ennio
|
mercoledì 18 ottobre 2017
|
buon film con un finale evitabile
|
|
|
|
Bel legal-thriller, col valore aggiunto e sinistramente fascinoso dell'Olocausto nazista come imputato. Film che ha il merito di far conoscere al pubblico qualcosa che anch'io ignoravo, ossia che in Germania fino agli anni '60 quasi nessuno aveva sentito parlare di Auschwitz, che fu messo al centro dell'attenzione col processo di Francoforte di cui si narra nel film.
Nell'ultima parte la regia si perde nella figura dell'eroe hollywoodiano troppo idealista, quando il procuratore Radman da coscienzioso cacciatore di criminali si trasforma improvvisamente in impulsivo e stupido e si fa cogliere da crisi di coscienza personali e collettive, finendo (inspiegabilmente) a recitare un rosario ebraico ad Auschwitz.
[+]
Bel legal-thriller, col valore aggiunto e sinistramente fascinoso dell'Olocausto nazista come imputato. Film che ha il merito di far conoscere al pubblico qualcosa che anch'io ignoravo, ossia che in Germania fino agli anni '60 quasi nessuno aveva sentito parlare di Auschwitz, che fu messo al centro dell'attenzione col processo di Francoforte di cui si narra nel film.
Nell'ultima parte la regia si perde nella figura dell'eroe hollywoodiano troppo idealista, quando il procuratore Radman da coscienzioso cacciatore di criminali si trasforma improvvisamente in impulsivo e stupido e si fa cogliere da crisi di coscienza personali e collettive, finendo (inspiegabilmente) a recitare un rosario ebraico ad Auschwitz. Non serviva.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
anneriniantonino
|
martedì 26 settembre 2017
|
non di quei film spettacolone.
|
|
|
|
cmq sei fascistii hanno qualcosa da dire possono rivolgersi allo
sportello delle reclam, 6 anni di conflitto anchre senza aver
visto il film e senza frizzi e lazzi fanno comprendere che la gente
non è che non vorrebbe tornasse un cavaliere, come a volte qualche
pseudogiornalistii e opinionisti dei
sondaggi della domenica che alle verifiche della realtà tutte
le volte avevano il lor sogno in tasca stile nuvola di
fuxia, orvoire, i cittadini non sembrano più volere delle
cialtronate al bancone di gente che si danno il cambio a
loro parere sperperando il capitale umano delle
povere persone, futile arrotolarsi nelle
tele di seta palestrandosi tipo maori, e di conseguenza il cavalieri
tifosi dei propri interessi a
spese di persone di miglior comportamento, d'altra parte
dopo il bombardamento a tappeto anche gli americani
non li vedevano più col solito favore, ma non essendo arrivati
alle precisioni contemporannee tedeschi e italiani con quel
loro modello si confondevano e invece di guardare cosa
facevano nazisti ecc, perseguivano chiunque senza
rendersene conto, gente che credendo di abbandonare il
cane abbandonavano il loro paese combattendo coi
nazi, poi certo lo spitfire è servito, ma cosa
poteva fare un pilota da solo contro i nazi, charlot.
[+]
cmq sei fascistii hanno qualcosa da dire possono rivolgersi allo
sportello delle reclam, 6 anni di conflitto anchre senza aver
visto il film e senza frizzi e lazzi fanno comprendere che la gente
non è che non vorrebbe tornasse un cavaliere, come a volte qualche
pseudogiornalistii e opinionisti dei
sondaggi della domenica che alle verifiche della realtà tutte
le volte avevano il lor sogno in tasca stile nuvola di
fuxia, orvoire, i cittadini non sembrano più volere delle
cialtronate al bancone di gente che si danno il cambio a
loro parere sperperando il capitale umano delle
povere persone, futile arrotolarsi nelle
tele di seta palestrandosi tipo maori, e di conseguenza il cavalieri
tifosi dei propri interessi a
spese di persone di miglior comportamento, d'altra parte
dopo il bombardamento a tappeto anche gli americani
non li vedevano più col solito favore, ma non essendo arrivati
alle precisioni contemporannee tedeschi e italiani con quel
loro modello si confondevano e invece di guardare cosa
facevano nazisti ecc, perseguivano chiunque senza
rendersene conto, gente che credendo di abbandonare il
cane abbandonavano il loro paese combattendo coi
nazi, poi certo lo spitfire è servito, ma cosa
poteva fare un pilota da solo contro i nazi, charlot..., per fare
totò ai nazisti è servito il classico e storico
sbarco, i nazi lo chiamavano quello dei
nigranti... magari totò ai nigranti... dicevano, per il
loro colore, non conoscevano la democrazia e il favolone
solito della grande democrazia gli sembrava una gran
fregatura, preferivano farsi infilzare alla nazi senza accorgersene, sin
quando non hanno veduto che alla reunion churcill non
contava niente perchè era inglese e lo avevano salvato miracolandolo,
eisenauer e stalin gli suggerivano magari con quello spitfire
di andare a farsi benedire, spartendosi tanto, ma non la gloria,
ma se i francesi risultano cha abbiano vinto... è perchè si sono
fatti invadere e gli italiani col modello alla
tedesca hanno fatto il contrario, ma i russi inglesi o americani hanno
un veto su tali cose e la figuraccia coi vietnamiti... lo ribadisce,
seguano le regole anche se sono 8 mila perchè questo
e soltanto questo è la storia, non la
raccontano nonostante film di meno o più spettacolo piacevole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a anneriniantonino »
[ - ] lascia un commento a anneriniantonino »
|
|
d'accordo? |
|
ototopinevioezechiele
|
lunedì 24 aprile 2017
|
pantofoloni e patatine per film del genere?
