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karamazov
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venerdì 13 febbraio 2015
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ridateci indietro i soldi del biglietto
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Mi sembra il caso di riavere indietro i soldi del biglietto. Spero che la nuova casa di distribuzione cinema ci pensi bene prima di distribuire questo inutile e lentissimo film.
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(di fritz pax)
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no_data
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giovedì 12 febbraio 2015
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splendida testimonianza
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Una splendida testimonianza sulla vita di un grande ARTISTA...
Il film contrappone immagini eccezionali ad affiadbili ricostruzioni storiche.
Suggestiva la presenza di Wilde e della Regina...
Qualche dubbio sulla censura riguardo gli anni che anticipano il genio.
Non c'è traccia del Turner giovane ,del periodo italiano e delle famose requentazioni con donne mature( a parte quella con la vedona).
Rimane comunque un film forte, che parla alla testa ..
Per me è un capolavoro ..
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karamazov
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giovedì 12 febbraio 2015
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inguardabile
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karamazov
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giovedì 12 febbraio 2015
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da dimenticare
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Un film indescrivibilmente lento, noioso. Questa volta il virtuosismo e la cura del particolare non aiutano a coprire la mancanza di spessore. Assolutamente da evitare.
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il cinefilo
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martedì 10 febbraio 2015
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quando il cinema è a un passo dalla morte
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Ancora due parole su questo scempio, da parte mia: la programmatica staticità del ritmo rivela aspetti ben più gravi di quanto si possa temere, infatti costringe tutti i personaggi, nessuno escluso, ad apparire più vecchi di almeno vent'anni rispetto alla loro età effettiva...e considerando che l'età media, in questo film, oscilla al di sopra degli 82 anni c'è poco da stare allegri.
Nelle prime inquadrature vediamo mr.Turner scrutare dei mulini a vento e basterebbe questo piano-sequenza a spingere la serietà del regista verso quel precipizio dal quale non esiste ritorno...ossia il fallimento.
Il fallimento accompagna la macchina da presa fin dai primi 5 ridicoli minuti in cui Leigh, crogiolandosi negli allori dell'auto-compiacimento perbenista più deplorevole, passa in rassegna inquadrature statiche, rigide, fredde e completamente prive d'anima e per di più concentrandosi su volti anonimi, patetici, incartapecoriti dall'inesorabile avanzare della terza età.
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Ancora due parole su questo scempio, da parte mia: la programmatica staticità del ritmo rivela aspetti ben più gravi di quanto si possa temere, infatti costringe tutti i personaggi, nessuno escluso, ad apparire più vecchi di almeno vent'anni rispetto alla loro età effettiva...e considerando che l'età media, in questo film, oscilla al di sopra degli 82 anni c'è poco da stare allegri.
Nelle prime inquadrature vediamo mr.Turner scrutare dei mulini a vento e basterebbe questo piano-sequenza a spingere la serietà del regista verso quel precipizio dal quale non esiste ritorno...ossia il fallimento.
Il fallimento accompagna la macchina da presa fin dai primi 5 ridicoli minuti in cui Leigh, crogiolandosi negli allori dell'auto-compiacimento perbenista più deplorevole, passa in rassegna inquadrature statiche, rigide, fredde e completamente prive d'anima e per di più concentrandosi su volti anonimi, patetici, incartapecoriti dall'inesorabile avanzare della terza età...un altra chicca per gli appassionati del trash involontario è la moglie trascurata di Turner che viene a ossessionarlo in compagnia delle sue figlie, esteticamente ancora peggio dell'altra, le cui fattezze potrebbero ricordare maggiormente una mummia in attesa dell'imbalsamazione piuttosto che una donna vivente.
L'irresponsabile cineasta costringe lo spettatore a subire due ore e mezza di primi piani assolutamente insignificanti, all'insegna di una non meglio precisata sciatteria stilistico-moraleggiante.
Malgrado i danni inferti da regista e interprete alla stessa sceneggiatura(scritta da Leigh medesimo, che si conferma un masochista all'ultimo stadio)proseguono inesorabili, determinati a contaminare ogni possibile valore estetico possa sopravvivere allo scempio...e dopo aver definitivamente raso al suolo le speranze dello spettatore di una maggiore dose di azione(tutto questo nell'arco dei primi 95 minuti)i due artefici di questa catastrofe cinematografica senza pari si apprestano a sferrare il colpo di grazia ai poveri spettatori paganti inanellando un infinità di altre inquadrature rigidi, puerili, scadenti dove la smisurata prosopopea del suo narcisistico autore tende ad ingigantirsi vieppiù...e nemmeno la fotografia di Dick Pope può nulla contro l'orrore.
Se si dovesse parlare, un giorno, di qualcosa che possa certificare al mondo intero l'effettiva morte del cinema questo titolo potrebbe arrivare dritto in cima a un eventuale classifica...e vincere.
