diomede917
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domenica 21 aprile 2013
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educazione rumena
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Dopo averlo portato in giro per i teatri italiani, Alessandro Gassman decide di esordire alla regia cinematografica con la trasposizione di “Roman e il suo cucciolo” di Reinaldo Povod.
Adattando il dramma di questo emarginato cubano in un altrettanto dramma d’integrazione rumena ai margini della periferia romana.
Roman è un immigrato rumeno che vive nel degrado più estremo dentro una roulotte…..è analfabeta, parla un italiano imbastardito dal romanesco e il rumenesco, è di razza bastarda visto che nelle sue vene scorre sangue zingaro, è un pusher conosciuto da tutti nel quartiere anche dai genitori disperati che lo reputano responsabile dell’amaro destino dei propri figli (come si può vedere dal duro inizio che lo vede confrontarsi con una rabbiosa e irriconoscibile Nadia Rinaldi).
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Dopo averlo portato in giro per i teatri italiani, Alessandro Gassman decide di esordire alla regia cinematografica con la trasposizione di “Roman e il suo cucciolo” di Reinaldo Povod.
Adattando il dramma di questo emarginato cubano in un altrettanto dramma d’integrazione rumena ai margini della periferia romana.
Roman è un immigrato rumeno che vive nel degrado più estremo dentro una roulotte…..è analfabeta, parla un italiano imbastardito dal romanesco e il rumenesco, è di razza bastarda visto che nelle sue vene scorre sangue zingaro, è un pusher conosciuto da tutti nel quartiere anche dai genitori disperati che lo reputano responsabile dell’amaro destino dei propri figli (come si può vedere dal duro inizio che lo vede confrontarsi con una rabbiosa e irriconoscibile Nadia Rinaldi).
E forse per questo motivo che desidera una vita diversa per il suo cucciolo Nicu che lo ha allevato da solo fin da quando è nato, vuole un diploma, un lavoro onesto e una vita onesta.
La storia punta tutto su questo rapporto a due quasi carnale tra un padre che non può uscire e fuggire dalla sua animalesca dimensione e un figlio che lo ama ma che rinnega la sua cultura rumena…..una cultura che lo fa ghettizzare a scuola, una cultura che gli impedisce di vivere liberamente una storia d’amore con una coetanea, una cultura che fa della violenza la sua valvola di sfogo.
E così realtà violenta per realtà violenta il ragazzo gli preferisce uno spacciatore poeta un po’ rivoluzionario che lo fa sprofondare dentro le sabbi mobili della droga.
Per raccontare questa storia di degrado senza possibilità di redenzione, una sorta di Educazione Rumena con tanto di rapporto a doppio filo con la Madonna nera degli zingari (se vogliamo fare un parallelismo con il film di Salvatores) Gassman usa un bianco e nero diretto, che fa sembrare la periferia romana una banlieu parigina come quella de “L’odio” di Kassowitz film che è il rimando più immediato a questo.
Il ritmo è sincopato quasi a seguire gli scatti e gli sbalzi del protagonista, il linguaggio è diretto e rappresenta questo mondo violento ed emarginato.
Gassman punta tutto sull’affiatamento con il giovane protagonista Giovanni Anzaldo che è stato Nicu anche sul palcoscenico e l’alchimia tra i due è il vero punto di forza di questo film (da vedere il racconto dell’addio della madre di Nicu quando è nato per credere). Un film che parte benissimo con questa Roma, fotografata da Federico Schlatter, vista dall’alto di una terrazza ma che ha un cedimento nella fase centrale forse per troppo frenesia o carne al fuoco……risulta decisamente forzata la presenza dell’avvocato trafficone gigioneggiato da Michele Placido o il destino della prostituta con tanto di laurea in ingegneria in Romania……per poi riprendersi nel drammatico e inevitabile finale.
Un’opera prima, seppur con qualche difetto, molto sentita tanto da meritarsi una menzione alla Festa di Roma e vincere il Festival di Bari e che spero faccia uscire il talento registico del bravo Alessandro Gassman dopo il teatro anche al cinema.