|
|
|
|
6 anni di conflitto riguardano la storia e possono essere raccontati in tante maniere,
ma non si possono stravolgere mettendogli 6 gilet in barba agli eventi o altre cose. Quelli che non
hanno molte cose da dire nonostante il grado di cultura e il loro sapere, se si guardano
le cose parlano lasciando soltanto buche storiche, perchè non hanno argomento e le loro
fantasie altrettanto sono tali, con una mano criticano le lacune narrative e con l'altra frugano nelle tasche
di altre persone per fare altrettanto. Il film in tal caso è soltanto una delle tante narrazioni, e ciascuni
racconti e narrazioni hanno le loro particolarità, e piacciono per quel che raccontano, ricordiamoci
che litalia; cominciando il conflitto coi nazisti; contro gli alleati, ha avuto pochi sulle colline dimostrandosi
contrari, anche se alle feste di liberazione vogliono sembrare tutte figure della resistenza, e quelle sono un'altre cose, non gli vengono gli 8 minuti, questo alto portamento non è comune a molte genti raccontando film.
[+]
6 anni di conflitto riguardano la storia e possono essere raccontati in tante maniere,
ma non si possono stravolgere mettendogli 6 gilet in barba agli eventi o altre cose. Quelli che non
hanno molte cose da dire nonostante il grado di cultura e il loro sapere, se si guardano
le cose parlano lasciando soltanto buche storiche, perchè non hanno argomento e le loro
fantasie altrettanto sono tali, con una mano criticano le lacune narrative e con l'altra frugano nelle tasche
di altre persone per fare altrettanto. Il film in tal caso è soltanto una delle tante narrazioni, e ciascuni
racconti e narrazioni hanno le loro particolarità, e piacciono per quel che raccontano, ricordiamoci
che litalia; cominciando il conflitto coi nazisti; contro gli alleati, ha avuto pochi sulle colline dimostrandosi
contrari, anche se alle feste di liberazione vogliono sembrare tutte figure della resistenza, e quelle sono un'altre cose, non gli vengono gli 8 minuti, questo alto portamento non è comune a molte genti raccontando film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ototopinevioezechiele »
[ - ] lascia un commento a ototopinevioezechiele »
|
|
d'accordo? |
|
peglined
|
giovedì 9 marzo 2017
|
ricordare sempre meglio.
|
|
|
|
non sembra semplice relazonare le espressioni d'arte
ne cosa volesse esprimere il filmaker, poichè ciascuno potrebbe avere
differente interpretazione come sempre, e il viaggio insensato nonchè
pseudointerpretativo derivante altrettanto, potrebbe sembrare che il solito
buonismo ebraico nei confronti di più persone o chissàcchè, oppure
una sottospecie di schindler's
code persons, della disgrazia, quando non si conoscono i propri alleati, il
buonismo porta a considerare altre cose..., tipo un perseo pretendente dalle
persone comuni cose troppo difficili, non di loro competenza,
od gli ebrei sorpresi dal
nazismo rischiando di essere rastrellati non siano sembrati
preparati alle esosità del caso, d'altra parte molte altre supposizioni lampo e non
lasciano il tempo che trovano, un grande grozzoviglio e aiuti alle
persone sbagliate, per poi comprendere col morale a
terra quella gran solitudine tipo schindler's che riprendendosi non da quel, con
buonismo a tema converge con le esatte
cose da esercere per le quali è e sarà, mitico la
shoah è comprensibile.
