madmax86
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martedì 6 agosto 2013
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il prezzo del benessere sociale.
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Il periodo di crisi economica che in questi anni sta colpendo l'Italia ha posto l'accento su delle problematiche che acuiscono il disagio del cittadino medio. E' ben noto come in periodi di crisi le imprese falliscano, la disoccupazione aumenti e con essa anche la povertà, comportando, di conseguenza, anche un incremento della criminalità. E se il Governo centrale trovasse una soluzione a tale problematiche riuscendo a mettere un freno alla crisi ? Fino a che punto i Governi potranno spingersi per ottenere tali risultati di cui beneficerebbe tutta la nazione ?
Nell'America del 2022 è stata trovata una soluzione: basta far sfogare i cittadini per una notte.
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Il periodo di crisi economica che in questi anni sta colpendo l'Italia ha posto l'accento su delle problematiche che acuiscono il disagio del cittadino medio. E' ben noto come in periodi di crisi le imprese falliscano, la disoccupazione aumenti e con essa anche la povertà, comportando, di conseguenza, anche un incremento della criminalità. E se il Governo centrale trovasse una soluzione a tale problematiche riuscendo a mettere un freno alla crisi ? Fino a che punto i Governi potranno spingersi per ottenere tali risultati di cui beneficerebbe tutta la nazione ?
Nell'America del 2022 è stata trovata una soluzione: basta far sfogare i cittadini per una notte..... soltanto 12 ore all'anno..... niente polizia, niente ospedali aperti, ma soprattutto la completa impunita per ogni atto criminale che avverrà nella "NOTTE DEL GIUDIZIO".... persino l'omicidio. A un primo impatto leggendo la trama, quest'ultima può apparire surreale ma in realtà non è così. La riduzione della disoccupazione, della povertà, della criminalità comporterebbe un benessere dello status di cittadino per 364 giorni l'anno..... il prezzo da pagare (la notte del giudizio) in fondo è a mio avviso abbastanza risibile rispetto ai benefici che tale iniziativa apporterebbe.
Nella notte del giudizio c'è chi va a sfogarsi per le strade abbandonate a se stesse e chi si barrica in casa in attesa che passi la notte. In questa seconda categoria rientra la famiglia Sandin che con l'aiuto di un sistema di sicurezza all'avanguardia (progettato dal padre, noto progettista di sistemi di sicurezza) si chiude nella sua casa (una specie di fortezza all'apparenza inespugnabile). Le cose si complicano quando all'interno della casa entrano il fidanzato della figlia di Sandin (che tenterà di uccidere papà Sandin che si opponeva alla loro relazione) e un barbone di colore, quest'ultimo fatto entrare in casa dal figlio di Sandin dopo che lo aveva visto dalla telecamera di sicurezza vagare per la strada in cerca di aiuto. Le cose precipitano quando alla porta si presentano dei ragazzi mascherati che vogliono che il barbone gli venga consegnato per completare il loro sfogo su di lui. Le condizioni sono chiare: O Sandin consegna l'uomo di colore o i ragazzi entreranno in casa sfogandosi anche se di lui e la sua famiglia. Ecco.... questo è il secondo grande dilemma che ci pone il film: Cosa sareste disposti a fare per proteggere la vostra famiglia ? Io, sinceramente gli avrei consegnato il barbone ma James Sandin, dopo qualche minuto di esitazione, decide di non dare in pasto ai ragazzi la loro preda, preparandosi al combattimento......
