso anzi fa bene allo spirito ed anche agli occhi e forse è questo il merito più grande del film .
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jujitsu
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martedì 26 aprile 2016
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film piacevole ma da blockbuster
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La garanzia Jean Reno è il motivo principale per cui vedere questo film, che tutto sommato non è malaccio. Ma non è nemmeno il massimo.
Cominciamo dalla recitazione degli attori. Su tutti ovviamente il mtitico killer di Leon, ma gli altri? Anna Galiena non piace, complice una terribile doppiatura! I ragazzi, per carità se la cavano, ma il migliore resta comunque il bambino sordo muto. Come storia non c’è tanto da inventare, prevedibile e scontata, scortata dai bellissimi paesaggi della Provenza e della Camargue.
Ma in definitiva un film da non sottovalutare specialmente per il modo in cui tratta il rapporto tra il vecchio e il giovane, che in pochi ma buoni punti del film ti lascia davvero piacevolmente soddisfatto.
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La garanzia Jean Reno è il motivo principale per cui vedere questo film, che tutto sommato non è malaccio. Ma non è nemmeno il massimo.
Cominciamo dalla recitazione degli attori. Su tutti ovviamente il mtitico killer di Leon, ma gli altri? Anna Galiena non piace, complice una terribile doppiatura! I ragazzi, per carità se la cavano, ma il migliore resta comunque il bambino sordo muto. Come storia non c’è tanto da inventare, prevedibile e scontata, scortata dai bellissimi paesaggi della Provenza e della Camargue.
Ma in definitiva un film da non sottovalutare specialmente per il modo in cui tratta il rapporto tra il vecchio e il giovane, che in pochi ma buoni punti del film ti lascia davvero piacevolmente soddisfatto. Forse non un film da cinema ma sicuramente da televisione. Non un gran successo, ma comunque rilassante e piacevole.
P.S. Non so se sia voluta, ma la scelta di lasciare i sottotitoli per permettere di vedere il film anche ai sordomuti è proprio carina.
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no_data
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lunedì 25 aprile 2016
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avviso di maestrale, profumo di valori veri
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Il titolo originale del film"Avis de Mistral" allude al momento del raccolto delle olive e metaforicamente al momento dello scontro/incontro fra generazioni lontane(i nonni Paul e Irene e i nipoti Lea,Adrien e Theo) che finalmente si confrontano e si conoscono dando vita a una commedia delicata dai sapori autentici. Autentici come i valori della famiglia, del sapere agricolo che nonno Paul, un inaspettato e convincente Jean Reno sostiene a volte in maniera autoritaria. Autentica come questa Provenza incantevole e concreta dove i rapporti umani hanno ancora un valore e dove l'incontro fra un nonno duro e burbero e un nipote sordo alle parole ma non alla voce del cuore diviene possibile. Un bellissimo film sui valori veri della vita, sull'amicizia, sull'amore(quello vero di Irene e Paul che dura anni nonostante tutto e quello che dura il tempo di un'estate e di una promessa delusa di Lea e Thiago).
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Il titolo originale del film"Avis de Mistral" allude al momento del raccolto delle olive e metaforicamente al momento dello scontro/incontro fra generazioni lontane(i nonni Paul e Irene e i nipoti Lea,Adrien e Theo) che finalmente si confrontano e si conoscono dando vita a una commedia delicata dai sapori autentici. Autentici come i valori della famiglia, del sapere agricolo che nonno Paul, un inaspettato e convincente Jean Reno sostiene a volte in maniera autoritaria. Autentica come questa Provenza incantevole e concreta dove i rapporti umani hanno ancora un valore e dove l'incontro fra un nonno duro e burbero e un nipote sordo alle parole ma non alla voce del cuore diviene possibile. Un bellissimo film sui valori veri della vita, sull'amicizia, sull'amore(quello vero di Irene e Paul che dura anni nonostante tutto e quello che dura il tempo di un'estate e di una promessa delusa di Lea e Thiago). Una buona occasione per riflettere e sorridere nello stesso tempo e per abbandonarsi a quel riso mai sguaiato ma pacato e consapevole che ci fa gioire delle cose belle e importanti della vita.
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domenica 24 aprile 2016
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visitate la provenza, magari piacete alla gelataia
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E' proprio un brutto tonfo UN'ESTATE IN PROVENZA, il nuovo film della regista francese Rose Bosh, che aveva così ben diretto nel 2011, sempre con Jean Reno, l''intenso VENTO DI PRIMAVERA. E sì che nei titoli di testa, gli occhioni del piccolo Théo, che scopriremo poi essere sordomuto (bella ma un po' banale la scelta di “Sound of Silence” in sottofondo), erano ricchi di promesse, mentre guardavano assonnati la campagna francese dal finestrino del treno. Théo ha due fratelli: Léa e Adrien. Papà li ha lasciati, e la mamma è partita per uno stage a Montreal. Da Parigi dove vivono, nonna Irène (Anna Galiena) li sta portando a casa sua, in Provenza, per trascorrervi l'estate.
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E' proprio un brutto tonfo UN'ESTATE IN PROVENZA, il nuovo film della regista francese Rose Bosh, che aveva così ben diretto nel 2011, sempre con Jean Reno, l''intenso VENTO DI PRIMAVERA. E sì che nei titoli di testa, gli occhioni del piccolo Théo, che scopriremo poi essere sordomuto (bella ma un po' banale la scelta di “Sound of Silence” in sottofondo), erano ricchi di promesse, mentre guardavano assonnati la campagna francese dal finestrino del treno. Théo ha due fratelli: Léa e Adrien. Papà li ha lasciati, e la mamma è partita per uno stage a Montreal. Da Parigi dove vivono, nonna Irène (Anna Galiena) li sta portando a casa sua, in Provenza, per trascorrervi l'estate. Là troveranno Paul, un nonno scorbutico (Jean Reno, bravo come sempre) che non li ha mai visti e non si aspetta di vederli. A diciassette anni sua figlia, la madre dei ragazzi, se n'è andata di casa e non ha più avuto rapporti con lui, né gli ha mai fatto vedere i nipoti.
C'erano tutti i presupposti per un onesto film di buoni sentimenti, basato sulle diversità. Un incontro scontro tra nonno e nipoti, tra modernità e tradizione, tra città e campagna. E per un po' la cosa funziona. C'è anche qualche battuta efficace. Come quando Adrien dice che “con la play station non si è mai veramente soli”. O Paul, che alle obiezioni sugli acquisti effettuati, ribatte: “Equo e solidale è quando non ci costa una fortuna”. O ancora Léa, che nel rimpiangere le comodità di Parigi dice: “Io la natura la difendo, non ho mai detto che ci voglio vivere”. Ben presto però il contesto si fa: da un lato sempre più scontato, e dall'altro sempre meno credibile, per le reazioni spesso esagerate dei protagonisti. I personaggi collaterali poi (la gelataia o l'amico chitarrista di Paul, per esempio) sono troppo poco approfonditi, quando non addirittura “tagliati con l'accetta”. Per non parlare della banalità delle scene di folclore locale che sembrano sponsorizzate dall'agenzia turistica della Provenza. L'unica cosa da salvare, e semmai da approfondire, avrebbe potuto essere il rapporto tra il nonno e il piccolo Théo, forse perché non avrebbe avuto bisogno di parole, ma la Bosh non ha saputo o voluto farvi affidamento. Una buona intuizione però l'ha avuta per la scena finale dell'incontro di Paul con la figlia, prima che scorrano i titoli di coda sponsorizzati dalla Samsung, troppo poco: un film che si può tranquillamente perdere.
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