[+]
non sembra semplice relazonare le espressioni d'arte
ne cosa volesse esprimere il filmaker, poichè ciascuno potrebbe avere
differente interpretazione come sempre, e il viaggio insensato nonchè
pseudointerpretativo derivante altrettanto, potrebbe sembrare che il solito
buonismo ebraico nei confronti di più persone o chissàcchè, oppure
una sottospecie di schindler's
code persons, della disgrazia, quando non si conoscono i propri alleati, il
buonismo porta a considerare altre cose..., tipo un perseo pretendente dalle
persone comuni cose troppo difficili, non di loro competenza,
od gli ebrei sorpresi dal
nazismo rischiando di essere rastrellati non siano sembrati
preparati alle esosità del caso, d'altra parte molte altre supposizioni lampo e non
lasciano il tempo che trovano, un grande grozzoviglio e aiuti alle
persone sbagliate, per poi comprendere col morale a
terra quella gran solitudine tipo schindler's che riprendendosi non da quel, con
buonismo a tema converge con le esatte
cose da esercere per le quali è e sarà, mitico la
shoah è comprensibile... altrettanto, se se ne conosconscono le altrettante
sfumarture, e le seguenti difficoltà, perciò 'un qualche modo' è ora e ancora confortante... e
qualche aiutino ci sarà sempre per qualcuno... non con 8 mila scene action come film,
e quel riconoscimento, pur senza quell'idea geniale supermondiale, tanto
quanto altre persone con capacità incredibili mirabolanti, perchè
narrante la storia, delle verità e reale svoglimento, riconoscendo appieno soltanto ciò, l'alto
professionismo, la fama, e tutte le più alte forme di comunicazione partecipe agli alleati,
e che hanno portato alla vittoria, non di riflesso tramite altre
cose e situazioni; con l'insieme di un unico progetto di principio sublime,
non erano persone comuni, lo si sapeva, ecco forse che si spiega non più
di due occasioni avulse, in altrettante sacrosante, il prevalere della democrazia,
e in fondo si vede cosa volesse tali persone comprendendone tante altre,
non avere un'idea o altre cose non ci si comprende granchè ovvio,
forse dunque è preferibile specie in cose che rimangono, l'addestramento di rambo,
con tutte le cose servibili per ciascun prosecuo e altrettante ironie linguistiche, cmq tanto
per parlare per un tema storico e per un film non di così alto valore filmico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peglined »
[ - ] lascia un commento a peglined »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
martedì 7 febbraio 2017
|
sobrietà forse troppa
|
|
|
|
Un film interessante recitato da attori poco noti. La critica ufficiale (Marzia Gandolfi) di MY Movies lo definisce "sobrio". Certo se non si sapessa già cosa fu la Shoah il film non lo si potrebbe comprendere. Quindi grazie al regista non non aver indugiato sulle atrocità del campo di sterminio, dal punto di vista dello spettacolo, ma mischiando così finzione e realtà crea equivoci e confusione. Quanto c'è di provato, soggettivo, individuale nella ricerca della verità in Johan Radmann?
Sembrerebbe che Giulio Ricciarelli, regista ma anche sceneggiatore, non avesse scelto se fare un docufilm o una storia di avvocato/procuratore nei confronti della giustizia su un sottofondo storico.
[+]
Un film interessante recitato da attori poco noti. La critica ufficiale (Marzia Gandolfi) di MY Movies lo definisce "sobrio". Certo se non si sapessa già cosa fu la Shoah il film non lo si potrebbe comprendere. Quindi grazie al regista non non aver indugiato sulle atrocità del campo di sterminio, dal punto di vista dello spettacolo, ma mischiando così finzione e realtà crea equivoci e confusione. Quanto c'è di provato, soggettivo, individuale nella ricerca della verità in Johan Radmann?
Sembrerebbe che Giulio Ricciarelli, regista ma anche sceneggiatore, non avesse scelto se fare un docufilm o una storia di avvocato/procuratore nei confronti della giustizia su un sottofondo storico.