Non si può dire certo che la trama non sia originale ma a mio avviso non è stata sfruttatta a pieno. La monotona ambientazione della casa cataloga il film come altri thriller già visti quando invece il soggetto aveva tutte la potenzialità per essere qualcosa di diverso, di innovativo. La prima parte è piuttosto lenta, la seconda invece è un bel mix di adrenalina e colpi di scena. La teoria dello sfogo è plausibile e tale iniziativa è a mio avviso giustificabile in tal senso. Il problema è che lo sfogo è stato visto solo dal punto di vista di una famiglia che si appresta ad affrontare quella notte. Molto più interessante era far vedere i luoghi all'aperto, il degrado e la devastazione che la notte del giudizio provocava in tutta la nazione e non solo con riguardo alla casa della famiglia Sandin.... Comunque il film è godibile e solleva argomenti etici interessanti. Ho parlato di questo film con i miei amici per ben 3 giorni consecutivi.... Fa riflettere molto anche il finale con l'arrivo dei vicini che in un primo momento sembrano aiutare la famiglia Sandin quando invece avevano ben altre intenzioni.... La morale che ho ricavato dal film infatti si basa su quest'ultima parte: "Se ne avessero la possibilità, certa gente, spinte dall'invidia e dalla gelosia, non si farebbe scrupoli a pugnalarti alle spalle". Infine l'operazione "ADOTTA UN NERO" non riesce e quest'ultimo se ne va con un semplice "Buona Fortuna", lasciando mamma Sandin e i suoi figli da soli.... con quei vicini traslocheranno oppure no ?
Buone le interpretazioni di Etan Hawke (papà Sandin) e Lena Headey (mamma Sandin), quest'ultima con capigliatura mora sembra la sorella bella e buona di Cersei Lannister (Game of Thrones). Le musiche sono ben calibrate come i colpi di scena che rendono più fruibile il film. Ascoltando alcuni commenti di altri cinefili sembra che il film non abbia una vera e propria fine in quanto la notte del giudizio continuerà a esserci anche gli anni a seguire. Secondo me costoro si sbagliano in quanto nel film sembravano tutti d'accordo nel prezzo che bisognava pagare per avere 364 giorni di benessere. Nessuno voleva cancellare quella legge visti i benefici che apportava, ne tantomeno la sola famiglia Sandin poteva fare ciò.... Il fatto è che tutto ha un prezzo...... Gli americani del 2022 l'avevano capito ed erano disposti a pagarlo. Domanda: Ma siete proprio sicuri che se uscisse una proposta di legge "stile notte del giudizio" nessuno la voterebbe ??
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ombri
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martedì 6 agosto 2013
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idea originale, realizzazione mediocre
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Gli Stati Uniti d'America in un futuro non troppo lontano hanno trovato la soluzione per sconfiggere la criminalità e la disoccupazione: ogni anno per una notte tutto è permesso, ogni crimine rimane impunito, le strade sono nelle mani dei cittadini che, in assenza di servizi di emergenza fino all'alba, possono sfogare i loro peggiori istinti così da indossare i panni del cittadino modello per i 364 giorni seguenti. Non da ultimo, questo sistema permette di decimare in modo legalizzato i poveri e i disadattati: essi sono infatti le vittime predilette dello "Sfogo" poiché non hanno i mezzi per difendersi né per mettersi al sicuro. Il protagonista della vicenda invece si è arricchito proprio grazie ai sistemi di sicurezza più avanzati, dei quali ovviamente si serve egli stesso per proteggere la propria casa durante la notte di violenza.
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Gli Stati Uniti d'America in un futuro non troppo lontano hanno trovato la soluzione per sconfiggere la criminalità e la disoccupazione: ogni anno per una notte tutto è permesso, ogni crimine rimane impunito, le strade sono nelle mani dei cittadini che, in assenza di servizi di emergenza fino all'alba, possono sfogare i loro peggiori istinti così da indossare i panni del cittadino modello per i 364 giorni seguenti. Non da ultimo, questo sistema permette di decimare in modo legalizzato i poveri e i disadattati: essi sono infatti le vittime predilette dello "Sfogo" poiché non hanno i mezzi per difendersi né per mettersi al sicuro. Il protagonista della vicenda invece si è arricchito proprio grazie ai sistemi di sicurezza più avanzati, dei quali ovviamente si serve egli stesso per proteggere la propria casa durante la notte di violenza. Questa volta però qualcosa va storto: il fidanzatino della figlia maggiore si nasconde in casa per