dave san
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martedì 22 luglio 2014
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kaiju supremo
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Dopo avere visto questa pellicola, mi sono imbattuto in Gojira - final wars. Certamente il lavoro di Kitamura, è differente. Il film nipponico è ludico e largamente autoironico. I mostri sono fantasiosi e grotteschi. Un vivace melodramma apocalittico. La cultura Giapponese è assai riverente al grande Gojira, dedicandogli un vero e proprio filone. La produzione statunitense, punta invece sull’epos. Idealizza il mostro donandogli una mole considerevole e proprietà tipiche del predatore Alpha. Caratteristica che lo differenzia anche dal lucertolone di Emmerich. Quest’ultimo possiede un’aggressività decisamente più distruttiva. Si presenta in città improvvisamente, terrorizzando una popolazione che diventerà ostile a sua volta.
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Dopo avere visto questa pellicola, mi sono imbattuto in Gojira - final wars. Certamente il lavoro di Kitamura, è differente. Il film nipponico è ludico e largamente autoironico. I mostri sono fantasiosi e grotteschi. Un vivace melodramma apocalittico. La cultura Giapponese è assai riverente al grande Gojira, dedicandogli un vero e proprio filone. La produzione statunitense, punta invece sull’epos. Idealizza il mostro donandogli una mole considerevole e proprietà tipiche del predatore Alpha. Caratteristica che lo differenzia anche dal lucertolone di Emmerich. Quest’ultimo possiede un’aggressività decisamente più distruttiva. Si presenta in città improvvisamente, terrorizzando una popolazione che diventerà ostile a sua volta. Il Godzilla di Edwardsè predatorio verso un nemico ugualmente pericoloso, per noi (in senso di genere umano). Il genere umano, pertanto, non esiterà a utilizzare la potenza Godzilliana per affrontare la minaccia. Parallelamente, i protagonisti, si prodigheranno per la salvaguardia della popolazione. Le due storie si intersecano di continuo. Godzilla dal canto suo, avanza senza curarsi degli scienziati e militari che lo scortano. I bambini lo scrutano al suo arrivo mentre valica il ponte. Tutta la cittadinanza si fa da parte per lasciargli campo libero. Queste situazioni definiscono lo spirito della storia e l’indole “distaccata” del leviatano nipponico. La creatura raggiungerà così la terra ferma, per una questione puramente animale. Negli spazi urbani innescherà il suo combattimento spettacolare e devastante. La dinamica del racconto mostra comunque un Godzilla provvidenziale. La chiusura del sipario sarà invece e paradossalmente, minimale. Un commiato senza convenevoli per un gigantesco brado.
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enigmista12
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sabato 11 luglio 2015
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il mostro ritorna sugli schermi... ma non si vede
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Il mostro distruttivo è tornato stavolta però nei panni dell'eroe, contro i temibili M.U.T.O. due sottospeci di mastodontici insetti mutanti che rischiano di distruggere il mondo (anche se a dir la verità pure Godzilla, seppur armato di buone intenzioni, circa il 49% di danni nel corso del film gli ha causati lui). Nel periodo in cui è uscito il film desideravo ardentemente vederne un altro: Rio 2-Missione Amazzonia e quindi non ero molto soddisfatta di andare a vedere questo. Seppur alla fine mi sono ricreduto sul fatto che non mi sarebbe piaciuto, devo mettere per forza in evidenza il problema principale, ovvero: Godzilla si potrà vedere con attenzione circa 40 minuti su 128.