Voto 7
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flyanto
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martedì 23 aprile 2013
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quando il riscatto è pressoché impossibile
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Film tratto dalla pièce teatrale dello scrittore cubano Reinaldo Podov dove si racconta il rapporto esistente tra un padre ed un figlio rumeni che vivono le proprie giornate in un campo nomadi alla periferia della città di Latina. Quelle del padre, che ha scontato vari anni in galera a causa di un omicidio, sono caratterizzate da trattative di spaccio di droga e losche amicizie, quelle del figlio sono divise tra la scuola con scarso risultato, la giovane fidanzatina e soprattutto la frequentazione di un figuro tossicodipendente, chiamato "Il Talebano", più grande di lui e fortemente influente sulla sua persona tale da indurlo e condurlo in traffici loschi di eroina.
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Film tratto dalla pièce teatrale dello scrittore cubano Reinaldo Podov dove si racconta il rapporto esistente tra un padre ed un figlio rumeni che vivono le proprie giornate in un campo nomadi alla periferia della città di Latina. Quelle del padre, che ha scontato vari anni in galera a causa di un omicidio, sono caratterizzate da trattative di spaccio di droga e losche amicizie, quelle del figlio sono divise tra la scuola con scarso risultato, la giovane fidanzatina e soprattutto la frequentazione di un figuro tossicodipendente, chiamato "Il Talebano", più grande di lui e fortemente influente sulla sua persona tale da indurlo e condurlo in traffici loschi di eroina. Il padre molto idealisticamente sogna per il figlio un futuro migliore del suo, provvisto di un titolo di studio e, magari, anche di un lavoro onesto, mentre il figlio, si ribella all'ingerenza pressante del padre seguendone di pari passo le orme e scegliendo di condurre la propria esistenza verso un epilogo certamente drammatico, se non tragico. Questo film costituisce la prima opera come regista dell'attore Alessandro Gassman, che qui compare anche come protagonista interpretando la figura del padre del ragazzo, ed è girato in bianco e nero come quasi fosse un documentario verità su certe orripilanti realtà e con uno stile crudo ed asciutto come, del resto, si confà alla tematica afrontata. Una rappresentazione di un mondo e di individui che trascorono la propria esistenza ai margini della società, seguendo principi e regole di vita del tutto lontane dalla buona condotta sociale e secondo le leggi oneste della Costituzione di un paese e da cui non si e non vogliono nemmeno distaccarsi. Chi tenta di farlo, come qui il padre Alessandro Gassman che si adopera in tutto e per tutto per "riscattare" il figlio da un infame destino, non ce la fa perchè è troppo radicata la propria mancanza di principi morali ed un qualsiasi barlume di buona condotta e perchè anche circondati in maniera troppo serrata da tutto un ambiente dove la criminalità è all'ordine del giorno, anzi l'unica forma di "legge" riconosiuta e rispettata. Alessandro Gassman interpreta in maniera estremamente efficace il suo ruolo di Rom emigrato e trapiantato in Italia, presentandosi allo spettatore in maniera altamente realistica sia dal punto di vista dell'aspetto fisico, agghindato come uno effettivamente appartenente alla razza rumena, sia dal punto di vista della parlata italiana che viene riprodotta con l' incancellabile inflessione straniera. Anche il resto degli attori intorno a lui, in particolare il giovane Giovanni Anzaldo che interpreta la parte del figlio, sono altamente credibili nella rappresentazione dei propri personaggi. Insomma da non sottovalutare assolutamente.
