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tomdoniphon
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domenica 1 marzo 2015
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leigh al suo meglio
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Gli ultimi venticinque anni di vita del pittore William Turner (Timothy Spall, qui nella interpretazione della sua carriera), narrati da Leigh con una maestria degna dei suoi precedenti capolavori, primo tra tutti “Segreti e bugie” (1996).
Lo spettatore che si accinge a vedere il film deve essere tuttavia avvisato: non si trova davanti al classico bio-pic hollywoodiano romanzato, stereotipato, convenzionale, con il solito ricorso ai buoni sentimenti, utili a conquistare i soci dell’Academy (non è un caso che il film non sia stato considerato agli Oscar). Mr Turner è invece l’esatto contrario: Leigh non nasconde gli aspetti più controversi del pittore, con un carattere a dir poco scontroso, un pessimo rapporto con la donna che gli diede due figlie, oltre ad un atteggiamento dispotico nei confronti della propria governante.
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Gli ultimi venticinque anni di vita del pittore William Turner (Timothy Spall, qui nella interpretazione della sua carriera), narrati da Leigh con una maestria degna dei suoi precedenti capolavori, primo tra tutti “Segreti e bugie” (1996).
Lo spettatore che si accinge a vedere il film deve essere tuttavia avvisato: non si trova davanti al classico bio-pic hollywoodiano romanzato, stereotipato, convenzionale, con il solito ricorso ai buoni sentimenti, utili a conquistare i soci dell’Academy (non è un caso che il film non sia stato considerato agli Oscar). Mr Turner è invece l’esatto contrario: Leigh non nasconde gli aspetti più controversi del pittore, con un carattere a dir poco scontroso, un pessimo rapporto con la donna che gli diede due figlie, oltre ad un atteggiamento dispotico nei confronti della propria governante. Ma, in sottofondo, il regista ci descrive un personaggio molto più profondo di quello che possa apparire a prima vista; basti citare la sequenza in cui gli viene comunicata la morte di una delle sue due figlie: all’apparenza la terribile notizia non sembra suscitare nel pittore alcun dolore, ma lo spettatore (grazie ad una geniale inquadratura da dietro che sottolinea il movimento delle dita della mano) può constatare come in realtà egli soffra, ma non voglia darlo a vedere.
Ma a rendere il film un capolavoro è la capacità del regista di rappresentarci l’”anima” del pittore, disposto a tutto pur di cogliere la purezza delle immagini che si sarebbe poi accinto a dipingere: ecco allora che deve farsi legare all’albero di una nave per capire cos’è una tempesta in mare; deve scoprire nel mondo reale i panorami e gli squarci veri per poi dipingerli; anche quando sta per morire, deve correre in strada (in vestaglia) per vedere di persona (per poi dipingere) una ragazza trovata morta sulle rive del fiume.
Un film lento, non facile, fuori moda a tutti i livelli. E per questo da amare senza ritegno, quantomeno per chi ama il cinema e auspica che questo (ed il gusto dello spettatore) non vengano definitivamente "schiacciati" dalle serie televisive.
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luanaa
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giovedì 26 febbraio 2015
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no a timothy spall
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Il film è molto ben fatto miscelando la pittura di Turner ad immagini filmiche in modo sublime tanto da far sorgere il dubbio è pittura e/o realtà od entrambi: MAGICO!!!...e non nel solito modo pacchiano americano tutto estetica quando vengono fatti biopic che si rifanno alla storia letteraria anglosassone.Ma anche un film dissacrante perchè rivela nel contempo il contrasto tra realtà e realizzazioni pittoriche (Al contrario di uno dei miei miti Ken Russel che faceva esattamente l'opposto in modo estremamente affascinante).. ed interessante,perchè come ho detto presenta una regia multistrato e non condotta nel consueto modo lineare. Ma ho trovato Assolutamente non credibile uno degli attori preferiti da Leigh ovvero Timothy Spall.
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Il film è molto ben fatto miscelando la pittura di Turner ad immagini filmiche in modo sublime tanto da far sorgere il dubbio è pittura e/o realtà od entrambi: MAGICO!!!...e non nel solito modo pacchiano americano tutto estetica quando vengono fatti biopic che si rifanno alla storia letteraria anglosassone.Ma anche un film dissacrante perchè rivela nel contempo il contrasto tra realtà e realizzazioni pittoriche (Al contrario di uno dei miei miti Ken Russel che faceva esattamente l'opposto in modo estremamente affascinante).. ed interessante,perchè come ho detto presenta una regia multistrato e non condotta nel consueto modo lineare. Ma ho trovato Assolutamente non credibile uno degli attori preferiti da Leigh ovvero Timothy Spall...nei panni di Turner...NO..non ci sta assolutamente la sua fisionomia grossolana senza neanche un lampo negli occhi.Questo a mio parere lo sbaglio maggiore di Leigh in un un film che poteva essere davvero un capolavoro!