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Il mostro distruttivo è tornato stavolta però nei panni dell'eroe, contro i temibili M.U.T.O. due sottospeci di mastodontici insetti mutanti che rischiano di distruggere il mondo (anche se a dir la verità pure Godzilla, seppur armato di buone intenzioni, circa il 49% di danni nel corso del film gli ha causati lui). Nel periodo in cui è uscito il film desideravo ardentemente vederne un altro: Rio 2-Missione Amazzonia e quindi non ero molto soddisfatta di andare a vedere questo. Seppur alla fine mi sono ricreduto sul fatto che non mi sarebbe piaciuto, devo mettere per forza in evidenza il problema principale, ovvero: Godzilla si potrà vedere con attenzione circa 40 minuti su 128. Vediamoci chiaro: non dico che il film sia brutto; è molto intenso,gli attori sono piuttosto bravi e anche gli effetti per aumentare la suspence. Ma dico io, che il mostro forse era fatto per essere un cattivo e non un buono (almeno così si sarebbe visto di più come nel celebre precessore del 1998). Mi ricordo appunto che mio papà a metà del film mi ha detto scherzosamente a bassa voce, citando il matematico Ian Malcom: "Allora si può vedere Godzilla, nel film Godzilla?". Ci tengo a precisare che a me piace Godzilla, ed è anche per questo che sto facendo queste critiche; comunque il film è molto buono e non delude gli appassionati dei generi fantascienza e azione.
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melvin ii
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lunedì 19 maggio 2014
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il re dei mostri è tornato
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Il biglietto d’acquistare per “Godzilla” è 3)Di pomeriggio
“Godzilla” un film del 2014 diretto da Gareth Edwards, con Aaron Taylor-Johnson, Juilette Binoche, Bryan Cranston, Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, Sally Hawkins, David Strathairn.
Da bambino non avevo paura del buio, i film horror erano il mio piano quotidiano e adoravo i mostri. Pur non essendo un grande fan di Godzilla, mi piaceva l’idea del mostro che ogni tanto si risvegliava dal sonno e decideva di farsi “una passeggiata” nel mondo. “Godzilla” è associato all’incuria e abuso dell’uomo nell’usare l’energia nucleare
Anche se è un prodotto tipicamente commerciarle, spesso il nostro amico mostro è stato usato come bandiera contro il nucleare dalla sinistra ambientalista e degli ecologisti tout court.
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Il biglietto d’acquistare per “Godzilla” è 3)Di pomeriggio
“Godzilla” un film del 2014 diretto da Gareth Edwards, con Aaron Taylor-Johnson, Juilette Binoche, Bryan Cranston, Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, Sally Hawkins, David Strathairn.
Da bambino non avevo paura del buio, i film horror erano il mio piano quotidiano e adoravo i mostri. Pur non essendo un grande fan di Godzilla, mi piaceva l’idea del mostro che ogni tanto si risvegliava dal sonno e decideva di farsi “una passeggiata” nel mondo. “Godzilla” è associato all’incuria e abuso dell’uomo nell’usare l’energia nucleare
Anche se è un prodotto tipicamente commerciarle, spesso il nostro amico mostro è stato usato come bandiera contro il nucleare dalla sinistra ambientalista e degli ecologisti tout court.
“Godzilla” quest’anno ha compiuto 60 anni e non poteva non esserci un nuovo film in suo onore.
Dopo il film flop Roland Emmerich, del 1998 che aveva deluso i milioni di fan, c’era tanta attesa mista a diffidenza per il film di Edwards.
Il film ambientato tra il Giappone e gli Stati Uniti parte nel lontano 1999 quando un misterioso gruppo M.O.N.A.R.C.H guidato dagli scienziati Ichiro Serizawa(Watanabe) e Dottoressa Wates(Hawkins) scopre nelle Filippine delle inquietanti crisalidi aperti di creature preistoriche. Contemporaneamente a Tokyo si verifica un gravissimo incidente in una centrale nucleare diretta da Joseph Brody(Cranston), dove morirà l’amata moglie Sandra(Binoche).
Quindici anni dopo Brody scopre, prima di morire, che l’incidente nucleare non fu naturale e come il governo giapponese ha cercato di studiare e nascondere il MUTO(creatura preistorica) che si nutre d’energia nucleare e che è incontrollabile.
Ben presto si scopre l’esistenza di due MUTI che cominciano a devastare le varie città provocando il risveglio di Godzilla, antico predatore , portando così sulla scena ben tre mostri.
