maria cristina nascosi sandri
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lunedì 18 gennaio 2016
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per non dimenticare di ricordare, mai....
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Rec.di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
In uscita in Italia dal 14 gennaio,NEL LABIRINTO DEL SILENZIO,del 2014,eccellente opera prima del milanese-tedesco Giulio Ricciarelli.Soggetto di Elisabeth Bartel-pure sceneggiatrice con il regista-si avvale delle ottime interpretazioni di A.Fehling,A.Szymanski,F.Becht,Gert Voss-figura-chiave del plot.
E' basato su di un fatto 'vero',il processo di Francoforte, il primo tenuto in patria contro i responsabili di Auschwitz,rintracciati ribaltando tutta la Germania.Celebrato nel 1963,il processo diede un giro di volta alla percezione deiTedeschi sull’Olocausto,fece scoprire un'ignota realtà alle giovani generazioni che-può sembrare assurdo a 14 anni dalla fine della guerra, visto che il lavoro di ricerca inizia alla fine degli anni Cinquanta-diede poi la stura ad una serie di iniziative per il superamento di colpevoli omertà, per la ricostruzione ed il rispetto della Memoria.
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Rec.di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
In uscita in Italia dal 14 gennaio,NEL LABIRINTO DEL SILENZIO,del 2014,eccellente opera prima del milanese-tedesco Giulio Ricciarelli.Soggetto di Elisabeth Bartel-pure sceneggiatrice con il regista-si avvale delle ottime interpretazioni di A.Fehling,A.Szymanski,F.Becht,Gert Voss-figura-chiave del plot.
E' basato su di un fatto 'vero',il processo di Francoforte, il primo tenuto in patria contro i responsabili di Auschwitz,rintracciati ribaltando tutta la Germania.Celebrato nel 1963,il processo diede un giro di volta alla percezione deiTedeschi sull’Olocausto,fece scoprire un'ignota realtà alle giovani generazioni che-può sembrare assurdo a 14 anni dalla fine della guerra, visto che il lavoro di ricerca inizia alla fine degli anni Cinquanta-diede poi la stura ad una serie di iniziative per il superamento di colpevoli omertà, per la ricostruzione ed il rispetto della Memoria.L'uscita anticipa di due settimane circa il Giorno della Memoria.
Ed è stata un'ottima scelta:la pellicola si pone come supporto didattico notevole,per NON DIMENTICARE di RICORDARE.
Le musiche ben dosate, di grande leggerezza,ma di forte spessore 'intellettuale',a perfetto accompagnamento della narrazione drammaturgica, sono di Niki Reiser e Sebastian Pille, affiancate da un recupero di un'antica star italo-tedesca della musica leggera del tempo,Caterina Valente.
A vederlo,inizialmente,il film può apparire quasi'inutile',didascalico:i molti altri a cui fa riferimento si'sprecano',dal recente Woman in Gold,del 2015,di Curtis in cui pure un giovane avvocato in carriera-come il Fehling di Nel labirinto...-riesce a districare una delle molteplici situazioni abnormi createsi in grembo alla Shoah,superando malafede e prevaricazioni anche'a posteriori',a I ragazzi venuti dal Brasile,del 1978,dove Mengele il mostro-medico-sperimentatore di Auschwitz-Birkenau,riesce ad evitare galera e maltrattamenti,morendo di morte naturale come molti degli altri aguzzini disumani dei campi di concentramento,riparando indisturbato,prima in Argentina poi in Brasile a The music box del grande Costa-Gavras,del 1989.
In ognuno di essi,potenti il dolore,le angosce che li informano,gestori di vita dei sopravvissuti,alcuni poi morti suicidi decenni dopo,per senso di colpa e di sopravvivenza'senza merito',come Primo Levi,gli stessi stati d'animo che si ritrovano nel film di Ricciarelli.