Questo è il limite di un film comunque vedibile che però non ha sufficientemente spiegato la "banalità del male" per dirla con Hannah Arendt.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
lbavassano
|
venerdì 27 gennaio 2017
|
ricordare
|
|
|
|
Bene ha fatto Sala Pastrone - Vertigo (Asti) a riproporre nel Giorno della Memoria "Il labirinto del silenzio" di Giulio Ricciarelli, sicuramente non paragonabile ai capolavori che alla Shoah hanno dedicato i grandi maestri, ma un bel film, che soprattutto ha il merito di mettere al proprio centro il tema del ricordare, il problema del ricordare ed i suoi inevitabili conflitti. Ha il merito di farci comprendere come sia stato facile dimenticare, rimuovere, già a poco più di un decennio di distanza, quando ancora non si parlava di negazionismo, ma più semplicemente si preferiva non parlare. Quando ancora gli scampati, i salvati, correvano il rischio di incontrare per strada i loro carnefici, magari banalmente chiedendo da accendere.
[+]
Bene ha fatto Sala Pastrone - Vertigo (Asti) a riproporre nel Giorno della Memoria "Il labirinto del silenzio" di Giulio Ricciarelli, sicuramente non paragonabile ai capolavori che alla Shoah hanno dedicato i grandi maestri, ma un bel film, che soprattutto ha il merito di mettere al proprio centro il tema del ricordare, il problema del ricordare ed i suoi inevitabili conflitti. Ha il merito di farci comprendere come sia stato facile dimenticare, rimuovere, già a poco più di un decennio di distanza, quando ancora non si parlava di negazionismo, ma più semplicemente si preferiva non parlare. Quando ancora gli scampati, i salvati, correvano il rischio di incontrare per strada i loro carnefici, magari banalmente chiedendo da accendere. Quando gran parte dei carnefici erano rientrati nella vita ordinaria, proprio ciò che per le vittime era impossibile. Fu facile allora, ancor più rischia di esserlo oggi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lbavassano »
[ - ] lascia un commento a lbavassano »
|
|
d'accordo? |
|
donato refenoni
|
domenica 18 dicembre 2016
|
perdere davanti a popolo vergogna più grande.
|
|
|
|
Non vi è alcuna persona degna di meomoria che in qualsiasi campo di
concentramento non suonasse il violoncello per i nazisti. Lo
si vede all'istante un nazi, non può esimersi dal portare le ss sul colletto,
l'ordine di chiudersi nel riserbo è futile e stomachevole e laver
perduto elezioni e referendum è per quelli che hanno vinto..., una sonora
lezione reale di democrazia e storia! Che annienta tutte le direttive
nazi, e il voler rimuovere e o cancellare e il tentare di ricordare soltanto le cose
brutte delle altre
persone anche se non molte attendendo magari qualche cosa bella delle proprie potrebbe essere
patetico, comunque quei nazi che credevano traendo forse di
ritagliarsi qualche convenevole di contrasto, da tali nazzarzioni.
[+]
Non vi è alcuna persona degna di meomoria che in qualsiasi campo di
concentramento non suonasse il violoncello per i nazisti. Lo
si vede all'istante un nazi, non può esimersi dal portare le ss sul colletto,
l'ordine di chiudersi nel riserbo è futile e stomachevole e laver
perduto elezioni e referendum è per quelli che hanno vinto..., una sonora
lezione reale di democrazia e storia! Che annienta tutte le direttive
nazi, e il voler rimuovere e o cancellare e il tentare di ricordare soltanto le cose
brutte delle altre
persone anche se non molte attendendo magari qualche cosa bella delle proprie potrebbe essere
patetico, comunque quei nazi che credevano traendo forse di
ritagliarsi qualche convenevole di contrasto, da tali nazzarzioni. Dovranno collaborare e specie
risponderne a Norimberga per il loro comportamento insulso. Un
film non di pieno divertimento pro spettacolo con altrettanto senso filmico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donato refenoni »
[ - ] lascia un commento a donato refenoni »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo tavani
|
venerdì 25 novembre 2016
|
il labirintico ferale scontro tra oblio e memoria
|
|
|
|
La memoria e il suo opposto, l’oblio, si combattono, infatti, contendendosi la stessa terra, la medesima patria: quella dei ricordi. La prima vuole conservarli, il secondo cancellarli. È una lotta senza quartiere e senza frontiere. In essa l’oblio si serve di due armi micidiali: la negazione e la rimozione. Negare che qualcosa – nella propria vicenda individuale e collettiva – sia accaduto, o rimuoverlo, occultarlo completamente a sé e al mondo. La memoria deve condurre una battaglia di giustizia davanti al tribunale della verità, interiore, privato o pubblico che sia. L’oblio come negazione e rimozione diventa, infatti, innanzitutto silenzio, menzogna, labirinto dell’ingiustizia.