L’uomo assiste così impotente alla lotta spettacolare e cruenta tra le tre creature. Emblematica è la frase di Watanabe “« L'arroganza dell'uomo è pensare che la natura sia sotto il nostro controllo e non il contrario. » e poi rivolto ai militari “Facciamoli combattere”.
Questo “Godzilla” è sicuramente più fedele alla tradizione e allo spirito del suo creatore.
Godzilla è un mostro, ma nello stesso tempo l’unico in grado di poter salvare il mondo, anche se lo fa per il suo interesse. Il film è ricco di effetti speciali e ha una bella fotografia, ma nonostante tutto ha un ritmo lento e quasi noioso. Non c’è simbiosi tra i due piani di racconto (gli uomini e i mostri). La sceneggiatura non riesce a creare pathos ed emozioni fino in fondo. Risulta prevedibile e scontata. I dialoghi sono poveri e retorici.
Le scene di battaglia tra i mostri sono ben costruite e sicuramente coinvolgono lo spettatore.
Da menzionare la scena dei soldati che si lanciano con i paracaduti in mezzo ai mostri nell’oscurità della notte, davvero suggestiva.
La regia convince abbastanza pur non avendo a disposizione una sceneggiatura valida. Ha sicuramente il merito d’aver ridato lustro all’immagine di Godzilla riportandolo agli antichi fasti con delle belle sequenze.
Il cast è anonimo e si limita a timbrare il cartellino, senza scaldare lo spettatore.
Il finale “aperto” piace perché omaggia il vincitore della battaglia e conferma quanto l’uomo sia ben poca cosa rispetto alla potenza della Natura.
“Godzilla 2014” è un discreto film dove manca l’eroe tradizionale, ma lo spettatore alla fine si rende conto che i veri mostri sono altri.
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rickpisapia
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venerdì 6 giugno 2014
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buon film
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Il nuovo Godzilla è un buon film, indubbiamente da guardare per gli amanti del genere, che però avrebbe potuto fare meglio sotto molti aspetti. In primis riguardo alla gestione dei personaggi. Avrei, per esempio, dato più spazio ed importanza a Brian Cranston, impeccabile e credibilissimo, al contrario del protagonista che, pur dando una buona prova, non mi ha convinto. Stesso ragionamento per Ken Watanabe che poche volte riesce a modificare la sua espressione durante il film. E per finire Juliette Binoche per una parte del genere, la si poteva evitare. Per quanto attiene alla sceneggiatura, è chiaro che da un monster /disaster movie non ci si possa aspettare una sceneggiatura alla pulp fiction, ma si sarebbe potuto fare qualcosina in più.
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Il nuovo Godzilla è un buon film, indubbiamente da guardare per gli amanti del genere, che però avrebbe potuto fare meglio sotto molti aspetti. In primis riguardo alla gestione dei personaggi. Avrei, per esempio, dato più spazio ed importanza a Brian Cranston, impeccabile e credibilissimo, al contrario del protagonista che, pur dando una buona prova, non mi ha convinto. Stesso ragionamento per Ken Watanabe che poche volte riesce a modificare la sua espressione durante il film. E per finire Juliette Binoche per una parte del genere, la si poteva evitare. Per quanto attiene alla sceneggiatura, è chiaro che da un monster /disaster movie non ci si possa aspettare una sceneggiatura alla pulp fiction, ma si sarebbe potuto fare qualcosina in più. Splendide invece le scene di azione ed emozionante il ruolo del tutto innovativo che ha Godzilla nella pellicola, anche se in un film del genere mi sarei aspettato più azione e meno chiacchiere. Sembra infatti che il film sia composto per 3/4 da scene di preparazione agli scontro, ovvero le classiche scene in cui si presentano i mostri, distruggono tutto ciò che incontrano e incutono terrore, e solo 1/4 di scene di vera e propra azione. In conclusione è un buon film, guardato con piacere, con una trama ben sviluppata, ma con alcune pecche nella recitazione e sceneggiatura.
