hollyver07
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martedì 30 luglio 2013
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mesciua e caciucco in salsa... west(ern)
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Ciao. Costosa ed ambiziosa pellicola, prolissa nei contenuti e nelle citazioni ma... a mio avviso... non molto appagante nel risultato. Chiarissima la progenie delle idee: tra "Rango" e "I pirati dei Caraibi" c'è da sbizzarrirsi a non finire. Inoltre, ritengo d'aver notato consistenti "strizzate" d'occhio ad altri registi (Ford, Leone, Spielberg e Ritchie ecc.) e se non ho visto male anche una sorta d'omaggio a Chaplin. Bene... doveva essere un filmone (alias Blockbuster) ma così non mi è sembrato. Onestamente la storia del "Lone Ranger" non mi aveva mai particolarmente avvinto. Nel film, comunque sia, risulta abbastanza lineare ma il ritmo narrativo non mi è sembrato all'altezza e nella sceneggiatura sono state aggiunte troppe situazioni, scene, o deviazioni descrittive, che hanno originato uno strano minestrone di argomenti duro da "digerire".
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Ciao. Costosa ed ambiziosa pellicola, prolissa nei contenuti e nelle citazioni ma... a mio avviso... non molto appagante nel risultato. Chiarissima la progenie delle idee: tra "Rango" e "I pirati dei Caraibi" c'è da sbizzarrirsi a non finire. Inoltre, ritengo d'aver notato consistenti "strizzate" d'occhio ad altri registi (Ford, Leone, Spielberg e Ritchie ecc.) e se non ho visto male anche una sorta d'omaggio a Chaplin. Bene... doveva essere un filmone (alias Blockbuster) ma così non mi è sembrato. Onestamente la storia del "Lone Ranger" non mi aveva mai particolarmente avvinto. Nel film, comunque sia, risulta abbastanza lineare ma il ritmo narrativo non mi è sembrato all'altezza e nella sceneggiatura sono state aggiunte troppe situazioni, scene, o deviazioni descrittive, che hanno originato uno strano minestrone di argomenti duro da "digerire".... e così ho inteso definirlo nella frase di lancio. Dell'aspetto visivo... ho constatato l'impegno per realizzare una pellicola super che però, com sovente accade, da sola non basta... specialmente se non è in sintonia con il resto della produzione. Abbastanza bene il corposo cast dove però non mi è parso brillare la stella di Depp - che in alcune scene mi è parso stranamente impacciato -. Per gli altri... attività di mestiere con qualche punto in meno per Ruth Wilson e Barry Pepper (per i quali in questa occasione un forno a micro-onde avrebbe sollecitato più emozioni di entrambi) e la curiosa, per quanto chiara "nota recitativa" alla RockNRolla di Tom Wilkinson (quando intende vuole punire il ragazzino). Nel fracasso generale... interessante la pericolosa gamba d'avorio di Helen B. Carter. Da rimarcare, invece, le a dir poco acide considerazioni che si possono trarre su come sia stata originata almeno una parte degli Stati Uniti, una nazione storicamente fondata sull'avidità e la prevalicazione di qualsiasi diritto che non sia il profitto (ma sai che novità...!?). In sostanza, la mia impressione è che il film non sia proprio un flop ma, tenuto conto delle attese, a parte i costi non sia di elevato livello in termini d'intrattenimento e, a tratti, anche abbastanza noioso. Saluti a tutti
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mrmettiu
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domenica 28 luglio 2013
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squadra che vince non si cambia, però...
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John è un avvocato, cresciuto a pane e Locke, tornato nel West per consegnare alla legge il ricercato Butch Cavendish. Durante una spedizione un'imboscata uccide suo fratello Dan e gli altri Ranger. John, ultimo Texas Ranger, viene salvato dall'indiano Tonto e si trasforma in un improbabile eroe mascherato, deciso a ristabilire la Giustizia. "Squadra che vince non si cambia". Sembra essere questa la filosofia della Disney per puntare a un incasso alto in questi tempi non propriamente rosei per il mondo del cinema.