poter parlare a quattr'occhi con il capofamiglia, e il figlio minore, genietto dell'elettronica dotato di spiccato buon cuore, decide di dare asilo a un homeless braccato da un gruppetto di giovinastri di buona famiglia. Costoro reclamano la propria vittima, minacciando altrimenti di irrompere in casa e massacrarne gli abitanti e creando così un profondo conflitto di coscienza nei protagonisti. Lo spunto è originale e di forte impatto, lasciando spazio potenzialmente tanto alla suspence quanto a profonde riflessioni morali...ma dall'idea alla realizzazione della stessa il passo è tutt'altro che breve. Gli attori non si dimostrano all'altezza del compito (Ethan Hawke mantiene per tutta la durata del film un'espressione dolente decisamente fastidiosa oltre che spesso fuori contesto), i personaggi sono tratteggiati a colpi d'accetta e compiono per tutta la durata dell'assedio azioni del tutto insensate, il regista non ha idea di come creare un livello di tensione accettabile, rendendo noioso e ripetitivo il continuo vagare dei protagonisti da una parte all'altra dell'immensa dimora, il finale è a dir poco "telefonato" e più volte si scade addirittura nella comicità involontaria. Insomma, un'ottima idea completamente sprecata. Il regista vada a riguardarsi con estrema attenzione, fotogramma per fotogramma, quel piccolo gioiello che è "Them", in cui la tensione è quasi insopportabile, pur con un budget irrisorio e senza attori di richiamo...e magari si studi per l'ennesima volta "Funny games", perché il suo tentativo di scopiazzarne i carnefici di buona famiglia, belle maniere e agghiacciante crudeltà è completamente fallito.
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[+] pienamente ragione
(di shalafi)
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diomede917
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sabato 3 agosto 2013
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e lasciamo sfogareeeee
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America 21 marzo 2022 dei fantomatici padri fondatori a capo della società' a stelle e strisce hanno istituito il giorno dello sfogo: dalle 19 alle 7 del mattino seguente ciascun reato verrà tollerato dando libero sfogo ai propri istinti primordiali......
Da un punto di vista sociale questo metodo ha ridotto il numero di delinquenti e borderline che vengono ripuliti dando una strana selezione naturale, da un punto di vista economico c'è chi lucra e parecchio con i sistemi di sicurezza che le famiglie installano per proteggersi da questa ondata di violenza.
Tra questi c'è sopratutto James Santin che ha appena vinto il bonus per il record di vendite e che si prepara a vivere nella pace delle sue mura questa lunga notte.
Purtroppo il figlio minore, che non capisce questa politica, decide di aiutare una vittima facendola entrare in casa scatenando le ire di un gruppo di giovani che hanno bisogno di sfogarsi, facendo iniziare la notte del giudizio che da il titolo al film.
Tralasciando gli aspetti di denuncia che un soggetto simile poteva trattare, il film di James Delmonaco va visto nell'ottica del film di tensione che esplode e ti tiene ancorato per tutta la sua durata.......i modelli di riferimento partono dal Distretto 13 di Carpenter fino a finire al Funny Games di Haneke........la regia e' diligente al servizio della professionalità di Ethan Hawke e dell'inquietante faccia da nazista di Ryse Wakefield......
La notte del giudizio va preso come un brivido d'estate dove comunque non tutto sembra quello che è .........e i motivi che si nascondono dietro lo sfogo di ognuno di noi possono avere molteplici matrici non solo di natura razziale.....
Voto 6.5
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miroforti
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sabato 3 agosto 2013
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la notte del giudizio
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Nel 2022 gli Stati Uniti d’America registrano solo l’uno per cento di disoccupazione, la criminalità è quasi debellata, l’economia è fiorente e la pace sociale non è mai stata così forte. Tutto questo grazie allo Sfogo: una volta all’anno per dodici ore sono permessi qualsiasi delitto o azione, soccorsi e forze dell’ordine sono sospesi e la nazione cancella morale e pietà a colpi di esaltazione punitiva e violenza. Anche la famiglia Sandin si prepara per la notte, si sente al sicuro e la routine non è turbata dallo Sfogo imminente, l’augurio «sicura notte» è considerato superfluo. L’imprevisto li coglie su due fronti a un tempo, fuori e dentro.