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elamilmago
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lunedì 24 agosto 2015
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un buon ritorno dal sapore nipponico
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Questo film su Godzilla a mio parere è passato un pò in sordina, eppure racchiude molti buoni spunti che lo discostano dai classici disaster/american movie oltre che omaggiare le innumerevoli produzioni nipponiche sul protagonista, ovvero Godzilla. Non parlo di un film capolavoro, ne del film assoluto su Godzilla (che avrà sicuramente altre trasposizioni cinematografiche in futuro), ma di un film coerente con il passato "canonico" del lucertolone, senza scadere troppo in occidentalizzazioni estreme della storia. Tra gli omaggi abbiamo lo "scienziato pazzo" caduto in disgrazia, il cameo con il bimbo giapponese (in ogni film di godzilla che si rispetti c'è un bambino giapponese), le radiazioni e la retorica antinucleare, i mostri antagonisti, e i militari stupidotti, assieme a distruzioni cittadine di massa che fanno di Godzilla un protagonista non molto ben voluto (non più di quanto si possa voler bene ad un tifone che distrugge il tuo nemico ma anche al tua casa).
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Questo film su Godzilla a mio parere è passato un pò in sordina, eppure racchiude molti buoni spunti che lo discostano dai classici disaster/american movie oltre che omaggiare le innumerevoli produzioni nipponiche sul protagonista, ovvero Godzilla. Non parlo di un film capolavoro, ne del film assoluto su Godzilla (che avrà sicuramente altre trasposizioni cinematografiche in futuro), ma di un film coerente con il passato "canonico" del lucertolone, senza scadere troppo in occidentalizzazioni estreme della storia. Tra gli omaggi abbiamo lo "scienziato pazzo" caduto in disgrazia, il cameo con il bimbo giapponese (in ogni film di godzilla che si rispetti c'è un bambino giapponese), le radiazioni e la retorica antinucleare, i mostri antagonisti, e i militari stupidotti, assieme a distruzioni cittadine di massa che fanno di Godzilla un protagonista non molto ben voluto (non più di quanto si possa voler bene ad un tifone che distrugge il tuo nemico ma anche al tua casa). La storia ha degli alti e dei bassi, in particolare soluzioni narrative di comodo, che visivamente ci stanno, ma sono un pò stupide a pensarci meglio. Anche le "non basi" scientifiche sono state sapientemente evitate quasi del tutto, per evitare di cadere nel ridicolo. Mi è piaciuto molto invece il ruolo del protagonista umano (il figlio dello scienziato pazzo), che per una volta non è stato l'elemento risolutore, ma solo uno spettatore in prima linea privilegiato (non per suo volere) di tutta la vicenda, tanto da non riuscire a fare l'unica cosa per cui era addestrato (e mi fermo qui per non fare spoiler). Il volto umano della vicenda, che ha provato a far qualcosa in un evento molto più grande di lui.
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the_diaz_tribe
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lunedì 19 maggio 2014
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la banalità non è sempre dei blockbuster
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Accade sempre questo quando si ha a che fare con un enorme quantitativo di roba da gestire e assemblare coerentemente: si rischia di mettere forzatamente tutto insieme, per poi scoprire di non avere prodotto niente di significativo. Questo rischio attanaglia anche il cinema, soprattutto quando si parla di un tema come l’antropocentrismo che costruisce un’idea di uomo che può permettersi di sfruttare la natura a suo piacimento e di un qualcosa che ristabilisca l’equilibrio naturale.
Quest’anno è il sessantesimo anniversario dalla nascita cinematografica (1954) di Godzilla, il gigantesco mostro (tecnicamente kaijū, dalla fantascienza giapponese) diventato iconico, creato dal regista Ishirō Honda.
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Accade sempre questo quando si ha a che fare con un enorme quantitativo di roba da gestire e assemblare coerentemente: si rischia di mettere forzatamente tutto insieme, per poi scoprire di non avere prodotto niente di significativo. Questo rischio attanaglia anche il cinema, soprattutto quando si parla di un tema come l’antropocentrismo che costruisce un’idea di uomo che può permettersi di sfruttare la natura a suo piacimento e di un qualcosa che ristabilisca l’equilibrio naturale.