Ma forse è al sunnominato The music box che la pellicola più si ispira,per quella scoperta dell'orrore in casa propria,nella propria famiglia,in noi:uno dei protagonisti pian piano si scopre figlio di un padre nazista o, quantomeno, collaborazionista, e nessuno sfuggirà a questa 'pendenza';di qui il'dovere'di NON DIMENTICARE di RICORDARE,come si diceva in incipit,specie per le generazioni che verranno,perché chi non sa,chi non conosce,è destinato a ripetere gli errori dei suoi predecessori.
Ma per citare il grande ebreo David Mamet e la sua insuperata opera prima del 1987,La casa dei Giochi,in cui la protagonista,psicanalista in carriera si sente riprendere e recuperare dalla sua mèntore-madre psicanalista,si riporta il detto:Devi imparare a perdonarti.
Un dovere che,nel caso de Nel labirinto del silenzio si trasforma,infine,in un ammettere i propri errori ricominciando a cercare-daccapo-la Verità,perché nessuno è perfetto,verità che diviene un doveroso Inno alla Vita,quella vita negata nei lager ma che sempre,positivamente,deve esser inseguita dai giovani,il Futuro dell'Umanità.
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elpiezo
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domenica 17 gennaio 2016
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desiderio di giustizia!!!
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Le atrocità relative ad Auschwitz narrate sotto l'aspetto giuridico; la Germana impegnata in una lenta e placida ripresa nel convulso dopoguerra, sconvolta da una serie di improvvise indagini che un giovane e ambizioso magistrato conduce per assicurare alla giustizia i criminali nazisti celati dietro la comune maschera di onesti cittadini. In un intricata palude densa di omertà e timori il labirinto del silenzio è un dettagliato resoconto delle tappe burocratiche che porteranno ad un processo secondo solo a quello di Norimberga.
Teso e avvincente fin dalle prime battute, il film è anche un valido pretesto per raccontare con pacata moderazione la riluttanza di allora da parte della Germania di ammettere i propri crimini di guerra.
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Le atrocità relative ad Auschwitz narrate sotto l'aspetto giuridico; la Germana impegnata in una lenta e placida ripresa nel convulso dopoguerra, sconvolta da una serie di improvvise indagini che un giovane e ambizioso magistrato conduce per assicurare alla giustizia i criminali nazisti celati dietro la comune maschera di onesti cittadini. In un intricata palude densa di omertà e timori il labirinto del silenzio è un dettagliato resoconto delle tappe burocratiche che porteranno ad un processo secondo solo a quello di Norimberga.
Teso e avvincente fin dalle prime battute, il film è anche un valido pretesto per raccontare con pacata moderazione la riluttanza di allora da parte della Germania di ammettere i propri crimini di guerra.
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qisoneb
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mercoledì 6 gennaio 2016
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vedere quei cloni,dallecolline non vedere nessuno.
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queste storie ricordano le prese di responsabilità..., rivolgere
numeri e cose strane alle persone sbagliate ha comportato
le colpe... altrettante di quello che poi è
accaduto a quei nazi, quelli che... volevano 'rubacchiare' le cose di altre
persone tipo la libertà ecc ecc, ma a un tal momento la favoletta della
befana surreale e dei due ritardati che gli credevano ha
preso un'altra piega, a costo di 'occultarsi' per poi ricomparire
tipo rambo per sbarcare in quel D Day e invitarli a
tornarsene... anche loro e mettersi in fila dare
un'occhiatina al risultato e se 'classificati' da qualche parte a partire dal
secondo posto al non presentarsi da un recondito soldato con un euro in
tasca credendo coi loro 2000 miliardi
di debiti.