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howlingfantod
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domenica 8 febbraio 2015
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la magia della pittura, la magia del cinema
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Due algide signore escono da amiche al primo spettacolo pomeridiano quello prima del mio e le incrocio sulle scale che pontificano lamentose sulla lentezza del film. Che strana fusione intragenerazionale che due dignitosissime signore eleganti da città al tempo del prepensionamento cerchino come in una mutazione gli stilemi dei film d’azione o di una commedia slapstick in un film d autore che è una biografia molto sui generis di un mostro sacro della pittura di tutti i tempi. Lo spendibilissimo nome di Turner non tradisce l’uso di una fiction che non fosse auto celebrativa, gli inglesi non hanno avuto il rinascimento, ma Shakespeare ed anche il romanticismo che con la pittura ha poi trovato suoi grandi esiti.
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Due algide signore escono da amiche al primo spettacolo pomeridiano quello prima del mio e le incrocio sulle scale che pontificano lamentose sulla lentezza del film. Che strana fusione intragenerazionale che due dignitosissime signore eleganti da città al tempo del prepensionamento cerchino come in una mutazione gli stilemi dei film d’azione o di una commedia slapstick in un film d autore che è una biografia molto sui generis di un mostro sacro della pittura di tutti i tempi. Lo spendibilissimo nome di Turner non tradisce l’uso di una fiction che non fosse auto celebrativa, gli inglesi non hanno avuto il rinascimento, ma Shakespeare ed anche il romanticismo che con la pittura ha poi trovato suoi grandi esiti. Che si usi Turner è più ovvio che un minore, Constable appena citato o altri epigoni mai venuti alla ribalta, proprio per un intento celebrativo, Turner ha una sua valenza”pop” una sua riconoscibilità universale, è il pittore dionisiaco, il romantico per antonomasia, il pittore di naufragi fuor di metafora di ogni avventura umana che apre la strada alle scienze della psiche, è il trionfo della luce ( “il sole è Dio” sono le sue ultime parole sul letto di morte), la biografia parte a metà strada quando Turner è già un pittore affermato e si snoda senza una vera a propria trama ma a sequenze che danno solo il piacere dello sguardo sulle splendide ambientazioni di interni e sui superbi costumi che ci riportano perfettamente all’interno dell’epoca storica. Il fosco e butterato volto per un interpretazione magistrale del suo superbo interprete Timoty Spall, il suo viso fuori asse, “sporco” a suo modo dannato e goffo allo stesso tempo illuminano il film e lo valgono per intero. Il burbero pittore che grufola assensi e dissensi in modo indimenticabile, il suo il ardore e la sua follia artistica come fiammate improvvise, come un atto sessuale di prevaricazione, la sua rottura delle convenzioni artistiche infine e poi placida e assoluta la morte. Le scenografie ed i costumi fanno il resto per questo inaspettato capolavoro di un Mike Leigh diverso ma pur sempre ironicamente amaro e riconoscibile
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no_data
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sabato 7 febbraio 2015
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splendida fotografia
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La fotografia da sola merita il film. Ottima anche la ricostruzione degli ambienti.
Utile per far conoscere fuori dal Regno unito un grande pittore che ebbe la sfortuna di vivere in un Paese ricco, per cui i suoi qadri sono quasi tutti li' , alla British Tate Galery (qualcuno anche negli USA).
Qualche riserva sulla rappresentazione della psicologia del personaggio William Turner.
Turner era ancora piu' stronzo di quanto lo faccia sembrare Mike Leigh, ma chi se ne frega!
Bellissimi invece i personaggi del padre e della fantesca ("damigella").
Sconsigliato a chi ama i film d'azione, o anche solo le "storie".
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marezia
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venerdì 6 febbraio 2015
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quello che è troppo è troppo!
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Leggo recensioni DELIRANTI da alcuni utenti su un film che è, fin dal trailer, dichiaratamente ARTISTICO DA OGNI PUNTO DI VISTA e quindi mi domando: ma questa gente da cosa è stata spinta a varcare la soglia della sala? O, semplicemente, a sceglierlo? Che cosa pensava di vedere? Un documentario interattivo? Una parodia in costume? Oppure un' opera realizzata con una cura forse maniacale ma interessante perché DI CARATTERE? (Risposta GIUSTA). Boh?
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flyanto
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venerdì 6 febbraio 2015
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il ritratto di un artista eccentrico e sublime
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Film in cui si racconta la biografia degli anni ormai maturi del celebre pittore del 19esimo secolo J.M.W. Turner, alla cui eccentricità si unì anche un talento di notevole portata.
Mike Leigh in questa sua pellicola, presentando la vita ormai in età adulta e soprattutto la personalità del pittore Turner, vuole mettere proprio in evidenza il modo di essere alquanto singolare dell'artista che lo portò a creare dei dipinti talmente originali e sublimi da collocarlo tra i più virtuosi e seducenti esponenti della pittura del tempo. Leigh parla anche del suo stretto rapporto col padre, venuto poi a mancare, e di quello sporadico ed occasionale con le donne, di cui poi una diventò la compagna, presentando allo spettatore anche i suoi quanto mai stravaganti metodi ed espedienti al fine di ritrarre scenari paesaggistici inconsueti per quell'epoca.
