lisa costa
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mercoledì 21 gennaio 2015
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la scienza ci conquisterà
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Nerd di tutto il mondo, unitevi.
E correte a vedere il nuovo prodotto Disney che sembra scritto apposta per i genietti del computer, per i secchioni della chimica, per i futuri ingegneri fisici.
Hiro è uno di voi, anzi, molto probabilmente meglio visto che alla tenera età di 14 anni è già diplomato e in grado di costruire un robot spietato che manda in pezzi anche il più agguerrito rivale.
Ma il fratello non vede di buon occhio questa sua passione per le scommesse illegali e incontri clandestini, e come solo un fratello maggiore sa fare, lo invoglia a condurre le sue potenzialità in opere migliori, iscrivendosi ad esempio a quello che è il MIT di Fransokyo.
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Nerd di tutto il mondo, unitevi.
E correte a vedere il nuovo prodotto Disney che sembra scritto apposta per i genietti del computer, per i secchioni della chimica, per i futuri ingegneri fisici.
Hiro è uno di voi, anzi, molto probabilmente meglio visto che alla tenera età di 14 anni è già diplomato e in grado di costruire un robot spietato che manda in pezzi anche il più agguerrito rivale.
Ma il fratello non vede di buon occhio questa sua passione per le scommesse illegali e incontri clandestini, e come solo un fratello maggiore sa fare, lo invoglia a condurre le sue potenzialità in opere migliori, iscrivendosi ad esempio a quello che è il MIT di Fransokyo.
Ah, perchè non ve l'ho detto, ma Big Hero 6 è ambientato in una futuristica città che unisce la bellezza architettonica d'altri tempi di San Francisco agli skyliner più avveniristici di Tokyo (la cui commistione è presente in tutti gli aspetti visivi del film).
Al San Fransokyo Istitute of Tecnhology Hero avrà il primo assaggio di quanto una quantità giusta di intelligenza può fare: scoperte e invenzioni, ore spese in laboratori attrezzate in cui sperimentare lo sperimentabile.
E' fatta. Hiro è convinto. Vuole entrare nell'istituto.
Manca però l'idea giusta, che possa impressionare il direttore e professore Callaghan.
L'idea arriva, ovvio, ma tutto precipita in una tragedia non prevista, inaspettata.
E qui entra in gioco Baymax, robot gigante e coccoloso che ha la funzione di curare chi ne ha bisogno, sia per quanto riguarda mali fisici che diversi tipi di dolore.
Trovando in Hero un paziente da accudire, questo simpatico pallone bianco si intestardisce nella missione di farlo tornare felice, accompagnandolo in una folle avventura che sa di vendetta, alla ricerca di chi ha rubato la sua invenzione e non solo..
Nella sua pellicola meno classica (non a caso basata su fumetto Marvel, dopo la sua acquisizione) e meno pubblicizzata, la Disney sembra anche rischiare, portandoci nel mondo di cervelloni che parlano a suon di parolone scientifiche e di formule chimiche.
Ma quando Baymax entra in scena, tutto cambio, l'attenzione è catturata da lui, dalla sua espressività data da pochi gesti e da uno sguardo praticamente fisso.
Il doppiaggio italiano è stato nuovamente eccellente, con la voce monocorde di Flavio Insinna che dona al robot quella vena naif e ingenua che conquista.
Non sono da meno i personaggi comprimari, da una zia benevola a quattro cervelloni ben caratterizzati nel loro ruolo di aiutanti che si dividono battute esilaranti fatte anche di citazioni e riferimenti.
La scommessa sembra quindi vinta per i registi Don Hall e Chris Williams e per il buon John Lasseter e lo si immagina esaltato allo sviluppo di una storia simile.
Ma c'è qualche ma lungo il percorso da snocciolare.
Il primo riguarda come è stato trattato il background di Hero, con quei genitori che mancano, con l'ulteriore tragedia che scatena il tutto e che non è l'ultima che è costretto a subire.
Un po' troppo per un ragazzino? Per i bambini in sala?
Forse.
Il secondo riguarda invece proprio il finale, che lascia -non è difficile immaginarlo- ampio spazio per la produzione di un sequel o di una serie TV, e che fa di quelle frasi ad effetto un effetto di incollato per renderli possibile.
Evitabile.