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queste storie ricordano le prese di responsabilità..., rivolgere
numeri e cose strane alle persone sbagliate ha comportato
le colpe... altrettante di quello che poi è
accaduto a quei nazi, quelli che... volevano 'rubacchiare' le cose di altre
persone tipo la libertà ecc ecc, ma a un tal momento la favoletta della
befana surreale e dei due ritardati che gli credevano ha
preso un'altra piega, a costo di 'occultarsi' per poi ricomparire
tipo rambo per sbarcare in quel D Day e invitarli a
tornarsene... anche loro e mettersi in fila dare
un'occhiatina al risultato e se 'classificati' da qualche parte a partire dal
secondo posto al non presentarsi da un recondito soldato con un euro in
tasca credendo coi loro 2000 miliardi
di debiti... per pretendere di fare
tarocchi..., e di quelli pure a cui piacerebbe
'obbligare' di prendere uno di quei
due posticini scomodi altresì... se non con l'inganno
od e con la forza... sin quando qualche nazione democratica con
le dovute disponibilità di intelligence e forze militi ha compiuto
le dovute opere... a fin di bene... perchè il sapere è che
quando non vi è diaalogo contro le
dittature vi è la battaglia, e perchè
pranzare col nemico che colpisce un popolo
se non te ne accorgi sei il nemico altrettanto... quasi
acconsentendo alle richieste come novità di non
infierire perchè spesso come tale nemico purtroppo... non
se ne vede neppure quasi più l'esistere... soltanto il (quel) vento...
di cui, è facile impossessarsi, ricordiamolo, è quel
negaziosimo della libertà, presa, come da storia qualunque e normale, la
loro fortuna è soltanto quella che, in una grande denocrazia, come
morte nera purtroppo vi sono gli
spettri della corruzione, che manipolano omettendo le tante
cose che ancora vi erano e vi sono da dire riguardante il film.
per verità 'altresì' perspicaci e altisonanti e per un
grozzoviglio scomodo per chi piace in piazza esistere a
(s)comodo e per conto terzi... pronti/e però a
insabbiare ricercando la distruzione e l'impedimento a chi piace
e risponde con un altrettanto... modello di esistenza, democratico,
dittature di bassa levatura in campo con altrettante ricchezze... in
realtà per realtà ereditieri figli di papà e esausti e strani, arricchiti,
con tali mezzi, anch'essi però all'ultimo stadio e a un
passo da quella miseria... 'spirituale' a cui la sorte o chissàchi ha
se non privato menomato, della fantasia utile... a districarsi in
questioni cui avere torto è quasi impossible
guardabile non è un colossal di holliwood però, non il meglio.
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gaiart
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martedì 5 gennaio 2016
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crimini commessi da persone perfettamente normali
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IL LABIRINTO DEL SILENZIO
Im Labyrinth des Schweigens (2014)
“Crimini commessi da persone perfettamente normali”
In uscita in Italia dal 14 gennaio, ben diretto dal milanese Giulio Ricciarelli, distribuito da Good Films, e negli negli USA da Sony Pictures Classics, IL LABIRINTO DEL SILENZIO concorre come Miglior Film Straniero agli Oscar.
LA CORNICE
Germania. 1958. Boom economico. La storia tedesca in quel momento è scissa in due: da un lato la crescita finanziaria connessa alla ripresa personale, emotiva della popolazione; dall’altro, anche da parte del popolo stesso, il negazionismo dei crimini commessi e la sparizione di ben 10 milioni di nazisti dei tempi di Adolf Hitler, come volatilizzati, riciclati in nuove vite o rintanati come talpe.
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IL LABIRINTO DEL SILENZIO
Im Labyrinth des Schweigens (2014)
“Crimini commessi da persone perfettamente normali”
In uscita in Italia dal 14 gennaio, ben diretto dal milanese Giulio Ricciarelli, distribuito da Good Films, e negli negli USA da Sony Pictures Classics, IL LABIRINTO DEL SILENZIO concorre come Miglior Film Straniero agli Oscar.
LA CORNICE
Germania. 1958. Boom economico. La storia tedesca in quel momento è scissa in due: da un lato la crescita finanziaria connessa alla ripresa personale, emotiva della popolazione; dall’altro, anche da parte del popolo stesso, il negazionismo dei crimini commessi e la sparizione di ben 10 milioni di nazisti dei tempi di Adolf Hitler, come volatilizzati, riciclati in nuove vite o rintanati come talpe.