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John è un avvocato, cresciuto a pane e Locke, tornato nel West per consegnare alla legge il ricercato Butch Cavendish. Durante una spedizione un'imboscata uccide suo fratello Dan e gli altri Ranger. John, ultimo Texas Ranger, viene salvato dall'indiano Tonto e si trasforma in un improbabile eroe mascherato, deciso a ristabilire la Giustizia. "Squadra che vince non si cambia". Sembra essere questa la filosofia della Disney per puntare a un incasso alto in questi tempi non propriamente rosei per il mondo del cinema. Ha infatti partecipato alla realizzazione del film la ciurma di Pirati dei Caraibi, su tutti Verbinsky al timone, Depp di vedetta e Zimmer (secca ammetterlo, ma particolarmente sottotono) come musico di bordo. Anche il binomio storico Depp-Bonham Carter non è stato scomposto, pur avendo questa volta Helena un ruolo assai secondario. Le nuove leve (Hammer, Wilson, Wilkinson, Fichtner) si integrano nel gruppo senza troppi problemi, anche vista la loro brillante carriera. La recitazione è in generale molto buona ed efficace. Lo stile narrativo risente molto dell'esperienza caraibica, ma apporta la novità del racconto in flashback, ottenendo una meta-narrazione che risulta talvolta scomoda da seguire (anche a causa degli episodi di racconto nel racconto nel racconto). Le inquadrature, accattivanti e dinamiche, risultano sempre uno degli assi nella manica di Verbinsky. La sceneggiatura risente del problema principale del film: ci si prova a slegare dal pattern dei Pirati, ma allo stesso tempo si teme il distacco, fiduciosi che la "copia" otterrà lo stesso successo dell'originale. Si realizza così una pallida e sbiadita imitazione, ma che risulta comunque apprezzabile e con i suoi punti di forza. Un film adatto a tutti, capace di farci riflettere - in una società sempre in corsa verso il futuro - sulla delicatezza con cui va trattato il progresso, dimostrando quanto possa essere pericoloso e facilmente strumentalizzato se gestito da uomini senza scrupoli e senza valori.
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lynette
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mercoledì 24 luglio 2013
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non male, ma... troppo
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Costretto a posare come una statua per un piccolo museo, il vecchio indiano Tonto incrocia lo sguardo di un bambino e gli inizia a raccontare la vera storia del ranger solitario John Reid, e di come ha combattuto al suo fianco contro la curruzione e l'avidità, in un'epica avventura piena di colpi di scena e sorprese.
Ormai si sa che la Disney, per attrarre il suo pubblico, è solita a riprendere alcuni personaggi che hanno fatto storia nella letteratura, nel cinema o nel fumetto e creare una sorta di storia 'alternativa' a quella originale, come un sequel o un prequel. Se poco tempo fa ci ha riportato sullo schermo il mago di Oz, ora tocca al Ranger Solitario e Tonto, creati da George W.
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Costretto a posare come una statua per un piccolo museo, il vecchio indiano Tonto incrocia lo sguardo di un bambino e gli inizia a raccontare la vera storia del ranger solitario John Reid, e di come ha combattuto al suo fianco contro la curruzione e l'avidità, in un'epica avventura piena di colpi di scena e sorprese.
Ormai si sa che la Disney, per attrarre il suo pubblico, è solita a riprendere alcuni personaggi che hanno fatto storia nella letteratura, nel cinema o nel fumetto e creare una sorta di storia 'alternativa' a quella originale, come un sequel o un prequel. Se poco tempo fa ci ha riportato sullo schermo il mago di Oz, ora tocca al Ranger Solitario e Tonto, creati da George W. Trendle e Frank Striker. Tuttavia, penso che la scelta di questa coppia sia un pretesto per inserire in un film tutti gli aspetti del vecchio west: la ferrovia, il deserto, i bordelli, ricerca dei metalli preziosi, miniere, lotte contro gli indiani... Non manca nulla, ma ne è risultato un film lungo. Una lunghezza che non è giustificata dalla storia in sè, ma proprio dal voler inserire 'troppo' in 149 minuti. Fortunatamente quei 149 minuti non ti annoiano, perchè i produttori sono riusciti ad incastrare nel 'troppo' anche altri elementi che (a mio parere) rendono la storia interessante, come l'amicizia tra un uomo di legge e un indigeno che vive secondo le proprie leggi, rapporto tra fratelli, la storia d'amore... Inoltre c'è un'alternanza di momenti comici, momenti drammatici e scene d'azione (che occupano una buona parte di film).
Per quanto riguarda recitazione... nessuno brilla qui, fatta a eccezione per Johnny Depp, grazie all'ennesimo personaggio comico, e Helena Bonham Carter, che però è comparsa per poco.
Nonostante si vede che il film è stato riempito eccessivamente da quel 'troppo', si lascia guardare. Ne consiglio la visione.