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Nel 2022 gli Stati Uniti d’America registrano solo l’uno per cento di disoccupazione, la criminalità è quasi debellata, l’economia è fiorente e la pace sociale non è mai stata così forte. Tutto questo grazie allo Sfogo: una volta all’anno per dodici ore sono permessi qualsiasi delitto o azione, soccorsi e forze dell’ordine sono sospesi e la nazione cancella morale e pietà a colpi di esaltazione punitiva e violenza. Anche la famiglia Sandin si prepara per la notte, si sente al sicuro e la routine non è turbata dallo Sfogo imminente, l’augurio «sicura notte» è considerato superfluo. L’imprevisto li coglie su due fronti a un tempo, fuori e dentro. Il fidanzato della diciottenne Zoey si nasconde in casa prima del coprifuoco, deciso a parlare col padre di lei (che non approva) della relazione con la figlia. Mentre il figlio piccolo, Charlie, risponde al richiamo d’aiuto di un uomo in strada, facendolo entrare in casa. Poco dopo, un gruppo di persone suona alla porta intimando la restituzione della loro vittima sacrificale, pena la distruzione della stessa famiglia Sandin. Inizia La notte del giudizio.
Buona prova di James DeMonaco che mette in piedi il film partendo da un’idea fantasociale tanto semplice quanto efficace, e la sviluppa con un racconto home invasion teso e accattivante. Lo Sfogo è un espediente sociopolitico introdotto dai nuovi Padri Fondatori, le cui figure – e quindi anche i riti da loro elaborati – si tingono di fanatismo pagano, e lo Sfogo diventa un’orgia bacchica di violenza atta a purificare l’anima e a mantenere salda una morale costruita sulla convinzione mors tua vita mea. Lo scontro sociale sembra essere tra poveri e ricchi ma la tematica non è sufficientemente approfondita per risultare significativa e il film si concentra su gruppi di persone di estrazione sociale simile, mettendo in scena il loro inesorabile cannibalismo reciproco. Nel mare sanguinoso della purificazione l’unico che rimane a galla è Charlie, che tende la mano a un uomo in pericolo quasi per istinto, rispondendo a un dovere umano che gli altri personaggi hanno smarrito. Carnefici e vittime si scambiano continuamente di ruolo e le persone si trasformano senza difficoltà in macchine di morte e sofferenza. È un processo improvviso ma inevitabile – uno Sfogo, appunto – che può essere imputato alla società, alla necessità del momento o allo stesso animo umano. Le maschere sono il simbolo di questa disumanizzazione, e anche i coniugi Sandin ne sapranno indossare una per far fronte all’invasione. L’atteggiamento del film è comunque meno ambiguo di quanto possa sembrare e il bene e il male sono delineati con una certa chiarezza: ogni azione può essere etichettata con l’uno o con l’altro cartellino, e un’ambiguità più marcata avrebbe giovato alle meccaniche dell’opera. Si può quindi trovare una corretta morale da dover perseguire e in questa dialettica si inserisce anche il rapporto tra assediati e assedianti. I Sandin proteggono una casa-fortezza che è la rappresentazione materiale della famiglia, ma anche dell’ideale di umanità che resiste contro la bestialità che preme per sopraffarlo. Questa resistenza non si tinge di precetti cristiani ma coinvolge valori più ampi come l’assenza di solitudine e la semplice creazione di legami affettivi, e tutto ciò deve sopravvivere per una necessità viva e ineluttabile dell’essere umano. E in mezzo a tanta morte e violenza la grazia finale che la madre concede è un respiro limpido, rifiuto e vendetta insieme. Parlare di vittoria mette a disagio, ma qualcosa è rimasto in piedi. Non importa cosa, ma «nessuno morirà più questa notte».
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 3 agosto 2013
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un bel thriller che apre profonde riflessioni
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Che cosa succederebbe se per una notte all’anno nessun crimine viene punito e tutti sono,liberi di fare qualsiasi cosa, rubare, rapinare e persino uccidere?
Come reagirebbero gli uomini senza più alcun deterrente? Funzionerebbero i loro freni inibitori?
Sono alcune delle domande che inevitabilmente ci si pone dopo aver visto “La notte del giudizio”, un film realizzato con un piccolo budget e con attori poco conosciuti, ma sicuramente un bel thriller.