IL QUADRO
Basata sui fatti di una storia vera, la pellicola narra di Johann Radmann, il convincente Alexandre Fehling nei panni di un giovane procuratore che, con l’aiuto di un giornalista, Thomas Gnielka (Andrè Szymanski), s’imbatte in alcuni documenti in possesso di un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento. Questi incartamenti riguardano un'ex guardia di Auschwitz che potrebbe essere insegnante in una scuola elementare della città e danno inizio al processo verso i membri delle SS che hanno prestato servizio al campo, nonostante le istituzioni tedesche cospirino per occultarne i crimini commessidurante la Seconda Guerra Mondiale, finita 13 anni prima.
Solo Fritz Bauer, Pubblico Ministero Generale, sembra incoraggiare il giovane contro tutto e tutti, affidandogli l’incarico per cercare di assicurare i responsabili alla giustizia.
LA CRITICA
IL LABIRINTO DEL SILENZIOè elegante. Nella ricostruzione storica del dettaglio, di abiti, ambiti, ambienti dell’epoca risulta totalmente credibile. Ci sono ottimi attori, tra tutti uno: Johannes Krisch, il cui viso da jolly jocker, enigmatico e camaleontico da peso e furore al ruolo. Alla fine però risulta un po’ più commerciale di un altro film inchiesta tedesco, con più mordente, sviluppato sullo stesso tema.
LA CONCORRENZA
DER STAAT GEGEN FRITZ BAUER/ THE PEOPLE VS. FRITZ BAUER/Il racconto di un’eroe.
Focalizzato però più su Bauer,la seconda pellicola è adamantina, ricca di suspence, colpi di scena, mistero, curiosità storica e psicologica di un personaggio sconosciuto, che è un eroe ignoto.
Qui Fritz Bauer non solo è un procuratore generale tedesco, ma è anche un socialista, un ebreo, omosessuale, integerrimo, solitario, geniale. Un uomo spezzato. Che ha tutto e tutti contro nella sua ricerca di cattura verso Adolf Eichmann. Morto nel 1968, il ruolo è stato affrontato e scoperto grazie a un giornalista israeliano solo dieci anni dopo.
Personaggi come lui, con il coraggio di andare contro un sistema, a rischio della propria vita o serenità, ne nascono sempre meno. Sono esempi per tutti, in un’epoca dove prevale egoismo, menefreghismo e disinteresse per il bene collettivo. Un simile eroe odierno potrebbe essere Edward Snowden. Ed è per questi molteplici motivi che Lars Kraume, regista tedesco, ha deciso di fare questo film speciale. Oltre al fatto che la generazione adulta degli anni ‘50 è interessante. E’ curioso scoprire chi sapeva cosa. Sono persone complesse.
Kraume descrive con dovizia di particolari, in maniera lucida, perfettamente accurata con dettagli e particolari studiati attentamente, sia i costumi, le usanze e l’ambiente, molto raffinato ed elegante, dell’epoca in cui, una Germania ferita, cercava di rialzarsi e credere in se stessa negli anni ‘50-60. In realtà, al suo interno ancora il male si nascondeva e molti nazisti rimanevano celati, non stanati. Un po’ come oggi.
I due bravissimi attori (Burghart Klaussner, nel ruolo di Bauer e Ronald Zehrfeld, il suo assistente) sondano come il cuore umano tra uomini possa quindi raggiungere un’empatia fortissima, che va oltre la fisicità e che, forse, con il sesso opposto, non potrà mai eguagliare quello stesso tipo di accordo mentale e psicologico.
Bauer con il suo giovane collega, il pubblico ministero Karl Angermann, tocca l’apice di amicizia che li vede condividere il segreto dei loro reciproci gusti sessuali, verso i transessuali.
All’epoca, la Germania condannava come penale tale propensione che puniva con il carcere.
DER STAAT GEGEN FRITZ BAUERè quindi un film di denuncia, scomodo per la Germania, per i grandi gruppi come Mercedes-Benz, coinvolta nella copertura di Nazisti sopravvissuti, che cela dinamiche politiche interessantissime, anche se spietate. E’ un film drammatico, avvincente con un ottimo ritmo su un eroe dell’epoca che lancia un messaggio atemporale sulla potenza di certe anime e il coraggio di essere se stessi fino in fondo. Cosa sempre più rara.
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