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guidomf
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lunedì 23 febbraio 2015
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accurate ricostruzioni e fotografia grande noia
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Accurate ricostruzioni di ambiente, raffinata fotografia che insegue la ricerca di luce di Turner, ma film molto noioso, ingesssato nella stessa ingessatura dell'ambiente che descrive. Debole il contrasto tra la personalità di Turner e la società del tempo, fievole la capacità di manifestare sia l'azione innovatrice dell'arte di Turner per il suo tempo, sia la novità dei suoi contenuti rispetto al contesto contemporaneo.
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vanessatalanta
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giovedì 19 febbraio 2015
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un film difficile
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Forse due ore e mezzo sono troppe per questo film, senza volermi ergere a regista dilettante credo che si sarebbe potuta tagliare una mezz'ora senza nuocere troppo. Inutile dire che la fotografia e i colori sono fantastici, quel che invece mi si è stampato nel cervello è stata la luce: in ogni inquadratura, esterna o interna che sia, la luce è pura magia, l'essenza dell'ispirazione pittorica, come afferma nelle sue ultime parole sul letto di morte Turner: "Il sole è Dio!!", notare bene, non "Dio è il sole..". Uomo scomodo e tormentato tra bisogno di affetto e difficoltà ad aprirsi agli altri, ma di fondo generoso e buono.
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Forse due ore e mezzo sono troppe per questo film, senza volermi ergere a regista dilettante credo che si sarebbe potuta tagliare una mezz'ora senza nuocere troppo. Inutile dire che la fotografia e i colori sono fantastici, quel che invece mi si è stampato nel cervello è stata la luce: in ogni inquadratura, esterna o interna che sia, la luce è pura magia, l'essenza dell'ispirazione pittorica, come afferma nelle sue ultime parole sul letto di morte Turner: "Il sole è Dio!!", notare bene, non "Dio è il sole..". Uomo scomodo e tormentato tra bisogno di affetto e difficoltà ad aprirsi agli altri, ma di fondo generoso e buono. Il regista ci presenta un personaggio iconoclasta, beffardo, incurante per molti versi della morale e dell'atteggiamento più "cortigiano" dei colleghi, ci ricorda che quello del pittore e dell'artista in generale è un mestiere, non una sacra missione. La sua sofferenza nei confronti del disprezzo dei colleghi e dei potenti non lo distolgono mai dalle sue convinzioni, dal suo vagabondare alla ricerca di quel che la sua anima e i suoi occhi anelano. La sua pittura sempre più "rarefatta" rispetto ai manierismi dell'epoca (vedi i primi quadri dei preraffaelliti che contempla con disgusto..) non cede né alle lusinghe né alla riprovazione, sempre portando in primo piano quella luce fatata che trova nel cielo, enorme, contrapposto alla spesso esigua striscia di terra che lo esalta e sottolinea.
I dialoghi e le scene di vita comune, anche se lenti e forse troppo dilatati, danno un'esatta rappresentazione della società dell'epoca, della vita vuota ed oziosa della maggioranza dei ceti abbienti, che perdevano ore a discutere delle virtù dell'uvaspina, non avendo necessità di occuparsi di nulla e sfoggiando una cultura d'accatto. Son poi forse tanto cambiati i tempi, per chi ha assistito alle discussioni di certi "salotti"? Timothy Spall riesce seppure con qualche eccesso a rendere la ruvidezza esteriore del personaggio, come la sua intima vulnerabilità, il profondo legame col padre ed il gioioso abbandono con cui si lega finalmente all'affetto della donna semplice e ricca di umanità e calore che gli sarà vicina fino all'ultimo. Come non esiste un quadro perfetto così nemmeno un film perfetto, ma possono entrambi aggiungere qualcosa alla nostra visione della vita e dell'arte, per me è stato così.
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epassp
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giovedì 19 febbraio 2015
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splendida fotografia ed ambientazione, ma...
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... troppo lungo e prolisso. Tutto, inizialmente e nelle anticipazioni, lasciava presagire un film capolavoro, ma alla fine è rimasta un po' di delusione. Bellissima la fotografia, la sceneggiatura e l'ambientazione; il protagonista, quasi perfetto. Peccato sia mancato un totale coinvolgimento.
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fritz pax
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martedì 17 febbraio 2015
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orripilante
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Un film tanto brutto e noioso non si era mai visto,spero non esca in dvd. Che roba!
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rick the bonf
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lunedì 16 febbraio 2015
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un brutto film.
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Un brutto, clamorosamente sopravvalutato film.
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vanessa zarastro
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domenica 15 febbraio 2015
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arte versus rapporti umani
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Un film biografico girato con un ritmo un po’ troppo lento, che contrappone lo splendore dell’arte, la bellezza della natura e il piacere della musica a esseri umani per lo più brutti e spregevoli. M. W. Turner, detto il “pittore della luce”, uno dei maggiori paesaggisti mai esistiti, usa lo sguardo come una macchina fotografica per fissare paesaggi fissi o in movimento come naufragi o tempeste in mare. Vissuto prevalentemente a Londra a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, è considerato un precursore dell’impressionismo. Turner è assetato di immagini, di paesaggi naturali ma con un tocco di mano dell’uomo - il mare con la nave, la campagna londinese con la locomotiva, la campagna olandese con il mulino e così via.