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Film in cui si racconta la biografia degli anni ormai maturi del celebre pittore del 19esimo secolo J.M.W. Turner, alla cui eccentricità si unì anche un talento di notevole portata.
Mike Leigh in questa sua pellicola, presentando la vita ormai in età adulta e soprattutto la personalità del pittore Turner, vuole mettere proprio in evidenza il modo di essere alquanto singolare dell'artista che lo portò a creare dei dipinti talmente originali e sublimi da collocarlo tra i più virtuosi e seducenti esponenti della pittura del tempo. Leigh parla anche del suo stretto rapporto col padre, venuto poi a mancare, e di quello sporadico ed occasionale con le donne, di cui poi una diventò la compagna, presentando allo spettatore anche i suoi quanto mai stravaganti metodi ed espedienti al fine di ritrarre scenari paesaggistici inconsueti per quell'epoca.
L'opera di Mike Leigh risulta senza dubbio estremamente ben fatta, rigorosa e quanto mai precisa nella ricostruzione ambientale ed epocale dell'artista inglese ma a, mio parere, non si discosta troppo da tutte quelle ottime produzioni d'oltre Manica rappresentanti stili id vita ed esistenze passate in cui i registi britannici tanto eccellono e pertanto, sebbene non si possa fare a meno di ammirarne e di elogiarne l'accuratezza e la perfezione a tutti i livelli (recitativo, ambientale, concernente i costumi, ecc...), trovo un poco eccessive le quattro candidature all'Oscar. Infatti, il ritratto umano ed artistico che il regista delinea di Turner risulta sicuramente inferiore a quelli umani rappresentati nei suoi films precedenti. Inoltre, vi è da aggiungere che le due e più ore di proiezione risultano un poco eccessive al fine d'appesantirne la vicenda che invece sarebbe stata esauriente e più apprezzabile se fosse durata una quindicina/ventina di minuti in meno.
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flyanto
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venerdì 6 febbraio 2015
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il ritratto di un artista eccentrico e sublime
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Film in cui si racconta la biografia degli anni ormai maturi del celebre pittore del 19esimo secolo J.M.W. Turner, alla cui eccentricità si unì anche un talento di notevole portata.
Mike Leigh in questa sua pellicola, presentando la vita ormai in età adulta e soprattutto la personalità del pittore Turner, vuole mettere proprio in evidenza il modo di essere alquanto singolare dell'artista che lo portò a creare dei dipinti talmente originali e sublimi da collocarlo tra i più virtuosi e seducenti esponenti della pittura del tempo. Leigh parla anche del suo stretto rapporto col padre, venuto poi a mancare, e di quello sporadico ed occasionale con le donne, di cui poi una diventò la compagna, presentando allo spettatore anche i suoi quanto mai stravaganti metodi ed espedienti al fine di ritrarre scenari paesaggistici inconsueti per quell'epoca.
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Film in cui si racconta la biografia degli anni ormai maturi del celebre pittore del 19esimo secolo J.M.W. Turner, alla cui eccentricità si unì anche un talento di notevole portata.
Mike Leigh in questa sua pellicola, presentando la vita ormai in età adulta e soprattutto la personalità del pittore Turner, vuole mettere proprio in evidenza il modo di essere alquanto singolare dell'artista che lo portò a creare dei dipinti talmente originali e sublimi da collocarlo tra i più virtuosi e seducenti esponenti della pittura del tempo. Leigh parla anche del suo stretto rapporto col padre, venuto poi a mancare, e di quello sporadico ed occasionale con le donne, di cui poi una diventò la compagna, presentando allo spettatore anche i suoi quanto mai stravaganti metodi ed espedienti al fine di ritrarre scenari paesaggistici inconsueti per quell'epoca.
L'opera di Mike Leigh risulta senza dubbio estremamente ben fatta, rigorosa e quanto mai precisa nella ricostruzione ambientale ed epocale dell'artista inglese ma a, mio parere, non si discosta troppo da tutte quelle ottime produzioni d'oltre Manica rappresentanti stili id vita ed esistenze passate in cui i registi britannici tanto eccellono e pertanto, sebbene non si possa fare a meno di ammirarne e di elogiarne l'accuratezza e la perfezione a tutti i livelli (recitativo, ambientale, concernente i costumi, ecc...), trovo un poco eccessive le quattro candidature all'Oscar. Infatti, il ritratto umano ed artistico che il regista delinea di Turner è Inoltre, vi è da aggiungere che le due e più ore di proiezione risultano un poco eccessive al fine di'appesantirne la vicenda che, altrimenti, sarebbe stata esauriente e più apprezzabile se fosse durata una quindicina/ventina di minuti in meno.
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