Le domande potrebbero sembrare retoriche e prive di un senso logico ma se lo spettatore non si distrae dalle scene ma coglie i dialoghi in sottofondo fatti al telegiornale capisce che l’ipotesi, pur essendo fantascientifica, ha un certo fondamento.
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Che cosa succederebbe se per una notte all’anno nessun crimine viene punito e tutti sono,liberi di fare qualsiasi cosa, rubare, rapinare e persino uccidere?
Come reagirebbero gli uomini senza più alcun deterrente? Funzionerebbero i loro freni inibitori?
Sono alcune delle domande che inevitabilmente ci si pone dopo aver visto “La notte del giudizio”, un film realizzato con un piccolo budget e con attori poco conosciuti, ma sicuramente un bel thriller.
Le domande potrebbero sembrare retoriche e prive di un senso logico ma se lo spettatore non si distrae dalle scene ma coglie i dialoghi in sottofondo fatti al telegiornale capisce che l’ipotesi, pur essendo fantascientifica, ha un certo fondamento.
Il film è ambientato nel 2022 (ma praticamente ai giorni nostri perché è tutto uguale adesso) e siamo negli USA, dove la criminalità è ai minimi termini ed è diminuita del 99% rispetto ad oggi e la disoccupazione pure e tutto è dovuto alla “notte dello sfogo” cioè 12 ore (dalle 19 alle 7 del mattino) in cui i reati non esistono, le forze dell’ordine e di polizia non intervengono, neppure il 118, o i Vigili del fuoco.
Questa pratica, dove la gente è libera di ammazzare, rubare, stuprare, o barricarsi in casa, ha successo perché i criminali aspettano questo momento dell’anno per agire, poi muoiono spesso i pezzenti, i poveri e quindi lo Stato risparmia nell’assistenza.
La vendita di armi (legale negli usa) cresce a dismisura così come i sistemi di protezione per barricarsi in casa e non permettere a nessuno, in quelle 12 ore, di entrare.
Non mi dilungo troppo sulla trama, aggiungo solo che il regista, fra i molti aspetti che avrebbe potuto trattare, ha preferito soffermarsi su uno solo: la violenza insita che c’è dentro ognuno di noi, la voglia di ribellarsi, di picchiare, di fare del male quando vediamo che qualcosa a nostro modo di vedere non funziona o qualcuno ci sta proprio sullo stomaco.
Tutta la violenza repressa in un anno che improvvisamente esplode. Nessun’altro tema viene toccato: solo quello della psiche umana.
Il regista, James De Monaco è quasi sconosciuto: è stato sceneggiatore de “Il negoziatore” ed è al suo secondo film dopo lo sconosciuto “Staten Island” interpretato dallo stesso attore protagonista della Notte del Giudizio, cioé Ethan Hawke (Getaway e Sinister) mentre la protagonista femminile è Lena Headey moglie di Leonida in “300” . Per il resto tutti attori sconosciuti ma che recitano in modo abbastanza credibile
Il film è vietato ai minori di 14 anni, ma le scene non sono crude o meglio, non lo sono più di tanti altri film in circolazione con gente che spara e si ammazza, ma le scene di sangue sono contenute.
Vietato forse perché potrebbe istigare la violenza nei più giovani, che potrebbero non capire, ma francamente non ci ho trovato alcuna scena forte o macabra o particolarmente violenta, alla luce della trama e di quello che il regista, visto il tema, avrebbe potuto realizzare.
Il film è sicuramente originale, e abbastanza particolare, perché alla fine, inevitabilmente, ognuno di noi si interroga: cosa avrei fatto io al posto di uno dei personaggi del film in quella situazione?
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amyblue
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venerdì 2 agosto 2013
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c'eravamo quasi
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Una succulenta e promettente ricetta, data in mano al primo che passava di lì, preparata al microonde. Questo è The Purge (per una volta il titolo italiano non deturpa totalmente), un mix d'idee tutto sommato riciclate ma efficaci che poteva davvero assurgere a pietra miliare del genere distopico e, in una certa misura, può ancora generare un fenomeno di costume.