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Un film biografico girato con un ritmo un po’ troppo lento, che contrappone lo splendore dell’arte, la bellezza della natura e il piacere della musica a esseri umani per lo più brutti e spregevoli. M. W. Turner, detto il “pittore della luce”, uno dei maggiori paesaggisti mai esistiti, usa lo sguardo come una macchina fotografica per fissare paesaggi fissi o in movimento come naufragi o tempeste in mare. Vissuto prevalentemente a Londra a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, è considerato un precursore dell’impressionismo. Turner è assetato di immagini, di paesaggi naturali ma con un tocco di mano dell’uomo - il mare con la nave, la campagna londinese con la locomotiva, la campagna olandese con il mulino e così via.
Caratteristica umana – o meglio disumana - di Turner (ben interpretato da Timothy Spall) è quella di avere un pessimo rapporto con le donne: con la governante che usa per sveltine senz’anima, con l’affittacamere il rapporto sembra essere univoco, con la moglie (mai sposata ufficialmente) recriminante e con le due figlie il rapporto è assente – non va neanche al funerale della figlia minore.
Si salvano nel film solo due personaggi, due anime semplici naturalmente, lontani dall’arte e dal potere: il padre di M. Willy Turner un ex- barbiere generoso che lavora sempre senza fermarsi mai e che svolgeva il ruolo di assistente al figlio, e Sophia Booth la vedova affittacamere che non chiedeva nulla se non di accudire e prendersi cura di qualcun altro. Il pittore ha un brutto carattere è orso e scontroso, parla pochissimo invece grugnisce spesso. Forse il regista Mike Leigh lo ha fatto diventare un po’ goffo per tentare di renderlo simpatico al pubblico e in tal modo da far amare anche la sua arte.
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primissimavisione
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domenica 15 febbraio 2015
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un piacere visivo che dura 149 minuti
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Credo che questo film sia una bel piacere visivo che va anche ben oltre la durata del film, perché alcune immagini rimarranno stampate nella vostra memoria.
Il regista Mike Leigh lavora sul contrasto estetico, cioè mette a contrasto la bellezza della fotografia della scenografia dei paesaggi alla bruttezza estetica dei personaggi.
Questo contrasto si può associare anche al noto pittore inglese, la bellezza dei suoi dipinti e la volgarità e rozzezza del suo carattere.
La fotografia di Dick Pope è da oscar.
Un film che consiglio vivamente a chi ama la pittura e il buon cinema .
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eugenio
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domenica 15 febbraio 2015
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l'arte e la vita
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Timothy Spall, l'attore protagonista di Turner qui ha il volto di un grande quanto caratteristico artista ottocentesco ossessionato dalla sua arte fino quasi alla paranoia ma non riesce a tradurre in sentimento e vervè quello che è il tumulto interiore di Turner (come l'esempio topico della morte del padre) oppure quello con le donne mature da cui è irresistibilmente attratto ( la governante, la proprietaria della locanda in riva al mare, con la quale instaura poco a poco una relazione che definire narrativamente ridicola è un eufemismo).
Volutamente analizzato negli ultimi anni di vita dell'artista, spazzando via ogni refolo di gioventù, il film di Mike Leigh è un esempio di arte decadente del cinema.
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Timothy Spall, l'attore protagonista di Turner qui ha il volto di un grande quanto caratteristico artista ottocentesco ossessionato dalla sua arte fino quasi alla paranoia ma non riesce a tradurre in sentimento e vervè quello che è il tumulto interiore di Turner (come l'esempio topico della morte del padre) oppure quello con le donne mature da cui è irresistibilmente attratto ( la governante, la proprietaria della locanda in riva al mare, con la quale instaura poco a poco una relazione che definire narrativamente ridicola è un eufemismo).
Volutamente analizzato negli ultimi anni di vita dell'artista, spazzando via ogni refolo di gioventù, il film di Mike Leigh è un esempio di arte decadente del cinema. Atmosfere pulite, abiti ineccepibili, aria assolutamente british con grande galleria di personaggi senza pero' una precisa connotazione caratteriale dei coprimari (primi tr tutti John Constable ridotto a macchietta).
Due ore e mezza sono fin troppe per questa carrellata di personaggi sul viale del tramonto incapaci di tracciare quanto basta per lasciare un segno, seppur flebile, del loro passaggio
Spettacolari sono i dipinti che quantomeno bilanciano la bruttezza e il disfacimento morale della governante, canoni estetici ossessivi che Leigh utilizza come ossimoro per calcare sul degrado di Turner (l'ossessione di cui sopra tramutatasi poi in malattia psicofisica) e sull'ambizione tramutatosi in autocompiacimento egotico (il finale volutamente termine ultimo del climax dell'ambizione).
Certo Turner era un personaggio critico ma la sua grandezza artistica che ha posto le basi dell'impressionismo, risulta essere lomitata a un ritratto privato a tratti pruriginoso e a una pedante dialettica senza un preciso, apparente significato.
Un risultato solo parzialmente riuscito che vale solo per la bellezza dei dipinti. Ma saranno veri?
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