Quest’anno è il sessantesimo anniversario dalla nascita cinematografica (1954) di Godzilla, il gigantesco mostro (tecnicamente kaijū, dalla fantascienza giapponese) diventato iconico, creato dal regista Ishirō Honda. Da questa prima apparizione le opere cinematografiche (ma anche fumettistiche e televisive) su Godzilla sono continuate fino all’uscita nelle sale dell’ultimo remake americano (raggiungendo quota trentadue), diretto da Gareth Edwards, che riprende omaggiando il filone mitico dell’originale giapponese – al contrario di quello che precedentemente aveva prodotto nel 1998 Roland Emmerich, un mostro solamente distruttivo, simile a un’iguana, invece che a un dinosauro.
Gareth Edwards, giunto al suo secondo lavoro, dopo il primo sci-fi Monsters del 2010, riesce a dare nuove vesti al suo Godzilla, uscendone in modo molto dignitoso, viste le aspettative che si erano create nel corso degli anni, film dopo film, sul kaijū.
Dopo i titoli di apertura – con tavole di studi su L’origine delle specie di Darwin, dei documenti, articoli e filmati di repertorio sui disastri nucleari degli anni ’40 e ‘50 fatti passare dal governo americano come test nucleari, e utilizzati in realtà per abbattere il lucertolone gigante proveniente dal Pacifico – la storia si apre nel 1999, quando vengono riscoperti nelle Filippine le crisalidi di due mostri preistorici e dei fossili di un Godzillasaurus. Vicino a Tokio, una centrale nucleare rimane coinvolta in un terremoto in cui perde la vita la moglie (il premio Oscar Juliette Binoche) dello scienziato Joe Brody, il quale, senza darsi pace, indagherà e sosterrà che ad aver causato il disastro non sia stato un evento naturale, ma qualcosa di ben più minaccioso. Quindici anni dopo, infatti, il fisico Joe Brody, interpretato in modo estremamente drammatico da Bryan Cranston (volto iconico della serie tv Breaking Bad), continua a sostenere le sue tesi complottistiche coinvolgendo poi nella storia anche suo figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson, protagonista di Kick-Ass), ormai tenente ed esperto artificiere.
Non sempre Hollywood crea facili blockbuster “tutto fumo (leggasi effetti speciali, spettacolo puro) e niente arrosto” (leggasi emozioni con tanto di morale), anzi: ci sono molti aspetti – di lettura anche politica – come l’uomo vs la natura, quello delle conseguenze del nucleare, le colpe delle generazioni precedenti che si ripercuotono su quelle future (simboleggiate dai volti dei bambini che guardano gli eventi); questi sono tutti temi che l’attento regista è riuscito a trattare bene, in modo originale e non superficiale, nonostante il pericolo intrinseco dei titoli di questo genere di cadere nell’ampollosità.
Gareth Edwards, aiutandosi con una fotografia dai toni cupi e plumbei, con scenografie di città abbandonate alla distruzione, con polvere e detriti ovunque, riesce a tenere la tensione sempre percepibile, soprattutto grazie all’apparizione centellinata (e mai abusata) della creatura che ora ha raggiunto una straordinaria altezza: 110 metri, tenendo ora lo scettro della più alta mai apparsa nella storia del cinema.
Tra i personaggi principali, viene sfruttata la figura del professore di Ken Watanabe (L’ultimo samurai, Inception), che si potrebbe definire, con le sue continue espressioni attonite, il connettore e catalizzatore dell’impotenza dell’umanità di fronte alla feroce distruzione provocata dalle creature – nemiche storiche di Godzilla – uscite dalle crisalidi, che, più di Godzilla stesso, irromperanno nella scena.
Il simbolo dell’inquieta minaccia della vendetta di Madre Natura si incarna così in Godzilla, che è incontrastabile creatura che ristabilisce l’ordine naturale. Ci dimostra anche la nostra piccolezza rispetto alle cose più grandi di noi, che ci lascia soli con le conseguenze delle nostre colpe.