Infine, ahinoi, se la colonna sonora è fatta di canzoni rockeggianti, con le canzoni principali cantata in America dai 30 seconds to mars e dai Fall Out Boy, qui in Italia questo compito è stato assegnato a... Moreno.
Moreno chi?
Il rapper di Amici.
Ecco.
Tolti questi sassolini dalle scarpe, resta comunque un film godibilissimo, che forse i più grandi sapranno apprezzare di più, che farà aumentare l'amore per la scienza e che farà volere, anche se Natale è già passato, un Baymax tutto per sé.
Ba la la la.
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pressa catozzo
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giovedì 15 gennaio 2015
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commovente
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Un gran bel film per adolescenti, e perchè no... anche per adulti.
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mike91
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giovedì 15 gennaio 2015
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davvero un bel film
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Quattro stelle meritate, perchè il film è coinvolgente e riassume in se diverse situazioni che non annoiano, ed emozioni che toccano anche lo spettatore più adulto, benchè il coccoloso co protagonista bianco, per niente banale, sia fatto sopratutto per calamitare le attenzioni dei più piccoli, che sicuramente non faticheranno ad affezzionarsi a questo nuovo eroe robotico, paradossalmente molto più umano di molti altri supereroi umani. Bella la rappresentazione futurista della città e interessanti i personaggi, che non deludono. Un film sia per grandi che per piccoli. Da vedere, assolutamente.
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mattiabertaina
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martedì 13 gennaio 2015
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una scommessa vinta
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Dopo il grandissimo successo di “Frozen” non era semplice replicare. La Disney si è presentata nelle sale con il primo adattamento da un fumetto Marvel, che ha rappresentato una bella scommessa per la casa di Burbank. In un futuro nemmeno tanto prossimo, in una metropoli che rappresenta l’ideale unione tra Occidente ed Oriente (San Fransokyo dalla crasi di San Francisco e Tokyo), la tecnologia ha raggiunto livelli davvero ragguardevoli ed i giovani si ritrovano nei quartieri per i bot-combattimenti (pericoloso hobby di lotta tra piccoli robottini).
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Dopo il grandissimo successo di “Frozen” non era semplice replicare. La Disney si è presentata nelle sale con il primo adattamento da un fumetto Marvel, che ha rappresentato una bella scommessa per la casa di Burbank. In un futuro nemmeno tanto prossimo, in una metropoli che rappresenta l’ideale unione tra Occidente ed Oriente (San Fransokyo dalla crasi di San Francisco e Tokyo), la tecnologia ha raggiunto livelli davvero ragguardevoli ed i giovani si ritrovano nei quartieri per i bot-combattimenti (pericoloso hobby di lotta tra piccoli robottini). Il protagonista, Hiro, è un nerd in erba, un vero prodigio e talento di robotica, che non si sottrae ai bot-combattimenti e spesso si caccia nei guai. Il fratello Tadashi, studente dell’Istituto di tecnologia, lavora da molto tempo ad un progetto rivoluzionario, un robot di lattice, Baymax. La Disney torna a trattare senza remore il tema della perdita(come nelle sue storiche pellicole di Bambi e Il Re Leone) unendo in un solo lavoro molte idee e diversi spunti, contenutistici e formali. Alla inarrestabile corsa tecnologica del Giappone, si frappongono paesaggi da vacanza californiana; il protagonista, Baymax, robot studiato per il benessere psico-fisico degli umani, a tratti davvero esilarante, è lontano dagli stereotipi dell’amico di avventure tenero e adorabile (pur essendo morbido e studiato per essere abbracciato), è senza espressione, ma vince la sfida con la sua personalità, il suo linguaggio, i suoi modi goffi e amorevoli. La sua mission è quella di curare ferite e alleviare abrasioni ma l’incontro con Hiro cambierà gli scenari, trasformando, alla bisogna, Baymax in un super-robot ma senza snaturarne mai il suo essere. Una trama che raggiunge anche il pubblico più giovane; senza troppe complicazioni e sincero, Big hero 6 rappresenta un notevole titolo di intrattenimento adatto a diversi target. Unascommessa vinta, che pur non avendo peculiarità memorabili, potrebbe diventare un classico contemporaneo con il coccoloso Baymax in difesa dei più deboli. Ci aspetta unsequel?