[+]
La memoria e il suo opposto, l’oblio, si combattono, infatti, contendendosi la stessa terra, la medesima patria: quella dei ricordi. La prima vuole conservarli, il secondo cancellarli. È una lotta senza quartiere e senza frontiere. In essa l’oblio si serve di due armi micidiali: la negazione e la rimozione. Negare che qualcosa – nella propria vicenda individuale e collettiva – sia accaduto, o rimuoverlo, occultarlo completamente a sé e al mondo. La memoria deve condurre una battaglia di giustizia davanti al tribunale della verità, interiore, privato o pubblico che sia. L’oblio come negazione e rimozione diventa, infatti, innanzitutto silenzio, menzogna, labirinto dell’ingiustizia.
È quello che avviene in questo bel film dell’italo-tedesco Giulio Ricciarelli, attore di numerose pellicole, passato ora dietro la macchina da presa. Il regista si muove sulla scorta di fatti e personaggi storici reali, anche se altri sono stati narrativamente, drammaticamente sintetizzati, riscritti.
I nazisti dissero spavaldamente che se anche il mondo avesse saputo dell’esistenza dei campi di sterminio, nessuno avrebbe creduto ai racconti dei sopravvissuti sull’orrore che avveniva al loro interno: tanto assurdo, mostruoso, assoluto era tale orrore. Non erano andati lontani dal vero, riferendosi soprattutto al loro paese, la Germania. Un paese che aveva voltato la testa da un’altra parte, chiuso completamente gli occhi e le orecchie. Aveva fatto finta di non vedere e sentire le vistose tracce e voci sullo sterminio che Hitler, il loro Führer, ossia la loro Guida, stava attuando.
La giovane democrazia, imposta alla Germania dai vincitori, continua a poggiare il suo corso su negazione e rimozione. I giovani alla Radmann ereditano quella forma di cecità, mentre molti, tra gli anziani, restano convinti in cuor loro che il Terzo Reichritornerà in auge, dopo una breve sconfitta e parentesi storica.
Imbattutosi in un minimo frammento della memoria negata e della verità rimossa, il giovane avvocato Radmann si trova immediatamente difronte a tutta la posta del presente e del futuro in gioco: la giustizia come miseria mortale o ricchezza morale di una nazione. Che gli americani e gli altri alleati vittoriosi sella Seconda Guerra Mondiale abbiano celebrato un processo di natura bellica, non gli basta, perché la Germania non ha fatto proprio un accidente di niente per riscattarsi.
Di fronte alla Storia, al passato della sua patria, della propria gente, un ragazzo è sempre come un bambino appena venuto al mondo, o un naufrago che ha appena raggiunto la costa di un continente sconosciuto: deve scoprirlo da capo e per intero. Radmann fa di più: lo mette allo scoperto non solo sulla superficie ma anche nei sotterranei in ombra dell’orrore, fino alle viscere più intime che sono le sue stesse proprie viscere.
“Perché proprio me ha scelto per l’indagine?” domanda il giovane avvocato al Procuratore Generale Fritz Bauer. “Perché lei è nato dopo quei fatti”, è la risposta del vecchio giudice. Walter Benjamin – il noto filosofo ebreo tedesco, costretto al suicidio per sottrarsi alla cattura dei nazisti – avrebbe aggiunto che proprio perché proiettato verso il futuro, quel giovane avrebbe potuto restituire una voce e una possibilità di riscatto a chi – della generazione precedente – si era battuto contro l’orrore di quello sterminio passato alla storia con il nome di Shoah.
Il film è stato scelto per rappresentare la Germania agli Oscar2016.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo tavani »
[ - ] lascia un commento a riccardo tavani »
|
|
d'accordo? |
|
qisoneb
|
martedì 25 ottobre 2016
|
...
|
|
|
|
che vuol dire, ho figli però e in tal caso l'argomento è quel che è, concordo
cmq sul discorso che sia meglio raccontare anche altre storie e l'action per
quelli cui piace, che con fantasy ecc, è specie di genere col mito classico.
|
|
[+] lascia un commento a qisoneb »
[ - ] lascia un commento a qisoneb »
|
|
d'accordo? |
|
dqitos
|
sabato 15 ottobre 2016
|
...
|
|
|
|
non vuol dire anche se ho figli perchè l'argomento o racconto di storie ci deve dire la
realtà e delle verità, si sembra parlare come se non
si fosse visto il film... per il
resto essendo l'argomento quel che è concordo
d'altra parte che il fanatsy e l'action mitico classico
delle storie che si narrano è più in quanto genere di piacimento.
|
|
[+] lascia un commento a dqitos »
[ - ] lascia un commento a dqitos »
|
|
d'accordo? |
|
|