La presenza di pochi scontri, ben distribuiti e incisivi, riesce così a divenire preziosa (senza eccitare retoricamente) e a dipanare una narrazione che rimane sempre realistica nei toni e che si incarna abbastanza bene nei rapporti genuini tra i personaggi.
La pecca principale ed evidente del film è cercare di condensare un emozionante e semplice happy ending che trasmetta gioia e speranza nella redenzione, ma che molto stona con lo stile del resto del film.
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khaleb83
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sabato 24 gennaio 2015
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uno spreco di buone idee
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E' vero che Godzilla non lo si guarda alla ricerca di un bel film, ma di scontri tra mostri che appaghino principalmente gli occhi, ma questo film ha una serie di difetti insuperabili.
Sicuramente è da apprezzare l'aver recuperato lo spirito originario di Godzilla, e soprattutto l'aver capito che - a differenza della versione sempre made in USA degli anni '90 - contrapporgli gli esseri umani nello scontro non ha senso. Toglie tutta la grandiosità al kaiju per eccellenza, banalizzandolo fino a renderlo meno incisivo di un qualsiasi t rex di Jurassic Park. Allo stesso modo, i primi quindici minuti sono un encomiabile corto drammatico (Cranston è una garanzia), e Ken Watanabe fa sempre la sua parte.
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E' vero che Godzilla non lo si guarda alla ricerca di un bel film, ma di scontri tra mostri che appaghino principalmente gli occhi, ma questo film ha una serie di difetti insuperabili.
Sicuramente è da apprezzare l'aver recuperato lo spirito originario di Godzilla, e soprattutto l'aver capito che - a differenza della versione sempre made in USA degli anni '90 - contrapporgli gli esseri umani nello scontro non ha senso. Toglie tutta la grandiosità al kaiju per eccellenza, banalizzandolo fino a renderlo meno incisivo di un qualsiasi t rex di Jurassic Park. Allo stesso modo, i primi quindici minuti sono un encomiabile corto drammatico (Cranston è una garanzia), e Ken Watanabe fa sempre la sua parte. Anche Aaron Johnson non sarà un mostro di bravura, ma il suo compito lo sbriga sempre in maniera eccellente.
Anche graficamente, il film è efficace. I mostri sono nei limiti del realistico (per quello che possono essere titaniche fusioni di creature alimentate ad energia nucleare, come nelle versioni tradizionali giapponesi), i loro scontri efficaci, la loro presenza ben dosata, senza essere sparata al massimo fin dall'inizio.
E poi iniziano le note dolenti che rovinano completamente il film. Tolto l'inizio, il primo tempo è completamente da buttare: lento, macchinoso, tenta di rivelare poco per volta - cosa di solito encomiabile - dettagli che però sono talmente ovvi che una spiegazione non la richiederebbero. La caratterizzazione dei comprimari è assente, assegnata a gesti simbolici piuttosto vuoti; a dirla tutta, la caratterizzazione latita per tutto, tranne che per il personaggio di Cranston. E ogni volta che il ritmo accelera, lo si fa ponendo il protagonista in un faccia a faccia diretto con i Kaiju che, sinceramente, fa perdere di credibilità alla storia.
Inoltre, ci sono due difetti che rendono il film un fallimento a mio parere: l'insistere eccessivo sulla parte positiva di Godzilla (con tanto di gioco di parole sul "god" che l'adattamento italiano poteva anche trovare un modo per rendere meglio) diventa ridicolo, privandolo della sua parte reale che si cerca invano di sottolineare nei dialoghi del personaggio di Ken Watanabe. Così come anche il suo potenziale distruttivo ne risulta sminuito, concentrandolo esclusivamente sul lato combattivo.
Inoltre, la parte peggiore in assoluto: pur volendo soprassedere sulle necessità di un happy ending a tutti i costi, è regola elementare della sceneggiatura che la "combinazione", quel caso fortuito o infausto che sia, è adatto per mettere in moto gli eventi di una storia, comunque sia raccontata. Quando questa casualità diventa un elemento necessario a mandare avanti la storia, diventa una forzatura. Ebbene, il tentativo di mantenere la macchina da presa costantemente puntata su Aaron Johnson (fatto necessario per fornire un punto di riferimento allo spettatore e non trasformare il film in un documentario sui kaiju) è uno dei peggio riusciti che abbia mai visto. La storia si dipana per una serie di casualità che rendono persino più credibile la sua capacità di sopravvivere a innumerevoli incontri ravvicinati con i mostri.