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ilpareredelpubblico
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venerdì 26 aprile 2013
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un film veritiero
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Razzabastarda è uno di quei film che dovrebbero vedere i ragazzi nelle scuole.Un film che ci mostra che siamo tutti uguali, non importa se zingaro romeno o italiano siamo in grado di provare tutti le stesse emozioni.Emozioni che prova Roman, padre di un figlio italo/romeno di cui vuole essere amico e genitore e non fargli mancare nulla.Non fargli mancare nulla perchè consapevole che ci pensa il mondo a fargli mancare tutto quello di cui un ragazzo di 16 anni ha bisogno:degli amici una fidanzata e qualcuno che gli voglia bene anzichè evitarlo perchè diverso.Un film sugli affetti e soprattutto sulla malavita che regna incontrastata in una roma lontana da quella che siamo abituati a vedere in tv,una città in cui la droga scorre a fiumi e non risparmia nessuno senza tetto o avvocati,la rovina di tanti e la ricchezza di pochi.
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Razzabastarda è uno di quei film che dovrebbero vedere i ragazzi nelle scuole.Un film che ci mostra che siamo tutti uguali, non importa se zingaro romeno o italiano siamo in grado di provare tutti le stesse emozioni.Emozioni che prova Roman, padre di un figlio italo/romeno di cui vuole essere amico e genitore e non fargli mancare nulla.Non fargli mancare nulla perchè consapevole che ci pensa il mondo a fargli mancare tutto quello di cui un ragazzo di 16 anni ha bisogno:degli amici una fidanzata e qualcuno che gli voglia bene anzichè evitarlo perchè diverso.Un film sugli affetti e soprattutto sulla malavita che regna incontrastata in una roma lontana da quella che siamo abituati a vedere in tv,una città in cui la droga scorre a fiumi e non risparmia nessuno senza tetto o avvocati,la rovina di tanti e la ricchezza di pochi.
Riuscirà Roman a regalare una vita migliore alla sua famiglia senza sporcarsi le mani?
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lu pichi
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domenica 7 luglio 2024
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troppo bello. per me è neorealismo.
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Ogni volta che vedo questo film mi assorbe, mi piace troppo, ci rivedo un pezzo della mia vita gente e situazioni che ho visto e ho incontrato in passato, Gassmann è straordinario, brava Nadia Rinaldi qui in una veste drammatica. Roman è un rumeno che vive da 30 anni in Italia, nella vita non è riuscito a far nulla se non lo spacciatore, è stato in galera per omicidio ma grazie ad un bravo avvocato è uscito (Michele Placido), ha una moglie che lo ha abbandonato e un figlio ormai grande a cui vorrebbe dare un'esistenza migliore, probabilmente vede nel successo di Nicu il proprio riscatto sociale. (DA QUI SPOILERO) Il ragazzo influenzato dal Talebano, un amico tossico più grande di lui, si fa convincere ad acquistare una grande quantità di eroina da spacciare, per trovare i soldi li ruba al padre mettendolo nei guai ma a sua volta verrà ingannato e derubato dal Talebano.
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Ogni volta che vedo questo film mi assorbe, mi piace troppo, ci rivedo un pezzo della mia vita gente e situazioni che ho visto e ho incontrato in passato, Gassmann è straordinario, brava Nadia Rinaldi qui in una veste drammatica. Roman è un rumeno che vive da 30 anni in Italia, nella vita non è riuscito a far nulla se non lo spacciatore, è stato in galera per omicidio ma grazie ad un bravo avvocato è uscito (Michele Placido), ha una moglie che lo ha abbandonato e un figlio ormai grande a cui vorrebbe dare un'esistenza migliore, probabilmente vede nel successo di Nicu il proprio riscatto sociale. (DA QUI SPOILERO) Il ragazzo influenzato dal Talebano, un amico tossico più grande di lui, si fa convincere ad acquistare una grande quantità di eroina da spacciare, per trovare i soldi li ruba al padre mettendolo nei guai ma a sua volta verrà ingannato e derubato dal Talebano. Per il dispiacere si inniettera eroina, Roman vedendo il figlio drogato impazzirà dal dolore. Il finale è aperto è come in Birdman gli si può dare due interpretazioni diverse, la mia è tragica poi ognuno e libero di vederla come vuole.
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