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mattomarinaio
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lunedì 12 gennaio 2015
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ii regalo di natale
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Sembra facile ottenere un film animato di successo. Si mormora che basti un’animazione al passo con i tempi, personaggi dalla forma accattivante e tante tante battute divertenti. Ma la simpatia di scoiattoli, pinguini o Minions , non può prolungare il sorriso oltre i 90 minuti di permanenza nel cinema. Big hero 6 invece rientra nella categoria dei film che sollecitano il buonumore per tutta la giornata, fino al momento della buonanotte. Ok, è vero, l’argomento è stato già sf[+]
Sembra facile ottenere un film animato di successo. Si mormora che basti un’animazione al passo con i tempi, personaggi dalla forma accattivante e tante tante battute divertenti. Ma la simpatia di scoiattoli, pinguini o Minions , non può prolungare il sorriso oltre i 90 minuti di permanenza nel cinema. Big hero 6 invece rientra nella categoria dei film che sollecitano il buonumore per tutta la giornata, fino al momento della buonanotte. Ok, è vero, l’argomento è stato già sfruttato e ci sono decine di pellicole che propongono un amico gentile ma potente, in grado di proteggerci e di prendere ordini solo da noi. Ma Baymax (il robot protagonista) è più dolce di Atom (Real Steel), più veloce di Sdentato (Dragon Trainer) più coccoloso del Gigante di ferro, ed è capace di farci diventare eroi, strizzando l’occhio all’universo supereroistico giapponese (nel film c’è un po’ di Marvel ma anche e un po’ di Mazinga, di Astroganga, e di Tekkaman). Infatti Big Hero 6 è sì un prodotto per famiglie, da guardare immersi nel popcorn e nelle gelatine alla cocacola, ma riesce a toccare alcune corde che da tempo pensavamo insensibili e inaridite. Per bambini, ma anche per adulti che ricordano e si compiacciono di essere stati bambini. Un regalo inaspettato di questo Natale.
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nicknaylor
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sabato 10 gennaio 2015
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incanta gli occhi ma non l'anima.
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sbalorditivo l'aspetto della grafica, ambientazione smisurata e livello di dettaglio altissimo ma tutto il resto è sciatto. la colonna sonora è scarna e scarsa, la trama è banale e prevedibile dopo 20 minuti di visione e c'è poca cura anche a livello di caratterizzazione dei personaggi.
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giacomo95
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mercoledì 7 gennaio 2015
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ciao, io sono baymax!
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Baymax è un robot gonfiabile costruito per aiutare le persone nei momenti di dolore psicologico e/o fisico; una sorta di infermiere, che sia di aspetto tranquillizzante per i pazienti, e sappia cosa fare nel momento del bisogno. Nel corso della prima parte del film, accade un evento tragico. A seguito del quale appare un nemico, che parrebbe esserne il responsabile. Baymax si ritroverà a dover cercare di catturare il nemico, grazie al protagonista - Hiro, che "potenzierà" il robot rendendolo in grado di combattere - e ai suoi amici, che diverranno anch'essi dei combattenti super-accessoriati.
Un film piuttosto ben riuscito, adatto a tutta la famiglia, che sicuramente entrerà nella lista dei classici Disney da vedere e rivedere.
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zero99
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martedì 6 gennaio 2015
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bay-max ti entra nel cuore
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Bellissimo questo nuovo film d'animazione della Disney, che in questa occasione si è unita con la Marvel. Mi è piaciuta molto la storia, anche se è abbastanza drammatica, e mi è piaciuto moltissimo Bay-Max, che è molto tenero, buffo, tenerone, e simpatico. E' un film che ha dei momenti divertenti e dei momenti tristi, però amalgamati molto bene. La prima parte l'ho trovata un pochino migliore della seconda, però nel suo insieme rimane un opera molto bella. Dal finale sembra che faranno il sequel. Cmq ci sono state delle scene dove mi è scesa la lacrima dalla commozione. Brava la Disney.
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giorgiolaporta
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martedì 6 gennaio 2015
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bello ma troppo triste.
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Forse non adatto ad un pubblico di bambini, la storia è carina ma un bel po' triste e vedere il giorno di natale i bimbi in sala con i lacrimoni non è stato proprio un bello spettacolo. Cazzarola muoiono tutti!! il funerale del fratello etc etc ma è Beautiful? Comunque bella la storia, ma le potenzialità del personaggio non sono state sfruttate al meglio. Poteva, anzi doveva essere più divertente. ma resta un bel film.
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