Buone idee, quindi, buona capacità di mantenere lo spirito originario di Godzilla adattandolo a un pubblico occidentale senza snaturarlo, e buone capacità di produzione dal punto di vista tecnico; ma il tutto ammassato in un film che davvero non ha senso dal punto di vista della narrazione.
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giovedì 30 giugno 2016
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scontro di giganti.
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Secondo tentativo made in USA per riportare al cinema l'enorme anfibio di tradizione giapponese. Ma questa volta dalle parti di Hollywood si sono studiati un po' meglio l'argomento, ridando al bestione le sue caratteristiche positive. Certo, il concetto del riequilibrio della natura gettato via così, suona alquanto astratto, però, se non altro, contribuisce a dare dignità a un Godzilla offeso dal varano gigante comparso sullo schermo negli anni 90.
La storia parla di riscatto famigliare, mostri e botte da orbi e lo fa con tutto il corollario di scienziati acuti e militari fracassoni. Nulla di nuovo, forse, ma comunque la trama beneficia di un giusto dosaggio della tensione, preparando lo spettatore all'avvento di Godzilla e poi sfogandosi con i combattimenti finali.
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Secondo tentativo made in USA per riportare al cinema l'enorme anfibio di tradizione giapponese. Ma questa volta dalle parti di Hollywood si sono studiati un po' meglio l'argomento, ridando al bestione le sue caratteristiche positive. Certo, il concetto del riequilibrio della natura gettato via così, suona alquanto astratto, però, se non altro, contribuisce a dare dignità a un Godzilla offeso dal varano gigante comparso sullo schermo negli anni 90.
La storia parla di riscatto famigliare, mostri e botte da orbi e lo fa con tutto il corollario di scienziati acuti e militari fracassoni. Nulla di nuovo, forse, ma comunque la trama beneficia di un giusto dosaggio della tensione, preparando lo spettatore all'avvento di Godzilla e poi sfogandosi con i combattimenti finali.
Forse in omaggio all'artigianalità nipponica, la CGI scelta per questo film non sembra il top di gamma. I Muto, specialmente, appaiono posticci e hanno un aspetto poco decifrabile. Un po' meglio è andata al gigante buono, dalle sembianze decisamente più solide, anche se palesemente ispirato ai pupazzoni giapponesi di un tempo.
Forse per ovviare a queste carenze (oppure per creare più suspance, chissà), la maggior parte degli scontri tra i colossi viene ambientata di notte. Come scelta ci starebbe anche, ma i toni di luce utilizzati sono spesso troppo scuri e non permettono di capire molto di quello che passa sullo schermo.
A parte questo, qualche buona idea c'è: la discesa con il paracadute è un discreto momento di cinema e far calare il silenzio in alcune sequenze particolarmente concitate dona alla pellicola una grazia non facilmente pronosticabile.
In fin dei conti questo Godzilla è un buon lavoro, che funziona grazie a un uso intelligente del crescendo ritmico e che riesce a risvegliare quel sentimento da “arrivano i nostri” che i troppi cinefumetti di questo periodo hanno un po' affossato.
Il tempo scorre in fretta e, alla fine della visione, ci si sorprende a essersi divertiti.
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caco_gioanina
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sabato 17 maggio 2014
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godzilla, dove sei finito?
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Attenzione Possibili Spoiler
Recensione Personale di Godzilla.
60 anni dopo torna sul grande schermo quel mostro che ha attirato a se l'attenzione di milioni di persone e l'amore di milioni di famiglie.
Godzilla.
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Attenzione Possibili Spoiler
Recensione Personale di Godzilla.
60 anni dopo torna sul grande schermo quel mostro che ha attirato a se l'attenzione di milioni di persone e l'amore di milioni di famiglie.