VOTO: 7
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tim_darkshadows
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lunedì 22 luglio 2013
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johnny colpisce ancora
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Nel periodo estivo escono spesso parecchi blockbuster, film per il grande pubblico, ma è raro vedere al cinema un blockbuster di qualità. Questo sembrava non accadesse con “The Lone Ranger” perchè si presumeva che il team dei Pirati dei Caraibi (regista, produttore, attore protagonista, sceneggiatori, compositore delle musiche e costumista) avesse realizzato un prodotto simile a quelli precedenti, ma purtroppo non è così. “The Lone Ranger” è una grandissima delusione, perchè non ripaga le altissime aspettative che trailer, clip, backstage avevano fatto nascere attorno al film, e la sceneggiatura è del tutto mediocre, puntando tutto sul personaggio di Johnny Depp, l’indiano Tonto, infatti il divo ha fatto di tutto per salvare il film, ma essendo non supportato da un cast mal assemblato e da una sceneggiatura lenta, limitata, monotona e per niente equilibrata nel calibrare azione e humor, neanche il suo grande talento è riuscito a salvare il film.
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Nel periodo estivo escono spesso parecchi blockbuster, film per il grande pubblico, ma è raro vedere al cinema un blockbuster di qualità. Questo sembrava non accadesse con “The Lone Ranger” perchè si presumeva che il team dei Pirati dei Caraibi (regista, produttore, attore protagonista, sceneggiatori, compositore delle musiche e costumista) avesse realizzato un prodotto simile a quelli precedenti, ma purtroppo non è così. “The Lone Ranger” è una grandissima delusione, perchè non ripaga le altissime aspettative che trailer, clip, backstage avevano fatto nascere attorno al film, e la sceneggiatura è del tutto mediocre, puntando tutto sul personaggio di Johnny Depp, l’indiano Tonto, infatti il divo ha fatto di tutto per salvare il film, ma essendo non supportato da un cast mal assemblato e da una sceneggiatura lenta, limitata, monotona e per niente equilibrata nel calibrare azione e humor, neanche il suo grande talento è riuscito a salvare il film.
La trama è molto semplice quanto accattivante, l’ormai anziano indiano Tonto (Johnny Depp) racconta l’avventura di John Reid (Armie Hammer), uomo di legge ma divenuto poi fuorilegge data la corruzzione della legge, e delle sue imprese epiche e rocambolesche, con il fine di annientare l’avidità e la corruzione dei potenti, supportato proprio da Tonto.
Il soggetto del film era anche buono, ma è stato realizzato uno stereotipatissimo blockbuster nello stile Disney, che diventerà sicuramente una saga, come i Pirati dei Caraibi. Unici punti di forza sono: l’accurata ricostruzione storica, la colonna sonora, e un membro del cast a caso che pur avendo una parte arci limitata non ci delude anche questa volta: Helena Bonham Carter, metress complice dei due eroi, con la sua gamba/fucile,e ovviamente Johnny Depp anche se qui ha scimmiottato se stesso e i suoi memorabili personaggi, ma anche qui ha sfoggiato tutta la sua ironia, diventando il vero protagonista del film, con la sua performance da mattatore. “The Lone Ranger” è consigliato alle famiglie, ai fan dell’azione e del western e ovviamente di Johnny Depp, anche se fa compassione vederlo ingabbiato in una pellicola che ha limitato il suo talento sconfinato. Voto finale: 5.5 .
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opidum
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lunedì 22 luglio 2013
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più zorro che pirati
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puro film disney che mi ha ricordato molto ( per ambientazione e anche stile) il primo zorro con banderas.
nel complesso mi ritrovo con la maggior parte dei commenti: il film è noiosetto e lungo ma una sufficenza la strappa.
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vales.
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domenica 21 luglio 2013
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pirati del far west...
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Squadra che vince non si cambia, si dice. Ed ecco infatti che Verbinski (regista), Bruckheimer (produttore), Elliot e Rossio (sceneggiatori) e Depp, già insieme nei primi tre film della saga “Pirati dei Caraibi”, si riuniscono per un’altra pellicola di (quasi) uguale ritmo e (eccessiva) durata. Pur essendo totalmente diverse l’ambientazione e la storia, i parallelismi con le strampalate e fantastiche avventure del capitan Sparrow sorgono spontanei. Soprattutto a causa di Johnny Depp, coprotagonista con l’anonimo Armie Hammer, che regala di nuovo anche a questo ennesimo strano personaggio la mimica del pirata che lo ha consacrato al grande pubblico.
