Forse la non attinenza al racconto storico, navigando nell'ampio mare della fiction, è il minore dei problemi per questo film tv: anziché sul set di una produzione internazionale, continuamente sembra di essere di fronte a un teatrino dei Pupi. Ovviamente con una storia da raccontare di duemila anni precedente; purtroppo senza avere di questo teatrino i colori, la sagacia, il pathos, la poesia. Ma la tendenza alla farsa e al 'macchiettismo' è quella. Beninteso, non vanno dimenticate le cose valevoli che spiccano nel film: la grafica dei titoli in pendant con l' "Ulisse" di Alberto Angela, il seno di Penelope/Caterina Murino, la morbidezza di Cléa/Karina Testa.
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Forse la non attinenza al racconto storico, navigando nell'ampio mare della fiction, è il minore dei problemi per questo film tv: anziché sul set di una produzione internazionale, continuamente sembra di essere di fronte a un teatrino dei Pupi. Ovviamente con una storia da raccontare di duemila anni precedente; purtroppo senza avere di questo teatrino i colori, la sagacia, il pathos, la poesia. Ma la tendenza alla farsa e al 'macchiettismo' è quella. Beninteso, non vanno dimenticate le cose valevoli che spiccano nel film: la grafica dei titoli in pendant con l' "Ulisse" di Alberto Angela, il seno di Penelope/Caterina Murino, la morbidezza di Cléa/Karina Testa. Accanto a queste raffinatezze, vi è per lo più un'accozzaglia di caricature improbabili nei modi e nei dialoghi, che trovano le loro acmi nell'armata Brancaleone sedicente difenditrice dell'Isola e nell'iracondia di un Ulisse "alla maniera di" Alessio Boni (forse quest'ultimo, visto qui e in altre interpretazioni in fiction, ritiene che un 'attore drammatico' si traduca tout court nel promoter del quinto girone dantesco). Il tutto condito da un plenilunio permanente in ogni notte del racconto: è nota questa prerogativa di Itaca, posto unico al mondo!
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