Godzilla. Abbandonando lo stile cinematografico, dettato ovviamente dalla modernizzazione e lo sviluppo degli stili di ripresa, montaggi, tecnologie varie...Egli ritorna ruggendo.
Visivamente parlando questo è un film di alta scuola, ottimo l'uso degli effetti speciali e di alcune sequenze sceniche che delineano la maestria nell'uso del montaggio e del Green Screen.
Effetti speciali a parte. E storia veloce e senza interruzioni noiose, Questo film non può essere chiamato Godzilla.
Questo è si un gran bel film di fantascienza in cui i mostri non sono solo quelli con spuntoni e di giganti dimensioni ma anche gli stessi uomini criticati sull'uso del nucleare e lo smantellamento e "pulizia" dei vari sistemi radioattivi.
Questo però non è Godzilla.
Non può essere definito tale per chi ha ammirato e osservato le sue movenze nei precedenti lungometraggi (ben o mal riusciti). Non c'è più quella centralità nella Sua figura, nel suo sviluppo.
Perde quasi importanza a discapito di due altre creature sempre nate dalle radiazioni che fanno razzia a destra e sinistra, che portano distruzione per poi alla fine essere distrutte da un abbattuto e stanco Godzilla che viene visto come salvatore della terra e che, quasi sulla punta dei piedi se ne ritorna nell'oceano con alle spalle una San Francisco totalmente distrutta e silenziosa.
Sempre più un Avengers dei mostri. quello salta, quello gira, quello vola, quello si immerge e trascina a se venti navi della marina.
Nota positiva è stata quella di mantenere le proporzioni tra la forma di Godzilla (gigantesco) e il resto(compreso i mostri M.U.T.O).
Un film piacevole, un film ben realizzato. Un film che non appassionerà (generalmente ) coloro che hanno osservato la crescita e Lo sviluppo del mostro nei precedenti film.
Chiamatelo se volete Godzilla, io lo chiamerò solamente: un bel film di fantascienza
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rickpisapia
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venerdì 6 giugno 2014
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buon film
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Il nuovo Gozilla di Gareth Edwards è un buon film, come sisuoldire "senza infamia e senza lode". Ottimi effetti visivi e stupende ed emozionanti scene d'azione, nonchè una trama più vicina all'otiginale e ben costruita, lo rendono un film di buon livello con alcune pecche. In primis la gestione degli attori, a partire dall'impeccabile e credibilissimo Bryan Cranston, l'unico che forse meritava più spazio ed importanza. Per quanto concerne il protagonista, discreta prova, ma comunque troppo marginale ai fini della trama. Mi sorprende invece Ken Watanabe che per quasi tutto il film ha la stessa espressione sul volto: quasi controvoglia. Potevano poi risparmiarsi Juliette Binoche.
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Il nuovo Gozilla di Gareth Edwards è un buon film, come sisuoldire "senza infamia e senza lode". Ottimi effetti visivi e stupende ed emozionanti scene d'azione, nonchè una trama più vicina all'otiginale e ben costruita, lo rendono un film di buon livello con alcune pecche. In primis la gestione degli attori, a partire dall'impeccabile e credibilissimo Bryan Cranston, l'unico che forse meritava più spazio ed importanza. Per quanto concerne il protagonista, discreta prova, ma comunque troppo marginale ai fini della trama. Mi sorprende invece Ken Watanabe che per quasi tutto il film ha la stessa espressione sul volto: quasi controvoglia. Potevano poi risparmiarsi Juliette Binoche...Sceneggiatura decisamente non impeccabile, anche se credo che non debba essere il punto forte in un monster/disaster movie. Per il resto davvero emozionanti le scene di combattimento tra Godzilla e i M.U.T.O anche se, a mio parere, troppo brevi, sembra quasi che più di metà film sia di preparazione alle scene di combattimento. In conclusione un film imperdibile per gli amanti del genere, che sarebbe senz'altro potuto essere meglio, ma che comunque non disattende del tutto le aspettative.
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