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Squadra che vince non si cambia, si dice. Ed ecco infatti che Verbinski (regista), Bruckheimer (produttore), Elliot e Rossio (sceneggiatori) e Depp, già insieme nei primi tre film della saga “Pirati dei Caraibi”, si riuniscono per un’altra pellicola di (quasi) uguale ritmo e (eccessiva) durata. Pur essendo totalmente diverse l’ambientazione e la storia, i parallelismi con le strampalate e fantastiche avventure del capitan Sparrow sorgono spontanei. Soprattutto a causa di Johnny Depp, coprotagonista con l’anonimo Armie Hammer, che regala di nuovo anche a questo ennesimo strano personaggio la mimica del pirata che lo ha consacrato al grande pubblico. A mio parere – e non solo mio – infatti, il suo Tonto somiglia abbastanza a una versione indiana di Jack Sparrow. Per la sua vicenda personale, secondo me, l’indiano avrebbe dovuto apparire più spesso malinconico e gigioneggiare meno … Ma anche agli sceneggiatori, ovviamente, va attribuita la colpa, perché farciscono inoltre la storia di sequenze e particolari che (intenzionalmente?) richiamano ai Pirati. Ad esempio, quando Tonto e John Reid, il ranger solitario del titolo, arrivano nel bordello di cui è proprietaria Red, ossia la poco sfruttata Bonham Carter, sembra di rivedere Sparrow a Tortuga. Ma anche il rapporto tra i due protagonisti pare un po’ quello tra Will Turner e Sparrow: inizialmente ligio al dovere e reticente alla violenza, il primo si fa poi convincere dal secondo, svitato e sempre con la battuta pronta, a passare dal “lato oscuro”. Tralasciando queste prevedibili somiglianze, il film si lascia guardare, nonostante le quasi due ore e mezza, grazie alle spettacolari sequenze d’azione, gli effetti speciali ben riusciti e un ritmo e un umorismo ormai consolidati dagli autori. Le prove degli attori non sono memorabili, ma nemmeno pessime. Stupisce la violenza talvolta abbastanza esplicita per un prodotto Disney, ma, personalmente, credo non disturbi più di tanto e serva a dare un tono maggiore a un film altrimenti noioso e forse ancora più inverosimile ,data la crudeltà del tempo in cui è ambientato: in un western,del resto, non possono mancare scene di sparatorie ed assassini! In generale, dunque, un film assolutamente valido dal punto di vista della messa in scena, ma che ha i suoi punti deboli nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi.
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pistinna
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venerdì 19 luglio 2013
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too long ranger
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Siamo nel 1933, a San Francisco un bambino mascherato da "Ranger Solitario" si aggira fra le attrazioni di un luna park. In un piccolo museo tenda che ricrea il mitico West, fra orsi impagliati e paesaggi posticci, il bambino incontra Tonto un vecchio guerriero indiano che incomincia a raccontargli la sua storia e quella di John Reid due improbabili eroi che lottano contro l'avidità e la corruzione e che sconfiggono e vendicano la morte.
Torniamo così indietro nel passato all'epoca della costruzione della ferrovia transfrontaliera americana e dei Texas Ranger tuffandoci appieno nel mito del West.
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Siamo nel 1933, a San Francisco un bambino mascherato da "Ranger Solitario" si aggira fra le attrazioni di un luna park. In un piccolo museo tenda che ricrea il mitico West, fra orsi impagliati e paesaggi posticci, il bambino incontra Tonto un vecchio guerriero indiano che incomincia a raccontargli la sua storia e quella di John Reid due improbabili eroi che lottano contro l'avidità e la corruzione e che sconfiggono e vendicano la morte.
Torniamo così indietro nel passato all'epoca della costruzione della ferrovia transfrontaliera americana e dei Texas Ranger tuffandoci appieno nel mito del West. Buoni, cattivi, pistole, treni, polvere, bordelli, dinamite, cavalli, indiani, ponti, mitragliatrici, imboscate, il tutto condito da effetti speciali eleganti e funzionali.
Il regista Verbinski non si fa mancare proprio nulla se non forse un vero e proprio duello. Non tralascia belle citazioni ed arriva ad utilizzare persino Rossini e il suo Guglielmo Tell per caricare di maestosità il finale.
Eppure qualcosa non funziona. La storia narrata dall'anziano Tonto riesce a rapire solo il suo piccolo spettatore mascherato.
La macchina perfetta che aveva sfornato la trilogia dei pirati dei Caraibi questa volta s'inceppa.
Il film è troppo lungo, tanti forse troppi spunti anche interessanti vengono trattati solo superficialmente. Hammer poi nel ruolo di protagonista si rivela non all'altezza, alle volte è a dir poco imbarazzante. Depp da solo non lo salva. Molto bravi invece il cattivissimo Fichtner e la metress Bonham Carter.
Peccato perché viste le opportunità artistiche ed economiche messe a disposizione del fantasioso regista ed il suo precedente delizioso "Rango" questa poteva essere l'occasione per un nuovo bel western.