In un futuro prossimo venturo gli states dei 'nuovi padri fondatori' hanno legalizzato il crimine per una notte all'anno, espediente catartico per liberarsi di indigenti e malfattori, disoccupazione e reati sono ai minimi storici. La gente per bene può permettersi sistemi di sicurezza per stare fuori dalla bolgia ed ecco che entra in gioco James Sandin, pater familias in ascesa professionale, che quei sistemi li vende.
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Una succulenta e promettente ricetta, data in mano al primo che passava di lì, preparata al microonde. Questo è The Purge (per una volta il titolo italiano non deturpa totalmente), un mix d'idee tutto sommato riciclate ma efficaci che poteva davvero assurgere a pietra miliare del genere distopico e, in una certa misura, può ancora generare un fenomeno di costume.
In un futuro prossimo venturo gli states dei 'nuovi padri fondatori' hanno legalizzato il crimine per una notte all'anno, espediente catartico per liberarsi di indigenti e malfattori, disoccupazione e reati sono ai minimi storici. La gente per bene può permettersi sistemi di sicurezza per stare fuori dalla bolgia ed ecco che entra in gioco James Sandin, pater familias in ascesa professionale, che quei sistemi li vende. Durante la notte, il figlioletto capellone e pseudo liberal (personaggio insopportabile) farà la frittata dando asilo ad uno sconosciuto, braccato da una banda di psicopatici.
Da qui la reazione a catena e la messa in scena di uno Straw Dogs aggiornato al secolo corrente con pochi colpi di scena, una discreta tensione annacquata da una regia sbrigativa e la proverbiale lampadina del colpo di genio che si accende a singhiozzo. Il film si regge unicamente su tre elementi: l'idea di base, pregevole; il buon Ethan Hawke sempre in forma e alcuni tra i migliori villain mai concepiti graficamente. Proprio all'allegra banda di preps squilibrati (ma non troppo) va la menzione d'onore, con maschere e costumi da antologia vanno ad incarnare l'ovvia metafora del colletto bianco assassino. Poco conta, rubano la scena e gridano sequel-graphic novel-merchandise; per inciso, un ottimo e fresco Rhys Wakefield nel ruolo dell'iconico polite leader. Il resto è una corsa frettolosa e prevedibile, condita con qualche sana e robusta morale della nonna (americana e timorata). Discreto il finale. Poteva andare peggio, c'è da sperare in un raro caso di remake superiore o attendere un sequel senza troppe pretese ma soprattutto, preghiamo per l'interdizione perpetua di Michael Bay da qualsivoglia produzione.
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feather
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giovedì 1 agosto 2013
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quando l'originalità lascia spazio alla tensione
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Un film che, senza forzature e stereotipi, avrebbe raggiunto l'apice del genere thriller. Peccato. Bella l'idea iniziale, interessanti le inquadrature e numerose situazioni che ti fanno venire ansia anche quando nulla sta succedendo. Tutto buono, ma se concluso il lungometraggio si ripensa a quello che è accaduto si può intuire che è stata solo un putiferio pazzesco, fino ad arrivare ad una conclusione quanto mai affrettata e scoclusionata. Regia ok, ma sceneggiatura fa buchi da tutte le parti. Uno spreco immenso il suddetto film, vista la briosa partenza che si è, purtroppo oserei dire, conclusa con un nulla di fatto e numerosi "Perché?".
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Un film che, senza forzature e stereotipi, avrebbe raggiunto l'apice del genere thriller. Peccato. Bella l'idea iniziale, interessanti le inquadrature e numerose situazioni che ti fanno venire ansia anche quando nulla sta succedendo. Tutto buono, ma se concluso il lungometraggio si ripensa a quello che è accaduto si può intuire che è stata solo un putiferio pazzesco, fino ad arrivare ad una conclusione quanto mai affrettata e scoclusionata. Regia ok, ma sceneggiatura fa buchi da tutte le parti. Uno spreco immenso il suddetto film, vista la briosa partenza che si è, purtroppo oserei dire, conclusa con un nulla di fatto e numerosi "Perché?". Nel complesso sufficiente o poco più.
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yekke95
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giovedì 1 agosto 2013
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good film
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Davvero bel film... Da vedere
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(di pissiare)
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