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francescacesca
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martedì 16 luglio 2013
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troooooooooooppo lungo
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Ieri sera sono andata a vedere il film dato che ADORO Johnny Depp ed ogni film che fa per me è una cosa meravigliosa!
Questa volta però (evento mai accaduto prima!!!!) sono rimasta veramente MOLTO DELUSA...
Alcune scene esilaranti, ma che non compensano il resto del film che, almeno per me, è stato decisamente NOIOSO e troppo lungo (non finiva più!!!! una coppia di signori seduti vicino a noi si sono alzati e sono andati via prima della fine del film! )
Nel complesso è un film che SCONSIGLIO VIVAMENTE! (Mi dispiace tantissimo però....) :(
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angelo bottiroli - giornalista
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domenica 14 luglio 2013
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originale e frizzante
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Qualcuno dice che Johnny Deep in questo film continui a ripetere sempre la stessa parte di Jack Sparrow anche se stavolta nei panni di un indiano, ma forse non è così.
I personaggi seppur dai tratti e dalle movenze molto simili sono profondamente diversi perché il pirata è allegro, esuberante ed impulsivo, mentre l’indiano, invece è riflessivo e pacato.
Questa disquisizione è importante perché il personaggio principale del film non è il ranger ma l’indiano, interpretato appunto da un grande Johnny Deep perfettamente a suo agio in questi personaggi truccatissimi, molto originali per non dire strani.
Johnny Deep è semplicemente perfetto nella parte e spiace che il film negli Usa sia stato una specie di flop incassando al botteghino molto meno del previsto.
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Qualcuno dice che Johnny Deep in questo film continui a ripetere sempre la stessa parte di Jack Sparrow anche se stavolta nei panni di un indiano, ma forse non è così.
I personaggi seppur dai tratti e dalle movenze molto simili sono profondamente diversi perché il pirata è allegro, esuberante ed impulsivo, mentre l’indiano, invece è riflessivo e pacato.
Questa disquisizione è importante perché il personaggio principale del film non è il ranger ma l’indiano, interpretato appunto da un grande Johnny Deep perfettamente a suo agio in questi personaggi truccatissimi, molto originali per non dire strani.
Johnny Deep è semplicemente perfetto nella parte e spiace che il film negli Usa sia stato una specie di flop incassando al botteghino molto meno del previsto. Costato ben 300 milioni di dollari ne ha incassati soltanto 49.
In Italia le cose non stanno così e malgrado il periodo estivo non dei migliori per i film in prima visione il film sta riscuotendo, invece un buon successo.
Ci vorrà ancora del tempo prima che gli italiani capiscano che il cinema non è più e non è solo un intrattenimento invernale e che forse, adesso, con le sale dotate di aria condizionata andare al cinema a d’estate è come farlo d’inverno.
Ma ritornando a The Lone Ranger Il film è l'adattamento del personaggio soprannominato the lone ranger, appunto, apparso in diversi film e in una popolare serie televisiva andata in onda dal 1949 al 1957 (e trasmessa in Italia come "Il cavaliere solitario")
Il film a sua volta è tratto da un fumetto e da un programma radiofonico.
“The Lone Ranger” è scritto da Ted Elliott e Terry Rossio lo stesso autore che ha inventato “Pirati dei Caraibi” sullo spunto di un’attrazione in funzione a Disneyland.
“The Lone Ranger” è un emozionante film d’avventura intriso di azione e humor, in cui il famoso eroe mascherato torna a rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta la storia di John Reid il Lone ranger appunto, interpretato da Armie Hammer (Biancaneve, Edgar, The Social Network) uomo di legge che divenne leggenda, trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta all’avidità e alla corruzione.
Sono loro i due protagoinisti del film e soltanto su di loro si basa la pellicola. Tutti gli altri ivi comprese Ruth Wilson (Anna Karenina e Luther) ed Helena Bonham Carter (Les Miserables, Dark Shadoww, Harry Potter, Alce in wonderland e molti altri) recitano parti di secondo piano.
Il film è originale, piacevole e frizzante.
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ch.soccini
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domenica 14 luglio 2013
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il western è tornato di moda
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Ciò che solo si salva in questo film è l'essere politically correct. Evidentemente il western è tornato di moda ma solo riveduto e corretto in chiave nostalgico-populista. Dopo Django unchained è difficile tenere un livello alto. Lento nell'incipit, banalissimo, quasi fastidioso il finale. Deep regna su tutto, con poco impegno. Persino gli scenari evocati, naturalisticamente consistenti ed unici - peccato siano stati palesemente ritoccati -, non bastano ad emozionare. Di fatto manca proprio il film. Che sia proprio necessario un regista italiano a rimettere in carreggiata il western?
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